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Campagna elettorale o campagna olimpica?

olimpiadi cerchi vele

AGGIORNAMENTI 14 giugno,  Comunicato  pubblicato da il Messaggero : «In riferimento a quanto apparso nel servizio Caltagirone & C: chi comanda davvero a Roma a cura di Manuele Bonaccorsi andato in onda durante la trasmissione La Gabbia, e per evitare strumentalizzazioni elettorali sul delicato tema delle Olimpiadi a Roma, il Gruppo Caltagirone, che vuole rimanere estraneo alla contesa elettorale, ritiene doveroso precisare quanto segue: Nessuna società del Gruppo possiede terreni a Tor Vergata né in quel quadrante di Roma. I terreni di cui si parla nel servizio sono di proprietà pubblica (Università Tor Vergata). La società Vianini Lavori del Gruppo Caltagirone, insieme ad altre 9 imprese di costruzioni (e quindi senza alcuna esclusiva), è concessionaria dei lavori per l’Università. Ciò a seguito di gara europea vinta nel lontano 1987. La quota di Vianini Lavori nel Raggruppamento Temporaneo di Imprese è di circa il 33%. Il Gruppo Caltagirone ha quindi incaricato i propri avvocati di procedere giudizialmente nei confronti del conduttore del programma Gianluigi Paragone, dell’autore del servizio Manuele Bonaccorsi, del Dott. Giovanni Caudo e del Dott. Paolo Berdini per le affermazioni gravemente distorsive della verità e lesive della propria onorabilità».

Roma, 19 giugno 2016. La competizione  tra Raggi e Giachetti si sposta sul terreno della candidatura olimpica con un  rilievo tale  – e una massiccia campagna pro Olimpiadi – da indurre a pensare che  si  tratti di molto di  più di un tema elettorale, e che gli interessi  in ballo rappresentino la vera partita che si sta giocando nella Capitale.  Un partita che riguarda  anche il ruolo del Sindaco nelle scelte sull’eredità che le Olimpiadi dovrebbero lasciare alla città.

Roma sta per affrontare un passaggio cruciale della sua storia. In ballo non c’è solo l’ardua scelta del prossimo sindaco ma uno spartiacque sulla visione che si ha o si vuole avere della Capitale. Tra la rassegnazione al declino e il rilancio di un prestigio e di una grandezza che ormai da troppi anni sono alle spalle. Tutto questo è incarnato, per chi non se ne fosse accorto, in un solo tema che li racchiude tutti: la scelta sulla candidatura ai Giochi del 2024. In fin dei conti, il voto che ci attende fra una decina di giorni è apertamente una sorta di solenne referendum sulle Olimpiadi. Una scelta in cui contano poco le sfumature, ma soltanto i sì o i no. La condivisione di un modello o il suo rifiuto con connesso salto nel buio.

Virman Cusenza, direttore di Il Messaggero 9 giugno 2016*

La candidatura di Roma alle  Olimpiadi  2024 si incrocia con  molti  avvenimenti  degli ultimi due anni e mezzo, a partire dalle circostanze della sua nascita: infatti fu annunciata  dal Presidente del Consiglio Renzi e dal presidente del CONI Giovanni Malagò il 15 dicembre 2014, 12 giorni dopo i primi arresti dell’indagine “Mondo di mezzo” che ha portato  alla luce Mafia Capitale.  Nel corso dell’amministrazione di Ignazio Marino ha poi visto una forte  contrapposizione tra i progetti urbanistici del Campidoglio e quelli del Comitato promotore, conclusasi per il momento con il prevalere di quest’ultimo, per il venir meno dell’altro competitor (e molti ritengono che  le divergenze abbiano in qualche modo contribuito alla caduta di Marino). Ma è soprattutto  in questa stanca campagna elettorale, in cui ci si aspetterebbe che almeno in dirittura d’arrivo  il terreno di scontro tra i due candidati  si spostasse  sulle questioni ben più cruciali per il futuro della città, che la candidatura olimpica è assurta al rango di “questione-di-vita-o-di-morte”. Con la discesa in campo del Presidente Renzi che a 8 e mezzo (La 7) dichiara che se a Roma vince la Raggi “questa occasione per più posti di lavoro e impegno per le periferie salterà»(1), del presidente del comitato promotore Luca Cordero di Montezemolo – “Se vincesse la candidata sindaco del M5S, Virginia Raggi, saremmo costretti a ritirare la candidatura mentre siamo vicini alla meta»(2) – del Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, che definisce le  Olimpiadi, “per come è stato preparato il dossier olimpico”, “una grande occasione per i cittadini e  i quartieri di Roma(3). Peccato che il dossier olimpico lo possano conoscere  solo quelli che se la cavano bene con l’inglese, perchè sul sito del comitato olimpico  non si trova la versione in italiano (4): a differenza di Parigi, altra candidata olimpica, che offre ai propri cittadini il testo francese e  che per  i cittadini ha aperto spazi per la consultazione on line (5) avviando   un  dibattito pubblico  sull’eredità che i giochi olimpici dovrebbero lasciare alla città (6).

Nella Capitale  niente di tutto questo: alla lodevole iniziativa del radicale Riccardo Magi di coinvolgere i cittadini in un referendum sulle Olimpiadi per promuovere una scelta consapevole di tutta la città e non – come è successo in passato e sta succedendo ancora – il solito evento calato dall’alto che rischia di  alimentare i profitti privati lasciando una scia di sprechi e incompiute pubbliche (7), dire che sono stati messi i bastoni tra le ruote è un eufemismo. Basti ricordare il tormentato percorso dell’ammissibilità del referendum, prima avallata dalla Commissione  nominata dal Comune (8) poi sospesa dallo stesso Comune, poi di nuovo accettata (con modifica del quesito) (9),  dopo ricorsi al TAR, ventilate denunce in Procura e flash mob sotto il Campidoglio, ma con un ritardo che farà slittare la  raccolta delle  firme necessarie  fino ad  agosto, con tutte le difficoltà che si possono immaginare.  Ma al di là della consultazione della cittadinanza, e dei  consistenti interrogativi sull’interesse pubblico di molti aspetti  dell’operazione,  resta da capire la posizione dei due candidati Sindaco, non tanto  su “olimpiadi sì/olimpiadi no”  – Giachetti è per il sì “senza se e senza ma”, la Raggi, con toni più o meno duri, ribadisce da sempre che bisogna risolvere   i problemi più  grandi di Roma prima di mettere in cantiere l’ennesimo evento, quindi dovrebbe essere un  no – (10) quanto  sulla visione della eredità che le Olimpiadi dovrebbero lasciare alla città.

Dal sito del corriere della Sera

Dal sito del corriere della Sera

Perchè al di là della facile retorica sportiva e di quella dei “posti di lavoro”, il vero punto da chiarire ai cittadini è cosa regalerebbero alla Capitale i Giochi Olimpici in tema di sviluppo urbanistico. Città come Londra, Barcellona e anche Torino hanno saputo usare l’evento sportivo per rigenerare interi quartieri, creare nuove infrastrutture, rilanciare l’immagine cittadina (11). E tali profondi cambiamenti urbanistici non sono stati decisi dai comitati olimpici – la cui competenza è  prettamente sportiva – ma dalle amministrazioni, dai Sindaci, in rappresentanza dei cittadini che li hanno eletti. E lasciando da parte il tema degli interessi economici, inevitabilmente legati  alle  diverse scelte urbanistiche – una per tutte, la collocazione del villaggio olimpico a Tor Vergata,  un’area che una convenzione lega anche al gruppo  dell’imprenditore Gaetano Caltagirone (12), o altrove  – se parliamo della forma futura da dare alla Capitale  è evidente che non possono essere Montezemolo e Malagò  a decidere.  Tra le domande che  Carteinregola ha inviato ai candidati, una  riguardava proprio   quali ambiti decisionali spettassero   al Comitato Promotore delle Olimpiadi e quali alla città di Roma nella persona del suo Sindaco (13). E se può apparire  una domanda inutile per  la candidata Cinque Stelle, se  ha davvero l’intenzione di  cancellare l’evento olimpico (ma non l’ha mai affermato esplicitamente, forse per timore di perdere consensi,  e c’è sempre l’incognita delle possibili pressioni di un  Governo che Giachetti e Malagotiene  i cordoni della borsa), il tema è particolarmente significativo rispetto al candidato PD, soprattutto dopo aver letto il suo commento postato su Facebook, dopo l’incontro avuto con   Malagò il 7 maggio. Infatti nel post Giachetti  comunica  le sue “ferme e determinate condizioni“, “chieste e ottenute dal Presidente Malagó” , tra le quali “la realizzazione di 15 playground [parchi attrezzati NDR] nei 15 parchi di Roma, uno per Municipio, la realizzazione di 100 interventi (campi sportivi, ristrutturazione palestre scolastiche, campi da calcio in periferia),  l’individuazione di un rappresentante del Comune di Roma nel Comitato promotore delle Olimpiadi per la presenza del Campidoglio e il controllo sulle scelte”.   E se desta molte perplessità  che qualche attrezzo  sportivo nel  verde,  qualche palestra scolastica  e qualche campo di calcio in periferia possano essere vantati come l’eredità che le Olimpiadi dovrebbero lasciare alla città (si guardi appunto a Londra e Barcellona!),    lascia davvero di stucco la rivendicazione come una conquista  dell’ “individuazione di un rappresentante del Comune di Roma nel Comitato promotore delle Olimpiadi per la presenza del Campidoglio“ e del “controllo sulle scelte”.   Noi pensiamo che un  Sindaco non debba controllare,  debba decidere,  insieme alla città, tutto quello che riguarda lo sviluppo e il futuro di Roma.  E  speriamo che la voce dei cittadini attraverso il referendum rimandi al mittente un’operazione che fin da  ora si prospetta calata dall’alto,  non solo sui cittadini, ma persino su un potenziale Sindaco.

Anna Maria Bianchi Missaglia

Aggiornamento:  Troviamo un’ulteriore conferma, nella risposta  di Roberto Giachetti ad alcune questioni poste da Stefano Fassina, che il candidato PD non ha alcuna intenzione di operare una valutazione dei progetti urbanistici del Comitato promotore, e  che  anzi continua a  dare per scontato che si seguirà la  linea già tracciata da Montezemolo e Malagò, a  partire dalla realizzazione del Villaggio Olimpico a Tor Vergata  (14)

Per osservazioni e precisazioni scrivere a laboratoriocarteinregola@gmail.com

* La citazione è tratta dall’articolo di Alessandro Giglioli Roma, i Giochi e i poteri nauseabondi, Piovono rane blog  de L’espresso,  10 giugno 2016

> Vai a Roma2024 – la nostra cronologia delle vicende olimpiche della Capitale dal 1960 ad oggi

(1) Il Messaggero 9 giugno 2016 Renzi: se perdo, non lascio. Con Raggi a Roma saltano le Olimpiadi http://www.ilmessaggero.it/primopiano/speciale_elezioni/renzi_se_perdo_ballottaggi_non_lascio_con_raggi_saltano_olimpiadi_roma-1785962.html

(2)Huffington Post 9 giugno 2016 Olimpiadi Roma 2024, Luca Cordero di Montezemolo: “Se il sindaco è contrario, costretti a ritirare candidatura” http://www.huffingtonpost.it/2016/06/09/olimpiadi-roma-2014-montezemolo_n_10369468.html

(3)intervista video Italpress 9 giugno 2016 http://www.italpress.com/video-news/zingaretti-olimpiadi-grande-occasione-per-impianti

(4) vai al dossier olimpico http://www.italpress.com/video-news/zingaretti-olimpiadi-grande-occasione-per-impianti

(5)Un’intera sezione del sito dei Giochi parigini è dedicata alla consultazione della cittadinanza. Il testo introduttivo spiega lo scopo: ” vi proponiamo di definire dei Giochi che ci assomiglino: duraturi, esemplari, responsabili e condivisi da un gran numero di cittadini ” (nous vous proposons de définir des Jeux qui nous rassemblent : durables, exemplaires, responsables et partagés par le plus grand nombre). “Duraturi” per lasciare un’eredità utile ai territori che li accoglieranno e a tutta la società francese (un héritage utile aux territoires qui les accueillent et à toute la société française), responsabili per tenere conto dei bisogni della popolazione, rispettare l’ambiente, valorizzare i territori e il patrimonio (pour tenir compte des besoins des populations, respecter l’environnement, valoriser les territoires et le patrimoine). Una candidatura partecipata, in cui i problemi della realizzazione delle opere siano subordinati alla discussione su questa piattaforma [sul sito del comitato NDR] che permette di sviluppare la consultazione. Sportivi, aziende, territori, cittadini, tutti quelli che lo desiderano possono partecipare alla costruzione di questo porgetto ( Une candidature participative. …Des propositions issues de ces travaux sont soumises à la discussion sur cette plateforme qui permet d’élargir la concertation. Sportifs, entreprises, territoires, citoyens, etc. : tous ceux qui le souhaitent peuvent participer à la construction de ce projet). Si veda anche il nostro post del 21 febbraio 2016: Ecco i dossier Olimpiadi 2024: Roma e Parigi a confronto

consultazione paris 2024 3

(6)dal sito del comitato olimpico Parigino http://concertation.paris2024.org/consultazione Paris 2024 2

Alcuni relitti lasciati nella Capitale in seguito a eventi sportivi e non (a parte il Terminal Ostiense, ceduto a privati dopo anni di abbandono, molti sono a oggi inutilizzati)

Alcuni relitti lasciati nella Capitale in seguito a eventi sportivi e non (a parte il Terminal Ostiense, ceduto a privati dopo anni di abbandono, molti sono a oggi inutilizzati)

2) Le Olimpiadi non sono un problema o un’opportunità nel 2024, ma subito: il comitato promotore ha chiesto al governo 140 milioni all’anno a partire dal 2017. Sono risorse preziose, quasi l’intero ammontare della spesa per investimenti del 2015. Potrebbero andare alla Roma-Lido o alle linee ferroviarie regionali. Eletto sindaco, promuoverà per l’autunno prossimo, in coincidenza con il referendum costituzionale, un referendum cittadino sulla candidatura di Roma per i giochi Olimpici del 2024?

Le Olimpiadi sono un’opportunità. Mobiliterebbero risorse pubbliche e private aggiuntive che altrimenti non sarebbero a disposizione della città. Non si tratta di decidere come spendere quelle risorse, ma se attrarle o rinunciarvi definitivamente. Ritengo che le Olimpiadi siano un potente strumento di trasformazione della città. Semplicemente perché danno una visione della città con azioni da programmare nei prossimi anni. È quello che sta facendo Anne Hidalgo, sindaco di Parigi, che ha appena varato un programma per dimostrare e far comprendere ai cittadini quanto può cambiare la città grazie alle Olimpiadi: dal punto di vista infrastrutturale, economico, del suo rapporto con lo sport, del cambiamento complessivo degli stili di vita dei parigini. Ecco questa è l’ottica con cui noi dobbiamo guardare a questa straordinaria opportunità. Chi mi critica sostiene che a Roma abbiamo ben altro di cui occuparci. E come spiegare allora che Parigi, in uno dei momenti più bui della sua storia, abbia deciso di accettare la sfida delle Olimpiadi? Forse non sono un peso ma una opportunità? Una sfida, anche simbolica per disegnare il futuro della nostra città e riconnettere Roma alle grandi città del pianeta.

Iniziando a lavorare oggi, l’obiettivo è quello di ottenere: 170 mila posti di lavoro; 1.7 miliardi di versamento dal Cio (che altrimenti andrebbero altrove) e il resto dei costi interamente sostenuti da privati attraverso sponsorizzazioni e marketing o dal governo per le infrastrutture che resteranno alla città; pianificazione in linea con il principio di sostenibilità e coerenza come richiesto da un Cio che con la sua Agenda 2020 ha superato il modello di Olimpiadi “faraoniche” optando per manifestazioni ‘sostenibili’; miglioramento di alcune importanti infrastrutture per la città, completamento di altre (anello ferroviario, metro a Tor Vergata, tram a Torre Angela, Tramvia della Musica; Via del mare, Ferrovia Roma Nord) e, infine, realizzazioni come il Villaggio Olimpico a Tor Vergata che diventeranno in prospettiva spazi per le famiglie dei degenti dell’ospedale e residenze per gli studenti dell’ateneo. Aggiungo che – prima delle Olimpiadi – i nostri parchi in ogni zona della città – verranno dotati di 100 infrastrutture sportive, 15 di queste, una per Municipio, verranno realizzate a prescindere dall’assegnazione dei Giochi. Si può fare e possiamo vincere la sfida – nel rispetto pieno delle regole, nella trasparenza e nel rispetto dell’ambiente – solo con un’amministrazione forte. Il Comune, per me, è parte integrante per aggiudicarsi Olimpiadi che saranno una straordinaria occasione – sociale, economica, urbanistica – per Roma e che contribuiranno a restituire ai cittadini romani il senso di appartenenza a una grande comunità.

Infine, sul referendum. Nonostante la mia storia radicale e referendaria, non sarò io a promuoverlo, visto che ritengo sbagliato tenere un referendum consultivo dopo che la decisione è stata già presa. Come sai bene, Sel votò a favore della candidatura, il movimento 5 stelle votò contro. È giusto far esprimere i cittadini ma questo andava fatto prima di quella votazione in Consiglio Comunale. Ad ogni modo, se saranno raccolte firme sufficienti il referendum si terrà. È persino banale affermarlo.

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[…] del dossier olimpico. E poichè  siamo certi che tutto questo sia a conoscenza di Paolo Berdini, denunciato insieme a Giovanni Caudo dal gruppo Caltagirone per un servizio televisivo che riguardava… ci aspettiamo che l’assessore faccia  una pronta rettifica di quanto riportato […]