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Caro M5S, non si cancellano così i diritti conquistati dalle donne

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(foto ambm)

AGGIORNAMENTO 25 maggio : Gemma Guerrini, Presidente della Commissione delle Elette,  ha inviato un commento a questo articolo, che abbiamo pubblicato insieme a una risposta  di Anna Maria Bianchi che allarga la riflessione al rapporto di  M5S  con la società civile (> Vai a Il problematico rapporto tra M5S e società civile)

Sarà una banalità da dire, ma è davvero paradossale che dalla maggioranza che ha eletto la prima donna Sindaca di Roma  e che ha portato in Aula Giulio Cesare  una maggioranza di donne consigliere –  16 su 29 (1)  – provenga una proposta di riforma dello Statuto di Roma Capitale  che prevede di   cancellare la scelta delle precedenti amministrazioni  di  garantire la  parità di genere  nella Giunta Comunale e nelle Giunte Municipali. Infatti tra gli articoli che  si vorrebbe cambiare  (in calce con le modifiche evidenziate) ci sono anche quelli che sanciscono un  principio  che aveva superato  quanto stabilito dalla legge nazionale (2) – deve essere garantito almeno il 40%* delle nomine ai due generi –  alzando l’asticella al “pari numero”  di assessori e assessore, anche se inserendo  un  “di norma” che permette già ora scelte difformi, purchè motivate.

Riportiamo in calce il testo con evidenziate le modifiche che su iniziativa dei consiglieri M5S si vorrebbero operare sul testo  dello Statuto vigente per quanto riguarda l’equilibrio di genere.

E senza dilungarci in approfondimenti sul tema delle “quote”  – chiederemo contributi a  chi da sempre si impegna per le pari opportunità –  ci limitiamo far presente due cose.

La prima: lo Statuto già prevede delle eccezioni, se vengono adeguatamente supportate da motivi esplicitamente dichiarati. Come è concepito il  nuovo testo sembrerebbe che invece si possa restare nel 4o* per cento della legge nazionale  senza bisogno di motivare un bel nulla. Un passaggio che  ci sembra poco coerente con  la linea della  trasparenza tanto vantata dai Cinque Stelle.

La seconda: si può essere favorevoli o contrari alle quote per garantire  l’equilibrio di genere, persino nei movimenti delle donne ci sono tante posizioni. Ma, comunque la si pensi, non si può ignorare il grandissimo dibattito e il lungo percorso che ha portato a quelle leggi e quelle decisioni. E non si può trattare un tema così importante proponendo di modificarei le parole di un comma. Senza aprire un confronto, che, prima ancora che con le associazioni,  si dovrebbe allargare  a un  fronte culturale che abbracci   tutta la città. Cancellare con un tratto di penna una percentuale che cambia la composizione  – dal 50 al 40* – delle persone chiamate a importanti incarichi al servizio della città e dei municipi non può essere deciso così.

E’ sempre più evidente il limite di questa Amministrazione, che  troppo spesso  mette  i numeri, i conti, le utilità, prima delle persone e dei diritti. Ma la strada per il bene collettivo non può che passare da quella – faticosa e zigzagante  – della affermazione dei  diritti delle persone. E delle categorie più deboli e svantaggiate, che devono essere difese anche nelle loro rappresentanze.

Dire che siamo tutti (e tutte)  uguali, quasi sempre è un modo di perpetuare le disuguaglianze.

Anna Maria Bianchi Missaglia

Per osservazioni e precisazioni:laboratoriocarteinregola@gmail.com

*in una prima versione del post era stato erroneamente riportato il 30% mentre la legge Delrio prevede un minimo del 40%

http://www.riformeistituzionali.gov.it/rappresentanza-di-genere-e-sistemi-elettorali/premessa/

Vai alla pagina sul sito del Comune con la bozza di modifica in download

scarica tutto il doc con il confronto tra Statuto vigente e proposta di modifica a cura di Carteinregola Proposta di deliberazione di revisione dello Statuto di Roma Capitale testo con modifiche a cura di Carteinregola

Vai al post del 15 maggio  Revisione dello Statuto di Roma Capitale per la democrazia diretta: cominciano le audizioni in Commissione

Proposta di Deliberazione di iniziativa consiliare ai sensi dell’art. 43 dello Statuto di Roma Capitale avente per oggetto la revisione dello Statuto di Roma Capitale

(in grassetto le modifiche introdotte dalla proposta rispetto allo statuto vigente)

j)  il comma 3 dell’articolo 25[i] è sostituito dal seguente:

Fra i nominati è garantita la presenza di entrambi i sessi. (tagliato: motivando le scelte difformemente operate con specifico riferimento al principio di pari opportunità). In caso di assenza o temporaneo impedimento nonché di sospensione o decadenza per le cause previste dalla legge, le funzioni del Sindaco sono svolte dal Vice Sindaco. Il Sindaco può delegare allo svolgimento delle sue funzioni altro Assessore per il caso di contemporanea assenza o impedimento temporaneo suo e del Vice Sindaco.”;

k)  il comma 21 dell’articolo 27[ii] è sostituito dal seguente:

“21. La Giunta del Municipio è composta dal Presidente del Municipio – che la presiede, ne promuove e coordina l’attività, procede alla sua convocazione fissandone l’ordine del giorno – e da un numero massimo di Assessori, di cui uno con funzioni di Vice Presidente, pari a un quarto dei Consiglieri assegnati. Il Presidente nomina gli Assessori dandone comunicazione al Consiglio del Municipio nella prima seduta successiva alla elezione.

(Tagliato: Fra i nominati è garantita la presenza, di norma in pari numero, di entrambi i sessi, motivando le scelte difformemente operate con specifico riferimento al principio di pari opportunità)

_________________________________________________________

[i] STATUTO DI ROMA CAPITALE Articolo 25. Giunta Capitolina

Comma 3.Fra i nominati è garantita la presenza, di norma in pari numero, di entrambi i sessi, motivando le scelte difformemente operate con specifico riferimento al principio di pari opportunità. In caso di assenza o temporaneo impedimento nonchédi sospensione o decadenza per le cause previste dalla legge, le funzioni del Sindaco sono svolte dal Vice Sindaco. Il Sindaco può delegare allo svolgimento delle sue funzioni altro Assessore per il caso di contemporanea assenza o impedimento temporaneo suo e del Vice Sindaco.

[ii] STATUTO DI ROMA CAPITALE Articolo 27. Ordinamento dei Municipi

21.La Giunta del Municipio è composta dal Presidente del Municipio –che la presiede, ne promuove e coordina l’attività, procede alla sua convocazione fissandone l’ordine del giorno –e da un numero massimo di Assessori, di cui uno con funzioni di Vice Presidente, pari a un quarto dei Consiglieri assegnati. Il Presidente nomina gli Assessori dandone comunicazione al Consiglio del Municipio nella prima seduta successiva alla elezione. Fra i nominati è garantita la presenza, di norma in pari numero, di entrambi i sessi, motivando le scelte difformemente operate con specifico riferimento al principio di pari opportunità

 

(1) Così gli altri partiti in Campidoglio PD:  4 e 4 (più Celli lista civica Giachetti); Fratelli d’Italia una donna – Meloni – e 3 uomini (più Rachele Mussolini Lista civica Meloni); gli altri partiti solo consiglieri appartenti al genere maschile

(2) una proporzione minima tra i generi nelle Giunte comunali  è prevista  dalla legge n. 56/2014, c.d. Delrio, che tuttavia raccomanda solo il 40%.

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Gemma Guerrini
Gemma Guerrini
6 anni fa

Gentilissima Anna Maria Bianchi,
sorprende davvero che in questo articolo, pur facendo riferimento in nota a tutte le fonti utili alla comprensione dell’argomento trattato, si dia prova di non averle utilizzate, dal momento che si ha l’impressione che si siano piuttosto preferite fonti di natura mediatica.
Se fossero state utilizzate le fonti citate in nota, sarebbe risultato evidente che la proposta di modifica dello Statuto va ad applicare e non a cancellare la legge vigente sulle Pari Opportunità, la cosiddetta “legge Del Rio”, in cui si prevede un rapporto 40/60 (L. 56/2014 art. 1 co. 137) tra generi, in modo che nessuno dei due possa essere rappresentato in una proporzione minore del 40% e maggiore del 60%.
La nostra proposta di modifica va dunque nella direzione del dovuto aggiornamento rispetto alla preesistente normativa (215/2012) che fissava ad 1/3 la proporzione.
Ovviamente la forza politica che ritenga opportuno mantenere la proporzione del 50-50 inserita nello Statuto vigente a partire dal 2013 (prima della Legge Del Rio), ha i tempi e i modi normativamente previsti per presentare emendamenti alla proposta (anche se risulta curioso che tale richiesta provenga dalle stesse forze che hanno presentata e votata in Parlamento la legge Del Rio).
Purtroppo dobbiamo invece constatare che si preferisce parlare con i giornalisti, pronunciando tra l’altro parole in libertà.
Dal punto di vista dell’informazione, infatti, la supposta cancellazione delle Pari Opportunità da parte del M5S è altrettanto fantasiosa quanto la cancellazione dei famosi 300.000€ tagliati ai centri antiviolenza, iniziativa di cui znche quella volta fu inopinatamente imputato il M5S (http://verosimilmentevero.blogspot.it/2016/08/stefano-fassino-e-pd-denunciano.html): quella quota ovviamente non solo non era stata tagliata dal M5S ma -come si è scoperto nella distrazione mediatica più completa-non era mai esistiti.
Mentre si deve constatare con sconcerto che le voci politiche che oggi si ergono a paladine dello Statuto del 2013, sono le stesse di coloro che pochi mesi fa pretendevano che la Commissione delle Elette non si occupasse di Pari Opportunità (vd. verbale di Commissione), anche se è la competenza precipuamente assegnatale dallo Statuto vigente, quello stesso che oggi così strenuamente esse difendono. Ma evidentemente in quel periodo né le Pari Opportunità né lo Statuto vigente erano ritenuti importanti.
La ringrazio per l’attenzione.

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