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E adesso dobbiamo difendere pure i parchi…

Pubblichiamo l’articolo di Vittorio Emiliani, uscito il 20 aprile su L’Unità, che denuncia l’ennesimo attacco ai Beni Comuni, perpetrato in nome del loro sfruttamento economico. Una filosofia che ormai non si ferma davanti a nulla – in questo caso a parchi e aree protette – e che riporta indietro di decine di anni conquiste che sembravano raggiunte per sempre. Nell’indifferenza generale, a partire da quei partiti al governo che della difesa del patrimonio collettivo dovrebbero essere i più strenui paladini e che invece sono sempre più allineati alle richieste delle lobbies di turno. Anche perchè  i loro elettori si accontentano dei soliti triti slogan ambientalisti da comizio e non sanno nulla delle scelte operate nelle segrete stanze del Parlamento e delle Commissioni. Carteinregola, come già per i disegni di legge sul consumo di suolo, intende proseguire l’opera di informazione ai cittadini sulle decisioni dei loro rappresentanti, con nomi e cognomi…

Parchi o aziende? Le aree protette sotto minaccia di Vittorio Emiliani

La commissione Territorio del Senato sta valutando una modifica al ribasso della legge quadro(1). L’appello alle massime istituzioni: “Non lasciate che passi una versione economicistica”.

La mappa della Regione Toscana con il Piano Paesistico in costruzione

La mappa della Regione Toscana con il Piano Paesistico in costruzione

Sul Parco regionale delle Apuane infuria una polemica infuocata. L’assessore toscano all’Urbanistica, Anna Marson, ha “osato” elaborare, all’interno del Piano paesaggistico (2), uno strumento di regolazione dell’attività estrattiva oggi in atto in forma spesso distruttiva. Per le imprese lapidee è “un’azione violenta, illegittima, fortemente difettata (sic!) sotto l’aspetto giuridico” Per cui si esigono immediate dimissioni (3). Subito respinte dal presidente regionale Enrico Rossi che sta facendo della tutela del paesaggio e dell’ambiente toscano (fra i più belli e delicati del mondo) una battaglia politica con l’ausilio delle Soprintendenze competenti (4). Basterebbe vedere come sono massacrate nel Casertano  le cave di San Prisco per prefigurare il futuro di tutte zone appenniniche o alpine dove l’escavazione non tollera limiti, né impacci di piani.

Cave di San Prisco (Caserta)

Cave di San Prisco (Caserta)

Non c’è pace per le nostre aree protette, che ormai coprono oltre il 10 % del territorio italiano e vanno verso il 20 %. Non c’è pace per i Parchi nazionali che dovrebbero essere il nostro vanto, visto che dai miseri 4 Parchi degli anni ’80, dopo una stasi durata oltre mezzo secolo, siamo passati a 23 (5) grazie in particolare a ministri che si chiamano Ruffolo, Baratta, Spini, e soprattutto alla bella legge-quadro Ceruti-Cederna del 1991 (6) . Purtroppo,in questi giorni, la Commissione Territorio, Ambiente, Beni ambientali del Senato sta esaminando le modifiche, ovviamente “al ribasso”, da apportare a quella legge-quadro in base ad un testo unificato risultante dai tre disegni di legge presentati da gruppi diversi (7). Contro questa nuova minaccia, intellettuali, specialisti, naturalisti (Dacia Maraini, Fulco Pratesi, Renzo Moschini, Luigi Piccioni, Giorgio Nebbia, ecc.) rivolgono un pressante appello al presidente Napolitano, al premier Renzi, ai presidenti delle Camere, ai ministri Galletti, Martina e Franceschini, ecc. affinché non siano abbassate le difese di legge per questi nostri straordinari polmoni verdi, utilissimi anzitutto alla “buona salute” del Paese e dei suoi cittadini (8).

La legge-quadro n.394 del 1991 (6), frutto di un dibattito pluridecennale, ha dato i risultati straordinari che ho già elencato. Malgrado la sconsolante carenza di fondi, si procede verso quota 20% di territorio protetto. Tutto ciò grazie a una chiara visione della “missione” a cui le aree protette sono chiamate e agli strumenti che sono stati introdotti. Purtroppo però il testo in discussione, “con il pretesto dell’aggiornamento incide profondamente su principi fondamentali che caratterizzano l’alto profilo valoriale della legge e che ne hanno decretato il successo.” E ciò è intollerabile in un Paese civile, attento al proprio patrimonio paesaggistico, forestale, idrogeologico, floro-faunistico. Tanto più dopo anni di politiche “al ribasso”, sul piano delle nomine, ad esempio: per il Parco Nazionale della Valgrande, definito “il Nepal italiano”, ad una presidenza di grande livello e passione (la promotrice Franca Olmi) succedette un agente immobiliare di Verbania, spinto dal ministro Matteoli.

parco nazionale della val grande

Il Parco della Valgrande

La procedura di urgenza (che non ha ragion d’essere) ha partorito un testo unificato affrettato e minaccioso. Anzitutto, si nota nell’appello al presidente della Repubblica, esso non porta “a una visione delle aree protette, e in particolare dei parchi, come luoghi di conservazione dell’ambiente, di riscoperta del rapporto tra l’uomo e la natura, di sperimentazione di un modello alternativo di gestione del territorio, il testo sostituisce una visione meramente economicistica: i parchi vengono concepiti come aziende che devono essere produttive e a tal fine si giunge all’assurdo di introdurre le royalties anche nel caso di opere e impianti che incidono negativamente sull’ambiente, (un nuovo modello di condono legittimato dal dio denaro)  in clamorosa contraddizione con il concetto stesso di conservazione e tutela.” E’ una storia ben nota ormai, un ritornello ripetuto da imbecilli in libera uscita: la natura come la cultura non sono valori “in sé e per sé”, ma valori economici, valgono se “fruttano soldi, profitti”. Una sottocultura da “parvenu”: della natura come della cultura.

Conseguentemente, si sostituisce nei Parchi alla rappresentanza autenticamente scientifica quella di interessi categoriali (cavatori inclusi), distorcendo “la dialettica tra componente statale e componente locale e tra amministrazione e scienza che si è rivelata particolarmente feconda perché comunque funzionale all’interesse generale.” Alle mirabili Foreste Casentinesi, parco naturalistico e storico-artistico (Camaldoli, la Verna, ecc.), è stato di recente nominato presidente un ex-sindaco della zona che ha anche il pregio di aver presieduto una associazione di cacciatori… E il merito? La competenza? Finiti nella discarica dei valori.

I nostri parchi registrano milioni di visitatori l’anno (2 milioni soltanto quello d’Abruzzo, voluto da Benedetto Croce assieme al Gran Paradiso). C’è quindi una “economia dei parchi” ulteriormente incrementabile. Purché la “materia prima” venga preservata e magari arricchita, come ci impone la stessa Costituzione (10). Né “l’argomentazione ossessiva della crisi finanziaria”, come la qualifica l’appello può giustificare certe misure restrittive, né il prevalere della logica corporative (caccia, cave, edilizia, sciovie, ecc.). “Non è la crisi finanziaria a esigere queste modifiche: è invece il venir meno della spinta ideale, è la sottovalutazione, se non il disprezzo, della cultura e della scienza, è il prevalere della logica degli interessi corporativi”.

Purtroppo la cultura naturalistica e ambientale ha subito una degradazione vistosa rispetto a qualche decennio fa. Presidente Napolitano, presidenti Grasso e Boldrini, ministri Galletti e Franceschini non lasciate degradare I Parchi, anche i Parchi. Oltre tutto il consumo di suolo continua a galoppare sfrenato con regioni oltre il 10 per cento, in Comuni un tempo verdissimi come Napoli che Stendhal definiva “una città di campagna, con tanto verde dentro” che ora detiene il record della “impermeabilizzazione” del suo (cemento+asfalto) con oltre il 60 per cento. Con crolli, disfacimenti, alluvioni, bombe d’acqua, danni e vittime.                                                                   “Unità”, 20 aprile 2014

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Post scriptum: La Giunta della Regione Lazio il 21 febbraio 2014 ha approvato quella che poi è diventata la Proposta-di-legge-regionale-n.-138-del-25-febbraio-2014concernente il “Conferimento di funzioni e compiti amministrativi a Roma Capitale ed ai Comuni del Lazio”.Come segnalato da VAS,non è accettabile che  si declassi la gestione delle aree naturali protette ricadenti nel Comune di Roma affidandole all’ente locale, perché –  per una questione di metodo analogico – porterebbe ad affidare la gestione anche di tutte le altre aree protette del Lazio ai Comuni interessati, che in buona parte delle Comunità del Parco di cui fanno parte hanno per lo più dimostrato di stare a curare maggiormente ed in modo campanilistico i propri interessi (molto spesso anche di tipo edificatorio) piuttosto che gli interessi ben più generali della tutela e della valorizzazione delle aree naturali protette(> vai alla pagina di Vas con la ricostruzione della vicenda).

Venti  associazioni, fra cui Legambiente Lazio, Italia Nostra sezione romana, TerritorioRoma,  hanno scritto una lettera (10)  al governatore Zingaretti chiedendo  di fare dietrofront sul provvedimento. In particolare le  associazioni   temono che Roma Capitale non abbia  l’effettiva capacità e di gestire in maniera adeguata un patrimonio di oltre 16 mila ettari che comprende 9 Riserve Naturali Protette (fra cui la Marcigliana e la vastissima Decima – Malafede), il parco regionale di Aguzzano e quello del Pineto, 3 monumenti naturali (Mazzalupetto – Quarto degli Ebrei, Galeria Antica e Parco della Cellulosa) e l’area marina protetta delle Secche di Tor Paterno (11)

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MATERIALI

Vai al dossier di VAS Verdi Ambiente e Società

Il documento del WWF Italia

COSA PREVEDE LA RIFORMA DELLA LEGGE 394/1991 PROPOSTA DALLA COMMISSIONE AMBIENTE DEL SENATO:

Ecco le principali proposte di modifica della Legge quadro sulle aree naturali protette che preparano il nuovo attacco alla Natura d’Italia:

1.  CONTROLLO DELLA FAUNA SELVATICA NELLE AREE NATURALI PROTETTE: Le Associazioni evidenziano i rischi di pericolosi effetti collaterali delle modifiche proposte alla Legge quadro sui parchi sulla normativa nazionale sulla caccia (la Legge n.157/92), che porterebbero sicuramente all’avvio di una nuova procedura d’infrazione dal parte dell’Unione Europea. Con artifizi giuridici si vuole legittimare l’ingresso dei cacciatori nei parchi per la gestione della fauna selvatica, confermando pratiche che si sono già diffuse in molti parchi senza una soluzione concreta dei problemi dovuti al sovrannumero di alcune specie, come il cinghiale.

2.  SILENZIO ASSENSO SUL NULLA OSTA DEGLI ENTI PARCO: La proposta di modifica prevede la sostituzione dell’art. 13 della Legge quadro introducendo nella procedura del nulla osta rilasciato dagli Enti Parco sulle nuove opere e progetti all’interno dell’area protetta il silenzio assenso dopo 60 giorni. Un provvedimento che rischia di ridurre la capacità di controllo degli Enti Parco sulle trasformazioni del territorio, in considerazione anche delle ridotte e inadeguate piante organiche degli Enti di gestione.

3.  GESTIONE DEI PARCHI IN MANO AI COMUNI: La proposta di riforma del Senato prevede nella procedura di approvazione del Piano del Parco, il principale strumento di gestione dell’area naturale protetta, l’obbligo dell’intesa con i Comuni. Il Piano del Parco viene oggi adottato dal Consiglio Direttivo dell’Ente costituito al 50% dai Comuni, dopo consultazione della Comunità del Parco costituita dai Comuni e da altri Enti Locali. La proposta del Senato introdurrebbe anche l’obbligo dell’intesa con i Comuni da parte della Regione che approva definitivamente il Piano. Si consegna definitivamente in questo modo la gestione dei Parchi nelle mani dei Comuni.

4.  FINANZIAMENTO DEI PARCHI ATTRAVERSO ROYALTYContestato dalle Associazioni ambientaliste il meccanismo di pagamento di royalty agli Enti Parco da parte di titolari di attività economiche ad elevato impatto ambientale operanti o possibili all’interno delle aree naturali protette e nelle aree contigue. Il rischio di gravi condizionamenti dell’operato degli Enti Parco è senza dubbio elevato se dovesse essere confermato l’approccio previsto dalla proposta del Senato. Serve piuttosto un necessario approfondimento per introdurre nel nostro ordinamento il tema del pagamento dei servizi ecosistemici per assicurare comunque la prevalenza della tutela della natura su altri particolari interessi economici e, al tempo stesso, il rafforzamento dei divieti nella legge, in modo da porre il Parco più al riparo dalle possibili, e anzi probabili, pressioni finalizzate all’ingresso di nuove attività il più delle volte non compatibili con la specifica qualità ambientale dei Parchi italiani.

5.  COMPOSIZIONE DEI CONSIGLI DIRETTIVI: Dopo l’approvazione del DPR n.78 del 2013 che ha rivisto la composizione dei Consigli direttivi dei Parchi nazionali, portando da 12 a 8 i componenti e modificando i soggetti coinvolti, si ritiene inopportuno intervenire di nuovo con l’inserimento di un rappresentante delle Associazioni di categoria degli agricoltori, senza rivedere la composizione ed il ruolo della Comunità del Parco. Nell’organo di governo dei parchi nazionali devono sempre prevalere gli interessi pubblici generali rispetto a pur legittimi interessi particolari e di settore. In una eventuale revisione della composizione dei Consigli direttivi dovrebbe essere valutato anche  l’inserimento di un esperto in temi di tutela paesaggistica  e beni culturali. Su questo tema tra l’altro è già intervenuto il Governo con un articolo presente nel collegato ambientale alla Legge di Stabilità.

6.  NASCONO I PARCHI GEOLOGICI SOLO A VANTAGGIO DI ALCUNI TERRITORI: Viene introdotta nella Legge quadro la categoria dei Parchi geologici nazionali, categoria non prevista dalla classificazione internazionale dell’IUCN, per finanziare la fallimentare esperienza dei parchi geominerari. Il condivisibile obiettivo del recupero delle miniere e cave abbandonate non può essere spacciato per conservazione della natura favorendo la nascita di Parchi nazionali speciali con una ridotta tutela del patrimonio naturale (nei parchi geologici sarebbe ad esempio consentita la caccia). La Legge 394 del 1991 già consente oggi la nascita di Parchi nazionali per tutelare emergenze geologiche e geomorfologiche, come già avvenuto nel caso del Parco Nazionale del Vesuvio.

7.  IL RUOLO DELLA FEDERPARCHI: La proposte di Legge dei Senatori attribuirebbero a Federparchi il ruolo esclusivo di rappresentanza degli Enti gestori delle aree naturali protette, sebbene Federparchi sia un’Associazione di categoria che non riunisce tutti i soggetti che hanno oggi la responsabilità della gestione delle aree naturali protette. Si costituirebbe per legge una sorta di monopolio della rappresentanza degli Enti gestori dei Parchi e Riserve naturali del nostro Paese che davvero non pare giustificato e corretto.

La richiesta delle 8 maggiori Associazioni ambientaliste è di stralciare questi punti dal testo che il Senato dovrà approvare nelle prossime settimane, favorendo un percorso diverso e mirato al rilancio delle aree protette e della loro missione.

Dott. Franco Ferroni

Responsabile Policy Biodiversità, Aree Protette e Politiche Agricole

WWF Italia

Scarica le osservazioni di Mountain Wilderness- Italia Nostra sui 3 disegni dilegge in materia di parchi e aree protette Documentazione_Mountain_Wilderness su ddl aree protette

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(1) La composizione della13ª Commissione permanente(Territorio, ambiente, beni ambientali)XVII Legislatura (dal 15 marzo 2013)Presidente

(2) Vai al sito della  Regione Toscana dove viene discusso e promosso il Piano Paesaggistico della Regione Toscana attraverso un dialogo continuo con tutti i cittadini, singoli o organizzati, interessati a contribuire alla sua formazione e applicazione nel tempo.

(3) Il Tirreno 9 aprile 2014 Le aziende lapidee contro la Regione: ci danneggia Il coordinamento delle imprese apuoversiliesi annuncia un ricorso al Tar e chiede le dimissioni dell’assessore Marson per il piano paesaggistico

(4) Vai all’intervento del Presidente Rossi all’assemblea della rete dei comitati dell’8 marzo 2014)https://www.youtube.com/watch?v=FeLcsoFWhGo

(5) vai alla mappa dei parchi nazionali http://www.parks.it/indice/PN/index.php

(6)LEGGE 6 dicembre 1991, n. 394Legge quadro sulle aree protette. (GU n.292 del 13-12-1991 – Suppl. Ordinario n. 83 )note: Entrata in vigore della legge: 28/12/1991.

(7) Tutti i disegni di  legge presentati:

(8) L’Appello

Signor Presidente, in questi giorni la Commissione Territorio, Ambiente, Beni ambientali del Senato, sta esaminando le modifiche da apportare alla legge quadro sulle aree naturali protette n.394/91, sulla base di un testo unificato in cui sono confluiti tre disegni di legge presentati da senatori di gruppi diversi. Ben conoscendo la Sua sensibilità per le questioni ambientali vogliamo esprimerLe le nostre forti preoccupazioni sia per le modalità con cui si sta sviluppando l’iter parlamentare sia per i contenuti del testo. Queste modifiche sono il risultato di una procedura di urgenza che di fatto ha impedito l’apertura di un’approfondita riflessione in Parlamento e nel paese e invece ha portato alla redazione affrettata di un testo unificato che contiene, sul piano formale, contraddizioni e gravi errori tecnici e istituzionali. Con il pretesto dell’aggiornamento, che pure è necessario, quelle modifiche incidono profondamente su principi fondamentali costituzionali che caratterizzano l’alto profilo valoriale della legge e che ne hanno decretato il grande successo.

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Vogliamo indicarLe, a titolo esemplificativo, alcune di tali modifiche, meglio precisate nel documento allegato. A una visione delle aree protette, e in particolare dei parchi, come luoghi di conservazione dell’ambiente, di riscoperta del rapporto tra l’uomo e la natura, di sperimentazione di un modello alternativo di gestione del territorio, viene sostituita una visione meramente economicistica: i parchi sono concepiti come aziende che devono essere produttive e a tal fine si giunge addirittura alla previsione di royalties da attribuire agli enti gestori anche nel caso di opere e impianti che incidono negativamente sull’ambiente, in clamorosa contraddizione con il concetto stesso di conservazione. Viene inoltre soppressa la rappresentanza scientifica nei consigli direttivi dei parchi nazionali e al suo posto viene inserita la rappresentanza degli interessi di categoria. Nello stesso tempo viene fortemente distorta quella dialettica tra componente statale e componente locale che in questi anni si è rivelata feconda. L’argomentazione della crisi finanziaria per giustificare certe previsioni nasconde in realtà il deserto dei valori, il venir meno della spinta ideale, la sottovalutazione, se non il disprezzo, della cultura e della scienza, il prevalere della logica degli interessi corporativi. In questo scenario si inseriscono oramai da qualche tempo anche le designazioni dei componenti degli organi degli enti parco e in particolare dei presidenti: non più “scelti tra persone particolarmente qualificate per le attività in materia di conservazione della natura”, come prescrive la legge quadro, ma nominati sulla base di istanze localistiche e partitiche, comunque demagogiche, che fanno perdere credibilità agli enti gestori e fiducia soprattutto nei cittadini che vivono nelle aree protette, nel ruolo e funzione delle stesse.

Preoccupati per il tradimento di questi grandi ideali, voluti dai costituente negli articoli 9 e 32 della Costituzione e nel rispetto di successivi accordi internazionali, entrambi richiamati al comma 1 dell’art. 1 della legge quadro sulle aree protette, rilevando che quanto riportato si sta consumando quasi di nascosto, ci rivolgiamo a Lei, Signor Presidente, perché esorti il Parlamento e coloro che hanno funzioni decisionali a una riflessione profonda, trasparente e partecipata sui parchi e sulle altre aree protette, nel rispetto dei principi costituzionali richiamati nella legge, a tutela non solo dell’immagine straordinaria dell’Italia nel mondo, ma soprattutto per il significato del valore della natura nella vita di ciascuno di noi e la responsabilità che tutti abbiamo di trasmettere questo valore alle future generazioni.

HANNO ADERITO CON FORMALE COMUNICAZIONE: Dacia Maraini Dario Furlanetto Giuseppe Rossi Federico Niccolini Daniela Addis Salvatore Basile Marcello Buiatti Vittorio Ducoli Vittorio Emiliani Enrico Falqui Grazia Francescato Roberto Gambino Renato Gangemi Alberto Girani Carlo Desideri Mauro Furlani Valter Giuliano Cesare Lasen Sandro Lovari Edgar Meyer Renzo Moschini Giuseppe Bonanno Giorgio Nebbia Angelo Paladino Franco Pedrotti Tonino Perna Luigi Piccioni Fulco Pratesi Pietro Rescigno Bernardino Romano Massimo Sargolini Maria Vitacca Fabiano Corsini Carlo Alberto Graziani Domenico Nicoletti

– See more at: http://www.greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/lappello-forum-nazionale-salviamo-paesaggio-per-aree-naturali-protette-italiane/#sthash.eQpXQ5me.dpuf

Signor Presidente, in questi giorni la Commissione Territorio, Ambiente, Beni ambientali del Senato, sta esaminando le modifiche da apportare alla legge quadro sulle aree naturali protette n.394/91, sulla base di un testo unificato in cui sono confluiti tre disegni di legge presentati da senatori di gruppi diversi. Ben conoscendo la Sua sensibilità per le questioni ambientali vogliamo esprimerLe le nostre forti preoccupazioni sia per le modalità con cui si sta sviluppando l’iter parlamentare sia per i contenuti del testo. Queste modifiche sono il risultato di una procedura di urgenza che di fatto ha impedito l’apertura di un’approfondita riflessione in Parlamento e nel paese e invece ha portato alla redazione affrettata di un testo unificato che contiene, sul piano formale, contraddizioni e gravi errori tecnici e istituzionali. Con il pretesto dell’aggiornamento, che pure è necessario, quelle modifiche incidono profondamente su principi fondamentali costituzionali che caratterizzano l’alto profilo valoriale della legge e che ne hanno decretato il grande successo.

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Vogliamo indicarLe, a titolo esemplificativo, alcune di tali modifiche, meglio precisate nel documento allegato. A una visione delle aree protette, e in particolare dei parchi, come luoghi di conservazione dell’ambiente, di riscoperta del rapporto tra l’uomo e la natura, di sperimentazione di un modello alternativo di gestione del territorio, viene sostituita una visione meramente economicistica: i parchi sono concepiti come aziende che devono essere produttive e a tal fine si giunge addirittura alla previsione di royalties da attribuire agli enti gestori anche nel caso di opere e impianti che incidono negativamente sull’ambiente, in clamorosa contraddizione con il concetto stesso di conservazione. Viene inoltre soppressa la rappresentanza scientifica nei consigli direttivi dei parchi nazionali e al suo posto viene inserita la rappresentanza degli interessi di categoria. Nello stesso tempo viene fortemente distorta quella dialettica tra componente statale e componente locale che in questi anni si è rivelata feconda. L’argomentazione della crisi finanziaria per giustificare certe previsioni nasconde in realtà il deserto dei valori, il venir meno della spinta ideale, la sottovalutazione, se non il disprezzo, della cultura e della scienza, il prevalere della logica degli interessi corporativi. In questo scenario si inseriscono oramai da qualche tempo anche le designazioni dei componenti degli organi degli enti parco e in particolare dei presidenti: non più “scelti tra persone particolarmente qualificate per le attività in materia di conservazione della natura”, come prescrive la legge quadro, ma nominati sulla base di istanze localistiche e partitiche, comunque demagogiche, che fanno perdere credibilità agli enti gestori e fiducia soprattutto nei cittadini che vivono nelle aree protette, nel ruolo e funzione delle stesse.

Preoccupati per il tradimento di questi grandi ideali, voluti dai costituente negli articoli 9 e 32 della Costituzione e nel rispetto di successivi accordi internazionali, entrambi richiamati al comma 1 dell’art. 1 della legge quadro sulle aree protette, rilevando che quanto riportato si sta consumando quasi di nascosto, ci rivolgiamo a Lei, Signor Presidente, perché esorti il Parlamento e coloro che hanno funzioni decisionali a una riflessione profonda, trasparente e partecipata sui parchi e sulle altre aree protette, nel rispetto dei principi costituzionali richiamati nella legge, a tutela non solo dell’immagine straordinaria dell’Italia nel mondo, ma soprattutto per il significato del valore della natura nella vita di ciascuno di noi e la responsabilità che tutti abbiamo di trasmettere questo valore alle future generazioni.

HANNO ADERITO CON FORMALE COMUNICAZIONE: Dacia Maraini Dario Furlanetto Giuseppe Rossi Federico Niccolini Daniela Addis Salvatore Basile Marcello Buiatti Vittorio Ducoli Vittorio Emiliani Enrico Falqui Grazia Francescato Roberto Gambino Renato Gangemi Alberto Girani Carlo Desideri Mauro Furlani Valter Giuliano Cesare Lasen Sandro Lovari Edgar Meyer Renzo Moschini Giuseppe Bonanno Giorgio Nebbia Angelo Paladino Franco Pedrotti Tonino Perna Luigi Piccioni Fulco Pratesi Pietro Rescigno Bernardino Romano Massimo Sargolini Maria Vitacca Fabiano Corsini Carlo Alberto Graziani Domenico Nicoletti

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L’appello del Forum nazionale Salviamo il paesaggio per le aree naturali protette italiane

[17 aprile 2014]

salviamo il paesaggio

Chiarissimo Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica

Gentilissima Laura Boldrini, Presidente della Camera dei Deputati

Egregio Pietro Grasso, Presidente del Senato della Repubblica

Egregio Matteo Renzi, Presidente del Consiglio dei Ministri

Egregio Graziano Del Rio, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio

Egregio Gianluca Galletti, Ministro dell’Ambiente

Egregio Dario Franceschini, Ministro dei Beni Culturali e del Turismo

Egregio Maurizio Martina, Ministro delle Politiche Agricole

Ai Presidente e Componenti delle Commissioni Ambiente di Camera e Senato

Oggetto: Appello per le aree naturali protette italiane 

Signor Presidente, in questi giorni la Commissione Territorio, Ambiente, Beni ambientali del Senato, sta esaminando le modifiche da apportare alla legge quadro sulle aree naturali protette n.394/91, sulla base di un testo unificato in cui sono confluiti tre disegni di legge presentati da senatori di gruppi diversi. Ben conoscendo la Sua sensibilità per le questioni ambientali vogliamo esprimerLe le nostre forti preoccupazioni sia per le modalità con cui si sta sviluppando l’iter parlamentare sia per i contenuti del testo. Queste modifiche sono il risultato di una procedura di urgenza che di fatto ha impedito l’apertura di un’approfondita riflessione in Parlamento e nel paese e invece ha portato alla redazione affrettata di un testo unificato che contiene, sul piano formale, contraddizioni e gravi errori tecnici e istituzionali. Con il pretesto dell’aggiornamento, che pure è necessario, quelle modifiche incidono profondamente su principi fondamentali costituzionali che caratterizzano l’alto profilo valoriale della legge e che ne hanno decretato il grande successo.

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Vogliamo indicarLe, a titolo esemplificativo, alcune di tali modifiche, meglio precisate nel documento allegato. A una visione delle aree protette, e in particolare dei parchi, come luoghi di conservazione dell’ambiente, di riscoperta del rapporto tra l’uomo e la natura, di sperimentazione di un modello alternativo di gestione del territorio, viene sostituita una visione meramente economicistica: i parchi sono concepiti come aziende che devono essere produttive e a tal fine si giunge addirittura alla previsione di royalties da attribuire agli enti gestori anche nel caso di opere e impianti che incidono negativamente sull’ambiente, in clamorosa contraddizione con il concetto stesso di conservazione. Viene inoltre soppressa la rappresentanza scientifica nei consigli direttivi dei parchi nazionali e al suo posto viene inserita la rappresentanza degli interessi di categoria. Nello stesso tempo viene fortemente distorta quella dialettica tra componente statale e componente locale che in questi anni si è rivelata feconda. L’argomentazione della crisi finanziaria per giustificare certe previsioni nasconde in realtà il deserto dei valori, il venir meno della spinta ideale, la sottovalutazione, se non il disprezzo, della cultura e della scienza, il prevalere della logica degli interessi corporativi. In questo scenario si inseriscono oramai da qualche tempo anche le designazioni dei componenti degli organi degli enti parco e in particolare dei presidenti: non più “scelti tra persone particolarmente qualificate per le attività in materia di conservazione della natura”, come prescrive la legge quadro, ma nominati sulla base di istanze localistiche e partitiche, comunque demagogiche, che fanno perdere credibilità agli enti gestori e fiducia soprattutto nei cittadini che vivono nelle aree protette, nel ruolo e funzione delle stesse.

Preoccupati per il tradimento di questi grandi ideali, voluti dai costituente negli articoli 9 e 32 della Costituzione e nel rispetto di successivi accordi internazionali, entrambi richiamati al comma 1 dell’art. 1 della legge quadro sulle aree protette, rilevando che quanto riportato si sta consumando quasi di nascosto, ci rivolgiamo a Lei, Signor Presidente, perché esorti il Parlamento e coloro che hanno funzioni decisionali a una riflessione profonda, trasparente e partecipata sui parchi e sulle altre aree protette, nel rispetto dei principi costituzionali richiamati nella legge, a tutela non solo dell’immagine straordinaria dell’Italia nel mondo, ma soprattutto per il significato del valore della natura nella vita di ciascuno di noi e la responsabilità che tutti abbiamo di trasmettere questo valore alle future generazioni.

HANNO ADERITO CON FORMALE COMUNICAZIONE: Dacia Maraini Dario Furlanetto Giuseppe Rossi Federico Niccolini Daniela Addis Salvatore Basile Marcello Buiatti Vittorio Ducoli Vittorio Emiliani Enrico Falqui Grazia Francescato Roberto Gambino Renato Gangemi Alberto Girani Carlo Desideri Mauro Furlani Valter Giuliano Cesare Lasen Sandro Lovari Edgar Meyer Renzo Moschini Giuseppe Bonanno Giorgio Nebbia Angelo Paladino Franco Pedrotti Tonino Perna Luigi Piccioni Fulco Pratesi Pietro Rescigno Bernardino Romano Massimo Sargolini Maria Vitacca Fabiano Corsini Carlo Alberto Graziani Domenico Nicoletti

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L’appello del Forum nazionale Salviamo il paesaggio per le aree naturali protette italiane

[17 aprile 2014]

salviamo il paesaggio

Chiarissimo Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica

Gentilissima Laura Boldrini, Presidente della Camera dei Deputati

Egregio Pietro Grasso, Presidente del Senato della Repubblica

Egregio Matteo Renzi, Presidente del Consiglio dei Ministri

Egregio Graziano Del Rio, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio

Egregio Gianluca Galletti, Ministro dell’Ambiente

Egregio Dario Franceschini, Ministro dei Beni Culturali e del Turismo

Egregio Maurizio Martina, Ministro delle Politiche Agricole

Ai Presidente e Componenti delle Commissioni Ambiente di Camera e Senato

Oggetto: Appello per le aree naturali protette italiane 

Signor Presidente, in questi giorni la Commissione Territorio, Ambiente, Beni ambientali del Senato, sta esaminando le modifiche da apportare alla legge quadro sulle aree naturali protette n.394/91, sulla base di un testo unificato in cui sono confluiti tre disegni di legge presentati da senatori di gruppi diversi. Ben conoscendo la Sua sensibilità per le questioni ambientali vogliamo esprimerLe le nostre forti preoccupazioni sia per le modalità con cui si sta sviluppando l’iter parlamentare sia per i contenuti del testo. Queste modifiche sono il risultato di una procedura di urgenza che di fatto ha impedito l’apertura di un’approfondita riflessione in Parlamento e nel paese e invece ha portato alla redazione affrettata di un testo unificato che contiene, sul piano formale, contraddizioni e gravi errori tecnici e istituzionali. Con il pretesto dell’aggiornamento, che pure è necessario, quelle modifiche incidono profondamente su principi fondamentali costituzionali che caratterizzano l’alto profilo valoriale della legge e che ne hanno decretato il grande successo.

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Vogliamo indicarLe, a titolo esemplificativo, alcune di tali modifiche, meglio precisate nel documento allegato. A una visione delle aree protette, e in particolare dei parchi, come luoghi di conservazione dell’ambiente, di riscoperta del rapporto tra l’uomo e la natura, di sperimentazione di un modello alternativo di gestione del territorio, viene sostituita una visione meramente economicistica: i parchi sono concepiti come aziende che devono essere produttive e a tal fine si giunge addirittura alla previsione di royalties da attribuire agli enti gestori anche nel caso di opere e impianti che incidono negativamente sull’ambiente, in clamorosa contraddizione con il concetto stesso di conservazione. Viene inoltre soppressa la rappresentanza scientifica nei consigli direttivi dei parchi nazionali e al suo posto viene inserita la rappresentanza degli interessi di categoria. Nello stesso tempo viene fortemente distorta quella dialettica tra componente statale e componente locale che in questi anni si è rivelata feconda. L’argomentazione della crisi finanziaria per giustificare certe previsioni nasconde in realtà il deserto dei valori, il venir meno della spinta ideale, la sottovalutazione, se non il disprezzo, della cultura e della scienza, il prevalere della logica degli interessi corporativi. In questo scenario si inseriscono oramai da qualche tempo anche le designazioni dei componenti degli organi degli enti parco e in particolare dei presidenti: non più “scelti tra persone particolarmente qualificate per le attività in materia di conservazione della natura”, come prescrive la legge quadro, ma nominati sulla base di istanze localistiche e partitiche, comunque demagogiche, che fanno perdere credibilità agli enti gestori e fiducia soprattutto nei cittadini che vivono nelle aree protette, nel ruolo e funzione delle stesse.

Preoccupati per il tradimento di questi grandi ideali, voluti dai costituente negli articoli 9 e 32 della Costituzione e nel rispetto di successivi accordi internazionali, entrambi richiamati al comma 1 dell’art. 1 della legge quadro sulle aree protette, rilevando che quanto riportato si sta consumando quasi di nascosto, ci rivolgiamo a Lei, Signor Presidente, perché esorti il Parlamento e coloro che hanno funzioni decisionali a una riflessione profonda, trasparente e partecipata sui parchi e sulle altre aree protette, nel rispetto dei principi costituzionali richiamati nella legge, a tutela non solo dell’immagine straordinaria dell’Italia nel mondo, ma soprattutto per il significato del valore della natura nella vita di ciascuno di noi e la responsabilità che tutti abbiamo di trasmettere questo valore alle future generazioni.

HANNO ADERITO CON FORMALE COMUNICAZIONE: Dacia Maraini Dario Furlanetto Giuseppe Rossi Federico Niccolini Daniela Addis Salvatore Basile Marcello Buiatti Vittorio Ducoli Vittorio Emiliani Enrico Falqui Grazia Francescato Roberto Gambino Renato Gangemi Alberto Girani Carlo Desideri Mauro Furlani Valter Giuliano Cesare Lasen Sandro Lovari Edgar Meyer Renzo Moschini Giuseppe Bonanno Giorgio Nebbia Angelo Paladino Franco Pedrotti Tonino Perna Luigi Piccioni Fulco Pratesi Pietro Rescigno Bernardino Romano Massimo Sargolini Maria Vitacca Fabiano Corsini Carlo Alberto Graziani Domenico Nicoletti

– See more at: http://www.greenreport.it/news/aree-protette-e-biodiversita/lappello-forum-nazionale-salviamo-paesaggio-per-aree-naturali-protette-italiane/#sthash.eQpXQ5me.dpuf

L’appello del Forum nazionale Salviamo il paesaggio per le aree naturali protette italiane

[17 aprile 2014]

salviamo il paesaggio

Chiarissimo Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica

Gentilissima Laura Boldrini, Presidente della Camera dei Deputati

Egregio Pietro Grasso, Presidente del Senato della Repubblica

Egregio Matteo Renzi, Presidente del Consiglio dei Ministri

Egregio Graziano Del Rio, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio

Egregio Gianluca Galletti, Ministro dell’Ambiente

Egregio Dario Franceschini, Ministro dei Beni Culturali e del Turismo

Egregio Maurizio Martina, Ministro delle Politiche Agricole

Ai Presidente e Componenti delle Commissioni Ambiente di Camera e Senato

Oggetto: Appello per le aree naturali protette italiane 

Signor Presidente, in questi giorni la Commissione Territorio, Ambiente, Beni ambientali del Senato, sta esaminando le modifiche da apportare alla legge quadro sulle aree naturali protette n.394/91, sulla base di un testo unificato in cui sono confluiti tre disegni di legge presentati da senatori di gruppi diversi. Ben conoscendo la Sua sensibilità per le questioni ambientali vogliamo esprimerLe le nostre forti preoccupazioni sia per le modalità con cui si sta sviluppando l’iter parlamentare sia per i contenuti del testo. Queste modifiche sono il risultato di una procedura di urgenza che di fatto ha impedito l’apertura di un’approfondita riflessione in Parlamento e nel paese e invece ha portato alla redazione affrettata di un testo unificato che contiene, sul piano formale, contraddizioni e gravi errori tecnici e istituzionali. Con il pretesto dell’aggiornamento, che pure è necessario, quelle modifiche incidono profondamente su principi fondamentali costituzionali che caratterizzano l’alto profilo valoriale della legge e che ne hanno decretato il grande successo.

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Vogliamo indicarLe, a titolo esemplificativo, alcune di tali modifiche, meglio precisate nel documento allegato. A una visione delle aree protette, e in particolare dei parchi, come luoghi di conservazione dell’ambiente, di riscoperta del rapporto tra l’uomo e la natura, di sperimentazione di un modello alternativo di gestione del territorio, viene sostituita una visione meramente economicistica: i parchi sono concepiti come aziende che devono essere produttive e a tal fine si giunge addirittura alla previsione di royalties da attribuire agli enti gestori anche nel caso di opere e impianti che incidono negativamente sull’ambiente, in clamorosa contraddizione con il concetto stesso di conservazione. Viene inoltre soppressa la rappresentanza scientifica nei consigli direttivi dei parchi nazionali e al suo posto viene inserita la rappresentanza degli interessi di categoria. Nello stesso tempo viene fortemente distorta quella dialettica tra componente statale e componente locale che in questi anni si è rivelata feconda. L’argomentazione della crisi finanziaria per giustificare certe previsioni nasconde in realtà il deserto dei valori, il venir meno della spinta ideale, la sottovalutazione, se non il disprezzo, della cultura e della scienza, il prevalere della logica degli interessi corporativi. In questo scenario si inseriscono oramai da qualche tempo anche le designazioni dei componenti degli organi degli enti parco e in particolare dei presidenti: non più “scelti tra persone particolarmente qualificate per le attività in materia di conservazione della natura”, come prescrive la legge quadro, ma nominati sulla base di istanze localistiche e partitiche, comunque demagogiche, che fanno perdere credibilità agli enti gestori e fiducia soprattutto nei cittadini che vivono nelle aree protette, nel ruolo e funzione delle stesse.

Preoccupati per il tradimento di questi grandi ideali, voluti dai costituente negli articoli 9 e 32 della Costituzione e nel rispetto di successivi accordi internazionali, entrambi richiamati al comma 1 dell’art. 1 della legge quadro sulle aree protette, rilevando che quanto riportato si sta consumando quasi di nascosto, ci rivolgiamo a Lei, Signor Presidente, perché esorti il Parlamento e coloro che hanno funzioni decisionali a una riflessione profonda, trasparente e partecipata sui parchi e sulle altre aree protette, nel rispetto dei principi costituzionali richiamati nella legge, a tutela non solo dell’immagine straordinaria dell’Italia nel mondo, ma soprattutto per il significato del valore della natura nella vita di ciascuno di noi e la responsabilità che tutti abbiamo di trasmettere questo valore alle future generazioni.

HANNO ADERITO CON FORMALE COMUNICAZIONE: Dacia Maraini Dario Furlanetto Giuseppe Rossi Federico Niccolini Daniela Addis Salvatore Basile Marcello Buiatti Vittorio Ducoli Vittorio Emiliani Enrico Falqui Grazia Francescato Roberto Gambino Renato Gangemi Alberto Girani Carlo Desideri Mauro Furlani Valter Giuliano Cesare Lasen Sandro Lovari Edgar Meyer Renzo Moschini Giuseppe Bonanno Giorgio Nebbia Angelo Paladino Franco Pedrotti Tonino Perna Luigi Piccioni Fulco Pratesi Pietro Rescigno Bernardino Romano Massimo Sargolini Maria Vitacca Fabiano Corsini Carlo Alberto Graziani Domenico Nicoletti

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L’appello del Forum nazionale Salviamo il paesaggio per le aree naturali protette italiane

[17 aprile 2014]

Signor Presidente*, in questi giorni la Commissione Territorio, Ambiente, Beni ambientali del Senato, sta esaminando le modifiche da apportare alla legge quadro sulle aree naturali protette n.394/91, sulla base di un testo unificato in cui sono confluiti tre disegni di legge presentati da senatori di gruppi diversi. Ben conoscendo la Sua sensibilità per le questioni ambientali vogliamo esprimerLe le nostre forti preoccupazioni sia per le modalità con cui si sta sviluppando l’iter parlamentare sia per i contenuti del testo. Queste modifiche sono il risultato di una procedura di urgenza che di fatto ha impedito l’apertura di un’approfondita riflessione in Parlamento e nel paese e invece ha portato alla redazione affrettata di un testo unificato che contiene, sul piano formale, contraddizioni e gravi errori tecnici e istituzionali. Con il pretesto dell’aggiornamento, che pure è necessario, quelle modifiche incidono profondamente su principi fondamentali costituzionali che caratterizzano l’alto profilo valoriale della legge e che ne hanno decretato il grande successo.

Vogliamo indicarLe, a titolo esemplificativo, alcune di tali modifiche, meglio precisate nel documento allegato. A una visione delle aree protette, e in particolare dei parchi, come luoghi di conservazione dell’ambiente, di riscoperta del rapporto tra l’uomo e la natura, di sperimentazione di un modello alternativo di gestione del territorio, viene sostituita una visione meramente economicistica: i parchi sono concepiti come aziende che devono essere produttive e a tal fine si giunge addirittura alla previsione di royalties da attribuire agli enti gestori anche nel caso di opere e impianti che incidono negativamente sull’ambiente, in clamorosa contraddizione con il concetto stesso di conservazione. Viene inoltre soppressa la rappresentanza scientifica nei consigli direttivi dei parchi nazionali e al suo posto viene inserita la rappresentanza degli interessi di categoria. Nello stesso tempo viene fortemente distorta quella dialettica tra componente statale e componente locale che in questi anni si è rivelata feconda. L’argomentazione della crisi finanziaria per giustificare certe previsioni nasconde in realtà il deserto dei valori, il venir meno della spinta ideale, la sottovalutazione, se non il disprezzo, della cultura e della scienza, il prevalere della logica degli interessi corporativi. In questo scenario si inseriscono oramai da qualche tempo anche le designazioni dei componenti degli organi degli enti parco e in particolare dei presidenti: non più “scelti tra persone particolarmente qualificate per le attività in materia di conservazione della natura”, come prescrive la legge quadro, ma nominati sulla base di istanze localistiche e partitiche, comunque demagogiche, che fanno perdere credibilità agli enti gestori e fiducia soprattutto nei cittadini che vivono nelle aree protette, nel ruolo e funzione delle stesse.

Preoccupati per il tradimento di questi grandi ideali, voluti dai costituente negli articoli 9 e 32 della Costituzione e nel rispetto di successivi accordi internazionali, entrambi richiamati al comma 1 dell’art. 1 della legge quadro sulle aree protette, rilevando che quanto riportato si sta consumando quasi di nascosto, ci rivolgiamo a Lei, Signor Presidente, perché esorti il Parlamento e coloro che hanno funzioni decisionali a una riflessione profonda, trasparente e partecipata sui parchi e sulle altre aree protette, nel rispetto dei principi costituzionali richiamati nella legge, a tutela non solo dell’immagine straordinaria dell’Italia nel mondo, ma soprattutto per il significato del valore della natura nella vita di ciascuno di noi e la responsabilità che tutti abbiamo di trasmettere questo valore alle future generazioni.

HANNO ADERITO CON FORMALE COMUNICAZIONE: Dacia Maraini Dario Furlanetto Giuseppe Rossi Federico Niccolini Daniela Addis Salvatore Basile Marcello Buiatti Vittorio Ducoli Vittorio Emiliani Enrico Falqui Grazia Francescato Roberto Gambino Renato Gangemi Alberto Girani Carlo Desideri Mauro Furlani Valter Giuliano Cesare Lasen Sandro Lovari Edgar Meyer Renzo Moschini Giuseppe Bonanno Giorgio Nebbia Angelo Paladino Franco Pedrotti Tonino Perna Luigi Piccioni Fulco Pratesi Pietro Rescigno Bernardino Romano Massimo Sargolini Maria Vitacca Fabiano Corsini Carlo Alberto Graziani Domenico Nicoletti

*inviato a

  • Chiarissimo Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica
  • Gentilissima Laura Boldrini, Presidente della Camera dei Deputati
  • Egregio Pietro Grasso, Presidente del Senato della Repubblica
  • Egregio Matteo Renzi, Presidente del Consiglio dei Ministri
  • Egregio Graziano Del Rio, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio
  • Egregio Gianluca Galletti, Ministro dell’Ambiente
  • Egregio Dario Franceschini, Ministro dei Beni Culturali e del Turismo
  • Egregio Maurizio Martina, Ministro delle Politiche Agricole
  • Ai Presidente e Componenti delle Commissioni Ambiente di Camera e Senato

(9) Costituzione Italiana Art. 9 La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

(10) scarica la lettera delle associazioni lettera a Zingaretti su legge regionale parchi

(11) 12 marzo 2014 Paese Sera Riserve naturali a rischio con la nuova legge regionale di Marco Carta

 

Chiarissimo Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica

Gentilissima Laura Boldrini, Presidente della Camera dei Deputati

Egregio Pietro Grasso, Presidente del Senato della Repubblica

Egregio Matteo Renzi, Presidente del Consiglio dei Ministri

Egregio Graziano Del Rio, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio

Egregio Gianluca Galletti, Ministro dell’Ambiente

Egregio Dario Franceschini, Ministro dei Beni Culturali e del Turismo

Egregio Maurizio Martina, Ministro delle Politiche Agricole

Ai Presidente e Componenti delle Commissioni Ambiente di Camera e Senato

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