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Piano casa regionale e rischio demolizione villini, quello che si continua a non raccontare

Via Pompeo Magno, intervento Piano Casa nel cortile dell'ex convitto

Via Pompeo Magno, intervento Piano Casa nel cortile dell’ex convitto

del gruppo urbanistica dell’Associazione Carteinregola

Poco più di un  anno fa ha fatto scalpore la demolizione,  grazie al cosiddetto “Piano casa” regionale, di una palazzina nel prestigioso quartiere Coppedè nel II Municipio di Roma, per far posto a un edificio moderno con un bel po’ di cubature in più.

L’allarme è scattato perchè  quello  di Via Ticino è il primo di una lunga serie di interventi  edilizi che rischiano di abbattersi su molte zone di pregio della città che non sono state escluse a suo tempo dall’applicazione del Piano casa, come numerosi quartieri novecenteschi del II Municipio ma anche  Prati, Città Giardino a Montesacro, Garbatella, San Giovanni, e tanti altri.

E sono maggiormente esposti proprio i tessuti  storici e le tipologie edilizie  che andrebbero più preservati:  “villini” uni o bifamiliari, o scuole e strutture religiose d’epoca, con un solo o pochi proprietari –  che possono quindi  essere facilmente acquisiti da  una società immobiliare –  situati in zone centrali e semicentrali  molto appetibili, che rendono quindi economicamente vantaggiosi la demolizione e ricostruzione,o  l’ampliamento  – anche non in aderenza -,  il cambio di destinazione etc. previsti dal Piano casa.

E  lo scempio dell’identità culturale della città storica è  un mostro che a questo punto è assai difficile  tenere sotto controllo, dato che la legge regionale, in vigore  fino al 1 giugno 2017,  consente   interventi in deroga al Piano Regolatore Generale (e anche alla “Carta della Qualità” che ne è parte integrante) e che sono quindi oggetto di approvazione forzata da parte del Comune. Si salvano solo edifici e spazi urbani che abbiano un vincolo puntuale.

Il dibattito pubblico, scaturito anche  dalla battaglia di alcuni comitati cittadini, associazioni e consiglieri municipali,   ha finalmente  costretto le istituzioni preposte  a correre ai ripari, e recentemente Soprintendenza, Regione Lazio e Comune hanno  costituito un tavolo che sta mettendo a punto un “vincolo speciale” per tutelare i tessuti urbani più pregiati.  Ci auguriamo  che l’iniziativa abbia esiti  tempestivi e concreti.

Ma certamente il Piano casa di cui stiamo parlando avrebbe dovuto essere fermato a monte, facendolo uscire  di scena insieme alla sua fautrice  Polverini, precedente Presidente regionale del centro destra,  che aveva inserito, nel poco impattante Piano vigente, una serie di articoli che lasciavano le mani libere ai privati in modo esponenziale.

Invece il subentrante Presidente Zingaretti, dopo averne eliminato la parte a rischio incostituzionalità (si prevedeva di applicarlo persino ai campi da sci!) ha conservato quasi integralmente la parte che riguarda gli interventi edilizi, che, con il combinato disposto di quel passaggio, ripetuto 7 volte  “In deroga alle previsioni degli strumenti urbanistici e dei regolamenti edilizi comunali vigenti o adottati sono consentiti etc “,   estromette  i Comuni dalle relative decisioni urbanistiche.

Contro quel Piano Casa Polverini/Zingaretti  l’Associazione Carteinregola si batte da 6 anni: abbiamo perfino fatto un presidio di un mese e mezzo in Consiglio regionale, nell’autunno  2014,  chiedendo che non fosse prorogato, o che almeno si lasciasse ai Comuni la decisione ultima sugli interventi, o  quantomeno   che fosse data la possibilità al Comune del Sindaco Marino di estendere l’ inapplicabilità del Piano Casa a ulteriori zone “dimenticate” dal Sindaco Alemanno.

Non abbiamo avuto  risposte.

Anzi, dopo la scadenza del Piano casa, la Regione di Zingaretti  ha varato nel luglio 2017 una legge sulla Rigenerazione urbana, questa volta definitiva, che riprende ancora in parte alcuni meccanismi del Piano casa, sui quali ha avanzato obiezioni inascoltate anche l’INU. E, solo due mesi fa, 28 dicembre 2018, il Consiglio regionale ha approvato un articolo, infilato nella legge finanziaria,  che intende sancire, per gli interventi del Piano Casa scaduto nel 2017,  la possibilità di deroga al decreto ministeriale 1444/68 che fissa limiti inderogabili alla densità edilizia. Decreto che rappresenta a oggi una flebile tutela per alcuni  villini e tessuti storici sprovvisti di  un vincolo specifico.

In compenso il primo marzo la lista a sostegno del candidato alle primarie del PD Nicola Zingaretti ha organizzato  un incontro al II Municipio per parlare della “tutela e valorizzazione dell’identità culturale della città storica  con un invito  che si rivolgeva  ai “Molti di noi” che  “sono stati coinvolti in una battaglia per salvaguardare i villini storici e il tessuto urbanistico”  promettendo che  “l’evento sarà anche l’occasione per capire a che punto è il percorso avviato per tutelare gli immobili storici del Municipio” e precisando che “Il luogo scelto non è casuale: proprio in Piazza Caprera sono in corso degli ingenti lavori di ristrutturazione a un villino storico”.

Paradossalmente  quindi, si  è proposto  un dibattito  pubblico sugli effetti del Piano Casa in una manifestazione elettorale  a sostegno di chi ha convintamente  prorogato il  Piano casa, e proprio davanti a quei tessuti che rischiano di essere scarnificati in base al Piano casa.

Ora che il Presidente Zingaretti è diventato  il segretario del Partito Democratico, all’insegna del  cambiamento perchè “…Serve una ricollocazione politica e sociale, ideale e programmatica, dei democratici e dei progressisti italiani. È necessario rendere chiara la nostra funzione, per il riscatto della Repubblica, per un miglioramento del benessere delle persone, per dare risposte concrete alle contraddizioni del mondo di oggi” partendo dalla constazione  che  “Siamo stati troppo riformisti a parole e troppo poco riformisti nel trasformare gli assetti della società italiana, via via sempre più squilibrati e ingiusti” e  che “dobbiamo abbandonare i ragionamenti risolti e funzionanti solo nella dimensione delle parole, ma incapaci di trovare un’efficacia e una coerenza nei processi reali” * ci aspettiamo che tale cambiamento avvenga anche nei processi reali  regionali, cominciando con il rimettere  mano alla legge per la Rigenerazione urbana del 2017, che a parole dovrebbe favorire la riqualificazione delle periferie, nei fatti rischia di diventare l’ennesimo favore a chi la può  applicare in quelle parti di città  che meno ne avrebbero bisogno ma che sono assai più redditizie per la  speculazione privata**

Gruppo di lavoro urbanistica di Carteinregola

L’articolo completo con maggiori approfondimenti e i materiali citati, nonchè alcune domande rivolte ai relatori dell’incontro  si trova qui: http://www.carteinregola.it/index.php/presidente-zingaretti-presidente-del-bello-sulla-tutela-dei-villini-dite-finalmente-la-verita-ai-cittadini/

Vedi Piano Casa e Legge per la rigeneraizone urbana della Regione Lazio – cronologia e materiali

Roma  6 marzo  2019

Per precisazioni e osservazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

* dalla  MOZIONE ZINGARETTI È tempo di scegliere. Prima le persone scarica Mozione-Zingaretti-FINALE 2018

**Nella legge sulla Rigenerazione urbana  all’art. 6 si prevede  esplicitamente che,  per le finalità della Rigenerazione urbana  descritte nell’art.1 della legge,  “previa acquisizione di idoneo titolo abilitativo” , “sono sempre consentiti interventi di ristrutturazione edilizia o interventi di demolizione e ricostruzione con incremento fino a un massimo del 20 per cento della volumetria…”.

 

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