Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Stadio della Roma: la fine è nota

rendering stadio 2014 2017Lo sappiamo che questa Delibera passerà, in fretta e a qualunque costo, perchè neanche un’Amministrazione Cinque Stelle può permettersi di dire di no allo Stadio della Roma. In un’epoca e in una città dove sono sempre più percepibili solitudine e disperazione, il tifo per una squadra sembra l’ultima misera linea su cui si è attestato quel sentire collettivo che un tempo si dispiegava nella solidarietà e nella speranza in un mondo migliore.
E sappiamo che in questa danza del cerino per sfuggire alla ignominiosa targhetta di “quelli del no” (no allo Stadio e/o no ai posti di lavoro etc), la maggioranza capitolina non è sola: dalle stesse opposizioni, che rivedremo oggi in Aula nei noti contorsionismi di chi vuol fare opposizione senza opporsi veramente*, alla Regione con un diverso colore politico ma con l’uguale preoccupazione di sfuggire alla responsabilità dell’affossamento del progetto, che per questo ha già annunciato da tempo un’insolita versione di conferenza dei servizi, che da “chiusa” può diventare “socchiusa” fino a “riaperta” (1). Anche la Soprintendenza, che pure ha chiesto tre mesi fa l’apposizione del vincolo sullo storico ippodromo e che dovrebbe pronunciarsi entro il 15 giugno – ma nel frattempo tante cose sono cambiate, a partire dal Soprintendente – potrebbe ripiegare su quei “pareri con prescrizioni” che più che un sì o no si risolvono in un salomonico “ni”. Tante decisioni spalmate su troppe teste e troppi enti perchè qualcuno alla fine si prenda davvero la responsabilità di questo brogliaccio.
Eppure una decisione che riguarda un’operazione così gigantesca e cambiamenti così importanti per la città, avrebbe dovuto essere valutata e presa con ben altri tempi e approfondimenti. Per gli impatti sui cittadini, ma anche per le conseguenze sui decisori. Per quest’ultimi prevalentemente politiche, anche se c’è chi ha ventilato possibili conseguenze legali (2).
Rimandiamo al sunto delle domande sul merito del nuovo Progetto Stadio a cura di Paolo Gelsomini. Ma la principale obiezione, a questo punto, riguarda soprattutto il metodo con cui un’operazione che comporta l’attribuzione di pubblico interesse è stata condotta, senza trasparenza – a poche ore dalla sua discussione in Aula la Delibera non è ancora stata pubblicata – nè dibattito con i cittadini. E promuovendo una inspiegabile censura – la sospensione – di una consigliera Cinque Stelle che non ha votato il parere positivo, rivendicando il diritto di avere più tempo per approfondire i punti più delicati.

Ecco, questa folle corsa a votare a scatola chiusa la Delibera, questo inedito fronte bipartisan Campidoglio M5S/ Regione Lazio PD, che tratta come “adeguamento della proposta di intervento di cui alla deliberazione di A. C. n. 132/2014″ un progetto che è tutta un’ altra cosa rispetto a quanto messo a punto dalla delibera Marino/Caudo, getta una luce inquietante sul futuro del governo M5S della Capitale.
Riducendo il cambiamento promesso e sperato al solito orizzonte di imperativi categorici sulla pelle della città e dei cittadini.

Anna Maria Bianchi Missaglia

> Vai a Stadio della Roma riepilogo sul merito e sul metodo

> Vai a Stadio della Roma cronologia materiali

> vai a Delibera Stadio: 8 punti per 5 stelle di Paolo Gelsomini

 

* l’unico partito che ha annunciato voto contrario è Sinistra Italiana

(1) Il 5 aprile 2017 si è chiusa la conferenza decisoria L’Assessore regionale Michele Civita diffonde una nota sull’esito finale della conferenza che dichiara che la conferenza chiusa con esito negativo annunciando però che il proponente “avrà tempo fino al 15/06/2017, data ultima per l’eventuale apposizione del vincolo da parte del Mibact, per presentare le controdeduzioni, anche mediante una diversa formulazione che, mantenendo le opere pubbliche e di interesse generale e garantendone la contestuale esecuzione con quelle private, potrà determinare l’avvio di una nuova conferenza dei servizi”. Rimane quindi aperta la possibilità che il nuovo progetto non debba ripetere l’iter del precedente, ma venga innestato nello procedimento.

dispositivo che fissa la dat del 15 giugno parere CdS aprile 2017

(Scarica la Stadio chiusura cds_DETERMINAZIONE-G04342-del-05042017) alle pag. 52/53 contiene il dispositivo finale con la sintesi della motivazione da cui si evince che il proponente avrà tempo fino al 15 giugno non solo per inviare le controdeduzioni rispetto all’apposizione del vincolo, ma anche per presentare nuovi elaborati e materiali che rispondano alle prescrizioni ricevute da tutti gli uffici: la conferenza sul vecchio progetto potrebbe quindi passare all’esame del nuovo e diverso (ancora non depositato al 12 aprile 2017) senza ripetere l’iter della delibera 132/2014 (Vedi http://www.carteinregola.it/index.php/stadio-della-roma-le-cose-non-stanno-proprio-cosi/)

(2) L’ex Assessore Caudo, in una lunga lettera al Presidente dell’Assemblea Capitolina Marcello De Vito ha ipotizzato con una serie di dati motivati il danno erariale (> vai alla pagina), ma abbiamo anche raccolto un parere di un addetto ai lavori che ritiene che “Astrattamente potrebbe configurarsi una responsabilità erariale dei consiglieri comunali favorevoli alla delibera per la mancata realizzazione di opere pubbliche e infrastrutturali, in relazione anche ai costi successivamente gravanti sull’amministrazione comunale chiamata ad adeguare l’assetto infrastrutturale alle reali esigenze. L’ipotesi qui tracciata si riallaccia alla più recente giurisprudenza contabile di danno erariale che fa riferimento al concetto di danno da disservizio, invocabile quando, a seguito di decisioni dell’amministrazione, si determini un danno patrimoniale risarcibile per quanto attiene ai costi generali sopportati dalla P.A. in conseguenza del mancato conseguimento della legalità, dell’efficienza, dell’efficacia, dell’economicità e della produttività dell’azione pubblica (Corte Conti, sez. giurisdiz. Umbria, sentenza 20/09/05, n. 346). Sotto tale profilo, potrebbe quindi ipotizzarsi la sussistenza di responsabilità erariale in capo ai componenti di un consiglio comunale che esprimano voto favorevole su un progetto urbanistico manifestamente sprovvisto di una adeguata copertura infrastrutturale (ad esempio carente nella parte relativa alla mobilità e alle opere viarie e soluzioni trasportistiche) a seguito della cui realizzazione il comune si veda costretto, a proprie spese, ad intervenire per finanziare ulteriori opere di interesse generale in grado di porre rimedio alle criticità manifestatesi a danno della comunità amministrata. Tieni presente che il tutto è molto astratto e il danno erariale andrebbe valutato nella sua concretezza e attualità”.

0 0 votes
Article Rating
Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments