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Stadio Flaminio, ancora il progetto di farne lo Stadio della Lazio …

(Il Consigliere Pelonzi: al Flaminio sono abituati a “certi carichi”)

(da Cittadinanzattiva Flaminio) In un’intervista a Lazio Channel del 21 febbraio scorso il consigliere capitolino Giulio Pelonzi (PD) parla di una una proposta che stanno cercando di presentare – coinvolgendo il II Municipio – per un recupero dello Stadio Flaminio che ancora una volta viene candidato come Stadio della Lazio, analogamente allo Stadio della Roma a Tor di Valle. E ancora una volta si parla di un’operazione che prevede “parcheggi interrati a viale Tiziano, 900 mq di commerciale, un albergo tra Auditorium e Stadio Flaminio”. Secondo il consigliere, il quartiere Flamino oltre ad avere già parcheggi a raso vicino all’Auditorium, essendo “prossimo all’Olimpico” è ” già abituato a certi carichi”. Come temevamo – vedi nostre richieste ai candidati Sindaco e Presidente di Municipio del 3 maggio 2016* e ancora alla Presidente Del Bello all’assemblea del 3 marzo scorso – c’è chi continua a lavorare ai soliti progetti calati sulla testa dei cittadini che non tengono neanche conto di varie controindicazioni emerse da tempo. E lascia perplessi il “due stadi due misure”: per lo Stadio della Roma il PD capitolino critica il ventilato taglio di alcune infrastrutture pubbliche, mentre per lo Stadio Flaminio della Lazio il consigliere pensa che ci si possa arrangiare con il poco che c’è…

Lo stadio nel 1957

Carteinregola e Cittadinanzattiva Flaminio da tempo seguono la vicenda dello Stadio Flaminio, sia per sollecitare una soluzione che ponga fine all’attuale degrado e ai rischi per la pregiatissima struttura architettonica di Nervi, sia per impedire che l’opera diventi oggetto di progetti speculativi che prevedano, appellandosi a urgenze e necessità economiche, di infarcire lo stadio e l’area di centri commerciali e quant’altro. Progetti che riemergono periodicamente e che non tengono conto dei ritrovamenti archeologici sottostanti, nè delle modifiche che si dovrebbero effettuare sulla struttura architettonica per adeguarla alle normative vigenti. Certo, una soluzione deve essere trovata, che rispetti la vocazione sportiva della strutura e/o la vocazione culturale del quartiere. Ma farne lo “Stadio delle Aquile” con la calata di 40.000 tifosi (e clienti, e partecipanti a spettacoli e eventi), avrebbe un impatto insostenibile in un quartiere che già subisce le conseguenze delle partite e degli eventi dello stadio Olimpico poco distante e dei sempre più numerosi poli di attrazione (1) a fronte di infrastrutture per la mobilità assolutamente insufficienti (2).

Ultimamente il destino dello Stadio Flaminio è all’attenzione dell’attuale amministrazione, con commissioni dedicate alla partecipazione a bandi europei per progetti di riqaulificazione [non per la riqualificazione] (3), dibattiti in Assemblea Capitolina (4) e sopralluoghi dell’Assessore allo Sport Frongia(5). Assessore che ha più volte dichiarato che per lo Stadio Flaminio non verranno prese in considerazione proposte che dovessero modificare/stravolgere la destinazione originaria dell’impianto in una direzione di utilizzo commerciale (parcheggi multi piano, centri commerciali, multisale cinematografiche, etc). (6)

Ma ci è capitata in mano un’intervista del consigliere comunale PD Giulio Pelonzi a Lazio Channel del 21 febbraio scorso (in calce), che a quanto pare è molto informato su un altro progetto in corso che prevede ancora una volta parcheggi interrati e centri commerciali. Ma alcune affermazioni riportate dall’articolo non tengono conto delle inaggirabili controindicazioni esistenti. Dice Pelonzi, riguardo le possibili obiezioni degli eredi Nervi che “c’è la piena disponibilità da parte della famiglia Nervi a firmare la riqualificazione del Flaminio“. E aggiunge: “parliamo di un impianto di proprietà comunale per salvare il quale serve un progetto di finanza: il costo reale di una ristrutturazione seria si aggira sui 280 milioni, cifra necessaria per renderlo fruibile, con una capienza di 40mila persone ottenuta ribassando il livello del terreno di gioco; potresti creare un Museo, 900 metri di commerciale. Se consideriamo gli 1,6 mld di euro di Tor di Valle…”. Noi facciamo presente che proprio sotto lo Stadio c’è una necropoli romana che comporta l’impossobilità di realizzare opere sotterranee (7), come sarebbe un abbassamento del campo sportivo per ricavare il numero minimo di sedute obbligatorio per la Serie A e lo scavo di parcheggi. Numero di sedute prescritto dalle normative europee, che richiedono anche che lo stadio sia dotato di una copertura conforme (8). Quindi modifiche strutturali assai impattanti, se non l’opposizione della famiglia Nervi,a nostro avviso troverebbero quella delle Soprintendenze.

Ma per il consigliere Pelonzi il quadro è già ben delineato: “”Stiamo cercando di presentare una proposta che coinvolga il II Municipio che vada in questa direzione. Sono cifre importanti ma non impossibili per chi volesse investire. Ripeto, ci sarebbe un ritorno con i parcheggi interrati a viale Tiziano, 900 mq di commerciale, un albergo tra Auditorium e Flaminio, struttura chiesta più volte dal Parco della Musica. Penso anche allo sfruttamento della pubblicità in tutta l’area” e secondo lui l’intervento non avrebbe un grande impatto sui quartieri limitrofi: “…Saremmo in una zona con parcheggi a raso, prossima all’Olimpico già abituata a certi carichi, oltretutto collegata con tram, metro a Piazza del Popolo e autobus. Siamo in una zona benestante di Roma, un’utenza che potrebbe far funzionare attività di questo genere”.

Ecco, a dire il vero gli abitanti del Flaminio Villaggio Olimpico non sono affatto “abituati” a “certi carichi”, anzi da anni chiedono che le istituzioni preposte intervengano per porre fine alle citicità della mobilità nella zona. Dato che ci troviamo in un’area dove a tutt’oggi dal Piano Urbano Parcheggi sono previsti quasi esclusivamente interventi con box privati (che poi, po sappiamo, diventano prevalentemente cantine e magazzini) e dove ogni domenica va in scena una sosta selvaggia che nessuno si cura di reprimere (9) data

da abitare a…10 marzo 2017

l’inadeguatezza assoluta del trasporto publico (“navetta” compresa); un’area su cui gravano, oltre allo Stadio Olimpico e al Foro Italico, Auditorium , MAXXI, Palazzetto dello Sport, Teatro Olimpico e – prossimamente – il nuovo quartiere della Città della Scienza, con ulteriori abitanti e poli culturali di livello metropolitano e oltre (10) . Tutto questo in un’area dove non arriva alcuna metropolitana, nè trenino, nè c’è alcuna possibilità di raccordo con circonvallazioni e autostrade. Lo diciamo perchè desta davvero stupore che un esponente della maggioranza che sostiene il progetto “Stadio della Roma” criticando la Giunta Raggi per la riduzione delle cubature che dovevano finanziare molte infrastrutture pubbliche, ritenga indispensabili solo quelle previste per lo stadio di Tor di Valle, e le consideri invece superflue per lo Stadio Flaminio.

E potremmo anche parlare di tutte le prescrizioni che riguardano la sicurezza dei tifosi e degli abitanti delle aree dove insistono gli stadi. Sicurezza necessaria in una zona che per la presenza dello Stadio Olimpico dall’altra parte del Tevere è già stata spesso teatro di guerriglia urbana e incidenti.

Che dire ? L’utenza della “zona benestante di Roma” ringrazia sentitamente chi continua a calare sulla testa dei cittadini progetti decisi a tavolino, ignorando tutto il lavoro partecipativo svolto da anni nella zona, a partire dal 2007 – primo progetto partecipativo per decidere il destino di quell’area con i cittadini – fino al tavolo promosso dall’Assessore Caudo nel 2014 proprio al Flaminio sul Piano urbano.

Questa non è una città per cittadini.

Anna Maria Bianchi Missaglia

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

[abbiamo inviato queste considerazioni al Consigliere Pelonzi, nella speranza di una risposta]

Post scriptum: La Giunta Veltroni aveva progettato di edificare nella zona intorno allo Stadio Flaminio, da Viale Tiziano all’Auditorium, dove si prevedeva di inserire residenze, alberghi, palestre e centri fitness, centri commerciali. Ha abbandonato l’idea dopo che abbiamo raccolto 12000 firme in pochi mesi. E la Giunta Marino ha fermato un altro progetto, quello di una multisala con vari piani di parcheggi sotterranei e un bel po’ di commerciale tra il viadotto di Nervi e lo stadio Flaminio. Speriamo che l’amministrazione Cinquestelle mantenga la parola, e come ha detto l’Assessore Frongia all’audizione della Commissione, e non si presti a operazioni speculative in cui siano inserite le solite cubature e destinazioni che devono garantire l'”equilibrio economico”

*Elezioni 2016: le richieste di Cittadinanzattiva Flaminio Pubblicato il di Le nostre richieste per i candidati Sindaco e Presidente del II Municipio Continua a leggere

https://www.laziochannel.it/news/pelonzi-stadio-lazio-tiberina-flaminio/

Rendering del progetto Stadio Tor di Valle del 2015: si noti la superficie dei parcheggi (e una delle condizioni dell’interesse pubblico è portare una parte consistente di spettatori su ferro, con la Roma-Lido e il treno Roma-Fiumicino)

Pelonzi (PD): “Tutta la verità sullo stadio della Lazio sulla Tiberina e sul Flaminio”

By: Danilo Tramontana 21/02/2017

Giulio Pelonzi, quarantacinquenne consigliere comunale del Pd e membro della Commissione “Urbanistica”, sta seguendo l’iter per la realizzazione del nuovo stadio giallorosso. Già era consigliere quando Claudio Lotito, prima con Veltroni e poi con Alemanno sindaci, provò a far approvare il progetto dello Stadio delle Aquile sulla Tiberina.
Nel corso dell’intervista a Laziofamily.it ha parlato anche dell’impianto dei proponenti Pallotta e Parnasi. Tifoso laziale, presidente del Lazio Club Campidoglio, parlando dello Stadio Flaminio tira in ballo il presidente Lotito: “Lotito è caparbio, ma organizzo un convegno in Campidoglio. Lo voglio tirare per la giacchetta…”.

Che progetto era quello presentato da Claudio Lotito nel 2005 inerente la costruzione di uno stadio nei pressi della via Tiberina?
“C’erano tre problemi in particolare. In primis, c’erano 1,8 milioni di metri cubi privati in compensazione rispetto allo stadio. La maggior parte dei quali, circa l’80%, unità abitative private. Pari a circa 10mila nuovi abitanti. Superata tale soglia le istituzioni pubbliche devono per legge portare lì tutti i servizi come ospedali, vigili e altro. Poi non era chiaro il rapporto tra la società che prende il mutuo erogato dal credito sportivo e la Lazio. L’unico legame era la persona fisica di Claudio Lotito. Ricordo che all’epoca dissi al presidente Lotito ‘le auguro lunga vita ma, qualsiasi cosa le dovesse succedere, la Lazio non può trovarsi, improvvisamente, senza quelle cubature ma solo con le rate del mutuo da pagare’. Il terzo scoglio riguardava l’ubicazione. Quell’area era in parte sotto il livello del Tevere con relative problematiche idrogeologiche. La Tiberina andava raddoppiata. Una fermata della Ferrovia e uno svincolo autostradale da realizzare ex novo. In sostanza opere pubbliche che sarebbero stato a carico della collettività. Così proposta era irrealizzabile. Lotito provò a far votare due delibere con Veltroni e Alemanno, proponenti i 4 consiglieri Udc. Vennero bocciate da 56 consiglieri, votarono a favore solo i proponenti”.

Se Lotito presentasse un nuovo progetto stile Parnasi-Pallotta troverebbe lo stesso atteggiamento avuto dall’allora giunta Marino?
“Premesso che al momento Lotito non ha avanzato alcuna nuova proposta, già allora gli venne detto di trovare aree in previsione di sviluppo, ovvero dove era prevista la fornitura di servizi come viabilità, fogne e altre opere di urbanizzazione primaria. Serve un intervento che abbia un ritorno per la collettività. Altrimenti il primo che si alza, con la scusa dello stadio, potrebbe edificare a suo piacimento. Rispetto a quello di Lotito, il progetto Tor di Valle non prevede edilizia residenziale. Soprattutto va a insistere su un’area vuota, senza apportare ulteriore carico su una zona già densamente urbanizzata. Con questo intervento si fanno opere per le quali il Comune non ha i soldi. Si potrebbe prendere la metro attraversando l’Ostiense senza rischiare la vita. Allargare l’Ostiense decongestionandola. Avere un ponte che unisce i due quartieri ora separati dal Tevere. Eliminare il rischio esondazione per un’area attualmente a livello alto da questo punto di vista grazie alle previste opere di messa in sicurezza. Un parco verde per la cittadinanza. Se si potesse ridurre il commerciale andrebbe meglio. Sempre a parità di opere pubbliche però altrimenti non potrebbero usufruire della Legge Stadi e del relativo titolo di Interesse Pubblico – ma io credo che oltre il 20% del taglio delle cubature commerciali non possa essere accettato dalla Eurnova, società proponente. Se questa opera andrà in porto, allora la Lazio sarebbe spronata a muoversi sulla stessa linea, proponendo un progetto che, a quel punto, il Campidoglio non potrebbe rifiutare”.
I tifosi della Lazio sognano il Flaminio: esiste questo veto potenziale da parte degli eredi di Pier Luigi Nervi?

“Sì, ma c’è la piena disponibilità da parte della famiglia Nervi a firmare la riqualificazione del Flaminio. Parliamo di un impianto di proprietà comunale per salvare il quale serve un progetto di finanza: il costo reale di una ristrutturazione seria si aggira sui 280 milioni, cifra necessaria per renderlo fruibile, con una capienza di 40mila persone ottenuta ribassando il livello del terreno di gioco; potresti creare un Museo, 900 metri di commerciale. Se consideriamo gli 1,6 mld di euro di Tor di Valle…”.
A che punto è la situazione?

“Stiamo cercando di presentare una proposta che coinvolga il II Municipio che vada in questa direzione. Sono cifre importanti ma non impossibili per chi volesse investire. Ripeto, ci sarebbe un ritorno con i parcheggi interrati a viale Tiziano, 900 mq di commerciale, un albergo tra Auditorium e Flaminio, struttura chiesta più volte dal Parco della Musica. Penso anche allo sfruttamento della pubblicità in tutta l’area. Saremmo in una zona con parcheggi a raso, prossima all’Olimpico già abituata a certi carichi, oltretutto collegata con tram, metro a Piazza del Popolo e autobus. Siamo in una zona benestante di Roma, un’utenza che potrebbe far funzionare attività di questo genere”.
Ha fatto numeri precisi riferendoti ad un progetto già esistente. Si può pensare ad un incontro in Campidoglio per provare a convincere Lotito sulla bontà dell’operazione, o noi parlandone rischiamo solo di “friggere aria” come si direbbe in gergo?

“Conoscendo Lotito e la sua caparbietà, dote che io apprezzo, lo dobbiamo tirare per la giacchetta. Io metterei in campo comunque la Polisportiva, perché male che vada il Flaminio diventerebbe la casa di 10mila atleti. Se riuscissimo a varare un progetto con la Polisportiva dentro, sarebbe talmente forte l’appeal sui tifosi che sarebbe, lo dico tra virgolette, tutta la curva a tirare per la giacchetta Lotito. Leggo che anche l’assessore Frongia rilancia spesso l’idea del recupero del Flaminio. Ripeto, io farei un convegno bipartisan, invitando Lotito, cercando di definire la destinazione di quell’impianto. Se non si trova una destinazione di impiego, tra qualche anno il Flaminio sarà archeologia urbana e non potrà nemmeno essere abbattuto perché vietato dalla Legge”.

Se non sarà il Flaminio, lo stadio della Lazio quindi non potrebbe ricalcare il progetto pensato per la Via Tiberina.

“Progetto Tor di Valle 400 mln di opere pubbliche a carico dei privati. Quello sulla Tiberina prevedeva circa 1,5 mld di euro per essere realizzabile. Ma chi li metterebbe, realisticamente?”.

(1) Nella zona insistono: Stadio Olimpico e Foro Italico, Auditorium , MAXXI, Palazzetto dello Sport, Teatro Olimpico e – prossimamente – il nuovo quartiere della Città della Scienza, con ulteriori abitanti e poli culturali di livello metropolitano e oltre

(2)La linea/navetta 2 che collega la metro Piazzale Flaminio con Piazza Mancini – fermata Piazzale Manila – appare assolutamente inadeguata già a fronteggiare il servizio durante le partite dello stadio olimpico, con poche vetture con una limitata capienza. Infatti la stragrande maggioranza dei tifosi raggiunge lo stadio in auto, con il risultato di una sosta selvaggia geenralizzata nei quartieri Flaminio, Prati, Ponte Milvio

(3) vedi Assessore Frongia e Commissione sport su Stadio Flaminio http://www.carteinregola.it/index.php/stadio-flaminio/

(4) vedi Assemblea Capitolina sugli impianti sportivi comunali del 23 marzo 2017 http://www.carteinregola.it/index.php/odg-dellassemblea-capitolina-sugli-impianti-sportivi-comunali-con-il-video/

(5) vedi 7 aprileL’assessore Frongia allo Stadio Flaminio https://cittadinanzattivaflaminio.wordpress.com/2017/04/07/lassessore-frongia-allo-stadio-flaminio/

(6) vedi Assessore Frongia e Commissione sport su Stadio Flaminio http://www.carteinregola.it/index.php/stadio-flaminio/

(7) fin dal 2008 nell’area sono state rinvenute importanti preesistenze archeologiche (anche il progetto dell’Auditorium era stato modificato per la scoperta di una villa romana): nel 2011 Marina Piranomonte, della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, annuncia l’esistenza, proprio sotto il campo e gli spalti dello stadio, di un’antica necropoli romana (Quindi nessuna modifica che comporti scavi è possibile)

(8) la normativa di riferimento per gli stadi (2012) dal sito Tifosobilanciato(…) Oltre a definire le modalità procedurali necessarie per la costruzione o ristrutturazione di impianti sportivi, il Decreto fornisce le disposizioni relative all’ubicazione dell’impianto o del complesso sportivo, al rispetto delle misure di prevenzione degli incendi, nonché ai vari requisiti che devono essere rispettati relativamente alla sicurezza (sistemazione degli spettatori, separazione fra zona spettatori e zona attività sportiva, vie di uscita, aree di sicurezza e varchi, distribuzione interna dei percorsi di smistamento, servizi di supporto della zona spettatori).

L’argomento della sicurezza è quello che, più di altri, è stato oggetto di integrazioni negli ultimi anni ed ha indotto notevoli investimenti: oltre alla creazione di aree per il Gruppo Operativo di Sicurezza (GOS) e la presenza degli steward, nel caso del calcio i varchi di ingresso, numerati, devono essere dotati di metal detector ed apparecchiature elettroniche in grado di verificare la regolarità del titolo di accesso. È anche necessario un sistema CCTV (telecamere a circuito chiuso che consentano la registrazione televisiva delle aree riservate al pubblico sia all’interno dell’impianto,sia nelle sue immediate vicinanze) e strumenti di separazione che impediscano che i sostenitori delle due squadre vengano in contatto tra loro o possano invadere il campo.

La normativa si applica agli impianti sportivi di nuova costruzione e a quelli esistenti (salvo nei casi di interventi di manutenzione ordinari) che devono anche rispettare i regolamenti del CONI e quelli delle Federazioni sportive nazionali ed internazionali.

scarica la linee guida UEFA per gli stadi di qualità

(9) il lodevole intervento della nuova amministrazione di reprimere la sosta illegale nel centro della carraggiata dei lungo Tevere finora ha prodotto solo un aumento della sosta illegale negli isolati più “interni”

(10) non saranno certo gli autobus che arrivano in piazza Mancini e i parcheggi di Piazza Mancini o accanto l’Auditorium a evitare un insostenibile impatto sul quartiere e i suoi abitanti delle auto, non solo di chi va allo stadio, ma anche di chi si recherà nei nuovi centri commerciali che spunteranno in seno o accanto alla struttura sportiva. E’ un copione che abbiamo visto spesso: il pubblico dà al privato strutture che non può permettersi di mantenere, ma poi il privato, per ristrutturarle e gestirle, mette sul piatto della bilancia una montagna di cubature commerciali, se non residenziali e direzionali, per ripagarsi dell’investimento. Con poche valutazioni delle ricadute sulla qualità della vita degli abitanti, dei preesistenti esercizi commerciali di quartiere e anche dello sviluppo del quartiere sulla direttrice culturale e anche sportiva, ma di basso impatto.

(11) Vedi Stadio Flaminio : Lo Stadio e il Piano Urbano Flaminio di Maurizio Geusa

vedi anche

L’assessore Frongia allo Stadio Flaminio

Pubblichiamo la nota del sito del Comune di Roma sul sopralluogo dell’assessore allo sport all’impianto abbandonato da anni. In realtà, dichiarazioni a parte, la situazione è ancora in alto mare, dato che non si trovano soggetti – pubblici o privati- … Continua a leggere

P

Commissione Sport su Stadio Flaminio

Pubblichiamo il report dell’Audizione dell’Assessore allo sport di Roma Capitale Daniele Frongia presso la Commissione permanente allo sport sul tema del recupero/riutilizzo dello stadio Flaminio e i video di alcuni interventi.

La lenta morte dello Stadio Flaminio

SERVIZIO DI TELEROMA 56 DEL 30 novembre 2016

STADIO FLAMINIO: potrebbe diventare lo Stadio della Lazio?

Da qualche settimana molti giornali (soprattutto sportivi) pubblicano articoli sulla possibilità che la società calcistica della Lazio acquisisca lo Stadio Flaminio per farlo diventare il proprio stadio. Il settimanale in edicola La Gazetta del Lazio/Nuovo corriere lazial, in edicola dall’11 … Continua a leggere

Stadio Flaminio 2: Lo Stadio e il Piano Urbano Flaminio

Stadio Flaminio 2: Lo Stadio e il Piano Urbano FlaminioRiqualificazione dello Stadio Flaminio – Stato dell’arte. di Maurizio Geusa* Come noto, lo Stadio Flaminio, di proprietà di Roma capitale, è stato realizzato per i Giochi della XVII Olimpiade nel…

STADIO FLAMINIO: notizie

(da Roma Today 12 settembre 2014) Stadio Flaminio, la proposta dell’assessore Pancalli: nel progetto anche un museo del calcio L’assessore allo Sport Luca Pancalli, ai microfoni di Radio Popolare Roma ha spiegato: “Ho chiesto un incontro con la Fgic per capire … Continua a leggere

 

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