Stop a minimarket, pizzette e panini nelle vie del centro storico? Ecco che cosa prevede la nuova delibera

 Paolo Gelsomini*  spiega e commenta la Delibera approvata dall’Assemblea capitolina lo scorso 17 aprile con il nuovo “Regolamento per l’esercizio delle attività commerciali ed artigianali nel territorio della Città Storica”

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Ecco che cosa prevede il nuovo regolamento

di Paolo Gelsomini

La delibera e il ruolo dei Municipi e delle associazioni di cittadini

E’ stata approvata in Assemblea comunale lo scorso 17 aprile la delibera n.47 che regola le attività commerciali e artigianali nella città storica. L’oggetto della delibera non riguarda le attività di somministrazione (bar, pub, ristoranti) che sono regolati da un’altra normativa, la delibera 35/2010. Riguarda invece, tra l’altro, gelaterie, pizzerie a taglio, paninerie, friggitorie, minimarket, negozi di souvenir; cioè tutte quelle attività che hanno invaso il centro storico, che hanno generato fenomeni indotti di movida, di degrado ambientale nei luoghi del centro storico di Roma, ma anche a San Lorenzo, Ponte Milvio, Piazza Bologna, Cittagiardino, Eur ed altre aree divenute oramai sature.

Alcune associazioni hanno avuto un ruolo molto attivo nel corso della lunga discussione per la redazione del testo della delibera. Hanno partecipato costantemente ai lavori, sia in Commissione comunale commercio presieduta da Andrea Coia, sia nel tavolo che l’assessore Adriano Meloni ha riunito un paio di volte, le associazioni Vivere Trastevere, Progetto Celio, Comitato Abitare Ponte Milvio, Roma è la mia città, Sos Coronari, Progetto Urbano San Lorenzo, Abitanti Campo Marzio, Progetto Trastevere, Comitato SalvaguardiaBorgo. Molte delle associazioni menzionate sono raggruppate nel Coordinamento Residenti Città Storica. Anche Italia Nostra ed il FAI sono intervenute.

Molto attivi nel loro lavoro insieme alle associazioni sono stati il consigliere comunale Orlando Corsetti e la consigliera del primo municipio Nathalie Naim,  che si sono prodigati sia in veste istituzionale all’interno delle rispettive commissioni, sia nel loro costante rapporto con i cittadini, a determinare orientamenti e a produrre emendamenti fino all’ultimo giorno. Anche il primo Municipio è stato attivo nel produrre emendamenti ed osservazioni alla bozza di Delibera comunale sottoposta all’esame di tutti i municipi.

Ma le osservazioni dei Municipi e delle associazioni di cittadini sono state ascoltate solo parzialmente nonostante si sia lavorato per un regolamento che avrebbe dovuto salvare quel poco che, nel Centro Storico (1) e nelle altre parti della Città Storica (2), è rimasto libero dalla tentacolare presenza di minimarket, friggitorie, gelaterie, false gallerie d’arte con bar annesso, e attività similari.

Secondo le associazioni dei cittadini, i provvedimenti contenuti negli articoli della nuova delibera non sono sufficienti a fronteggiare un fenomeno dilagante di commercio mono-tipo che ha invaso tutto il Centro Storico (1), ma anche quartieri fuori delle Mura Aureliane e del sito Unesco (3) che fanno parte della Città Storica (2).

Una parziale “salvaguardia a tempo” del centro storico

Il Regolamento, nel paragrafo delle norme transitorie, ha posto nell’area del Sito Unesco il divieto, per un periodo di tre anni, dell’apertura di nuove attività di vendita al dettaglio di generi appartenenti al settore alimentare in forma di esercizio di vicinato e l’apertura di nuove attività artigianali della tipologia alimentare. In altre parole nell’area del sito Unesco e quindi in tutti i rioni del centro storico, per tre anni a partire dall’approvazione della delibera, non si potranno aprire minimarket, pizzerie a taglio, paninerie, friggitorie, gelaterie ecc. Accogliendo un emendamento dell’ultima ora è stata aggiunta anche una parte di San Lorenzo.

Ma, a parte l’inserimento di San Lorenzo, resta il fatto che queste forme di protezione contenute nella delibera riguardano solo il sito Unesco (3) e non la Città Storica (2) che è molto più estesa e presenta gli stessi problemi di saturazione, almeno in molte aree come quella intorno a Ponte Milvio, opportunamente monitorata dalle locali associazioni con tanto di calcolo numerico di parametri dati dallo stesso Comune, calcolo ampiamente ignorato dal Comune stesso che si è concentrato solo nelle aree del Centro Storico ampliato al solo sito Unesco nonostante la delibera rechi il titolo di regolamento attività commerciali nell’area della Città Storica.

Così il nuovo Regolamento potrebbe determinare di fatto la libera apertura in alcune aree non comprese nel Sito Unesco, di attività oggi inibite quali friggitorie, pizza al taglio, rosticcerie, kebab, paninoteche, gelaterie, che diventerebbero addirittura “tutelate” in quanto appartenenti alla tipologia di artigianato, sia pure alimentare, e potrebbero subentrare a botteghe di artigiani che hanno da sempre caratterizzato il centro storico di Roma.

Stiamo parlando di quelle aree appartenenti alla Città Storica che registrano problemi di saturazione di quelle attività commerciali spesso addirittura superiori a quelli rilevati nei rioni del centro storico, come Ponte Milvio, piazza Bologna, Eur, Cittagiardino. Ma il Comune non ha ritenuto opportuno predisporre per tempo i piani per rilevare in quelle aree i parametri di saturazione che avrebbero consentito di aggiungerle alla lista delle zone off-limits per l’apertura di nuove attività commerciali oggetto di questa delibera.

Dopo tre anni questo divieto potrà decadere, a meno che il Comune non adotti un provvedimento di conferma del vincolo in seguito all’eventuale esito che rilevasse il superamento della soglia di saturazione nel corso della revisione biennale.

Attenzione alle paninerie mascherate da gallerie d’arte e librerie

Si consente l’apertura di nuove attività di somministrazione nelle librerie e nelle gallerie d’arte, favorendo oggettivamente lo stratagemma di apertura di bar all’interno di false gallerie d’arte e librerie che potrebbero diventare, in assenza di un adeguato controllo, dei locali di somministrazione cibi e bevande o negozi di artigianato alimentare. In questa maniera si eluderebbe la norma sopra esposta del divieto per un periodo di tre anni, dell’apertura di nuove attività del genere alimentare.

Quindi, un fatto che potrebbe essere gradevole, quale quello di riservare a caffè e pasticcini un 20% della superficie vendita o esposizione di una libreria o di una galleria d’arte, potrebbe diventare un escamotage per far diventare il locale un vero e proprio bar con qualche sparuta libreria o qualche quadro di contorno.

Infine, nonostante l’evidente ed accertata saturazione si consente la proliferazione incontrollata dei negozi di souvenir.

Pizzerie a taglio e paninerie non possono trasformarsi in bar e ristorantini

La differenza è sottile ma interessante per capire in quali e quanti modi si possono eludere le norme, compresa questa nuova delibera. Le attività di servizio al banco con consumo sul posto (pizzerie a taglio, rosticcerie ecc.) non sono attività di somministrazione come bar o ristoranti e quindi hanno solo il permesso di mettere nel locale arredi “minimali” che non sono le sedie ed i tavoli da bar posti in mezzo al locale, ma semplici sgabelli e ripiani contro il muro che non usufruiscono del servizio al tavolo ed hanno posateria e tovaglioli a perdere. Il guaio è che con quel termine “minimali” non sarà affatto chiaro da parte del vigile sanzionare l’eventuale trasgressione del locatore che potrà quindi progressivamente trasformare un semplice servizio al banco con consumo sul posto senza servizio, in un vero e proprio ristorantino o bar.

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

*Paolo Gelsomini è uno dei fondatori di Carteinregola, Presidente di Progetto Celio e segretario del Coordinamento Residenti Città Storica

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Un regolamento del commercio che non regola l’invasione di negozi food in centro storico di Paolo Gelsomini 1 APRILE 2018

NOTE:

(1)Centro storico: area comprendente tutti i rioni racchiusi dalle Mura Aureliane con estensione lungo le Mura Gianicolensi

(2) Città Storica: Secondo la definizione dell’art.24 delle Norme Tecniche attuative del PRG di Roma, si intende per Città Storica l’insieme integrato costituito dall’area storica centrale interna alle Mura, dalle parti urbane dell’espansione otto-novecentesca consolidata, interne ed esterne alle Mura, e dai singoli siti e manufatti localizzati nell’intero territorio territorio comunale, che presentano un’identità storico-culturale definita da particolari qualità, riconoscibili e riconosciute dal punto di vista dei caratteri morfogenetici e strutturanti dell’impianto urbano e di quelli tipo-morfologici, architettonici e d’uso dei singoli tessuti, edifici e spazi aperti, anche in riferimento al senso e al significato da essi assunti nella memoria delle comunità insediate.

(3) Sito Unesco: L’area del Sito Unesco è prevalentemente quella racchiusa dalle Mura Aureliane più un’area intorno alla Città del Vaticano ed una situata nel contesto della Basilica di San Paolo fuori le Mura.