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Villa Massimo: il Consiglio di Stato respinge il ricorso dell’ex concessionario

villa massimo foto ambm IMG_5783Il Consiglio di Stato, finalmente, il 27.12.2017 ha emesso la sentenza n.201706084 respingendo il ricorso della ditta ex concessionaria del “Punto Verde Infanzia”  del Giardino Giovanni De Meo, meglio conosciuto  come Villa Massimo, nel II Municipio. Pubblichiamo il comunicato del Comitato per la difesa della pineta di Villa Massimo

Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso della Dafi srl confermando la revoca in autotutela della Convenzione-Concessione Punto verde Infanzia 3.2 Villa Massimo e il vincolo paesaggistico sulla pineta.

La sentenza del Consiglio di Stato si aggiunge  a una serie di provvedimenti  tra  questi:
– la decisione del Consiglio di Stato (settembre 2014) che ha annullato tutti gli atti di Roma Capitale relativi al subentro nello spettacolo viaggiante da parte del gestore del punto verde infanzia e punto ristoro e gli atti collegati;
– la nota della Soprintendenza Paesaggistica di Roma dell’agosto 2014 con cui è stato ribadito che la pineta di Villa Massimo in quanto bene sottoposto a un duplice regime di tutela, è soggetto al parere obbligatorio e vincolante dei competenti organi ministeriali ;
– la decisione di Roma Capitale del novembre 2014 di annullare in autotutela la Convenzione-Concessione stipulata con il soggetto privato per la gestione del punto verde infanzia e del punto ristoro;
– le 3 Determinazioni Dirigenziali adottate dal Municipio nel marzo 2016 di demolizione di abusi edilizi realizzati nella pineta con la Convenzione-Concessione, in quanto edificazioni senza concessione edilizia;
– la sentenza del TAR del Lazio del marzo 2016 che confermava la bontà del comportamento di Roma Capitale nell’annullare, in via di autotutela, la Convenzione-Concessione (tale decisione è stata oggetto di appello davanti al Consiglio di Stato . Appello respinto con l’odierna sentenza.

Il percorso delineato dagli atti del Comune, della Soprintendenza Paesaggistica di Roma e dalla Magistratura e la richiesta dagli abitanti richiedeva l’eliminazione degli abusi e il recupero e restauro della pineta di Villa Massimo con la ripiantumazione dei pini tagliati (43) negli anni.
La pineta di Villa Massimo è ancora chiusa dal 13 gennaio 2013.

Al contrario negli ultimi tempi sono stati adottati da organi amministrativi di Roma Capitale e dalla Soprintendenza Paesaggistica di Roma alcuni atti irrituali, contraddittori  che lasciano perplessi sulla reale volontà di riaprire al pubblico la pineta e su cui è  stata presentata al Ministro dei Beni Culturali una interrogazione  dagli onorevoli Stefano Fassina e Annalisa Pannarale*.

Pineta di villa Massimo: eliminare gli abusi, ripiantare i pini tagliati, riaprire la pineta

Comitato per la difesa della pineta di villa massimo
E mail: comitatovillamassimo@gmail.com

vedi la cronologia della vicenda  nella scheda Villa Massimo (Punto Verde Infanzia) II Municipio

vedi anche l’articolo pubblicato su Il Tempo di ieri: Iltempo_consigliodistato_27122017

*Interrogazione a risposta scritta 4-18722 presentato daFASSINA Stefano testo diMartedì 5 dicembre 2017, seduta n. 897

FASSINA e PANNARALE. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — Per sapere – premesso che:

la pineta di Villa Massimo, parco comunale con vincolo paesaggistico dal 1927, sita in Roma, è una delle poche memorie dell’aspetto originario dei luoghi di quella che a fine ’800 era la Villa Massimo, che si estendeva tra la villa Torlonia e l’odierna piazza Bologna;

la Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio di Roma, con una nota del 29 agosto 2017 (prot. N. 23618) ha accolto con prescrizioni, l’elaborato grafico, la relazione e il progetto di ripristino e restauro del giardino della Villa Massimo trasmessi dal municipio di Roma 2;

secondo gli interroganti è opportuno verificare se la suddetta Soprintendenza abbia agito nel rispetto dei princìpi costituzionali di tutela dei beni ambientali, paesaggistici e architettonici, della trasparenza, dell’imparzialità dell’azione della pubblica amministrazione;

in particolare, è necessario verificare se, nel dar seguito alla richiesta di titolo concessorio ex articolo 57-bis del decreto legislativo n. 42 del 2004 del dipartimento tutela ambientale del comune di Roma, struttura, a giudizio degli interroganti, non legittimata in quanto le competenze relative all’area in questione, Punto verde infanzia, in base all’ordinanza del sindaco di Roma n. 43 del 2014 sono in capo all’ufficio di scopo indirizzo e coordinamento Punti verdi, la Soprintendenza abbia osservato le norme in materia di vincoli ambientali, paesaggistici e architettonici;

occorre, quindi verificare se la Soprintendenza, nel portare avanti l’iter amministrativo previsto per il titolo concessorio ex articolo 57-bis del decreto legislativo n. 42 del 2004 in merito alla richiesta del municipio di Roma II, che per gli interroganti non sembra, legittimato ad agire dalle norme sul decentramento del comune di Roma, abbia osservato le norme in materia di vincoli ambientali, paesaggistici e architettonici,

considerato che l’autorizzazione avrebbe dovuto essere rilasciata prima della concessione, essendo l’area sottoposta a tutela;

occorre inoltre verificare se la Soprintendenza, nel dare seguito al testimoniale dei luoghi e al progetto di ripristino trasmesso dal municipio di Roma II con nota prot. n. 4891 del 13 marzo 2017 ad un concessionario avente plurimi contenziosi sul bene in questione con il comune di Roma, abbia osservato le norme in materia di vincoli ambientali, paesaggistici e architettonici;

occorre poi accertare se le stesse norme siano state pienamente rispettate dalla Soprintendenza speciale archeologia belle arti e paesaggio di Roma con riferimento alla nota del 12 ottobre 2017, riferita alla realizzazione di interventi non autorizzati di restauro e risanamento conservativo, nonostante tra le modificazioni realizzate figurino manufatti abusivi senza concessione edilizia;

occorre, altresì, verificare se la Soprintendenza abbia considerato che il municipio ha emesso tre determinazioni dirigenziali di demolizione di edifici abusivi in quanto privi di concessione edilizia, documentazioni fatte pervenire dal comitato per la difesa della pineta di Villa Massimo;

è necessario anche appurare se la Soprintendenza abbia considerato che l’estratto catastale, allegato alla richiesta di titolo concessorio e al testimoniale dei luoghi trasmesso dal municipio di Roma II il 4 marzo 2017, si riferisce a quattro condoni in sanatoria (concessi nel 1997) che sono stati tutti ritirati in autotutela nel 1999 e nel 2016, dall’ufficio speciale condoni edilizi (Usce) e dall’Ufficio condoni (Uce), come da documentazione fatta pervenire dal comitato per la difesa della pineta di Villa Massimo –:

come si giustifichi l’autorizzazione concessa dalla Soprintendenza archeologica di belle arti e paesaggio di Roma relativa al progetto di ripristino e restauro dei giardini di Villa Massimo elaborato dal municipio di Roma 2, considerato che tale progetto per gli interroganti presenta profili di dubbia legittimità sul piano del rispetto dei vincoli paesaggistici e architettonici come evidenziato in premessa.
(4-18722)

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