Lunedì 29 aprile 2024 in concomitanza con l’approdo alla Camera del Disegno di Legge Calderoli sull’autonomia differenziata, Carteinregola ha lanciato un libro scaricabile gratuitamenteAutonomia differenziata Perchè NO– le 23 materie che possono cambiare i connotati al nostro Paese e ai diritti dei cittadini con decine di interventi che spiegano cosa succederà al Paese e alle Regioni – e alle persone – più povere se l’ autonomia differenziata sarà approvata definitivamente. (> vai alla pagina con l’indice e il libro scaricabile)
Nell’autunno 2021, quando abbiamo aperto questa scheda dedicata all’autonomia regionale differenziata scrivevamo: “L’autonomia regionale differenziata a prosegue il suo iter e nelle prossime settimane arriverà al voto del Parlamento. Intanto nessuno ne parla, nè le istituzioni, nè la stragrande maggior parte dei media e nemmeno molte realtà della società civile, che pure ne sono a conoscenza, in una sorta di inspiegabile consegna del silenzio, interrotto solo da qualche drappello di risoluti e instancabili volenterosi, purtroppo con scarsa visibilità e, finora, scarso ascolto da parte della politica di ogni schieramento. Così i cittadini si accorgeranno delle conseguenze solo dopo il punto di non ritorno dell’approvazione: regioni ricche del nord che potranno trattenere fino a nove decimi del proprio gettito fiscale per spenderlo nei propri territori, e che avranno competenze, come già per la sanità, per altre materie importantissime finora esclusiva dello Stato: Scuola, Tutela dell’ambiente e dell’ecosistema; Tutela della salute; Istruzione; Tutela del lavoro; Rapporti internazionali e con l’Unione europea e molto altro. Un provvedimento che confligge con il patto di solidarietà della nostra Costituzione e che accrescerà ulteriormente le disuguaglianze. E tutto questo senza nessun dibattito pubblico, che sarebbe il minimo indispensabile di fronte a scelte così impattanti. Perchè l’autonomia differenziata non sarà solo un piccolo ulteriore scivolamento di un sistema già profondamente disuguale, sarà l’inizio di una valanga che spingerà le classi politiche e dirigenti di ogni pezzo grande o piccolo di Italia a cercare di arraffare qualcosa per il proprio elettorato e per i propri interessi, distruggendo quel patto nazionale che fino a oggi era chiamato a rispondere alle disuguaglianze sociali, a vigilare sul nostro patrimonio collettivo – i beni culturali e l’ambiente – a garantire i diritti dei cittadini, gli stessi, per tutti“. Da allora non è cambiato molto rispetto ai contenuti e al percorso: la bozza di disegno di legge portato avanti dalla Ministra Gelmini nel Governo Draghi è proseguito, con un’accelerazione e qualche peggioramento, nel Governo Meloni, con il Ministro Roberto Calderoli. Anche se, con il cambio di maggioranza – e anche con alcuni cambi di leadership e di linea politica nelle opposizioni – il tema è man mano entrato nel dibattito politico e assurto all’attenzione dei media. Il DDL Calderoli è stato approvato dal Governo nella primavera 2023, e parallelamente è stato varato il Comitato Nazionale incaricato della definizione del Livelli Essenziali delle Prestazioni (Lep), denominato CLEP, affidato alla guida di Sabino Cassese, composto da 62 . IL DDL è poi passato all’esame della Commissione Affari costituzionali del Senato, nell’ottobre 2023 sono terminati i lavori del CLEP. Intanto contro l’autonomia differenziata hanno cominciato a levarsi sempre più voci, dalla società civile, con l’impegno dei sindacati CGIL e UIL, di ANPI, ACLI, e varie realtà a partire dai Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata, attivi dal 2019.
Il 23 gennaio 2024 il DDL, con alcune modifiche apportate dalla Commissione, è stato approvato dal Senato, quindi il 19 giugno è stato approvato dalla Camera, e il 29 giugno 2024 è stato pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale, entrando in vigore il 13 luglio 2024. Pochi giorni dopo, il 5 luglio, è stato depositato in Cassazione il quesito per chiedere un referendum abrogativo da parte di un comitato promotore composto da un ampio schieramente di partiti ma soprattutto da tantissime realtà della società civile, con un ruolo di coordinamento della CGIL. Contemporaneamente alcuni Consigli regionali – Campania, Toscana, Emilia Romagna e Sardegna – hanno deliberato di chiedere il referendum con lo stesso quesito, ma affiancandone un altro solo parzialmente abrogativo (le Regioni possono inoltre promuovere un ricorso in via prinicipale alla Corte Costituzionale). Il 20 luglio è partita la campagna per raccogliere le 500.000 firme entro il 20 settembre, con l’organizzazione di banchetti in tutta Italia. Il 26 luglio è stata attivata la piattaforma per firmare on line, che in soli 4 giorni ha superato il 50% delle firme totali necessarie. (AMBM)
La cronologia che segue – in costruzione – è stata ricavata da varie fonti, a partire dal libro Verso la secessione dei ricchi – Autonomie Regionali e Unità Nazionaledi Gianfranco Viesti (Ed. Laterza) [1] e dalla testata ROARS (Return of Academy ReSearch), oltre che da articoli e libri citati
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Articolo 3Costituzione Italiana
2001La riforma costituzionale
Il 7 ottobre 2001, dieci milioni di cittadini italiani confermano con il proprio sì la riforma costituzionale del Titolo V della Costituzione. Il referendum – a cui partecipa solo il 34 per cento dei votanti – rappresenta il punto di arrivo di un lungo percorso, iniziato nel 1997, durante il primo governo Prodi, con una commissione bicamerale sul tema. Due anni dopo, nel 1999 – il presidente del Consiglio è Massimo D’Alema – il lavoro della commissione confluisce in una proposta di legge. L’approvazione del testo infine arriva nel marzo 2001 quando a Palazzo Chigi c’è Giuliano Amato. La riforma nasce quindi dal centrosinistra, in un periodo in cui il dibattito sul rapporto fra Stato e regioni è quanto mai acceso anche per effetto delle spinte federaliste dell’allora Lega Nord.(DA PAGELLA POLITICA 20 11 2020)
Con la legge costituzionale n° 3 del 18 ottobre 2001 è completamente riformato il Capo V parte seconda della Costituzione italiana, recante norme sulle Regioni, le Province e i Comuni. La riforma giunge dopo un percorso verso il decentramento amministrativo e legislativo avviato con la Legge n° 59 del 1997 (Legge Bassanini) [2], con il D.Lgs 469/1997 [3] e il D.Lgs 112 del 1998 [4].
Il nuovo testo istituzionale opera una nuova e diversa ripartizione delle competenze normative tra Stato, Regioni ed Enti locali: al terzo comma dell’articolo 116[5], prevede che possano essere attribuite alle regioni a statuto ordinario ulteriori competenze delle 20 materie a legislazione concorrente Stato/Regioni elencate al terzo comma dell’ articolo 117:
Sono materie di legislazione concorrente quelle relative a:
rapporti internazionali e con l’Unione europea delle Regioni;
commercio con l’estero;
tutela e sicurezza del lavoro;
istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale;
professioni;
ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazione per i settori produttivi;
tutela della salute;
alimentazione;
ordinamento sportivo;
protezione civile;
governo del territorio;
porti e aeroporti civili;
grandi reti di trasporto e di navigazione;
ordinamento della comunicazione;
produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell’energia;
previdenza complementare e integrativa;
coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario;
valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali;
casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale;
enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale.
e 3 materie di quelle di esclusiva potestà statale elencate al secondo comma:
Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: (…) l) giurisdizione e norme processuali; ordinamento civile e penale; giustizia amministrativa;[materia che può essere attribuita alle Regioni limitatamente all’organizzazione della giustizia di pace] (…) n) norme generali sull’istruzione; (…) s) tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali.
Dopo la riforma costituzionale, alcune regioni prendono iniziative per ottenere ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, che non giungono a compimento: la Toscana nel 2003 per i beni culturali, il Veneto e la Lombardia nel 2006-07 su molte materie, il Piemonte nel 2008 su sei materie [6] .
25- 26 giugno 2006 si tiene un Referendum costituzionale confermativo avente oggetto la riforma varata dal centro-destra, diretta a modificare sotto più profili la seconda parte della Costituzione: tra questi una devoluzione alle regioni della potestà legislativa esclusiva in alcune materie come organizzazione scolastica, polizia amministrativa regionale e locale, assistenza e organizzazione sanitaria (le norme generali sulla tutela della salute tornano di competenza esclusiva dello Stato). Vincono i no, con il 61,29 % e un’affluenza del 52% degli aventi diritto [7]
5 maggio 2009 approvata la Legge n. 42 “Delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell’articolo 119 della Costituzione“; la legge nelle intenzioni avrebbe dovuto segnare “il passaggio dal sistema dei trasferimenti fondato sulla spesa storica a quello di attribuzione di risorse basate sull’individuazione dei fabbisogni standard necessari a garantire il finanziamento integrale dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali delle funzioni fondamentali degli enti locali” [8], previsioni perequative che non si sono finora realizzate.
Veneto e Lombardia, apri pista dell’Autonomia Differenziata, poi seguite dall’Emilia Romagna – il Governo Gentiloni firma i pre accordi
Nel giugno 2014 il Consiglio Regionale del Veneto approva due leggi di indi- zione di referendum popolari consultivi, il primo – legge 15/2014 – su ulteriori forme di autonomia, [8], il secondo – 16/2014 – si basa sul quesito: “Vuoi che il Veneto diventi una Repubblica indipendente e sovrana?”.
il 17 febbraio 2015 il Consiglio Regionale della Lombardia impegna il Presidente ad indire un referendum consultivo sull’attribuzione alla regione di maggiori condizioni di autonomia
10 febbraio 2016 Sentenza Corte Costituzionale [10] che stabilisce che il parametro del residuo fiscale non può essere considerato un criterio specificativo dei precetti contenuti nell’articolo 119 della Costituzione, che si occupa del finanziamento di Regioni ed Enti locali [11]
28 agosto 2017 – La Giunta regionale dell’Emilia Romagna approva il Documento di indirizzi per l’avvio del percorso finalizzato all’acquisizione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia ai sensi dell’articolo 116, comma terzo, della Costituzione, arricchito dei contributi prevenuti dai firmatari del Patto per il lavoro (sindacati, imprese, enti locali, università, associazioni) (la Giunta aggiornerà il proprio Documento di indirizzi dopo l’approvazione di una seconda risoluzione in Assemblea legislativa del 16 novembre 2017, dopo la prima risoluzione approvata del 3.10.2017 (nel corso del 2017 e del 2018, la Regione Emilia-Romagna approva rispettivamente le Risoluzioni n. 5321, n. 5600, n. 6124, n. 6129 con cui l’Assemblea legislativa impegna il Presidente della Giunta regionale ad avviare li negoziato col Governo ai fini della prevista Intesa)
23 ottobre 2017 all’indomani del referendum il Presidente Zaia dichiara (Il Sole24 ore) “..Penso che con questa elezione si dimostri che non esiste il partito dell’autonomia, esistono i veneti che si esprimono a favore di questo concetto»…«Vincono i veneti, il senso civico dei veneti del “padroni a casa nostra… Nell’alveo della Costituzione si possono fare le riforme».«Noi chiediamo tutte le 23 materie, lo dico subito, e i nove decimi delle tasse».
Il 7.11.2017 il Consiglio Regionale della Lombardia approva una risoluzione con la quale richiede competenze su tutte le 23 materie e “la garanzia dell’acquisizione di tutte le risorse necessarie al finanziamento integrale delle funzioni attribuite alla Regione”. [12]
15.11.2017 Il Consiglio Regionale del Veneto approva il il testo di una proposta di legge statale di attribuzione delle competenze. All’articolo 2 essa prevede che spettino alla Regione, oltre ai tributi già attributi in attuazione della legge 42/2009, nove decimi del gettito dell’Irpef […] dell’Ires […] dell’imposta sul valore aggiunto riscossi nel territorio della Regione stessa. Le richieste riguardano la competenza su tutte le 23 materie [13].
L’Emilia-Romagna chiede inizialmente nove materie, successivamente aumentate, senza chiedere interventi sul meccanismo perequativo.
Il 28 febbraio 2018, 4 giorni prima delle elezioni politiche, son firmati gli Accordi preliminari in merito all’Intesa prevista dall’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, tra il Governo ´Gentiloni (PD) – rappresentato dal sottosegretario agli Affari regionali, Gianclaudio Bressa (eletto nelle fila del PD, poi si candiderà e sarà eletto con il gruppo per le Autonomie Aut (SVP-PATT, UV) – e le Regioni Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto [14]:
Tali accordi, assai simili, stabiliscono all’art. 2 una durata decennale e la possibilità di modifica in qualunque momento di comune accordo tra lo Stato e la Regione. Riguardano cinque delle 23 materie: politiche del lavoro, istruzione, salute, tutela dell’ambiente, rapporti internazionali e con l’Unione Europea. Per quanto attiene alle risorse, stabiliscono all’articolo 4 (anche nel caso dell’Emilia-Romagna) che esse andranno determinate da un’apposita Commissione paritetica Stato-Regione, sulla base “di fabbisogni standard”, che dovranno essere messi in relazione “alla popolazione residente e al gettito dei tributi maturati nel territorio regionale“
Gli Accordi preliminari prevedono (art. 2 delle Disposizioni generali) che l’intesa abbia una durata decennale, potendo comunque essere modificata in qualunque momento di comune accordo tra lo Stato e la Regione, “qualora nel corso del decennio si verifichino situazioni di fatto o di diritto che ne giustifichino la revisione”.
L’Autonomia Differenziata nelle elezioni politiche del 2018 e nel Governo Conte 1
Il tema dell’autonomia differenziata è presente nei programmi elettorali del M5S ma non del PD [15]; dopo le elezioni l’ accordo tra la Lega di Matteo Salvini e il M5S di Luigi Di Maio, che dà vita al primo Governo di Giuseppe Conte, prevede un punto specifico dedicato all’autonomia [16], che sarà fortemente sostenuta dalla ministra leghista per gli Affari Regionali Erika Stefani.
6 giugno 2018, il Consiglio regionale del Lazio approva l’ordine del giorno n. 2del 31 maggio 2018 su “Intesa Stato-Regione prevista dall’art. 116, terzo comma, della Costituzione italiana“, impegnando il Presidente ad avviare il negoziato con il Governo affinchè siano attribuite alla regione competenze nelle seguenti materie: lavoro; istruzione; salute; tutela dell’ambiente e dell’ecosistema; governo del territorio; rapporti internazionali e con l’Unione europea scarica l’ODG (dal sito del SenatoDossier n.45 “ )
11 luglio 2018 La Ministra Stefani intervenendo alla Camera per il question time (Camera dei deputati, Interrogazione a risposta immediata n. 3-00065, 11 luglio 2018) riferisce che tutte e tre le regioni hanno manifestato Governo l’intenzione di «ampliare il novero delle materie da trasferire». Nel frattempo, altre regioni, pur non avendo firmato alcuna preintesa con il Governo, hanno espresso la volontà di intraprendere un percorso per l’ottenimento di ulteriori forme di autonomia. Alla fine del 2018 il processo di richiesta di ulteriori competenze sarà stato avviato in varia forma in Piemonte, Liguria, Toscana e Marche- Umbria; mozioni, ordini del giorno o iniziative dei Presidenti della Regione si registrano in Lazio, Campania, Basilicata, Puglia.
23 luglio – 18 settembre 2018 Giunta regionale della Regione Emilia-Romagna approva un nuovo documento di indirizzi; il 18 settembre l’assemblea legislativa approva una nuova risoluzione, n. 7158, per rinnovare la propria intenzione di proseguire con il nuovo Governo il percorso istituzionale già intrapreso
settembre 2018 La NADEF [18]– Nota di aggiornamento al DEF (Documento di Economia e Finanza) – 2018 dedica un specifico paragrafo al programma di riforme istituzionali che il Governo intende attuare; tra le priorità il completamento dei percorsi avviati dalle regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna nel 2017 in attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione.[19]
2 ottobre 2018, il Presidente della ER Stefano Bonaccini, trasmette al Ministro per gli Afari regionali eel Autonomie la richiesta di dare avvio ad un nuovo negoziato per la prosecuzione del percorso finalizzato al riconoscimento dell’autonomia differenziata;
2 ottobre 2018il Consiglio regionale del Lazio approva, in relazione alla proposta di legge “disposizioni per la semplificazione e lo sviluppo regionale”, l’ordine del giorno n. D29/251, il quale pone l’enfasi sull’esigenza di evitare che l’attivazione di percorsi di “regionalismo differenziato” rappresenti lo strumento per inasprire i divari di ricchezza e capacità fiscale tra i diversi territori regionali, concorrendo ad un progressivo incremento della disuguaglianza interregionale;
16 ottobre 2018 la Giunta regionale del Lazio approva le DGR n. DEC44 recante “Iniziativa regionale per il riconoscimento di ulteriori e specifiche forme di autonomia per la Regione Lazio, in attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione” in cui si individuano cinque ambiti di intervento per i quali avviare – in un’ottica di regionalismo differenziato – il negoziato con il Governo ai fini dell’intesa prevista dall’art. 116, terzo comma, della Costituzione da affaritaliani 20 gennaio 2023scarica decisione
21 dicembre 2018Nella riunione del Consiglio dei ministri n. 33 è condivisa l’informativa svolta dal Ministro Stefani in merito al percorso per il completamento dell’acquisizione delle intese delle 3 regioni, che prevede la definizione della proposta da sottoporre ai Presidenti delle Regioni interessate entro il 15 febbraio 2019. E’ ricordata, una volta raggiunta l’intesa sulle materie, la necessità del passaggio parlamentare con l’approvazione della legge rinforzata che recepisce l’intesa tra Stato e Regione. Successivamente sono previsti provvedimenti attuativi della legge. In tale sede, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie ha ricordato che, oltre alle regioni che hanno sottoscritto le pre-intese, sono pervenute ufficialmente al Governo le richieste di Piemonte, Liguria, Toscana, Umbria e Marche [19].Ad esito del Consiglio dei Ministri è annunciata la firma delle Intese, da sottoporre successivamente al voto parlamentare, previsto per il 15.2.2019.
21 gennaio 2019 Nel corso della riunione della Conferenza episcopale regionale, svoltasi a Reggio Calabria, i vescovi calabresi esprimono “profonda preoccupazione per i processi di ‘regionalismo differenziato’ e ” il timore che con la legittima autonomia dei territori si possa pervenire ad incrinare il principio intangibile dell’unità dello Stato e della solidarietà, generando dinamiche che andrebbero ad accrescere il forte divario già esistente tra le diverse aree del Paese, in particolare tra il Sud ed il Nord” [20 a].
7 febbraio 2019 Deliberazione del Consiglio delle autonomie locali del Lazio sullo schema di deliberazione della giunta regionale per il riconoscimento di ulteriori e specifiche forme di autonomie ecc. Il Consiglio dà il proprio parere positivo al testo ed chiede che una sua rappresentanza sia chiamata a far parte della delegazione regionale deputata a trattare con il governo i termini dell’intesa. Chiede anche che venga ampliata la richiesta di ulteriori forme di autonomia ad altri ambiti, in particolare a quello della “salute” con riguardo ai principi fondamentali in materia di salute e ricerca scientifica. Dopo il parere positivo del Cal la delibera sarebbe dovuta arrivare in consiglio e il Presidente della Regione avrebbe dovuto avviare la trattativa con il Governo (> leggi tutto su Affari italiani) scarica la deliberazione
Bozza Lombardia testo che recepisce osservazioni Ministeri (eccetto MEF) – Intesa sottoscritta tra il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte e il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia
Bozza di intesa – Veneto testo che recepisce osservazioni Ministeri (eccetto MEF) – Intesa sottoscritta tra il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte e il Presidente della Regione Veneto Attilio Fontana
Bozza di intesa – Emilia Romagna Intesa sottoscritta tra il Ministro con delega agli Affari regionali e le Autonomie Erika Stefani e il Presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini (Proposta aggiornata al 20 dicembre 2018)
Contemporaneamente esce il libro del Gianfranco Viesti, professore ordinario di economia all’Università di Bari, un vero e proprio grido d’allarme dal titolo “Verso la secessione dei ricchi? Autonomie regionali e unità nazionale ” Il libro edito da Laterza, è scaricabile gratuitamente per poter raggiungere il più ampio pubblico possibile [1]
14 febbraio 2019 Il Consiglio dei ministri ha all’ordine del giorno l’avvio dell’esame dei tre disegni di legge destinati a recepire le intese per l’Autonomia differenziata di Veneto, Lombardia e Emilia Romagna; secondo il Sole24ore il governo ha trovato l’accordo sul testo sotto la regia del sottosegretario al Mef Massimo Garavaglia e della ministra per gli Affari regionali Erika Stefani.
Abbiamo pubblicato ieri i documenti segreti, di cui inesorabilmente sembra avvicinarsi la formale adozione, con i quali sarà perfezionato il disegno dell’autonomia regionale differenziata di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Ognuno ha potuto finalmente toccare con mano cosa implicherà l’attuazione di questa autonomia differenziata sul mondo della Scuola e su quello dell’Università e della Ricerca scientifica nelle tre regioni interessate e, indirettamente, e per effetto del correlativo taglio delle risorse destinate ad alimentare la fiscalità generale dello Stato, sui restanti sistemi regionali italiani. Ma non si tratta di un colpo di Stato. Siamo stati, infatti, spettatori inerti e fin qui in larga misura inconsapevoli di una dinamica riformista che è partita da lontano. Vediamo perché le bombe ad orologeria, se qualcuno le confeziona con mani tecnicamente sapienti e poi ne cura la manutenzione, prima o poi sono destinate a deflagrare. Anche a distanza di molti anni dal loro confezionamento. E senza perdere nemmeno un po’ del loro potenziale distruttivo. (Roars, 12 febbraio 2019)
15 maggio 2019 Vengono aggiornate le bozze delle intese con le Regioni Veneto, Lombardia e Emilia Romagna (pubblicate da ROARS nel febbraio 2019) con varie modifiche, su due colonne: a sinistra il testo che recepisce le osservazioni dei Ministeri – che spesso hanno l’indicazione che non sono state accettate dalla Regione – e a destra il testo proposto dalla Regione non accettate dai ministeri o di cui si richiede la riformulazione. Tra le richieste del Veneto appare anche un Articolo che chiede “Rafforzamento del ruolo della Regione nel controllo e nella gestione dei flussi migratori per ragioni economiche“
10 luglio 2019 La Regione Campania invia al Ministro degli Affari Regionali e delle Autonomie Erika Stefani, e per conoscenza al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il documento della proposta d’intesa sull’autonomia differenziata della Regione Campania. Si legge nel comunicato sul sito:”E’ una proposta che esplicita la linea della Campania sull’autonomia differenziata: rigore amministrativo; riforme concrete che semplificano e non complicano i processi di riforma; sburocratizzazione. Da oggi, alle tre regioni del Nord, si aggiunge la Campania come Regione che ha fo rmalizzato la proposta d’intesa. Di particolare rilievo la posizione della Campania relativa a spesa storica, scuola, sanità, livelli essenziali di prestazione, fondo perequativo. Totale accettazione della sfida dell’efficienza. Difesa rigorosa dell’Unità nazionale”.scarica Lettera accordo preliminarescarica Proposta di accordo preliminare Regione-Governo
L’Autonomia differenziata continua il suo corso nel Governo Conte 2 e nel Governo Draghi
agosto settembre 2019 Il tema autonomia differenziata traghetta nelle proposte pentastellate per l’accordo di governo con il PD [20 c], e verrà inserito nei punti alla base del Conte 2 in una forma più attenuata, dove si parla di “completare il processo di autonomia differenziata giusta e cooperativa, che salvaguardi il principio di coesione nazionale e di solidarietà, la tutela dell’unità giuridica e economica; definisca i livelli essenziali delle prestazioni [LEP ndr ]concernenti i diritti civili e sociali, i fabbisogni standard” [21]
…Nella ricognizione ponderata delle materie e delle competenze da trasferire e delle conseguenti ricadute – di natura politica, giuridica, economica e sociale – che questo trasferimento determina, occorre procedere con la massima attenzione. In questa prospettiva, decisivo e centrale sarà il ruolo del Parlamento, che andrà coinvolto anche preventivamente, non solo nella fase legislativa finale di approvazione (accordo M5S PD settembre 2019)
settembre 2019 Il Governo giallorosso approva la Nota di aggiornamento al DEF (Documento di Economia e Finanza)[18]- 2019, dove c’è sempre l’Autonomia differenziata, con un’aggiunta sulle disuguaglianze economiche e sociali
2 ottobre 2019 Audizione del Ministro per gli affari regionali e le autonomie, Francesco Boccia alla Commissione parlamentare per le questioni regionali (> Vai al resoconto stenografico)
4 novembre 2019 l’associazione openpolis, in collaborazione con Rai Report, pubblica il Dossier “Il calcolo disuguale, la distribuzione delle risorse ai comuni per i servizi” che fa un bilancio degli effetti del federalismo fiscale per i comuni italiani, in particolare sui finanziamenti che gli enti ricevono per garantire servizi sul territorio [22]
novembre 2019 Il ministro degli Affari regionali del Conte 2, Francesco Boccia, annuncia che porterà la Legge quadro sull’Autonomia in Consiglio dei ministri [23].
“Spero che tutte le Regioni facciano domanda per l’autonomia differenziata. Serve una cornice unica nazionale e poi diversi livelli regionali da sottoporre al voto del Parlamento, dopo trattative mi auguro non con ogni singola Regione, ma con il tavolo della Conferenza delle Regioni, perché il tema riguarda tutte le Regioni, per aver un via libera, prima del Parlamento, cui toccherà l’ultima parola” Ministro Boccia (dal resoconto sul sito della Regione Emilia Romagna dopo incontro 26 settembre 2019)
Molto critico nei confronti della proposta Boccia il Costituzionalista Massimo Villone, che si chiede [24] se questa garantisca una distribuzione più equilibrata delle risorse, in particolare tra nord e sud, “in settori cruciali come istruzione, sanità, trasporti e comunicazioni, servizi sociali” La risposta è no. “Non bastano a tal fine i Lep [Livelli Essenziali di Prestazione NDR], e la perequazione infrastrutturale come è prevista”. E tra le varie obiezioni, quella che si ripropone dall’inizio della vicenda Autonomia Differenziata fino a oggi è che il tema meriterebbe “un dibattito senza rete” nell'”unico luogo appropriato è l’aula parlamentare”. Mentre anche la proposta Boccia punta “alla sede ristretta delle commissioni e per di più per un parere mai vincolante, e persino solo eventuale”.[25]
«La proposta non è condivisa con il Parlamento, il governo e Boccia si fermino su questa assurda proposta di presentare un emendamento sull’autonomia differenziata in legge di bilancio». Così Luigi Gallo, Presidente della Commissione Cultura del Movimento 5 Stelle della Camera replica al ministro Boccia che in audizione – racconta Gallo – aveva annunciato l’intenzione di voler inserire la legge quadro sulle autonomie in legge di bilancio senza discuterla in Parlamento. «Nessun blitz verrà accettato», ribadisce l’esponente M5s.
Febbraio 2020scoppia la pandemia Covid 19 in Italia, che evidenzia molte criticità che dovrebbero portare a un ripensamento della stessa riforma del Titolo V: dalla gestione della sanità – nel sud al di sotto delle minime necessità, nel nord massimamente privatizzata con la mancanza di strutture adeguate all’emergenza – al continuo rimpallo tra il governo Conte 2 e le Regioni, in particolare le più colpite, Lombardia in testa, nelle decisioni delle misure da adottare.
20 maggio 2020 Audizione del Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie, On. Francesco Boccia alla Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale (Bicamerale) (> Vai al resoconto stenografico)
31 dicembre 2020 Nella conferenza stampa di fine anno il Presidente del Consiglio Conte ribadisce che tra gli obiettivi del Governo c’è l’autonomia regionale differenziata.
13 febbraio 2021 Con l’insediamento del Governo Draghi è nominata Ministra per gli affari regionali e le autonomie Maria Stella Gelmini (Forza Italia).
8 ottobre 2021 un manipolo di senatori, in testa Gregorio De Falco e Saverio De Bonis (Gruppo misto) diffonde un comunicato in cui si chiede alla maggioranza di sottoscrivere un emendamento per stralciare il punto sull’autonomia differenziata dal collegato alla manovra di bilancio. L’emendamento viene bocciato
7 dicembre comunicato del coordinamento NO AD [28]
15 dicembre 2021 Bologna consegna delle firme della Petizione popolare dell’Emilia Romagna che ha chiesto il ritiro dell’Accordo Stato Regione del 2018
17 dicembre 2021 Roma sala Nassirya del senato, Conferenza stampa – Il silenzioso avanzare dell’Autonomia differenziata – per il lancio del presidio (evento organizzato dal senatore Gregorio de Falco) Contestuale invio di una Lettera ai parlamentari in cui si chiede espressamente che “il Parlamento avvii un ampio dibattito che coinvolga, oltre ai diversi livelli istituzionali (a partire dai Comuni), tutta la società civile nelle sue forme di rappresentanza e adotti un atto di indirizzo, perché il disegno di legge sull’Autonomia differenziata non sia più collegato alla legge di Bilancio, in modo che sia possibile discutere e deliberare per riconsiderare questa materia in modo approfondito.”
Il 21 dicembre dalle 14 alle 18,30 in piazza Santi Apostoli a Roma si tiene un Presidio, promosso e sostenuto anche da Carteinregola, per il ritiro dell’Autonomia differenziata dal collegato al bilancio.[29]
23/12/2021 – Nella conferenza stampa di fine anno il presidente del Veneto Zaia rimarca che “L’autonomia non esce dall’agenda del Veneto, resta tra i primi punti anche per il 2022. Il lavoro non si ferma, e nemmeno il dialogo con il governo” aggiungendo che ‘’si va nella direzione di una legge quadrio che a gennaio potrebbe arrivare in Parlamento se si troverà l’accordo’’. Zaia chiarisce come il Veneto abbia chiesto chiarezza sulla norma finanziaria con una tassa di scopo da dedicare alle regioni più in difficoltà e si dipsiace che “l”Autonomia è però rimasta fuori dai temi toccati dal premier Mario Draghi nella conferenza di fine anno. Rischia di essere un’occasione mancata per il governo” (> vai all’intervista su Antenna 3 Servizio di Francesca Bozza)
30 dicembre 2021 Il 22 dicembre inizia l’esame della Legge di Bilancio 2022, approvato definitivamente il 30 dicembre 2021 [30] Alcuni commi, a partire dal 159, introducono i LEPS (Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali) [31], “costituiti dagli interventi, dai servizi, dalle attività e dalle pre- stazioni integrate che la Repubblica assicura, sulla base di quanto previsto dall’ar- ticolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione e i criteri indicati agli articoli 1 e 2 della legge 8 novembre 2000, n. 328 [32], con carattere di universalità su tutto il territorio nazionale per garantire qualità della vita, pari opportunità, non discriminazione, prevenzione, eliminazione o riduzione delle condizioni di svantaggio e di vulnerabilità”, si tratta di un adempimento previsto da anni, che potrebbe anche essere stato inserito in vista dell’ introduzione dell’autonomia regionale differenziata. Tuttavia l’introduzione dei LEPS nella legge di bilancio è solo un primo passo – in realtà una “scatola vuota” – rispetto alla definizione e all’attuazione dei LEPS stessi, che prevedono un lungo percorso che comprende la “programmazione, il coordinamento e la realizzazione dell’offerta integrata dei LEPS sul territorio“e molto altro, percorso che non ne garantisce affatto l’effettiva adozione, soprattutto prima dell’approvazione dell’autonomia differenziata [31]
31 gennaio webinar 2022 L’ITALIA NON SI TAGLIA – Autonomia Differenziata: cosa succede alla scuola a cura di Carteinregola e ANPI San Lorenzo (> vai al video e alla presentazione)
11 gennaio 2022 Intervista del Mattino di Padova del Ministro Maria Stella Gelmini – Alla domanda se il Governo affronterà a breve l’autonomia differenziata risponde: “per quanto mi riguarda non ci siamo mai fermati e abbiamo voluto indicare il disegno di legge quadro sull’autonomia differenziata come collegato alla legge di bilancio, portando avanti in questi ultimi mesi una proficua interlocuzione con le Regioni e in particolare con il Veneto”. Alla domanda su che tipo di intesa si stia costruendo: “lavoriamo dsu due binari paralleli: da un lato c’è la legge quadro, propedeutica a qualsiasi accordo; dall’altro c’è il confronto con le singole Regioni che avevano già avviato la richiesta di maggiori forme di autonomia. Questo ci consentirà di procedere spediti una volta approvata la legge, senza dover ricominciare l’iter in quelle regioni in cui si è già avviata una trattativa”. Una domanda sul quando: ” Il testo è sostanzialmente pronto e contiamo di portarlo entro gennaio in Consiglio dei Ministri”: dopo di chè toccherà al Parlamento stabilirne la calendarizzazione, tenendo conto che si tratta di un collegato alla finanziaria” (…)
18 febbraio 2022 Conferenza stampa congiunta dei presidenti del Veneto Zaia e dell’Emilia Romagna Bonaccini, con al centro il tema dell’autonomia, nella quale Zaia precisa che “Siamo alle battute finali e attendiamo una risposta dal Governo. Il tema sarà assolutamente cruciale e premiale nelle prossime settimane. Siamo in attesa. Draghi batta un colpo»”. (Il Mattino di Padova)
22 febbraio 2022 L’Italia non si taglia- Autonomia Differenziata: cosa succede alla sanità a cura di Carteinregola e ANPI San Lorenzo ( > vai al video e alla presentazione)
5 marzo 2022 L’Agenzia Dire diffonde un’intervista al Sindaco di Bologna Matteo Lepore che, dichiara: “Io non sono d’accordo con l’autonomia differenziata: dopo il Covid la sanità pubblica nazionale deve essere la priorità e invece vedo troppa confusione politica e istituzionale. Occorre che ognuno torni a fare il proprio compito: la Costituzione italiana è molto chiara; abbiamo già tanto da fare così, e bisogna farle bene“. [33]
6 aprile 2022Il Governo approva il DEF Documento di economia e finanza, che viene trasmesso al Parlamento il 7 aprile: al primo posto, c’è ancora l’autonomia differenziata
19 aprile 2022 la I Commissione Affari costituzionali della Camera, in sede referente, approva il testo di una riforma costituzionale che modifica l’ordinamento e i poteri di Roma Capitale. I due articoli della riforma costituzionale attribuiscono alla Capitale d’Italia anche poteri di livello legislativo: il primo articolo prevede che all’articolo 114 della Costituzione sia aggiunto un comma, in cui si afferma che “Roma Capitale dispone di poteri legislativi definiti nelle materie di cui all’articolo 117, terzo e quarto comma”, quelle di competenza esclusiva appunto delle Regioni e quelle di competenza concorrente tra Stato e Regioni “esclusa la tutela della salute e le altre materie stabilite d’intesa con la Regione Lazio e lo Stato“. (> vai alla pagina)
31 maggio 2022 presentate due proposte di legge costituzionale che prevedono la cancellazione del comma 3 dell’art 116 della Costituzione, frutto della ‘riforma’ del 2001, al Senato (AS 2618) dal senatore Gregorio De Falco con i cofirmatari Fattori, Cataldo, Granato, Nugnes e alla Camera dal gruppo Manifesta (Suriano, Benedetti, Ehm, Sarli).
14 giugno 2022 Articolo 21 pubblica la lettera inviata dalla Presidente di Carteinregola e dalla portavoce del tavolo NO AD che chiede aiuto per portare a conoscenza dell’opinione pubblica quanto sta avvenendo all’insaputa dei cittadini italiani. (> Vai alla lettera)
15 giugno 2022Il ministro per il Sud e la Coesione territoriale Mara Carfagna al Question time illustra tre principi per il ddl sull’autonomia differenziata: finanziamento dei LEP, abbandono della spesa storica e coinvolgimento del Parlamento, utilizzando una frase di don Milani:“Non c’è nulla di più ingiusto che fare parti uguali tra disuguali”. (> vai al resoconto sul sito del Governo)
15 giugno 2022 Il tavolo NO AD diffonde un comunicato che annuncia un presidio il 22 giugno a Roma durante l’incontro tra Mariastella Gelmini e i presidenti di regione e un’assemblea online per il giorno 24 giugno – dalle ore 18 alle ore 21 – per discutere quali iniziative prendere (> vai alla Dichiarazione del Tavolo per il NO all’Autonomia Differenziata)
16 giugno 2022 un gruppo di costituzionalisti, prima firma Massimo Villone emerito di diritto costituzionale e presidente del Coordinamento per la democrazia costituzionale presenta un disegno di legge di iniziativa popolare per modificare gli articoli 116 3 comma e 117 della Costituzione (> vai al video della conferenza stampa al Senato)
Prendono posizione contro l’AD la senatrice di Cal (Costituzione Ambiente Lavoro), Virginia La Mura: “Sostengo la lotta che i comitati italiani contro l’autonomia differenziata stanno promuovendo contro la bozza della ministra Gelmini. Non sono stereotipi le critiche trasversali che stanno arrivando ma l’unico ed effettivo argine alla deriva territoriale e costituzionale a cui siamo esposti, soprattutto al Sud” e Saverio De Bonis (FI) “… La legittima aspirazione di alcune regioni a ottenere maggiore autonomia nella gestione delle competenze non può trasformarsi in un’arma per acuire i divari territoriali che da decenni affliggono il nostro paese“
27 giugno 2022 – Webinar l’Italia non si taglia, cosa succede al Governo del Territorio e alla Protezione civile (> Vai alla pagina con il video)
29 giugno 2022 – conferenza stampa di Pier Luigi Bersani e Vasco Errani, parlamentari di Articolo Uno ed ex presidenti dell’Emilia-Romagna, e di Federico Conte, di presentazione della letteraAutonomia differenziata, così non va, in cui i parlamntari si chiedono : “si tratta di un testo condiviso dal Governo nel suo complesso o di un impegno elettorale di una parte di esso? Qui sono in gioco l’unità sostanziale dell’ordinamento democratico e i diritti fondamentali dei cittadini: come può il Parlamento non esser preoccupato rispetto ad un confronto che sembra chiudersi prima ancora di esser stato aperto?” (> leggi la lettera) (> guarda la conferenza stampa)
inizio luglio 2022 La Giunta regionale del Lazio approvata una memoria che prevede l’iter per la “devoluzione”, cioè il passaggio di poteri decisionali su otto macroaree di intervento dalla Regione alla Capitale, in piena estate, alla totale insaputa dei cittadini e in assenza di un qualsiasi dibattito con le realtà civiche e sociali. Carteinregola e altre associazioni scrivono a Zingaretti e Gualtieri (> Leggi l’articolo e la lettera del 14 luglio)
12 luglio 2022 – la Commissione bicamerale per le Questioni Regionali, alla presenza di una dozzina di parlamentari, approva il documento “a conclusione dell’indagine conoscitiva sull’attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione“al vaglio della Commissione da oltre un anno e mezzo; da quanto riferito da alcune fonti parlamentari il testo non prevede la propedeuticità nè dell’individuazione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni, nè dei Fabbisogni Standard, nè di alcuna perequazione infrastrutturale per la concessione di maggiori forme di autonomia a eventuali regioni richiedenti. (> Vai al comunicato dei comitati NO AD) (> > vai al resoconto sul sito della Camera – scarica il resoconto)
13 ottobre 2022 DISEGNO DI LEGGE62 Disposizioni per l’attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, in materia di attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia alle regioni a statuto ordinario d’iniziativa dei senatori BOCCIA, ALFIERI, BASSO, BAZOLI, CAMUSSO, CASINI, COTTARELLI, CRISANTI, D’ELIA, DELRIO, FINA, FRANCESCHELLI, FRANCESCHINI, FURLAN, GIACOBBE, GIORGIS, IRTO, LA MARCA, LORENZIN, LOSACCO, MALPEZZI, MANCA, MARTELLA, MELONI, MIRABELLI, MISIANI, NICITA, PARRINI, RANDO, ROJC, ROSSOMANDO, SENSI, VALENTE, VERDUCCI, VERINI, ZAMBITO e ZAMPA scarica
16 Ottobre 2022 Approda in Commissione del Consiglio Regionale del Lazio La Proposta di Legge regionale n. 346 del 10 ottobre 2022, concernente: “Disposizioni collegate alla legge di stabilità regionale 2022 e modificazioni di leggi regionali” che contiene le “DISPOSIZIONI IN MATERIA DI GOVERNO DEL TERRITORIO E POLITICHE PER LA CASA” con l’ “Attribuzione di funzioni a Roma Capitale in materia di governo del territorio e di pianificazione urbanistico-edilizia“, con la quale si intende procedere alla devoluzione di alcuni poteri oggi di competenza regionale al Comune di Roma (vedi Ecco la Proposta di Legge della Regione Lazio per passare alla Capitale i poteri per l’urbanistica)
3 novembre 2022 la testata Roars pubblica una bozza del disegno di “legge di attuazione” dell’autonomia differenziata, destinato ad accelerare il progetto di regionalizzazione, che secondo la redazione è stata condivisa privatamente con i presidenti di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna (non c’è traccia di tale documentazione sui siti istituzionali), che continua ad affidare al Parlamento la sola ratifica e soprattutto a mantenere il criterio della spesa storica, salvo alcune materie, per cui si fa riferimento alla definizione dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP), da attuare entro tempi stabiliti.
9 novembre 2022 Il Consiglio Regionale del Lazio approva il collegato alla legge di stabilità 2022 con le norme che riguardano l’urbanistica “con la finalità di semplificare e velocizzare le procedure, vengono attribuite a Roma Capitale nuove competenze in materia di pianificazione e sulla valutazione ambientale strategica“.
15 novembre 2022 Nel convegno per il suo decennale Carteinregola illustra una serie di richieste rivolte a vari livelli amministrativi: sul tema della governance, a Governo e Parlamento chiede di interrompere il percorso avviato sull’autonomia regionale differenziata e di rimettere mano alle modifiche introdotte dalla Riforma del Titolo V della Costituzione, eliminando le previsioni di attribuzione alle Regioni delle competenze sulle materie a legislazione concorrente e di esclusiva potestà statale; alla Regione Lazio chiede di abbandonare la richiesta già avanzata al Governo nel 2018 di potestà legislative su lavoro, istruzione, salute, tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, governo del territorio, rapporti internazionali e con l’Unione europea, e di impegnarsi a non chiedere ulteriori materie
16 novembre 2022 In un’intervista a Il fatto quotidianoFabio Rampelli, il vicepresidente della Camera di Fratelli d’Italia, precisa che le due riforme – autonomia differenziata e presidenzialismo – devono essere approvate con le stesse tempistiche: “Valuterà la presidente del Consiglio e il Consiglio dei ministri, ma faccio notare che quella sull’autonomia è una legge ordinaria (quindi con tempi più veloci), mentre quella in senso presidenziale è una riforma costituzionale, quindi con tempi più lunghi”. “Escludo categoricamente che la presidente del Consiglio metta la testa su uno solo dei due dossier: lo farà contemporaneamente e poi farà una scelta consapevole”
19 novembre 2022 il segretario del Partito democratico Enrico Letta nel discorso di apertura dell’Assemblea nazionale del PD dichiara: “.. Sono passate poche settimane e già viene presentato il grande pasticcio istituzionale che la destra vuole rifilare al paese, somma di autonomia differenziata più presidenzialismo, regionalismo sovranista più presidenzialismo, che ieri è stato raccontato in modo veramente pasticciato come una bandiera identitaria, l’ennesima, in cui mettono insieme le due bandiere identitarie , la bandiera identitaria del regionalismo sovranista leghista e la bandiera identitaria presidenzialista di FdI. noi non consentiremo, lo dico da subito, la nostra opposizione a questo pasticcio istituzionale che tenta di stravolgere la costituzione, di modificarla e di rendere la costituzione ingestibile, ci troverà contrari, fortemente contrari, la nostra difesa della costituzione e dei principi della costituzione e la nostra difesa dell’unità dei territori del nostro paese, diventa uno degli elementi fondamentali del nostro lavoro…“
23 novembre 2022 La giunta Gualtieri approva la Deliberazione n. 433 Funzioni in materia urbanistica. Legge regionale 23 novembre 2022 n. 19 art. 9 comma 61 e seguenti. Presa d’atto del conferimento a Roma Capitale. Approvazione schema di convenzione e autorizzazione alla sua sottoscrizione. Scarica la delibera
21 dicembre 2022 Manifestazione indetta dal Tavolo Nazionale NO-Autonomia differenziata, per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti, insieme alle 700 realtà sociali e sindacali della campagna Non per noi ma per tutti e tutte in Piazza della Rotonda aRoma mercoledì 21 dicembre dalle ore 16 (> vai al comunicato e al video della manifestazione, in cui è intervenuta Carteinregola)
31 dicembre 2023 il Presidente della Repubblica Mattarella nel discorso di Capodanno si esprime con parole chiare: “Le differenze legate a fattori sociali, economici, organizzativi, sanitari tra i diversi territori del nostro Paese – tra Nord e Meridione, per le isole minori, per le zone interne – creano ingiustizie, feriscono il diritto all’uguaglianza”.
2 gennaio 2023 cinquanta Sindaci della “Rete Recovery Sud scrivono al Presidente della Repubblica Mattarella chiedendo di sollecitare i partiti a intervenire sulle disparità, “anziché insistere su un progetto di Autonomia Differenziata che potrà soltanto acuirle”.
2 gennaio 2022 circola il testo della legge quadro “Schema di DISEGNO DI LEGGE Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario” datata 29 dicembre 2022, depositata a Palazzo Chigi dal ministro leghista per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli (> vedi Il fatto quotidiano 2 1 23 Autonomie regionali e ddl Calderoli: la secessione dei ricchi è pure peggio del previsto Il totem della Lega – Il testo della legge quadro che disciplina le singole intese tra Stato e territori: regali al Nord, trattative dirette, Parlamento al palo di Marco Palombi – Il Mattino titola l’articolo firmato da Marco Palombi : I tempi dell’Autonomia Differenziata: ventuno mesi per il sì allo spacca – Italia”)
1 marzo 2023 il Comitato direttivo dell’ANCI (che riunisce tutti i Comuni italiani) ha presentato all’unanimità un’ampia nota critica nei confronti del Disegno di legge Calderoli e ne ha subordinato la propria approvazione all’accoglimento di numerosi emendamenti, che non sono stati accolti: l’unica modifica riguarda la previsione che l’approvazione regionale dell’intesa assicuri la consultazione degli Enti locali. (> vedi Autonomia differenziata: l’altolà dei Comuni di Mauro Volpi) scarica il documento dell’ANCI
2 marzo 2023 Conferenza delle Regioni approva il progetto di legge per l’Autonomia differenziata proposto dal ministro Roberto Calderoli. Esprimono parere contrario quattro regioni: Campania, Puglia, Emilia Romagna e Toscana(> vedi ANSA )
16 marzo 2023 Il governo, in esame definitivo, approva il disegno di legge che reca disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario, ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione (> vai al comunicato sul sito del Governo)
17 marzo 2023 Manifestazione nazionale a Napoli indetta dai sindaci del Recovery Sud Cittadini e Sindaci insieme per la solidarietà nazionale contro l’autonomia differenziata nel 162° anniversario dell’unità nazionale
20 marzo 2023 webinar L’ Italia non si taglia – 162 anniversario dell’unità nazionale, la storia della Repubblica comincia dal Risorgimento Racconto a due voci di PIERO BEVILACQUA storico e GIANCARLO DE CATALDO scrittore (> vai alla registrazione)
21 marzo 2023 Approvata in Campidoglio la Mozione NO AD promossa dai consiglieri Biolghini/Caudo Roma Futura – Erica Battaglia, Nella Converti, Valeria Baglio Giammarco Palmieri, Claudia Pappatà PD, Michela Cicculli Sinistra Civica Ecologista, Giorgio Trabucco (lista civica Gualtieri) ; la mozione è votata anche dallle opposizioni Lista Calenda e M5S, mentre il centrodestra si astiene (vedi Autonomia Differenziata: approvata la mozione in Assemblea Capitolina (e un ODG al III Municipio)
24 marzo 2023 Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella firma i disegni di legge delega per la riforma fiscale e di disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata(> Vai al comunicato dell’ANSA)
23 marzo 2023 Decreto del Presidente del Consiglio che su richiesta del Ministro Calderoli vara il Comitato Nazionale incaricato della definizione del Livelli Essenziali delle Prestazioni (Lep), denominato CLEP, affidato alla guida di Sabino Cassese, già giudice della Corte Costituzionale. Ne fanno parte 62 componenti, divisi in 10 gruppi di lavoro, tra i quali Giuliano Amato, politico, già presidente del consiglio e già presidente emerito della Corte costituzionale , come i presidenti emeriti della Consulta Franco Gallo e Annibale Marini, il presidente emerito della Cassazione Pietro Curzio, il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, il ragioniere generale dello Stato Biagio Mazzotta, l’ex presidente della Camera Luciano Violante, gli ex ministri ministro Franco Bassanini, Anna Finocchiaro e Paola Severino. Il ministro agli Affari Regionali, Roberto Calderoli ha dichiarato al Corriere della Sera: “Ho fatto una piccola Costituente. E ne sono orgoglioso. Ora si inizia a lavorare in Parlamento. Bisognerà definire le materie e gli ambiti di materia riferibili ai Livelli essenziali delle prestazioni, concernenti i diritti sociali e civili che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale”. Tra i componenti del comitato quattro uomini della squadra del governatore veneto Zaia che trattò le intese per l’Autonomia differenziata nel 2018 e nel 2019. Fa parte del CLEP anche Elena D’Orlando, Professore ordinario di Diritto regionale e Diritto amministrativo nonché Direttrice del Dipartimento di Scienze giuridiche dell’Università degli Studi di Udine, che è stata nominata anche presidente Commissione Tecnica sui Fabbisogni Standard, insediando così al vertice di una commissione che ha una fondamentale funzione di garanzia un soggetto molto favorevole all’autonomia differenziata, come evidente da un’intervista al Portale Autonomia del Veneto, della Regione Veneto del 18 gennaio 2023 (> vedi l’intervista) (> vai all’articolo del dicembre 2022 di Primavenezia.it con l’incontro con Calderoli di Zaia e “delegazione trattante” di cui fa parte Elena D’Orlando) (> vai al sito del Ministero per gli affari regionali e le autonomie con l’elenco dei nomi e delle qualifiche ) [al 29 marzo non abbiamo trovato sul sito del Governo il decreto con gli articoli che istituiscono il CLEP]
Testo definitivo del Ddl Calderoli presentato al Senato il 23 marzo 2023 Il testo del disegno di legge si trova da pag. 29 in poi, si compone di 10 articoli ed è preceduto dalla Relazione, dalla Relazione tecnica e dalle analisi tecnico-normativa e di impatto. scarica il DDL
27 marzo 2023 Italia non si taglia, Autonomia differenziata e autostrade, porti e trasporti – Intervengono: Dario Balotta Presidente OLIT Osservatorio Nazionale Infrastrutture e Liberalizzazione dei Trasporti; Gregorio De Falco ex senatore; Anna Donati, Direttore generale di Roma Servizi Mobilità; Pietro Spirito, già Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno centrale, oggi Professore di Management delle infrastrutture Universitas Mercatorum Roma. Introduce Marina Boscaino portavoce dei comitati NO AD, coordina Anna Maria Bianchi. (> vai alla registrazione e alla presentazione)
marzo – aprile 2023: ODG contro l’AD sono approvati in III Municipio (9 marzo, primi firmatari Lorenzo Spizzichino (PD), Martina Testa (RF), Simone Filomena (ScE), in II Municipio (primi firmatari Barbara Auleta SCE, Francesca Morpurgo RF, Lucrezia Colmayer, Andrea Rollin, Federica Serratore (PD) , Elisabetta Gagliassi (M5S), e in I Municipio (13 aprile primi firmatari Lorenzo Minio Paluello, “Roma Futura” Federico Auer Sinistra Civica Ecologista, Daniela Spinaci, Ludovica Jaus, Consigliere Partito Democratico), con i voti della maggioranza di centrosinistra + Lista Calenda e M5S
marzo 2023 viene predisposto dal Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie,un documento, “Ricognizione della normativa e delle funzioni statali nelle materie di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione” che elenca circa 500 funzioni oggi esercitate dallo Stato e che potrebbero essere affidate, a geometria variabile, alle Regioni, che però non è reso disponibile sul sito istituzionale.
8 maggio 2023 Convegno in Senato Quale Repubblica dopo l’autonomia differenziata. Dibattito tra istituzioni e società civile. Su iniziativa della senatrice M5S Maria Domenica Castellone (> Vai alla registrazione)
9 maggio 2023
15 maggio In un’intervista al quotidiano La Repubblica il Ministro Calderoli lancia il suo messaggio agli alleati “Se si arenasse l’autonomia regionale, abbandonerei la politica”
17 maggio 2023Sul profilo linkedin del Senato appare un post con un documento scaricabile nel quale si dichiara che la riforma proposta da Calderoli genera maggiori spese per le casse statali e che per questo rischia di aggravare le differenze tra Nord e Sud. (scarica il documento)
23 maggio 2023 Cominciano le Audizioni alla Commissione Affari Istituzionali del Senato sul DDL Calderoli (scarica Resoconto ): il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, rappresentanti della Regione Abruzzo e della Regione Lombardia, il coordinatore della Conferenza dei Presidenti delle assemblee legislative regionali, Roberto Ciambetti, il Presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta ed esperti (video). Nel pomeriggio (scarica Resoconto) ha audito il Sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, Alessandro Romoli, Presidente Upi Lazio, Franca Biglio, Presidente dell’Associazione Piccoli Comuni d’Italia, i rappresentanti dell’Associazione Sindaci del Sud Italia, della Rete Recovery Sud e del Comitato Ritiro ogni Autonomia Differenziata ed esperti (video). (> vai agli interventi della mattina) (> vai agli interventi del pomeriggio)
24 maggio 2023 la Commissione Unione Europea in un documento che accompagna le raccomandazioni specifiche per l’Italia, scrive che “le proposte per aumentare l’autonomia regionale rischiano di aumentare la complessità del quadro fiscale” “La legge richiede che questa riforma sia neutrale dal punto di vista del bilancio pubblico – ricorda l’esecutivo Ue – Tuttavia, senza risorse aggiuntive, potrebbe risultare difficile fornire gli stessi livelli essenziali di servizi in regioni storicamente a bassa spesa, anche per la mancanza di un meccanismo perequativo. Nel complesso, la riforma prevista dalla nuova legge quadro rischia di mettere a repentaglio la capacità del governo di indirizzare la spesa pubblica”. scarica il documento UE con le raccomandazioni (pag. 16)
25 maggio 2023 – audizioni in Senato alla Commissione Affari Costituzionali (scarica Resoconto): ascoltato il Presidente ANCI Antonio De Caro, il Direttore Generale ANCE, Massimiliano Musmeci, il Segretario Confederale Cgil, Christian Ferrari, il Segretario Confederale CISL, Ignazio Ganga, la Segretaria Confederale UIL, Ivana Veronese, il Segretario Confederale UGL Michela Toussan, la Vice Presidente Regione Lazio, Roberta Angelilli, il Presidente della Conferenza Delle Regioni e delle Province Autonome, Massimilano Fedriga, rappresentanti di Confartigianato Imprese, CNA, Alleanza Cooperative Italiane, Associazione Libera, Legambiente, Forum Terzo Settore, il Direttore Generale SVIMEZ, Luca Bianchi, il Segretario Nazionale ANAAO ASSOMED Pierino Silverio (video).
30 maggio 2023 audizioni in Senato alla Commissione Affari Costituzionali (scarica Resoconto) audizioni di Vito Grassi, vice presidente di Confindustria; della professoressa Roberta Calvano (Ordinaria di diritto costituzionale presso Università di Roma Unitelma Sapienza); del professor Ugo De Siervo (Presidente emerito della Corte costituzionale); dell’avvocato Anna Falcone; del professor Sandro Staiano (Ordinario di diritto costituzionale presso Università Federico II di Napoli); del professor Massimo Villone (Professore emerito di diritto costituzionale presso Università Federico II di Napoli e presidente del Coordinamento per la democrazia costituzionale) e di Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanza attiva Aps (> vai al video) Seconda parte (scaricaResoconto) audizioni del professor Gaetano Azzariti (Ordinario di istituzioni di diritto pubblico presso Università di Roma «La Sapienza»); del professor Andrea Giovanardi (Ordinario di diritto tributario presso Università di Trento); della professoressa Esther Happacher (Ordinaria di diritto costituzionale italiano presso Università di Innsbruck); del professor Gianfranco Postal (Docente a contratto presso Università di Udine, già magistrato della Corte dei Conti e dirigente generale provincia autonoma di Trento) e del professor Massimo Luciani (Ordinario di istituzioni di diritto pubblico presso Università di Roma «La Sapienza») (> vai al video)
1 giugno 2023 audizioni in Senato alla Commissione Affari costituzionali -(scarica Resoconto) professoressa Camilla Buzzacchi (ordinaria di Istituzioni di diritto pubblico presso la Scuola di economia e statistica, Università Milano Bicocca, responsabile Osservatorio diritto e innovazione Pubblica amministrazione), della professoressa Maria Agostina Cabiddu (ordinario di Istituzioni di diritto pubblico presso il Politecnico di Milano), della professoressa Ginevra Cerrina Feroni (ordinario di Diritto costituzionale italiano e comparato presso Università degli studi di Firenze, vice presidente del Garante per la protezione dei dati personali), della professoressa Elena D’Orlando (ordinario di Diritto pubblico comparato presso Università degli studi di Udine, presidente della Commissione tecnica per i fabbisogni standard), del presidente della regione Marche Francesco Acquaroli, della professoressa Ida Angela Nicotra (ordinaria di Diritto costituzionale presso Università di Catania), del professor Alberto Zanardi (ordinario di Scienza delle finanze presso Università di Bologna, già componente dell’Ufficio parlamentare di bilancio), di Stefano Antonio Sernia e Marco Stradiotto, rispettivamente amministratore delegato e responsabile relazioni istituzionali di Sose (Soluzioni per il sistema economico) SpA(> vai al video delle audizioni del 1 giugno )scarica la memoria del Prof. Gianfranco Viesti
6 giugno 2023 Audizione dell’Ufficio parlamentare di bilancio sui DDLL n. 615, 62 e 273 (attuazione dell’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario) Intervento del Consigliere dell’Ufficio parlamentare di bilancio Giampaolo Arachi (scarica l’intervento)
19 giugno 2023La Banca d’Italia pubblica una Memoria per la 1a Commissione permanente del Senato (Affari Costituzionali) sul disegno di legge AS 615, in tema di “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”.memoria sul Disegno di legge AS 615 scarica la Memoria
19 giugno 2023 Si tiene alla Camera l’iniziativa Una e indivisibile. Autonomia differenziata: un attacco all’unità della Repubblica e all’uguaglianza dei diritti, la prima iniziativa pubblica del Tavolo di confronto permanente costituito tra le realtà della Rete dei Numeri Pari, Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, Sinistra Italiana, Unione Popolare, Verdi.(> guarda la registrazione)
20 giugno 2023 comincia al Senato l’iter parlamentare del Ddl di iniziativa popolare contro l’autonomia differenziata, che ha superato le 100mila firme: secondo l’articolo 74 del regolamento, la competente commissione dovrà iniziare l’esame del disegno entro e non oltre un mese, terminando l’esame in commissione entro tre mesi dall’assegnazione, trascorso il quale il disegno di legge viene iscritto d’ufficio nel calendario dei lavori dell’Assemblea.
26 giugno 2023 Gli ex presidenti della Corte Costituzionale Amato e Gallo, l’ex presidente del Consiglio di Stato Pajno e l’ex ministro della Funzione pubblica Bassanini scrivono al Ministro Roberto Calderoli e al Presidente Sabino Cassese per comunicare le proprie dimissioni dal comitato per l’individuazione dei Lep (scarica la lettera inviata al Ministro)
6 luglio 2023 si conclude la discussione generale in Commissione su (615)Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione. (Vai alla replica del ministro Calderoli) – scadono i termini per gli emendamenti.
11 luglio 2023 nella conferenza stampa a conclusione dell’incontro a Benevento di una trentina di Vescovi provenienti dalle diverse regioni del Paese, terza tappa di un percorso volto a riflettere sulle cosiddette “Aree interne” l’organizzatore dell’evento, l’arcivescovo di Benevento Felice Accrocca, alla presenza del Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) dichiara: «L’autonomia differenziata può rischiare di separare ancora di più le zone interne, quelle aree più distanti geograficamente dai centri di servizi, di assistenza sanitaria e sociale. Per questo noi vescovi ci confrontiamo per una nuova Pastorale delle aree interne del Paese». (Vedi: affari italiani 11 luglio 2023)
Con sguardo pastorale è stata anche condivisa la preoccupazione sui rischi connessi alle proposte di autonomia differenziata: il timore è che possa indebolire i legami di solidarietà che promuovono la persona e rendono coesa la comunità nazionale. (Incontro dei Vescovi delle “Aree interne”: Comunicato finale)
12 luglio 2023 Il Consiglio dell’VIII Municipio approva la mozione “Contrasto al disegno dei legge sull’autonomia differenziata delle Regioni. (Protocollo N. 68238 del 12/07/2023)” a firma Enrico M. Zulli (SCE) Flavio Conia (PD) Roberto Falasca (Lista Gualtieri), approvata all’unanimità dei 14 votanti con i voti anche di Lista Calenda e Movimento 5 Stelle scarica la mozione (non hanno partecipato al voto i consiglieri di centro destra) (il 9/05/2019, nella precedente consiliatura, l’VIII Municipio aveva già approvato la mozione n. 16 ‘Contrasto alla proposta sull’autonomia differenziata)
19 luglio 2023 incontro -seminario sull’autonomia regionale differenziata nella sala Giulio Cesare del Campidoglio organizzato dalla Presidenza dell’Assemblea Capitolina in collaborazione con i comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata. Intervengono: Svetlana Celli, Prof. Gaetano Azzariti, Prof. Paolo Liberati, Dr.Loretta Mussi, Prof. Alfonso Celotto, On. Marco Sarracino insieme a rappresentanti di amministrazioni municipali, di forze politiche, di associazioni e comitati, di sindacati, compresa Carteinregola.
25 luglio 2023 Mozione in senato sull’Autonomia di Alleanza verdi e sinistra [35]
25 luglio 2023 Ordine del giorno del centro destra alla mozione di AVS, che “impegna il Governo ad approvare il disegno di legge Atto Senato 615 in materia di autonomia differenziata in tempi rapidi, tenendo conto delle indicazioni e delle proposte di modifica condivise nel corso dell’esame in Commissione, in coerenza con il complesso delle riforme istituzionali indicate nel programma di Governo su cui il Governo ha ricevuto la fiducia delle Camere“.[36]
luglio 2023 prosegue la discussione parlamentare sul disegno di delega fiscale al Governo[37]: approvato a metà luglio alla Camera dei Deputati passa alla discussione al Senato. Si tratta di un disegno complessivo di riscrittura dell’apparato impositivo che ha l’obiettivo di dare compiuta attuazione al federalismo fiscale, deciso dalla legge 5 maggio 2009, n. 42 [38], che reca i criteri e principi direttivi per l’attuazione dell’articolo 119 della Costituzione [39], conferendo apposita delega legislativa al Governo. Il PNRR dell’Italia [40] prevede la “riforma del quadro fiscale subnazionale” (Riforma 1.14) che consiste nel “completamento del federalismo fiscale previsto dalla legge n. 42 del 2009, con l’obiettivo di migliorare la trasparenza delle relazioni fiscali tra i diversi livelli di governo, assegnare le risorse alle amministrazioni subnazionali sulla base di criteri oggettivi e incentivare un uso efficiente delle risorse medesime”; una riforma che dovrà essere completata entro il primo trimestre del 2026 definendo in particolare i parametri applicabili e attuare il federalismo fiscale per le regioni a statuto ordinario e per le province e le città metropolitane. Nel corso delle votazioni sugli emendamenti è approvato un emendamento che porta tre firme del Partito Democratico, Tajani, Misiani e Boccia, che in sintesi prevede la piena attuazione del federalismo fiscale, il rispetto del principio di tassazione proporzionale con meccanismi perequativi, ma senza maggiori oneri per lo Stato, e il conferimento della autonomia regolamentare in materia fiscale agli enti locali, iniziativa che sembra in controtendenza alla battaglia ferma della opposizione del PD contro l’autonomia differenziata (> vedi Riforma fiscale ed autonomia differenziata: un incrocio invisibile ma decisivo di Pietro Spirito 30 luglio 2023)
27 settembre 2023 Audizione informale sul ddl 615 e connessi (attuazione dell’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinarioA.S. – fase: 615 e connessi del professor Sabino Cassese, Presidente del Comitato per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni (CLEP) (> guarda la registrazione)
5 ottobre 2023 audizione del Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga presso la Commissione parlamentare per le questioni regionali della Camera dei deputati sulle disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata (> guarda la registrazione)
11 ottobre 2023 Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, membro Comitato per la determinazione dei LEP (CLEP), a pochi giorni dalla fine del suo mandato, invia una lettera a Sabino Cassese (scarica la lettera)
15 gennaio 2024 Carteinregola in collaborazione con Articolo21 propone “L’Italia non si taglia – voci contro l’autonomia differenziata”realizzata da Carteinregola in collaborazione con Articolo 21> vai al video
AUTONOMIA DIFFERENZIATA, perchè NO in 3 minuti > vai al video
16 gennaio 2024 Il testo del DDL sull’autonomia differenziata, con le modifiche apportate dalla Commissione Permanente (Affari costituzionali, Affari della Presidenza del Consiglio e dell’Interno, Ordinamento generale dello stato e della pubblica amministrazione, editoria, digitalizzazione) approda in Senato (> vai a Il testo del DDL sull’autonomia differenziata che arriverà in Parlamento il 16 gennaio 2024)
𝐦𝐚𝐫𝐭𝐞𝐝𝐢̀ 𝟏𝟔 gennaio 𝟐𝟎𝟐𝟒 In occasione dell’inizio della discussione in Senato del DDL i Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata e l’uguaglianza dei diritti organizzano 𝐏𝐑𝐄𝐒𝐈̀𝐃𝐈 𝐅𝐄𝐑𝐌𝐈𝐀𝐌𝐎 𝐢𝐥 𝐃𝐃𝐋 𝐂𝐚𝐥𝐝𝐞𝐫𝐨𝐥𝐢 𝐬𝐮𝐥𝐥’𝐀𝐔𝐓𝐎𝐍𝐎𝐌𝐈𝐀 𝐃𝐈𝐅𝐅𝐄𝐑𝐄𝐍𝐙𝐈𝐀𝐓𝐀 – 𝐄𝐬𝐢𝐠𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐮𝐠𝐮𝐚𝐥𝐢 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐢 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥𝐢 𝐞 𝐜𝐢𝐯𝐢𝐥𝐢 𝐝𝐚 𝐧𝐨𝐫𝐝 𝐚 𝐬𝐮𝐝, 𝐝𝐚 𝐜𝐞𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐢𝐟𝐞𝐫𝐢𝐚 𝐢𝐧 𝐨𝐫𝐚𝐫𝐢 𝐩𝐨𝐦𝐞𝐫𝐢𝐝𝐢𝐚𝐧𝐢 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐢 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐞 𝐩𝐢𝐚𝐳𝐳𝐞 . Intervengono Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e molti altri parlamentari, insieme ai rappresentanti di associazioni e comitati > Vai alla registrazione
22 gennaio 2024 Marina Boscaino e Franco Russo dei Comitati Per il Ritiro di ogni Autonomia Differenziata,discutono con la Commissione ad hoc del Parlamento europeo la petizione 0342-23 dichiarata ammissibile in dicembre. Il punto riguarda il pronunciamento sul ddl Calderoli da parte del COMMISSION STAFF, che, nel suo WORKING Document del 24.5.2023, dice: ‘questa riforma’ pretende di essere ‘neutrale per il bilancio delle amministrazioni pubbliche. Tuttavia, senza risorse aggiuntive, potrebbe rivelarsi difficile fornire gli stessi livelli essenziali di servizi in regioni con una spesa storicamente bassa, anche a causa della mancanza di un meccanismo di perequazione’. La petizione rimane aperta, cioè è mandata alla Commissione esecutiva che dovrà rispondere per iscritto. (> vai alla registrazione dell’interventominuti 16.42 – 17.00) scarica il comunicato stampa scarica la petizione
Dopo l’approvazione del Ddl Calderoli il Senato boccia la proposta dilegge di iniziativa popolare (Lip), promossa dal Coordinamento per la democrazia costituzionale, che intende modificare parti del Titolo V della Costituzione introdotte nel 2001 (> vai alla documentazione sul Sito Coordinamento per la democrazia costituzionale – Cdc) con forzature del rregolamento del Senato (che all’articolo 74 prevede che le proposte di legge di iniziativa popolare debbano essere discusse entro tempi certi, ampiamente superati) e alla logica politica, dato che la Lip, essendo di rango costituzionale, avrebbe dovuto precedere la discussione e la votazione del Ddl Calderoli, legge ordinaria, mentre è successo il contrario. Il voto finale a favore della Lip vede unite le opposizioni dall’Alleanza Sinistra-Verdi a Italia Viva, ai 5Stelle e il Pd. Il CDC lancia una petizione https://chng.it/f5xTrg6rTNi
1 febbraio 2024 si tiene l’audizione del professor Giampaolo Arachi, componente del l’Ufficio Parlamentare di Bilancio presso la Commissione parlamentare per le questioni regionali, componente del Consiglio dell’Ufficio parlamentare di bilancio, sul seguito dell’indagine conoscitiva sulla determinazione e sull’attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali. (> vai alla registrazione video)
5 febbraio 2024 il Comitato NO Autonomia Differenziata Emilia-Romagna, consegna alla Regione Emilia-Romagna le 6.000 firme raccolte a sostegno della proposta di Legge d’Iniziativa Popolare (LIP) per il ritiro della richiesta dell’autonomia differenziata avanzata dal presidente Bonaccini nell’ambito delle “pre-intese” sottoscritte nel 2019 con il Governo (> leggi l’articolo sul sito dei Comitati NO AD)
21 Febbraio 2024 alla Commissione parlamentare per le questioni regionali audizione del professor Sabino Cassese sul seguito dell’indagine conoscitiva riguardante la determinazione e l’attuazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali. (> vai al video della registrazione)
24 febbraio Convegno Nazionale L’Autonomia differenziata fa male al Paese e non conviene neanche al nord a cittadine e cittadini, lavoratori e lavoratrici. Milano, Camera del Lavoro – Sala Buozzi Corso di Porta Vittoria, 43 Tra i relatori. Alessandra Algostino docente di Diritto costituzionale, Paolo Liberati professore ordinario di Scienza delle Finanze, Maria Luisa Sartor docente di economia dei sistemi sanitari, Gianfranco Viesti professore di Economia applicata
4 marzo 2024 Con una nota il Ministro Calderoli critica chi si oppone all’autonomia differenziata, persino gli esponenti della società civile auditi dalle Commissioni “… da un professore ci si aspetta la conoscenza e la scienza, non dei comizi o peggio ancora delle contumelie, men che meno l’arroganza di sentirsi su un piedistallo e paventare giudizi di analfabetismo costituzionale verso parlamentari eletti, senza aver mai amministrato neanche un condominio…Prima di fare politica e lanciarsi in giudizi avventati …forse certi professoroni dovrebbero quantomeno mettersi alla prova con le elezioni e farsi eleggere in Parlamento...” (Vedi La Repubblica 4 marzo Autonomia, Calderoli contro la sinistra: “Con questo eterno ‘chiagne e fotte’ di partenopea memoria ha stancato”. Il Pd: “Offende i napoletani”)
14 marzo 2024 Audizione informale di Ida Angela Nicotra, prof. di diritto costituzionale Univ. di Catania, Michele Belletti, prof. di diritto pubblico Univ. di Bologna; Maria Agostina Cabiddu, prof. di diritto pubblico Politecnico di Milano; Paolo Bonetti, prof. di diritto costituzionale Univ. degli studi di Milano Bicocca, Ginevra Cerrina Feroni, prof. di diritto costituzionale Univ. degli studi di Firenze, rappresentanti di ANCI,Francesco Acquaroli, Pres. della Regione Marche, in videoconferenza; Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia; Giancarlo Righini, Assessore Bilancio, Programmazione economica, Agricoltura e sovranità alimentare, Caccia e Pesca, Parchi e Foreste della regione Lazio; Vincenzo De Luca, Presidente della Regione Campania, in videoconferenza; Renzo Testolin, Presidente della Regione Valle d’Aosta (Vai alla registrazione video Audizione Nicotra, Belletti, Cabiddu, Bonetti, Cerrina Feroni, professori; Recovery Sud e Fondazione Mezzogiorno; ANCI; Acquaroli, Emiliano, Righini, De Luca, Testolin, Regioni) (scarica Memoria Belletti – Memoria Bonetti – Memoria ANCI -Memoria ANCI integrazione – Memoria Michele Emiliano)
23 marzo 2024 Otto ex parlamentari di centrodestra insieme a consiglieri regionali e comunali presentano una petizione online contro la riforma Calderoli, tra questi Mario Landolfi, ministro delle Telecomunicazioni nel governo Berlusconi III; Domenico Nania, ex vicepresidente del Senato; Nicola Bono, sottosegretario alla Cultura nel Berlusconi III e ex parlamentari come Gennaro Malgieri, Vincenzo D’Anna, Franco Cardiello, Rosario Polizzi e Salvatore Torrisi, il sindaco in carica Giacomo Pascale di Lacco Ameno, isola d’Ischia; aderiscono docenti, imprenditori, professionisti, intellettuali come Marcello Veneziani.(vedi anteprima24)
25 marzo 2024 In occasione della Domenica delle Palme, la Conferenza Episcopale Calabra diffonde il documento La dis-unità nazionale e le preoccupazioni delle Chiese di Calabria Spunti di riflessionescarica il documento
4 aprile 2024 Audizione informale di Marco Esposito, giornalista, Francesco Astone, prof. di diritto civile presso l’Università degli Studi di Foggia, Lorenza Violini, prof. di diritto costituzionale presso l’Università degli Studi di Milano «Statale», e Alfonso Celotto, prof. di diritto costituzionale presso l’Università degli Studi di Roma Tre»Audizioni informali, pag. 18 Audizione rappresentanti di Conftrasporto e di ANCE,webtv – Audizione di Francesco Astone, Lorenza Violini, Alfonso Celotto, professori, rappresentati di Conftrasporto e di ANCE
4 aprile 2024 Appello a difesa della sanità pubblica firmato da 14 tra i più importanti scienziati italiani, tra cui il premio Nobel Giorgio Parisi e il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli. «Si può e si deve fare molto sul piano organizzativo, ma la vera emergenza è adeguare il finanziamento del Ssn agli standard dei Paesi europei avanzati (8% del Pil). È urgente e indispensabile, perché un Ssn che funziona non solo tutela la salute, ma contribuisce anche alla coesione sociale», spiegano gli esperti.(> vai al testo dell’appello)
26 aprile 2024 Nonostante l’accoglimento da parte del Presidente Fontana della richiesta dell’opposizione della convocazione di una conferenza dei capigruppo e fino ad allora di accantonare la votazione dell’emendamento contestato procedendo sulle altre proposte di modifica, il presidente Pagano ha invece preferito andare avanti mettendo ai voti l’emendamento che, come prevedibile, è bocciato dalla maggioranza, tra le proteste dell’opposizione che per protesta lascia la commissione Affari costituzionali. (leggi il comunicato dei Comitati NO AD)
27 aprile 2024 Carteinregola e Articolo 21 lanciano un appello sottoscritto da 70 esponenti della società civile che chiede ai deputati di per chiedere alle deputate e ai deputati di difendere le conquiste democratiche incarnate dalla nostra Costituzione, tra questi il vice presidente di ANPI Emilio Ricci e di ACLI, Antonio Russo, i Comitati per il ritiro di ogni Autonomia differenziata, ilCoordinamento per la democrazia costituzionale, la segreteria dei Lavoratori della Conoscenza della CGIL, Fabrizio Barca del Forum Disuguaglianze e Diversità,Tomaso Montanari, Rettore dell’Università per stranieri di Siena, i presidenti di The Good Lobby Italia e Openpolis, insieme a decine di intellettuali che da tempo si battono contro lo “spacca Italia”, a partire da Gianfranco Viesti, autore dei libri dedicati alla “secessione dei ricchi”, i costituzionalisti Massimo Villone e Francesco Pallante, Paolo Maddalena, già giudice costituzionale, lo scrittore Maurizio De Giovanni, Isaia Sales, docente di Storia delle mafie, Giuseppe De Marzo,Responsabile delle politiche sociali di Libera contro le mafie, e decine di docenti ed esperti delle tante materie che rischiano il salto nel buio del passaggio all’esclusivo potere legislativo e amministrativo delle Regioni. (> vai all’appello)
29 aprile 2024 alla Camera comincia la discussione generale del disegno di legge sulle disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata approvato dal Senato (C. 1665) vedi gli interventi:
Seduta n. 285 del 29 aprile 2024Discussione, pag. 1
I Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata per l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti organizzano manifestazioni in molte città d’Italia: A ROMA PRESIDIO IN PIAZZA DELLA ROTONDA (DAVANTI AL PANTHEON) https://perilritirodiqualunqueautonomiadifferenziata.home.blog/
29 aprile 2024 Carteinregola diffonde il libro gratuito on line “Autonomia differenziata Perchè NO – Le 23 materie che possono cambiare i connotati al nostro Paese e ai diritti dei cittadini” a cura di Anna Maria Bianchi Missaglia e Pietro Spirito, con decine di interventi che spiegano cosa succederà al Paese e alle Regioni – e alle persone – più povere se l’ autonomia differenziata sarà approvata definitivamente. (> vai alla pagina per scaricarlo)
29 aprile 2024 Quattro ex-parlamentari – Amedeo Laboccetta e Mario Landolfi (centrodestra), Eugenio Mazzarella e Massimo Villone (centrosinistra) – consgenano ai deputati la richiesta di abbandonare l’obiettivo di approvare il testo sull’autonomia differenziata prima delle elezioni europee favorendo, invece, l’ampliamento del dibattito
7 maggio 2024 Nella riunione della Conferenza dei presidenti di Gruppi della Camera, il DDL Calderoli è calendarizzato il 21 maggio “previo esame delle pregiudiziali” e dopo una serie di provvedimenti, che però saranno trattati da Martedì 21 maggio a giovedì 23 maggio con orario dalle 9,30 alle 20 e con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24, e proseguiranno eventualmente nella giornata di venerdì 24 maggio (42).
Giovedì 15 maggio 2024 in Commissione affari Costituzionali della Camera riprende l’esame delle Modifiche agli articoli 114, 131 e 132 della Costituzione, concernenti l’istituzione della regione di Roma capitale della Repubblica, della Proposta di legge costituzionale 278 presentata in data 13 ottobre 2022 da RobertoMORASSUT , deputato del Partito Democratico e già Assessore all’urbanistica della Giunta Veltroni, della proposta C. 514 cost. presentata il 4 novembre 2022 da PaoloBARELLI, deputato di Forza Italia e altri (1) e la proposta C. 1241 presentata sempre da Morassut il 22 giugno 2023 ( vedi Alla Camera tornano le proposte per la regione di Roma capitale (con annessa autonomia differenziata)scarica il resoconto della Commissione
Lunedì 20 maggio 2024 evento on line di Carteinregola Fino all’unità d’Italia e ritorno, presentazione del libro “Autonomia differenziata perchè NO” insieme ai tanti autori che hanno collaborato alla sua stesura.
29 maggio 2024 · Seduta n. 301 del 29 maggio 2024 Esame e votazione delle questioni pregiudiziali di costituzionalità e della questione pregiudiziale di merito riferite al disegno di legge: S. 615 -(A.C. 1665), pag. 40
8 – 9 giugno Elezioni europee Buon risultato per Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia e, all’opposizione, di Partito Democratico e Alleanza Verdi Sinistra; la lega scende sotto Forza Italia, M5S perde consensi (> Vai a risultati europee)
Un deputato del M5S, Donno, che si avvicina a Calderoli con la bandiera italiana viene allontanato dai commessi e malmenato da un gruppo di deputati provenienti dagli scranni della destra
13 giugno 2024 mentre continua il dibattito in Aula, i Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata manifestano in Piazza Montecitorio con la (S)veglia laica per la Repubblica, che vede la partecipazione di tutti i partiti di opposizione, parlamentare e non, della Cgil e dei sindacati di base, dell’Anpi, del CDC e di tante altre associazioni e di varie sigle studentesche.Un presidio partecipatissimo, fatto di musica, canti, letture in coro di articoli della Costituzione, brani tratti dai discorsi dei padri e delle madri costituenti e con la visualizzazione geografica – attraverso sagome disposte a terra – della Repubblica italiana prima unita e poi disunita, qualora Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna dovessero attuare la loro secessione. (Vai alla registrazione di Radio MIR (Intervento Anna Maria Bianchi a 1h 6′ ca dall’inizio)
18 giugno 2024 Manifestazione in Piazza Santi Apostoli contro autonomia e premierato indetta dalle forze di opposizione parlamentare – Pd, M5S, Avs e Più Europa – insieme a tante realtà della società civile tra le quali CGIL, ANPI, ACLI, Libertà e giustizia, Rete dei Numeri Pari e i Comitati NO AD, partecipa anche Carteinregola
L’autonomia è legge
19 giugno 2024 alle 7.45 del mattino è approvato alla Camera il DDL Calderoli: il centro destra festeggia sventolando le bandiere dell’indipendentismo del Nord (Vai al video girato da Angelo Bonelli – la foto sottostante è ricavata dal video)
20 giugno 2024 un documento di lavoro della Commissione Europea sull’Italia – Italy 2024 Country Report – redatto nell’ambito delle raccomandazioni sulle politiche economiche, sociali, occupazionali, strutturali e di bilancio, parla di rischi per la coesione e lefinanze pubbliche del Paese” e pericoli per “l’aumento delle disuguaglianze tra le Regioni2 (Scarica il documento)
21 giugno 2024 La Lega festeggia a Montecchio l’approvazione del DDL Calderoli. Matteo Salvini dichiara, di fronte a una selva di vessilli con il leone di San Marco (e a una solitaria bandiera degli indipendentisti catalani), che «l’autonomia aiuterà tutta l’Italia, da nord a sud».
25 giugno 2024 La premier Giorgia Meloni, dopo i deludenti esiti delle elezioni amministrative e dopo la valanga di critiche sull’autonomia differenziata, posta su facebook un video in cui accusa “la sinistra” di diffondere i nomi dei parlamentari che hanno votato l’autonomia differenziata come “liste di proscrizione” per incitare all’odio. Come se non facesse parte della trasparenza e della responsabilità dei rappresentanti eletti rendere conto delle loro scelte ai cittadini. (> vai al video)
Dalla pubblicazione del testo in Gazzetta ci sono 60 giorni di tempo per promuovere azioni. apiù livelli: una o più Regioni possono promuovere un ricorso in via prinicipale alla Corte Costituzionale; può essere chiesto il referendum abrogativo, per iniziativa di 5 Regioni e/o con la raccolta di 500.000 firme. Hanno già annunciato l’intenzione di chiedere il referendum i Presidenti di: Campania, Puglia, Toscana, Emilia Romagna e Sardegna.
2 luglio 2024 webinar di Carteinregola L’autonomia differenziata per Roma, la riforma di cui non si parla
2 luglio 2024 Il Presidente leghista del Veneto Luca Zaia inviao una lettera alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni in cui chiede la riapertura del tavolo di confronto per l’attuazione dell’autonomia differenziata. “Questa firma ci consente di ricominciare a trattare sulle nove materie per cui non è prevista la definizione dei Lep – sottolinea il presidente del Veneto – alle quali si affiancano quelle previste nella preintesa siglata nel 2018. (vedi Il fatto quotidiano)
4 luglio 2024 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione dell’apertura della 50esima edizione della Settimana sociale dei cattolici in Italia a Trieste tiene una lectio magistralis sulla democrazia (vai al testo del discorso)
5 luglio 2024 è depositato in Cassazione dai rappresentanti di 34 sigle fra partiti, sindacati e associazioni il quesito per l’indizione del referendum, questo il testo: “Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n. 86, ‘Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione‘?”. Per abrogare la riforma bisogna quindi rispondere “Sì”.
Questi i firmatari: Landini Maurizio, CGIL – Giove Luigi, coordinamento organizzativo – Bassanini Franco – Veronese Ivana, UIL – Morniroli Andrea, Forum Diseguaglianze e Diversità – Conte Giuseppe, Movimento 5 Stelle, Fratoianni Nicola, Sinistra italiana – Azzariti Gaetano – Massa Valter, Arci – Pozzi Caterina, CNC – De Marzo Giuseppe, Rete dei numeri pari – Cioffredi Giampiero, Libera – D’Archivio Arianna, Link / UDS- Filippeschi Marco, ALI – Boscaino Marina, Comitati No Ad – Marcon Giulio, la Via Maestra – Villone Massimo, Coordinamento per la Democrazia Costituzionale – Bonelli Angelo, Verdi – Russo Antonio, Acli – Prampolini Alessandra, WWF – Ciani Paolo, Demos – Pagliarulo Gianfranco, ANPI – Algostino Alessandra – Druetti Francesca, Possibile – Schlein Elena Ethel PD – Bindi Rosaria – La Valle Raniero Luigi, Pace terra e dignità – Maraio Vincenzo, PSI -Ciafani Stefano, Legambiente – De Vincenti Claudio – Pettinari Alice Rete studenti medi/UDU, Boschi Maria Elena, Italia Viva – Magi Riccardo, + Europa – Acerbo Maurizio Partito della Rifondazione Comunista
7 luglio 2024 Papa Francesco a Trieste in occasione delle Settimane sociali ha dichiarato:”È evidente che nel mondo di oggi la democrazia non gode di buona salute. Questo ci interessa e ci preoccupa, perché è in gioco il bene dell’uomo, e niente di ciò che è umano può esserci estraneo….Come cristiani abbiamo il Vangelo, che dà senso e speranza alla nostra vita; e come cittadini avete la Costituzione, bussola affidabile per il cammino della democrazia. E allora, avanti! Senza paura, aperti e saldi nei valori umani e cristiani, accoglienti ma senza compromessi sulla dignità umana. Su questo non si gioca”.
Le 5 regioni – e quindi i partiti che le governano unitariamente – decidono di presentare due quesiti referendari: uno per chiedere l’abrogazione totale della legge – in sintonia con la raccolta di firme – un’ abrogazione parziale della legge, con la motivazione di avere un’alternativa nel caso che al Consulta bocciasse il quesito totalmente abrogativo. Tuttavia il quesito parziale lasciarebbe di fatto intatta la legge Calderoli, avallandone la portata.
8 luglio 2024 Consiglio regionale della Campania approva a maggioranza (36 voti a favore, 9 contrari e una sola astensione) la proposta per richiedere la consultazione referendaria, tuttavia, oltre al testo della abrogazione sono approvati due quesiti parziali, con un testo che obbligherebbe lo Stato a “determinare” i Livelli Essenziali di Prestazione senza però obbligare lo stato a finanziarli o a renderli operativi. In altri termini, al di là di una modifica formale, il quesito referendario parziale che le regioni governate dal centro sinistra stanno ponendo in essere lascerebbe inalterati gli effetti della legge Calderoli. (Vedi Referendum NO AD: perchè il quesito parziale è un errore) in seguito – fino al 23 luglio – approvano i due quesiti i Consigli regionali di Emilia Romagna, Toscana, Sardegna e Puglia.
9 luglio 2024 Il Presidente della Calabria Occhiuto FI intervenendo al consiglio nazionale di Forza Italia invita a “non votare intese se non finanziati Lep” “Ribadendo perplessita’ sui modi e sui tempi dell’approvazione della legge sull’autonomia differenziata” (AGI).
10 luglio 2024 Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore all’Autonomia Enrico Bussalino firmano la lettera indirizzata al presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni e al ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli in cui si chiedesul tema dell’Autonomia differenziatala riapertura del dialogo costruttivo e proficuo avviato dal 2018 per migliorare l’efficienza amministrativa e rispondere in maniera più efficace alle esigenze dei cittadini e delle imprese. (> leggi l’articolo sul sito della Regione Piemonte)
10 luglio 2024 question time alla Camera. Calderoli : entro fine dell’anno saranno definiti i LEP, nel corso del 2025 saranno determinati i costi e i fabbisogni standard, infine le risorse saranno inserite nella legge di Bilancio del 2026.
16 luglio 2024 Il Consiglio regionale della Toscana approva a maggioranza (23 favorevoli 13 contrari, 0 astenuti) la proposta per richiedere il referendum, per abrogare la legge sull’autonomia differenziata, ma anche due proposte di deliberazione, sottoscritte dai capigruppo di Pd, Italia Viva e M5s, per chiederne l’abrogazione totale o parziale.
26 luglio 2024 si tiene a Genova un convegno della Lega con Rixi e Calderoli sull’autonomia differenziata. in un’informativa Calderoli fa sapere che anche la Liguria ha avanzato richiesta per l’avvio del negoziato.
in 4 giorni solo le firme on line raggiungono più del 50% del quorum necessario.
30 luglio 2024 Il Consiglio regionale della Puglia non approva i quesiti referendari: dopo una prima votazione il 23 luglio non valida per motivi tecnici, il mancato raggiungimento del numero legale fa saltare il completamento l’iter per la proposta di referendum popolare
agosto 2024 riprendono le dirette di L’Italia non si taglia, in parte con nuove registrazioni, in parte riproponendo le repliche degli interventi di approfondimento su materie che possono essere richieste in eslcusiva dalle Regioni. Con Anna Maria Bianchi e Pietro Spirito Vai alla pagina
10 agosto 2024 Il Sole 24 ore intervista il Ministro Calderoli, che racconta molti particolari su come si svilupperà l’iter dell’AD (vedi sole24ore 10 agosto 2024Calderoli: «Vi spiego dove prenderemo i fondi necessari per l’autonomia»Il ministro per gli Affari regionali traccia le prossime tappe: «Tra fine settembre e inizio ottobre l’avvio dei negoziati con quattro Regioni, entro l’anno i primi livelli essenziali delle prestazioni» di Gianni Trovati). Il ministro informa che, autorizzato da Meloni, avvierà subito il negoziato con le Regioni Veneto, Lombardia, Piemonte, Liguria sulle mterie non LEP
24 agosto 2024 La Regione Sardegna impugna la legge Calderoli davanti alla Consulta
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento. Articolo 5Costituzione Italiana
PER OSSERVAZIONI E PRECISAZIONI: laboratoriocarteinregola@gmail.com
Il VIDEO del webinar del 25 ottobre 2020 : Autonomia regionale differenziata, la fine dell’uguaglianza e della solidarietà nazionale? con Gianfranco Viesti (autore del libro Verso la secessione dei ricchi – Autonomie Regionali e Unità Nazionale*), Vincenzo Smaldore di openpolis (autore delle inchieste Il calcolo disuguale**) Giancarlo Storto (curatore del libro Territorio senza governo – tra Stato e regioni: a 50 anni dall’istituzione delle regioni), Anna Falcone, avvocata e attivista, sen. Gregorio De Falco (Gruppo misto), Marina Boscaino portavoce nazionale Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata, l’unità della Repubblica, l’uguaglianza dei diritti.
(Il Manifesto 9 ottobre 2021)Lo scambio politico resuscita il morto che cammina Autonomia differenziata. Le polemiche a partire dai pre-accordi tra Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna e il governo Gentiloni, e poi la pandemia, hanno messo in luce un paese assai più frammentato e diviso di quanto molti fossero consapevoli – di Massimo Villone (LEGGI L’ARTICOLO)
novembre 2019 Report, Raitre Divorzio all’ItalianaIn Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna vive il 30% della popolazione italiana. Ma si produce il 40% del Pil. Oggi le tre regioni chiedono una maggiore autonomia per gestire 16 miliardi di spesa pubblica in più. Per alcuni garantirà maggiore efficienza nella spesa pubblica. Per altri è una secessione dei ricchi, che produrrà un impoverimento del Mezzogiorno. Chi ci guadagna e chi ci perde dall’autonomia differenziata? Nell’inchiesta saranno presentati i dati raccolti nel dossier “Il calcolo disuguale. La distribuzione delle risorse ai comuni per i servizi”, elaborato da Openpolis in collaborazione con Report.https://www.raiplay.it/video/2019/11/divorzio-allitaliana—04112019-3e9e51ad-822b-40c8-b0a9-89f833e68e6f.html
NOTE
[1] vedi Verso la secessione dei ricchi – Autonomie Regionali e Unità Nazionale– di Gianfranco Viesti Edizione digitale gennaio 2019 Proprietà letteraria riservata Gius. Laterza & Figli Spa, Bari-Roma – Nota dell’editore del 2019: Questa pubblicazione è gratuita e fornita esclusivamente in versione digitale perché il tema delle autonomie regionali è passibili di forti cambiamenti in breve torno di tempo. D’intesa con l’Autore è possibile che il testo venga aggiornato e che, in futuro, possa essere base per una pubblicazione ordinaria sia in digitale sia su supporto cartaceo.scarica il libroViesti Verso la seccessione dei ricchi autonomia differenziata
[5] Costituzione Italiana Articolo 116 (…) comma 3. Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell’articolo 117 e le materie indicate dal secondo comma del medesimo articolo alle lettere l), limitatamente all’organizzazione della giustizia di pace, n) e s), possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei princìpi di cui all’articolo 119. La legge è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessata.
Toscana (2003): il primo tentativo di conseguire l’intesa prevista dal terzo comma dell’art. 116 è della regione Toscana con una proposta di delibera (la n.1237) recante “autonomia speciale nel settore dei beni culturali e paesaggistici”. Il CAL Toscana ha espresso su tale proposta parere favorevole, recependo le indicazioni emerse dalla consultazione degli enti locali il 23 maggio 2003. La procedura non ha avuto ulteriore seguito.
Lombardia (2006/2007): a conclusione di un’intensa attività istruttoria avviata a partire da luglio dell’anno prima, il Consiglio regionale nel 2007 adotta atti di indirizzo (una risoluzione il 3 aprile 2007 e una mozione il 10 luglio) con l’obiettivo di impegnare la Giunta ad avviare un confronto con il Governo per giungere ad un’intesa ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione riguardante determinate materie(13) . Come comunicato dal Presidente della Giunta regionale al Consiglio regionale, il 30 ottobre 2007 ha preso avvio il confronto fra la regione ed il Governo, con l’obiettivo di pervenire alla redazione di un documento finale condiviso. La procedura non ha avuto ulteriore seguito.
Veneto (2006/2007): con deliberazione di Giunta, è stato approvato l’avvio del percorso per il riconoscimento di “ulteriori forme e condizioni di autonomia” alla regione del Veneto, a partire dall’individuazione da parte della Giunta di una piattaforma di proposte su cui aprire il confronto con lo Stato. La Giunta ha approvato, quindi, un documento con le proposte da avanzare per il raggiungimento di un’autonomia differenziata (il documento è stato poi successivamente integrato). Nel mese di novembre 2007 si sono svolte le consultazioni degli enti locali e delle categorie territoriali interessate, con esito favorevole al proseguimento del percorso avviato dalla Giunta regionale. Il Consiglio regionale, a dicembre 2007, ha approvato a larghissima maggioranza un documento contenente le materie(14) su cui avviare le trattative con il Governo. Contestualmente il Consiglio ha conferito mandato al Presidente della regione di attivare negoziazioni con lo Stato. La procedura non ha avuto ulteriore seguito.
Piemonte (2008): il Consiglio regionale ha adottato una deliberazione per l’attuazione dell’articolo 116, terzo comma, ai fini del riconoscimento di un’autonomia differenziata della regione. Nella deliberazione: si approvava un documento di indirizzo per l’avvio del procedimento di individuazione di “ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia” in determinate materie(15) ; si dava mandato al Presidente della Giunta regionale di negoziare con il Governo, in armonia con il principio di leale collaborazione, la definizione di un’intesa ai sensi dell’articolo 116, comma terzo; si impegnava la Giunta regionale ad assicurare forme e modalità adeguate di coinvolgimento degli enti locali, ai sensi dell’articolo 116, comma terzo. La procedura non ha avuto ulteriore seguito.
Prima della legge i trasferimenti che gli enti territoriali ricevevano dallo stato venivano distribuiti sulla base dei decreti Stammati del 1977 (decreto legge 2/1977 e decreto legge 946/1977). Oltre a limitare l’indebitamento degli enti e a vietare nuove assunzioni, i decreti hanno introdotto il principio della spesa storica e della sostituzione delle entrate proprie degli enti. Un criterio secondo cui le risorse destinate a regioni, province e comuni venivano stimate in misura pari alla spesa sostenuta dall’ente in quell’epoca, trasferimenti che sono stati aumentati o diminuiti con percentuali fisse per tutti gli enti, sulla base degli andamenti economici che si sono verificati nel corso degli anni trascorsi (da opencivitas: I criteri per finanziare i comuni, dalla spesa storica ai fabbisogni standard)
“Al di là del riferimento al gettito fiscale, definire i fabbisogni standard per quantificare i costi dei servizi pubblici è certamente opportuno. Il passaggio da un sistema di finanziamento basato sulla spesa storica ad uno basato su parametri oggettivi di fabbisogno è tuttavia assai complesso. Non solo tecnicamente; ma perché esso richiede un’azione politica di mediazione degli interessi delle diverse comunità coinvolte. L’uso di diversi indicatori tecnici può infatti produrre esiti assai differenti. Le esperienze del nostro paese lo in- dicano chiaramente: i criteri di ripartizione del Fondo Sanitario Nazionale, che contrariamente a quanto originariamente previsto dalla legge 662/96 sono stati poi principalmente basati solo su una quota capitaria corretta per l’età; i fabbisogni standard dei Comuni, che sono rimasti molto vicini ai valori della spesa storica; i nuovi criteri, dal 2008 in poi, di riparto del Fondo di Finanziamento Ordinario delle Università, che sono discrezionalmente variati tutti gli anni” (G. Viesti cit)
[8] La legge 15/2014 prevede sui seguenti 5 quesiti: 1) “Vuoi che alla Regione del Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?”; 2) “Vuoi che una percentuale non inferiore all’ottanta per cento dei tributi pagati annualmente dai cittadini veneti all’amministrazione centrale venga utilizzata nel territorio regionale in termini di beni e servizi?”; 3) “Vuoi che la Regione mantenga almeno l’ottanta per cento dei tributi riscossi nel territorio regionale?”; 4) “Vuoi che il gettito derivante dalle fonti di finanzia- mento della Regione non sia soggetto a vincoli di de- stinazione?”; 5) “Vuoi che la Regione del Veneto di- venti una regione a statuto speciale?”.
[9]Corte Costituzionalesentenza 118 del giugno 2015 “… “i quesiti in esame profilano alterazioni stabili e profonde degli equilibri della finanza pubblica, incidendo così sui legami di solidarietà tra la popolazione regionale e il resto della Repubblica. […] investono in pieno […] alcuni elementi strutturali del sistema nazionale di programmazione finanziaria, indispensabili a garantire la coesione e la solidarietà all’interno della Repubblica, nonché l’unità giuridica ed economica di quest’ultima”. scarica la sentenza
I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa, nel rispetto dell’equilibrio dei relativi bilanci, e concorrono ad assicurare l’osservanza dei vincoli economici e finanziari derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea.
I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno risorse autonome. Stabiliscono e applicano tributi ed entrate propri, in armonia con la Costituzione [53 c.2] e secondo i princìpi di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario.
Dispongono di compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibile al loro territorio.
La legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante.
Le risorse derivanti dalle fonti di cui ai commi precedenti consentono ai Comuni, alle Province, alle Città metropolitane e alle Regioni di finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite.
Per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l’effettivo esercizio dei diritti della persona, o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni, lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni.
(…)
[12] Con la Deliberazione n. X/1645 è stata approvata la Risoluzione 97 che fornisce al Presidente della Regione gli indirizzi a cui attenersi durante l’iter istituzionale, indicando gli ambiti di materie prioritari sui quali condurre il confronto per una maggiore autonomia della Lombardia. La Risoluzione è stata votata a larga maggioranza dal Consiglio Regionale, con 67 voti a favore, 1 astenuto e 4 contrari. scarica la risoluzione
Un decentramento migliore Obiettivi Riforma Art. 117 della Costituzione
Difendiamo l’impostazione della Costituzione del 1948 che, con riguardo all’organizzazione dei diversi livelli di governo in cui si articola l’organizzazione pubblica, ha stabilito che «La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento» (art. 5).
Nel 2001, tuttavia, una riforma costituzionale varata dalla risicata maggioranza che sosteneva il Governo Amato, ha complicato i rapporti Stato-Regioni. Alle Regioni è stata devoluta una serie molto confusa di materie, che sono elencate nel nuovo art. 117 Cost., e così si è dato luogo a un esasperato contenzioso presso la Corte costituzionale, che da allora è stata chiamata a dirimere numerose controversie circa le rispettive competenze proprio tra lo Stato e le Regioni. Si potrebbe dunque migliorare la formulazione dell’articolo 117 Cost., per assegnare alle Regioni ben specifiche competenze legislative e lasciare il resto allo Stato.
Formazione del processo decisionale
Indipendentemente dalla riforma dell’articolo 117 della Costituzione, c’è ancora molto da fare per avvicinare le decisioni pubbliche ai cittadini. Un modo, che sembra suggerito dall’articolo 5 della Costituzione, consiste nel trasferire funzioni amministrative dallo Stato alle Regioni e poi ai Comuni. Lo Stato, infatti, deve continuare a legiferare ma non è necessario che si assuma anche la gestione dei servizi, degli uffici e del personale, che potrebbe, invece, essere assegnato alle Regioni e ai Comuni, che sono enti pubblici più direttamente controllabili dai cittadini.
Responsabilità politica e maggiore autonomia fiscale
Un altro modo per attuare il decentramento ed avvicinare i cittadini alla formazione del processo decisionale, è quello di intervenire sull’organizzazione del sistema fiscale. Oggi Regioni e Comuni spendono soldi raccolti, per lo più, dallo Stato attraverso l’imposizione fiscale, e poi redistribuiti ai livelli inferiori. Regioni e Comuni non sono dunque, per lo più, responsabili del prelievo fiscale, favorendo gli sprechi e la conseguente deresponsabilizzazione degli amministratori locali.
Proposte
Valorizzazione autonomie
Dalla votazione degli iscritti online in riferimento a questo tema sono emerse le seguenti linee guida:
-intervenire per la valorizzazione delle autonomie attraverso la legislazione ordinaria senza toccare nuovamente il Titolo V della Costituzione;
-applicare le norme costituzionali vigenti trasferendo alle Regioni e agli enti locali tutte le funzioni amministrative che possono essere meglio gestite nel loro livello territoriale attraverso la legislazione ordinaria;
-trasferire alle Regioni e agli enti locali una parte delle entrate fiscali dello Stato per l’espletamento delle funzioni amministrative ad esse attribuite.
Diverso orientamento Stato-Regioni
Per quel che concerne la riforma dell’art. 117 Cost., occorre tenere in considerazione che richiederebbe l’impiego di molto tempo e di molte risorse politiche. Inoltre, ritoccare la formulazione dell’art. 117 dopo più di quindici anni di applicazione e di giurisprudenza della Corte costituzionale, rischia di complicare ulteriormente le cose. Pensiamo, quindi, che si potrebbe orientare la legislazione dello Stato in senso più rispettoso nei confronti delle Regioni, anche senza una specifica riforma dell’art. 117 Cost.
Trasferimento funzioni amministrative
Ecco perché proporremo innovazioni che trasferiscano alle Regioni e ai Comuni funzioni amministrative oggi detenute dallo Stato, riducendo gli apparati burocratici statali e facendo della Regione l’ente di raccordo fra lo Stato e i Comuni, nell’attuazione delle politiche pubbliche.
Il programma del Partito Democratico del 2018 scarica il Programma PD2018-programma
(pag. 16 -17) Una nuova idea del territorio, per competere
Nell’arco della prossima legislatura occorrerà costruire un nuovo patto tra i livelli di governo della Repubblica, fon- dato su un binomio inscindibile: vera autonomia in cambio di vera responsabilità. Un binomio che invece è mancato in questi venticinque anni di federalismo incompleto e confuso.
Le province devono diventare le “case dei comuni”, enti di secondo livello a cui vanno assicurate le risorse necessarie per l’esercizio delle funzioni essenziali rimaste e un adeguato livello di autonomia finanziaria e tributaria. Do- vranno diventare centri di servizi per i comuni, a partire dal ruolo di centrale unica di committenza, di autorità di regolamentazione locale per sistema idrico, rifiuti e gas, ma anche di soggetti che coordinano la partecipazione a bandi regionali, nazionali ed europei.
Sui comuni, durante i nostri governi, ci sono stati passi avanti importanti. È stato archiviato il Patto di stabilità interno, sostituito da una nuova e più flessibile regola del pareggio. È stato consentito l’utilizzo pieno degli avanzi impegnati e di circa 1 miliardo di avanzi liberi. Sono arri- vati importanti flussi di investimento statale per le no- stre periferie (2,1 miliardi di risorse, che ne hanno messe in circolo altrettanti) e per l’edilizia scolastica (circa 10 miliardi stanziati negli ultimi tre anni, di cui la metà già assegnati agli enti locali). Si è interrotta la stagione dei tagli alla spesa corrente e dei ritardi nell’approvazione dei bilanci. Sono state abolite tasse locali per 4,6 miliardi e ai comuni è stato restituito tutto fino all’ultimo centesimo. Dopo anni di blocco, si è riportato il turnover al 100% per la maggior parte degli enti. Sono stati triplicati gli incen- tivi alle fusioni dei comuni, il cui numero per la prima vol- ta dopo 60 anni è sceso sotto quota 8 mila, favorendo semplificazione, riduzione dei costi e aumento del livello di servizi. Allo stesso tempo, la legge sui piccoli comuni ha fornito le risorse per gli investimenti necessari a evitare lo spopolamento dei piccoli borghi.
I comuni vanno rafforzati, incentivandoli ad aggregarsi in ambiti territoriali omogenei (non più sulla base del solo criterio demografico), da individuare provincia per pro- vincia. Gli ambiti dovranno obbligatoriamente diventare luoghi di collaborazione tra comuni tramite unioni comu- nali che esercitino in forma associata almeno tre funzioni. Il passaggio alla fusione rimarrà volontario e soggetto a deliberazione dei consigli comunali e a referendum dei cittadini. E la politica di sostegno agli investimenti fatta in questi anni ha bisogno del suo “ultimo miglio”: possi- bilità piena di utilizzo degli avanzi di amministrazione per investimenti per comuni e province, parziale per le regioni.
Le città metropolitane, infine. In cui vivono 22 milioni di persone, e si concentra il 40% della ricchezza prodotta a li- vello nazionale, il 50% delle start up innovative e delle uni- versità, il 50% dei brevetti registrati, l’80% del consumo culturale e più di un terzo delle presenze turistiche nazio- nali. In questi loro primi anni di vita, hanno avuto difficoltà di natura economica e gestionale e sono state percepite come lontane dalle esigenze e dai bisogni dei cittadini. Per rilanciarle è necessario favorire la creazione di forum che riuniscano i rappresentanti delle parti sociali, economiche e culturali, da consultare sugli orientamenti strategici, sul modello delle città metropolitane francesi. E bisogna prevedere una fiscalità propria che potrebbe es- sere legata all’esercizio della funzione della mobilità.
Autonomia regionale, cosa c’era nel contratto con M5S -Lega del 2018
20. RIFORME ISTITUZIONALI, AUTONOMIA E DEMOCRAZIA DIRETTA
(…)Sotto il profilo del regionalismo, l’impegno sarà quello di porre come questione prioritaria nell’agenda di Governo l’attribuzione, per tutte le Regioni che motivatamente lo richiedano, di maggiore autonomia in attuazione dell’art. 116, terzo comma, della Costituzione, portando anche a rapida conclusione le trattative tra Governo e Regioni attual- mente aperte. Il riconoscimento delle ulteriori competenze dovrà es- sere accompagnato dal trasferimento delle risorse necessarie per un autonomo esercizio delle stesse. Alla maggiore autonomia dovrà infat- ti accompagnarsi una maggiore responsabilità sul territorio, in termini di equo soddisfacimento dei servizi a garanzia dei propri cittadini e in termini di efficienza ed efficacia dell’azione svolta. Questo percorso di rinnovamento dell’assetto istituzionale dovrà dare sempre più forza alregionalismo applicando, regione per regione, la logica della geometria variabile che tenga conto sia delle peculiarità e delle specificità delle diverse realtà territoriali sia della solidarietà nazionale, dando spazio alle energie positive ed alle spinte propulsive espresse dalle colletti- vità locali.
Occorre garantire i trasferimenti necessari agli enti territoriali e una contestuale cessazione delle “politiche di tagli” compiute dagli ultimi Governi. C’è ancora molto da fare per avvicinare le decisioni pubbliche ai cittadini. Un modo che sembra suggerito anche dagli articoli 5 e 118 della Costituzione, consiste nel trasferire funzioni amministrative dallo Sta- to alle Regioni e poi ai Comuni secondo il principio di sussidiarietà.
In tale ambito, si intende rilanciare anche il disegno attuativo delle disposizioni costituzionali su Roma Capitale (art. 114 Cost.) con legge dello Stato. Verrà in tale modo sancito un nuovo Patto tra la Repubblica e la sua Capitale, restituendole nuova e definitiva dignità.
Occorre inoltre utilizzare il modello dei “costi standard” per i servizi regionali e locali.
[17]vedi i punti proposti dal M5S per l’accordo con il PD agosto 2019
Il punto 6 degli impegni per il Governo del 2019. Autonomia differenziata e riforma degli enti locali. Va completato il processo di autonomia differenziata richiesta dalle regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, istituendo contemporaneamente i livelli essenziali di prestazione per tutte le altre regioni per garantire a tutti i cittadini gli stelli livelli di qualità dei servizi. Va anche avviato un serio piano di riorganizzazione degli enti locali abolendo gli enti inutili.
[18] Nella NADEF l’esecutivo effettua un aggiornamento del quadro macroeconomico di riferimento, tendenziale e programmatico, comprensivo dei principali indicatori di finanza pubblica.
[21] ACCORDO M5S PD PUNTO 20) È necessario completare il processo di autonomia differenziata giusta e cooperativa, che salvaguardi il principio di coesione nazionale e di solidarietà, la tutela dell’unità giuridica e economica; definisca i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, i fabbisogni standard; attui compiutamente l’articolo 119, quinto comma, della Costituzione, che prevede l’istituzione di un fondo di perequazione volto a garantire a tutti i cittadini la medesima qualità dei servizi. Ciò eviterà che questo legittimo processo riformatore possa contribuire ad aggravare il divario tra il Nord e il Sud del Paese. Nella ricognizione ponderata delle materie e delle competenze da trasferire e delle conseguenti ricadute – di natura politica, giuridica, economica e sociale – che questo trasferimento determina, occorre procedere con la massima attenzione. In questa prospettiva, decisivo e centrale sarà il ruolo del Parlamento, che andrà coinvolto anche preventivamente, non solo nella fase legislativa finale di approvazione. (…)
[25] vedi Roars 11 novembre 2019 la bozza “Boccia” di legge quadro contenente i principi per l’attribuzione alle Regioni di forme e condizioni particolari di autonomia (Art. 1) e le Modalità di definizione dei LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni) e degli obiettivi di servizio (Art. 2).
[30] LEGGE 30 dicembre 2021, n. 234 Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024. (21G00256) (GU Serie Generale n.310 del 31-12-2021 – Suppl. Ordinario n. 49) note: Entrata in vigore del provvedimento: 01/01/2022, ad eccezione delle disposizioni di cui ai commi 10, 649, 650, 651, 652, 653, 654, 655, 656, 727 e 728 dell’art. 1 che entrano in vigore il 31/12/2021.(> Vai alla legge sulla Gazzetta Ufficiale)
(Risultati differenziali. Norme in materia di entrata e di spesa e altre disposizioni. Fondi speciali)
(…)
159. I livelli essenziali delle prestazioni sociali (LEPS) sono costituiti dagli interventi, dai servizi, dalle attività e dalle prestazioni integrate che la Repubblica assicura, sulla base di quanto previsto dall’articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione e in coerenza con i princìpi e i criteri indicati agli articoli 1 e 2 della legge 8 novembre 2000, n. 328, con carattere di universalità su tutto il territorio nazionale per garantire qualità della vita, pari opportunità, non discriminazione, prevenzione, eliminazione o riduzione delle condizioni di svantaggio e di vulnerabilità.
160. Al fine di garantire la programmazione, il coordinamento e la realizzazione dell’offerta integrata dei LEPS sul territorio, nonché di concorrere alla piena attuazione degli interventi previsti dal Programma nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) nell’ambito delle politiche per l’inclusione e la coesione sociale, i LEPS sono realizzati dagli ambiti territoriali sociali (ATS) di cui all’articolo 8, comma 3, lettera a), della legge 8 novembre 2000, n. 328*, che costituiscono la sede necessaria nella quale programmare, coordinare, realizzare e gestire gli interventi, i servizi e le attività utili al raggiungimento dei LEPS medesimi, fermo restando quanto previsto dall’articolo 23 del decreto legislativo 15 settembre 2017, n. 147.
161. Mediante apposita intesa in sede di Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, su iniziativa del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro della salute e con il Ministro dell’economia e delle finanze, si provvede alla definizione delle linee guida per l’attuazione, ai sensi dell’articolo 4 della legge 8 novembre 2000, n. 328, degli interventi di cui ai commi da 159 a 171 e per l’adozione di atti di programmazione integrata, garantendo l’omo- geneità del modello organizzativo degli ATS e la ripartizione delle risorse assegnate dallo Stato per il finanziamento dei LEPS
(si riferiscono a provvedimenti per il sociale anche gli articoli successivi)
169. Entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, con uno o più decreti del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto col Ministro dell’economia e delle finanze, nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente, sono definiti i LEPS, negli altri ambiti del sociale diversi dalla non auto-sufficienza, con riferimento alle aree di intervento e ai servizi già individuati ai sensi dell’articolo 22, commi 2 e 4, della legge 8 novembre 2000, n. 328. Tali LEPS integrano quelli già definiti ai sensi degli articoli 5 e 23 del decreto legislativo 15 settembre 2017, n. 147, degli articoli 1 e 4 del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, e dell’articolo 1, comma 797, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, e si raccordano con gli obiettivi di servizio di cui al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 1° luglio 2021, pub- blicato nella Gazzetta Ufficiale n. 209 del 1° settembre 2021.
170. In sede di prima applicazione sono definiti i seguenti LEPS, individuati come prioritari nell’ambito del Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2021- 2023, approvato dalla Rete della protezione e dell’inclusione sociale ai sensi dell’articolo 21 del decreto legislativo n. 147 del 2017, nella seduta del 28 luglio 2021:
a) pronto intervento sociale; b) supervisione del personale dei servizi sociali;
c) servizi sociali per le dimissioni pro- tette;
d) prevenzione dell’allontanamento familiare;
e) servizi per la residenza fittizia; f) progetti per il dopo di noi e per la vita indipendente.
171. Al finanziamento dei LEPS di cui ai commi 169 e 170 concorrono le risorse nazionali già destinate per le medesime finalità dal Piano di cui al comma 170 insieme alle risorse dei fondi europei e del PNRR destinate a tali scopi.
172. Al fine di rimuovere gli squilibri territoriali nell’erogazione del servizio di asilo nido in attuazione dell’articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione, all’articolo 1, comma 449, della legge 11 dicembre 2016, n. 232, la lettera d- sexies) è sostituita dalla seguente:
«d-sexies) destinato ai comuni delle regioni a statuto ordinario della Regione siciliana e della regione Sardegna quanto a 120 milioni di euro per l’anno 2022, a 175 milioni di euro per l’anno 2023, a 230 milioni di euro per l’anno 2024, a 300 milioni di euro per l’anno 2025, a 450 milioni di euro per l’anno 2026 e a 1.100 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2027, quale quota di risorse finalizzata a incrementare in percentuale, nel limite delle risorse disponibili per ciascun anno, il nu- mero dei posti nei servizi educativi per l’infanzia di cui all’articolo 2, comma 3, lettera a), del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 65, sino al raggiungimento di un livello minimo che ciascun comune o ba- cino territoriale è tenuto a garantire. Il livello minimo da garantire di cui al periodo precedente è definito quale numero dei posti dei predetti servizi educativi per l’infanzia, equivalenti in termini di costo standard al servizio a tempo pieno dei nidi, in proporzione alla popolazione ricom- presa nella fascia di età da 3 a 36 mesi, ed è fissato su base locale nel 33 per cento, inclusivo del servizio privato. In conside- razione delle risorse di cui al primo pe- riodo i comuni, in forma singola o asso- ciata, garantiscono, secondo una progres- sione differenziata per fascia demografica tenendo anche conto, ove istituibile, del bacino territoriale di appartenenza, il rag- giungimento del livello essenziale della pre- stazione attraverso obiettivi di servizio an- nuali. Dall’anno 2022 l’obiettivo di servizio, per fascia demografica del comune o del bacino territoriale di appartenenza, è fis- sato con il decreto di cui al sesto periodo, dando priorità ai bacini territoriali più svantaggiati e tenendo conto di una soglia massima del 28,88 per cento, valida sino a quando anche tutti i comuni svantaggiati non abbiano raggiunto un pari livello di prestazioni. L’obiettivo di servizio è progressivamente incrementato annualmente sino al raggiungimento, nell’anno 2027, del livello minimo garantito del 33 per cento su base locale, anche attraverso il servizio privato. Il contributo di cui al primo pe- riodo è ripartito entro il 28 febbraio 2022 per l’anno 2022 ed entro il 30 novembre dell’anno precedente a quello di riferi- mento per gli anni successivi con decreto del Ministro dell’interno, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, il Ministro dell’istruzione, il Ministro per il Sud e la coesione territoriale e il Ministro per le pari opportunità e la famiglia, previa intesa in sede di Conferenza Stato-città ed autonomie locali, su proposta della Com- missione tecnica per i fabbisogni standard, tenendo conto, ove disponibili, dei costi standard per la funzione “Asili nido” approvati dalla stessa Commissione. Con il decreto di cui al sesto periodo sono altresì disciplinati gli obiettivi di potenziamento dei posti di asili nido da conseguire, per ciascuna fascia demografica del bacino ter- ritoriale di appartenenza, con le risorse assegnate, e le modalità di monitoraggio.sull’utilizzo delle risorse stesse. I comuni possono procedere all’assunzione del per- sonale necessario alla diretta gestione dei servizi educativi per l’infanzia utilizzando le risorse di cui alla presente lettera e nei limiti delle stesse. Si applica l’articolo 57, comma 3-septies, del decreto-legge 14 ago- sto 2020, n. 104, convertito, con modifica- zioni, dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126 ».
(*) art. 8 comma 3 lett.a
3. Alle regioni, nel rispetto di quanto previsto dal decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, spetta in particolare l’esercizio delle seguenti funzioni: a) determinazione, entro centottanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, tramite le forme di concertazione con gli enti locali interessati, degli ambiti territoriali, delle modalita’ e degli strumenti per la gestione unitaria del sistema locale dei servizi sociali a rete. Nella determinazione degli ambiti territoriali, le regioni prevedono incentivi a favore dell’esercizio associato delle funzioni sociali in ambiti territoriali di norma coincidenti con i distretti sanitari gia’ operanti per le prestazioni sanitarie, destinando allo scopo una quota delle complessive risorse regionali destinate agli interventi previsti dalla presente legge;
Capo I PRINCÌPI GENERALI DEL SISTEMA INTEGRATO DI INTERVENTI E SERVIZI SOCIALI Art. 1. (Princìpi generali e finalità) Art. 2.(Diritto alle prestazioni).
[33] GLI ENTI” (DIRE) Bologna, 5 mar. – “Io non sono d’accordo con l’autonomia differenziata: dopo il Covid la sanità pubblica nazionale deve essere la priorità e invece vedo troppa confusione politica e istituzionale. Occorre che ognuno torni a fare il proprio compito: la Costituzione italiana è molto chiara; abbiamo già tanto da fare così, e bisogna farle bene”. A pochi giorni dalla spinta congiunta di Luca Zaia e Stefano Bonaccini (sull’autonomia di Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna “Draghi batta un colpo”), ma anche dalla frenata del ministro per il sud Mara Carfagna, il sindaco di Bologna, Matteo Lepore chiede di mettere da parte le spinte sulla conquista di potere delle Regioni. “Dividere nord e sud è un errore, dovremmo metterci insieme a Milano e Napoli per realizzare cose importanti”. E fa un esempio: a Bologna il Tecnopolo svilupperà la potenza di calcolo di tutta Italia e parte dell’Europa, “non credo che questa cosa possa avere confini regionali nè comunali”. Serve invece un ‘disegno’ strategico nazionale, dice Lepore, serve che “i sindaci vadano a braccetto, lavorino insieme, sennò rischiamo che le cose si decidano altrove mentre noi giochiamo a tresette pensando che una potestà normativa sia in un ente o in un altro”. Niente autonomia differenziata, dunque, ma “una struttura nazionale più semplice che lavori con le imprese private per vincere alcune sfide industriali: questa, del resto, è la storia dell’Emilia-Romagna”. Questa, per Lepore, è la strada “se non vogliamo restare un’isola felice dove diciamo che ci si accontenta di cose che funzionano mentre c’è una guerra nucleare alle porte”. Costruire un modello di “alleanze a livello nazionale ed europeo mi affascina di più che l’autonomia differenziata”. Ma questo non vuol dire, precisa, essere in disaccordo con Bonaccini. (SEGUE) (Mac/ Dire) 13:43 05-03-22 NNNN
[35] Mozione Giorgis, De Cristofaro, Maiorino, Spagnolli, Musolino
Atto Senato
Ordine del Giorno 9/1-00066/2
presentato da
ANDREA GIORGIS martedì 25 luglio 2023, seduta n. 091
Il Senato, esaminata la mozione sui “Profili critici nell’ambito del processo di attuazione dell’autonomia differenziata”, premesso che: la formulazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, per quanto possa apparire incerta e indeterminata, non può essere interpretata ed attuata in contrasto con i principi fondamentali del nostro ordinamento costituzionale, a partire dal principio di unità e indivisibilità della Repubblica e dal connesso principio di uguaglianza di fronte alla legge, e nell’accesso ai beni e servizi essenziali che costituiscono l’oggetto dei diritti civili e sociali che, come esplicita appunto l’articolo 117, lettera m), “devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale”; prima di procedere a qualsiasi trasferimento di ulteriori competenze a una o più regioni, occorre che siano determinati e concretamente attuati tutti i LEP attinenti all’esercizio di diritti civili e sociali; come hanno infatti da ultimo ben spiegato anche Giuliano Amato, Franco Bassanini, Franco Gallo e Alessandro Pajno, nella lettera con cui hanno motivato le loro dimissioni dal cosiddetto “Comitato tecnico per la determinazione dei LEP”, se si dovesse procedere alla determinazione dei soli livelli essenziali relativi alle materie potenzialmente oggetto di autonomia differenziata, vi sarebbe il rischio che alla fine manchino le risorse per finanziare anche i LEP relativi alle materie di competenza esclusiva dello Stato (che non possono essere trasferite alle regioni), impegna il Senato: prima di procedere a qualsiasi votazione degli emendamenti presentati al disegno di legge n. 615, recante disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario, ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, attualmente all’esame della Commissione affari costituzionali del Senato, ad acquisire, dal Comitato tecnico per la determinazione dei LEP, i dati e le valutazioni compiute dallo stesso CLEP per determinare, superando il criterio della spesa storica, tutti i livelli essenziali delle prestazioni relative ai diritti civili e sociali che devono essere garantite ai cittadini su tutto il territorio nazionale in modo da consentire al Parlamento di assumere, in modo trasparente e conoscibile, la fondamentale decisione, sulla base delle risorse esistenti, in ordine alle priorità e al grado di attuazione dei diversi livelli essenziali. (numerazione resoconto Senato G2) (9/1-00066/2) Giorgis, De Cristofaro, Maiorino, Spagnolli, Musolino
[36] Atto Senato Ordine del Giorno 9/1-00066/1 presentato da LUCIO MALAN martedì 25 luglio 2023, seduta n. 091
Il Senato, esaminata la mozione sui “Profili critici nell’ambito del processo di attuazione dell’autonomia differenziata”, premesso che: in base all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, con legge dello Stato possono essere attribuite alle Regioni a statuto ordinario che ne facciano richiesta forme e condizioni particolari di autonomia nelle 23 materie richiamate dallo stesso articolo 116, terzo comma, della Costituzione. A distanza di oltre ventuno anni dalla riforma del 2001 del Titolo V della Parte seconda della Costituzione, il dettato costituzionale non ha trovato applicazione concreta; la Commissione affari costituzionali del Senato sta attualmente discutendo il disegno di legge governativo, Atto Senato 615, in materia di autonomia differenziata, in coerenza con il mandato politico ricevuto dall’attuale maggioranza di Governo dagli elettori: “Attuare il percorso già avviato per il riconoscimento delle Autonomie ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, garantendo tutti i meccanismi di perequazione previsti dall’articolo 119 della Costituzione”; la presentazione di un disegno di legge di attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, pur non essendo prevista espressamente dalla Costituzione, persegue più facilmente due obiettivi primari: da un lato consente un più ordinato e coordinato processo di attuazione e dall’altro assicura una più ampia condivisione garantendo il coinvolgimento delle Camere, impegna il Governo: ad approvare il disegno di legge Atto Senato 615 in materia di autonomia differenziata in tempi rapidi, tenendo conto delle indicazioni e delle proposte di modifica condivise nel corso dell’esame in Commissione, in coerenza con il complesso delle riforme istituzionali indicate nel programma di Governo su cui il Governo ha ricevuto la fiducia delle Camere. (numerazione resoconto Senato G1) (9/1-00066/1) Malan, Romeo, Ronzulli, Biancofiore
I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa, nel rispetto dell’equilibrio dei relativi bilanci, e concorrono ad assicurare l’osservanza dei vincoli economici e finanziari derivanti dall’ordinamento dell’Unione europea.
I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno risorse autonome. Stabiliscono e applicano tributi ed entrate propri, in armonia con la Costituzione [53 c.2] e secondo i princìpi di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario. Dispongono di compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibile al loro territorio.
La legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante.
Le risorse derivanti dalle fonti di cui ai commi precedenti consentono ai Comuni, alle Province, alle Città metropolitane e alle Regioni di finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite.
Per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l’effettivo esercizio dei diritti della persona, o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni, lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni.
La Repubblica riconosce le peculiarità delle Isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità.
I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno un proprio patrimonio, attribuito secondo i princìpi generali determinati dalla legge dello Stato. Possono ricorrere all’indebitamento solo per finanziare spese di investimento, con la contestuale definizione di piani di ammortamento e a condizione che per il complesso degli enti di ciascuna Regione sia rispettato l’equilibrio di bilancio. E’ esclusa ogni garanzia dello Stato sui prestiti dagli stessi contratti.
(41) vai alla pagina con gli elenchi dei voti favorevoli(110)contrari (64) astenuti (3) In congedo o in missione (1) https://www.senato.it/leg/19/BGT/Schede/Ddliter/votazioni/148_1.htm
(42) agenda lavori Camera 21 maggio 2024 e seguenti
Martedì 21 maggio (ore 9,30) Svolgimento di interpellanze e interrogazioni.
Martedì 21 (ore 13, con votazioni non prima delle ore 17,30 e con prosecuzione notturna dalle ore 21 alle 24), mercoledì 22 (ore 9,30-13,30 e 16,15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24) e giovedì 23 maggio (ore 9,30-13,30 e 15-20, con prosecuzione notturna dalle 21 alle 24 ed eventualmente nella giornata di venerdì 24 maggio)
Esame del disegno di legge S. 1092 – Conversione in legge del decreto-legge 29 marzo 2024, n. 39, recante misure urgenti in materia di agevolazioni fiscali di cui agli articoli 119 e 119-ter del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, altre misure urgenti in materia fiscale e connesse a eventi eccezionali, nonché relative all’amministrazione finanziaria (ove trasmesso dal Senato – scadenza: 28 maggio 2024).
Eventuale seguito dell’esame degli argomenti previsti nella settimana precedente e non conclusi.
Seguito dell’esame della mozione Conte ed altri n. 1-279 in ordine alla posizione del Governo italiano sulla riforma della governance economica europea e del Patto di stabilità e crescita.
Seguito dell’esame della proposta di legge n. 1276 – Modifica dell’articolo 2407 del codice civile, in materia di responsabilità dei componenti del collegio sindacale.
Seguito dell’esame della proposta di legge n. 30 e abbinate – Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni per l’integrazione e l’armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali.
Seguito dell’esame del disegno di legge n. 1665 – Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione (collegato alla manovra di finanza pubblica – approvato dal Senato) (previo esame e votazione delle questioni pregiudiziali di costituzionalità e di merito presentate). https://www.camera.it/leg19/76