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Ex Deposito Atac di Piazza Ragusa: storia di una vendita all’unico offerente

AGGIORNAMENTO DEL 4 AGOSTO: secondo agenzie di stampa “La Giunta è in procinto di ricevere, al ritorno dal giro di esame di vigilanza da parte degli uffici, la delibera per l’approvazione definitiva del Piano urbano della mobilità sostenibile, nel cui scenario a 10 anni si prevede una sostituzione della flotta basata prevalentemente su vetture verdi a metano o elettriche, a cui servirà una infrastrutturazione delle rimesse adatta alla transizione. Per questo abbiamo stabilito di dover avere almeno 4 depositi centrali, come già inserito nella memoria di Giunta relativa al Pnrr: due già nelle disponibilità dell’amministrazione, Trastevere e Portonaccio, e altri due, Ragusa e Bainsizza, poi un parcheggio funzionale alla linea Roma-Lido Acilia Sud. In questo passaggio verranno definiti scopo e strumentalità di ogni immobile”. https://www.askanews.it/cronaca/2021/08/03/roma-in-aula-lemendamento-della-giunta-raggi-salva-depositi-pn_20210803_00139/

AGGIORNAMENTO successivo: l’Assemblea capitolina ha approvato un emendamento all’assestamento di bilancio per inserire lo stanziamento per l’acquisto degli immobili. Al momento non sappiamo come è finita l’asta del 7 agosto (> Vedi anche articolo di Roma Today del 7 agosto https://www.romatoday.it/politica/ex-deposito-atac-piazza-ragusa-asta-comune-rilancia.html (17 agosto 2021)

(3 agosto 2021) E’ di questi giorni la notizia del probabile passaggio al colosso dello shopping on line Amazon dell’ex rimessa ATAC di Piazza Ragusa, nel quartiere San Giovanni. Carteinregola si è battuta fin dai tempi della Giunta Alemanno perché le ex rimesse non diventassero oggetto di speculazione ma fossero restituite almeno in parte all’uso pubblico . Molti cittadini da tempo avevano elaborato progetti partecipati, progetti che sono stati ignorati da tutte le amministrazioni che si sono succedute. E con il Concordato preventivo del Tribunale Fallimentare del 2017 anche questi immobili sono finiti nel calderone delle alienazioni per coprire il debito monstre di ATAC. Alcuni atti dell’attuale maggioranza sembravano andare nella direzione dell’acquisizione delle ex rimesse da parte del Comune, ma poi non è successo nulla. Assistiamo così all’ ennesima operazione che cancella anni di attivismo civico e di speranze in una città per i cittadini, dove l’istituzione sia in grado di decidere e programmare l’uso del proprio patrimonio per l’interesse collettivo. Un approfondimento di Paolo Gelsomini (AMBM)

Ex Deposito Atac di Piazza Ragusa: storia di una vendita all’unico offerente

L’ex deposito tra varianti mancate e sopraggiunti vincoli architettonici

di Paolo Gelsomini

E’ caduto il primo birillo dell’annosa vicenda della cessione del patrimonio Atac s.p.a. con asta giudiziaria connessa alle linee del Concordato preventivo della Sezione fallimentare del Tribunale ordinario di Roma n.87/2017 (5 novembre 2018) (1) per il  rientro guidato del gravoso debito accumulato dall’azienda partecipata del Comune di Roma .

Secondo articoli di stampa (2) la multinazionale Amazon avrebbe presentato l’unica offerta per l’acquisto dell’ex-rimessa di piazza Ragusa aggiudicandosi l’asta per una cifra di 10.5 milioni di euro, cifra che risulta molto al di sotto del valore di mercato stabilito da una perizia commissionata da Atac. Di seguito scopriremo il motivo di questo ribasso di valore inizialmente periziato.

Che cosa succederà ora? Sicuramente occorrerà trasformare lo spazio interno dell’edificio e la sua destinazione d’uso, e questo potrebbe comportare l’approvazione di una delibera di variante urbanistica. L’edificio è di rilevante interesse architettonico e urbano, come testimoniato dalla “Carta per la qualità” del PRG. Sempre da PRG nell’elaborato “Sistemi e regole” la ex rimessa è individuata come tessuto della città storica T6 – Tessuti di espansione novecentesca a fronti continue con perimetro di servizi pubblici di livello urbano.

Per gli immobili ATAC, tra i quali l’ex deposito Ragusa, la Giunta Raggi nel dicembre 2017 aveva approvato una “Memoria di Giunta” (3) che dava mandato al Dipartimento urbanistica di predisporre una Delibera da votare in Assemblea Capitolina con la quale, escludendo “qualunque ipotesi di valorizzazione e trasformazione urbanistica”, “consentisse la rimozione del vincolo ai fini della vendita degli immobili” (4)

Nel novembre scorso, un’altra Memoria di Giunta (5) dava mandato agli uffici per formulare un’altra delibera affinchè l’Assemblea autorizzasse “ la formulazione di un’acquisizione al patrimonio immobiliare di Roma Capitale di parte degli immobili di ATAC inseriti nell’attivo da liquidare ai valori indicati nel piano della società, previa dichiarazione dell’interesse pubblico degli stessi in quanto funzionali agli obiettivi del PUMS [Piano Urbano della Mobilità Sostenibile]”, tuttavia non risulta effettuato nessun atto successivo nè deliberazione dell’Assemblea per acquisire gli immobili o per ottenere una variante urbanistica, indispensabile per la valorizzazione finanziaria della vendita degli immobili.

Inoltre, su alcuni ex depositi è sopraggiunta tra il 2013 e il 2016 l’apposizione di un vincolo di interesse storico-artistico da parte del Mibact che ha imposto la rivisitazione dei progetti presentati. In particolare ci risulta che tutte le 11 particelle catastali che compongono l’ex deposito di Piazza Ragusa  siano sottoposte a vincolo architettonico in base al D.M. 18/2/2015.

Già il Concordato preventivo del 2017 si era accorto di possibili criticità nell’attuazione del Piano e dei profili di incertezza di dismissione.

Per tutti questi motivi le operazioni di dismissioni delle ex rimesse hanno marciato lentamente e  sempre in salita al punto tale che lo stesso testo del Concordato preventivo della Sezione fallimentare del Tribunale ordinario di Roma n.87/2017 (1) dedica il Capitolo 23 alle “Possibili criticità nell’attuazione del piano concordatario” precisando al paragrafo 3 i “Profili di incertezza in ordine alla liquidazione degli immobili non strumentali“.

Gli immobili non strumentali al Tpl (Trasporto pubblico locale) erano stati individuati, ai tempi del Sindaco Alemanno, dalla delibera 39/2011 dell’Assemblea Capitolina, che aveva stabilito anche la futura destinazione urbanistica per ciascuno di essi (6).

Il Piano di Concordato prevede che un flusso significativo, per € 91 milioni circa, provenga dall’alienazione degli immobili non strumentali come ad esempio ex rimesse quali “San Paolo”, in via Alessandro Severo; “Tuscolana”, in piazza Ragusa, e “Vittoria”, in piazza Bainsizza.

Così prosegue il testo del Concordato preventivo: “Gli immobili non strumentali esprimono sicuramente un plusvalore latente assai significativo. Tuttavia, l’attuale destinazione d’uso, (….) non rende agevole identificare un mercato di riferimento, sì che v’è un’evidente alea non solo in ordine al prezzo effettivamente ricavabile dalla vendita di essi, rebus sic stantibus, ma anche con riguardo ai relativi tempi.  D’altronde, e di là dai rilievi mossi dal Tribunale nel decreto del 21.3.2018, la stessa Duff & Phelps REAG, nella perizia del 18.1.2018, ha sottolineato «che le previsioni urbanistiche correnti per alcuni beni (con particolare riferimento alle aree qualificabili come standard ed ai beni per i quali sono previste destinazioni d’uso di servizio, quali la ex rimessa San Paolo) rappresentano un limite alla effettiva appetibilità sul mercato degli stessi (in termini di assorbimento) e limitano in maniera significativa l’aspettativa di realizzo per la dismissione degli stessi. […]”.

L’alienazione degli immobili era quindi prevista, ma in una fase successiva alla trasformazione urbanistica, cioè dopo un percorso progettuale e l’approvazione della variante al PRG da parte dell’Assemblea Capitolina. Anche perchè, come si può immaginare, il valore degli immobili cambia sensibilmente se ceduti nella situazione attuale – destinazione servizi pubblici e attuali cubature – o dopo una delibera che ne consenta una diversa destinazione (immobiliare, commerciale, direzionale ecc) e maggiori cubature.

In particolare dalle tre ex rimesse (Ragusa, Vittoria, San Paolo) ci si attendeva di incassare 37 milioni circa su un totale di 91 milioni di euro ricavabili dal patrimonio immobiliare non funzionale al TPL previsti dal Piano del Concordato, mentre in caso di trasformazione urbanistica (con cambio di destinazione d’uso e calcolo delle superfici utili lorde ammissibili) il valore  complessivo sarebbe stato assai più consistente. Per l’ex rimessa Ragusa il progetto di valorizzazione era stato inviato da Atac a Roma Capitale  in data 31 luglio 2012, con la previsione di 7511 metri quadrati di superficie utile lorda a destinazione residenziale.

Per questo l’Atac, attraverso la controllata Atac Patrimonio, aveva svolto il complesso delle attività finalizzate alla predisposizione dei progetti di trasformazione urbanistica lavorando a stretto contatto con il competente Dipartimento di Programmazione e Attuazione Urbanistica.

L’esigenza di rivedere i progetti presentati dopo i vincoli del Mibact e di consentire l’alienazione degli immobili  anche senza la trasformazione urbanistica per accelerare i tempi ma diminuendo il valore

“Senonchè – come recita il testo del Concordato – sui predetti immobili è sopraggiunta tra il 2014 e il 2015 l’apposizione di un vincolo di interesse storico-artistico da parte del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali che ha imposto la rivisitazione dei progetti presentati (sin qui, a quanto consta, non sfociata in alcunchè, siccome solo ad inizio 2017 sono ripresi i contatti con il Dipartimento di Programmazione e Attuazione Urbanistica).

La stasi ha determinato, ai fini della predisposizione del Piano concordatario, l’esigenza di rimuovere la menzionata preclusione all’alienazione tant’è che con Deliberazione dell’Assemblea Capitolina n.4/2018 (7) si è autorizzato il rappresentante di Roma Capitale in seno all’Assemblea dei soci di ATAC S.p.A. ad esprimere il voto favorevole […] all’alienazione degli immobili previsti nel piano concordatario nel rispetto delle norme di legge e alla riconversione funzionale degli immobili non strumentali ai sensi di quanto previsto dall’art. 84 delle Norme Tecniche di Attuazione del P.R.G. vigente. (8)

Da un lato, quindi, riceve conferma, ancora una volta, il ruolo “pivotale”(9) di Roma Capitale (qui, ai fini della valorizzazione urbanistica, col paradosso che la scarsa sollecitudine dimostrata, dal 2011, rischia di attribuire agli acquirenti, sottraendoli alle casse pubbliche, le consistentissime plusvalenze latenti); dall’altro, a ragionare di immutata destinazione urbanistica, va ribadito come le pur argomentate stime peritali prodotte da ATAC siano state, giocoforza, elaborate “sulla carta”, siccome i cespiti in questione (per dimensione e funzioni) sono privi di concreti “termini” di raffronto sul mercato. Donde l’alea nella realizzazione dei ricavi attesi dal Piano concordatario”.

In queste ultime parole riportate dal testo del Concordato preventivo c’è un punto importante che vogliamo sottolineare: la trasformazione urbanistica degli immobili, ed in particolare di quello di piazza Ragusa, avrebbe permesso ad Atac di immettere sul mercato dei cespiti con un plusvalore determinato proprio dalla variante e dalla possibilità di creare volumi ad uso residenziale. Questo non è avvenuto a causa dei vincoli storico-architettonici sopraggiunti su tutte le particelle catastali di cui si compone l’ex rimessa Tuscolana. A causa di queste problematicità, il “plusvalore latente assai significativo” di cui parla il Concordato è rimasto tale senza poter essere mai attuato.

Come sopra scritto si è resa indispensabile una delibera di Assemblea Capitolina  per poter permettere l’alienabilità dell’immobile che diventa così serbatoio di plusvalore latente per l’acquirente privato. Così siamo arrivati alla situazione attuale dell’asta vinta – se confermato – da Amazon a quel prezzo.

Anche da questo profilo, l’operazione condotta dal Comune, sembra in netta perdita.

Una storia che parte da lontano: la vicenda degli  ex depositi Atac dalla richiesta di autorizzazione alle dismissioni del 2010, all’approvazione del Programma generale di riconversione, alla delibera 39/2011 fino al Concordato preventivo.

Nel marzo del 2010, in seguito all’indebitamento finanziario, l’Atac chiese al Comune di Roma di autorizzare, previa trasformazione urbanistico – edilizia, un processo di valorizzazione e dismissione degli immobili di sua proprietà, non più strumentali all’esercizio del Trasporto Pubblico Locale.

Le Norme Tecniche di Attuazione del vigente PRG (art. 84, comma 4) (8) subordinano la dismissione e la riconversione funzionale degli immobili per usi diversi dal servizio per il Trasporto Pubblico Locale all’approvazione da parte del Comune di un “Programma generale” che individui per ogni area le nuove specifiche destinazioni d’uso e la SUL (Superficie Utile Lorda) massima consentita.

Fu così predisposto il “Programma generale per la riconversione funzionale degli immobili non strumentali al Trasporto Pubblico Locale” previsti dal Piano Pluriennale 2009-2020 di ATAC Patrimonio S.r.l. approvato dall’Assemblea capitolina il 25 giugno 2011 con la delibera n. 39.

Di fatto, un’alienazione del patrimonio per fare cassa, attraverso l’impegno del Comune di arrivare all’approvazione di una variante al Piano regolatore che prevedeva il cambio di destinazione d’uso.

Questa fu l’operazione pensata per salvare l’azienda partecipata dal Comune e fortemente indebitata.
Con l’approvazione della delibera A.C. n.39/2011 la società Atac patrimonio srl (società di scopo controllata da Atac spa) viene autorizzata a vendere i depositi ancora in uso di Trastevere e di Portonaccio, gli ex depositi di San Paolo, di piazza Bainsizza e di piazza Ragusa appunto. Oltre a una decina di edifici sparsi sul territorio, per lo più ex officine elettriche. 

Gli immobili in questione, esaurito il supporto al Tpl (Trasporto Pubblico Locale), “rappresentano – si legge nell’atto – una opportunità strategica sia al fine di reperire risorse economiche, sia per un più generale processo di riqualificazione urbana”. Per molti più la prima che la seconda. Per altri un provvedimento ‘in odor di speculazione, più che di valorizzazione”. Tra le Delibere urbanistiche a cui Carteinregola e altre associazioni si opposero con un presidio di 4 mesi in Aula Giulio Cesare c’era anche quella per la “valorizzazione” della ex rimessa Vittoria, poi non portata al voto dell’Aula, anche per le nostre proteste.

Nel 2017 si arriva al Concordato preventivo del Tribunale Fallimentare di Roma del quale abbiamo dato sopra alcuni cenni utili per capire i motivi che hanno portato in questi giorni all’aggiudicazione dell’asta ad un unico offerente: la multinazionale Amazon.

La nuova (non) visione urbanistica nel quadrante Ragusa-Stazione Tuscolana e le proposte dei cittadini inascoltate (dal Comune) ma coerenti con le finalità del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (del Comune).

Sul destino dell’immobile di piazza Ragusa da anni si stanno battendo i cittadini del quadrante con le locali associazioni (piazza Ragusa, Villa Fiorelli, Scup, Cinecittà Bene Comune, Mura Latine) intenzionati a restituire ad un uso pubblico e di comunità il vecchio edificio. Fin dal 2016 fu presentato un documento agli assessori competenti, per la trasformazione del complesso  in un hub intermodale di mobilità sostenibile a servizio dell’adiacente stazione Tuscolana.

La proposta della cittadinanza non fu presa in considerazione dal Comune. Uno spiraglio sembrava essersi aperto, quando la Sindaca Raggi aveva annunciato uno stanziamento di 35 milioni di euro per l’acquisto degli stabili di Atac in piazza Ragusa, San Paolo e piazza Bainsizza, tramite la citata Memoria n.66 di novembre 2020 (5), e con lo stanziamento di un maxi-scostamento di bilancio di 25 milioni di euro, all’inizio di quest’anno. Purtroppo lo stanziamento non ha visto, alla scadenza dei termini, la deliberazione finalizzata alla presentazione dell’offerta da parte del Comune.

Dopo il naufragio dell’iniziativa del Comune, il destino dell’ex deposito di Piazza Ragusa, e degli altri considerati “immobili non strumentali” appare segnato. Anche la rimozione della iniziale preclusione all’alienazione degli immobili ha spianato la strada alla vendita a privati di gioielli storici ed architettonici che avrebbero potuto essere riutilizzati all’interno di una visione complessiva e strategica dei quadranti urbanizzati della Città Storica.

Basti pensare che a poche decine di metri da piazza Ragusa sarà realizzato il progetto vincitore del bando di concorso Reinventing Cities, che porterà alla riqualificazione della Stazione Tuscolana e dell’antistante piazzale e all’insediamento di nuove residenze, attività commerciali, studentati, spazi sportivi e culturali.

Facciamo fatica a capire il rapporto funzionale e formale che si stabilirà tra queste opere e il grande magazzino Amazon con relativi uffici e nuovi flussi di traffico di camion per il trasporto delle merci.

La destinazione dell’ex deposito di piazza Ragusa avrebbe dovuto essere coerente con una visione d’insieme  del territorio e con le trasformazioni in atto nel quadrante dove, come scritto, sarà realizzato un grande progetto d’area sopra accennato e di cui abbiamo diffusamente scritto su Carteinregola (10).

Ma la trasformazione del complesso edilizio avrebbe dovuto rispondere anche ai principi ispiratori del PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) che sono l’integrazione, la partecipazione, la valutazione, il monitoraggio. Il Piano pone al centro le persone e la soddisfazione delle loro esigenze di mobilità, seguendo un approccio trasparente e partecipativo che prevede il coinvolgimento attivo dei cittadini e degli altri portatori di interesse, fin dall’inizio del suo processo di definizione. 

Nulla di tutto questo è successo nell’operazione dell’asta (al ribasso) che a quanto pare  ha consegnato l’immobile al migliore (unico) offerente,  anche se sembra che i giochi non siano ancora conclusi.

Il documento consegnato al Comune nel 2016 da alcune associazioni, tra cui “Cinecittà Bene Comune”, interpretava perfettamente la destinazione d’uso che avrebbero dovuto attribuire all’ex deposito Ragusa, considerata, come tutti gli altri ex depositi Atac, funzionali al PUMS e come tali considerati dalla citata Memoria di Giunta del novembre 2020 che non ha poi avuto alcun seguito – nessun atto o deliberazione dell’Assemblea Capitolina – per acquisire gli immobili, ma neanche per votare una variante urbanistica che avrebbe consentito almeno una valorizzazione finanziaria della vendita degli immobili.

Di che cosa parlava questo documento elaborato all’interno di processi partecipativi dei cittadini?

Ecco alcuni stralci significativi:

-Riconversione ecologica attraverso la realizzazione di una stazione per la mobilità sostenibile e alternativa in grado di offrire un servizio per il centro storico e per le aree urbane limitrofe soggette a ZTL (es. Pigneto, San Lorenzo ecc.) con l’uso di vetture ecologiche.

– Forniture al sistema di car sharing e bike sharing, così da offrire la possibilità ai passeggeri della Metro A, della Metro C e della stazione Tuscolana di fruire del servizio di sharing;

– Officine atte alla riparazione di tutti i mezzi ecologici quali biciclette e veicoli elettrici;

– Impianti ad uso dei privati per l’alimentazione dei mezzi ecologici con la posa in opera  di pannelli fotovoltaici posti al di sopra della superficie dell’area per la produzione di energia.

– Aprire il progetto di riqualificazione alla partecipazione della cittadinanza e delle realtà territoriali, utilizzando gli edifici con entrata in via dei Rogazionisti, ma non escludendo, viste le dimensioni dell’edificio, la possibilità di ricavare ulteriori spazi da destinare alla vita sociale del quartiere.

– Rendere il progetto un’occasione di riqualificazione e integrazione con il complesso degli spazi adiacenti degradati o poco funzionali.

Questo è quello che sarebbe potuto diventare l’ex deposito di piazza Ragusa.

Ora davanti abbiamo lo spettro di un enorme magazzino dove si caricano e scaricano pacchi a getto continuo in piena Città Storica, e la possibilità che lo stesso destino  tocchi alle altre due ex rimesse, quella di San Paolo e quella di piazza Bainsizza. Crediamo che si tratti di un’emergenza urbanistica romana che può stravolgere la vita di interi e popolosi quartieri. Solo la Sindaca non se ne rende conto, insieme alla sua ridotta e oramai inesistente maggioranza.

Al di lá delle questioni tecniche, il dato politico é chiaro. Con il  Concordato preventivo del Tribunale fallimentare che il Comune ha firmato senza tentare di salvare parti significative del suo patrimonio, il Comune di Roma sta cancellando le migliori esperienze sociali essenziali per questa città, a partire da Lucha y Siesta, l’unico centro antiviolenza e di assistenza alle donne di una zona difficile come quella del Tuscolano, il cui immobile andrà all’asta il prossimo 5 Agosto.

Questa Giunta, che ha sempre parlato di partecipazione e di confronto con la cittadinanza, procede a vendite di aree e immobili demaniali con varianti urbanistiche che permettono macroscopiche e gravi speculazioni immobiliari (come nel caso del citato progetto vincitore del bando Reinventing Cities per la stazione Tuscolana), sgombera presidi sociali, assistenziali e culturali che sostituiscono servizi pubblici carenti o inesistenti, consegna ai privati un patrimonio collettivo storico che potrebbe essere messo al servizio della città, come quello delle ex rimesse.

Paolo Gelsomini

3 agosto 2021 – ultima modifica 4 agosto 2021

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

Vedi anche Aree ex depositi ATAC – Dal 2010 al 2019 di Paolo Gelsomini

Vedi la scheda EX Rimessa ATAC Vittoria I Municipio (aggiornata al 2013)

vedi anche La ricchezza dell’ATAC (2012) Università degli Studi Roma Tre – Dipartimento di Studi Urbani – Laboratorio ABItare la Città contemporanea Ricerca a cura di: Giovanni Caudo (responsabile), Lorenzo Caiazza, Sofia Sebastianelli con il contributo di Francesca Romana Stabile scarica La ricchezza dell’ATAC

NOTE

(1) Scarica doc-concordato-atac

(2) (tra gli altri: Roma Today 1 agosto 2021) L’ex deposito Atac di Piazza Ragusa ad Amazon, bufera sul Comune: “Lo ha svenduto Il colosso mondiale dell’e-commerce si sarebbe aggiudicato la vecchia rimessa per 10,5 milioni di euro, “meno del valore di mercato”. Sfumano i progetti e si teme per l’impatto dell’eventuale hub sul contesto urbano

(3) Memoria della Giunta Capitolina n.86 del 28 dicembre 2017 Programma generale per la riconversione funzionale degli immobili non strumentali al Trasporto Pubblico Locale previsti dal Piano Pluriennale 2009- 2020 di ATAC Patrimonio S.r.l. ai sensi dell’art. 84 comma 4 delle Norme Tecniche di Attuazione del vigente PRG. Così il testo del dispositivo : “predisporre una Proposta di Deliberazione da sottoporre all’Assemblea Capitolina con la quale, nel rispetto delle funzioni gestionali e della normativa vigente, comprese le disposizioni previste dalla disciplina fallimentare relativa alla tutela dei creditori, previa esclusione di ogni successiva ipotesi di valorizzazione e di trasformazione urbanistica,[si] consenta  la rimozione del vincolo ai fini dell’alienazione dei complessi immobiliari di ATAC Spa” Scarica Memoria-della-Giunta-Capitolina-n.86-del-28-dicembre-2017-patrimonio-ATAC

(4) La Memoria di Giunta riguardava molti immobili ATAC, compresa la ex rimessa Vittoria di Piazza Bainsizza, la ex rimessa San Paolo e vare altre aree e complessi immobiliari

(5) scarica ATAC Memoria della Giunta Capitolina n. 66 del 30 novembre 2020

(6) scarica Delibera 39 del 24/06/2011 Programma generale per la riconversione funzionale degli immobili non strumentali al Trasporto Pubblico Locale previsti dal Piano Pluriennale 2009-2020 di ATAC Patrimonio S.r.l. ai sensi dell’art. 84 comma 4 delle Norme Tecniche di Attuazione del vigente (Protocollo N. 5330 del 11/04/2011) patrimonio ATAC DACDelib. N 39 del 24.06.2011

(7) Delibera 4/2018 – 23/01/2018 Gabinetto del Sindaco Determinazioni di Roma Capitale in merito agli argomenti iscritti all’Ordine del Giorno dell’Assemblea Ordinaria e Straordinaria dei Soci di ATAC S.p.A. Approvazione Regolamento Strumenti finanziari partecipativi di ATAC S.p.A. scarica Deliberazione Assemblea Capitolina n. 4-18 ATAC

(8) Dalle Norme Tecniche Attuative del PRG di Roma 2008

Art.84. Servizi pubblici di livello urbano

Comma 3: All’interno delle attrezzature complementari alla mobilità (…) sono comprese le aree e le strutture di servizio per il trasporto pubblico locale, attualmente di proprietà dell’ATAC o del Co.tra.l., destinate a depositi, attrezzature, impianti e annesse sedi amministrative. (….)

Comma 4:  Nelle aree di cui al comma 3 (*), la dismissione o riconversione funzionale degli immobili per usi diversi dal servizio per il trasporto pubblico locale, è subordinata all’approvazione, da parte del Comune, di un Programma generale, anche per fasi o ambiti urbani, che individui, per ogni area, le nuove specifiche destinazioni d’uso e la SUL (Superficie Utile Lorda) massima consentita, ferma restando la volumetria esistente, sulla base di una valutazione di sostenibilità urbanistica estesa agli ambiti di riferimento.

(9) L’aggettivo richiama il «pivot», il giocatore che, nella pallacanestro, costituisce il perno dell’attacco

(10) ( vedi CdQ Tuscolano-Villa Fiorelli: valorizzazione Stazione Tuscolana, il report dell’assemblea e le domande dei cittadini  Pubblichiamo un interessante resoconto del Comitato di Quartiere Tuscolano- Villa Fiorelli dell’Assemblea pubblica che si è svolta lo scorso 10 gennaio 2020 -15 Gennaio 2020 Continua#

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