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ISPRA – Rapporto Rifiuti Urbani Edizione 2022

Foto ambm

Pubblichiamo il rapporto dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA), un ente pubblico di ricerca, sui rifiuti urbani, edizione 2022 e un articolo di Luca Martinelli dal sito Altraeconomia

Scarica il rapporto ISPRA rifiuti urbani 2022

(DAL SITO ISPRA)

Ripresa del pendolarismo e ritorno del turismo in Italia, dopo la crisi pandemica, sono tra le principali cause dell’aumento della produzione di rifiuti urbani in Italia nel 2021. Soprattutto nei 16 comuni con popolazione residente al di sopra dei 200 mila abitanti, dove l’incremento tra 2020 e 2021 è ancora più alto (+2,8%) della media nazionale. La crescita, tuttavia, appare inferiore a quella del PIL e dei consumi delle famiglie (rispettivamente 6,7% e 5,3%).

Risultati nel complesso significativi per la raccolta differenziata: 64% la media nazionale. Veneto (76,2%) e Sardegna (74,9%), registrano le percentuali più alte, tra le nove regioni che superano l’obiettivo del 65%. Molto vicino a raggiungere il target anche l’Abruzzo (64,6%), seguito da Toscana e Valle d’Aosta. Significativo balzo in avanti per la Basilicata, che con un aumento di 6 punti rispetto al 2020 raggiunge il 62,7%. Ancora al di sotto del 50% la Sicilia (46,9%) che, tuttavia, fa segnare un progresso importante di + 4,7 punti rispetto alla percentuale del 2020. Come negli anni precedenti, i livelli più elevati di raccolta differenziata si rilevano per la provincia di Treviso, che nel 2021 raggiunge l’88,6%, seguita da Mantova (86,4%) e Belluno (83,8%). Tra le città metropolitane, sempre in crescita la percentuale di Cagliari con il 74,4%.

Dal sito altreconomia 28 Dicembre 2022

Gli inceneritori ingessano la raccolta differenziata dei rifiuti in Italia. Ecco perché

di Luca Martinelli

I 37 impianti attivi hanno bruciato nel 2021 5,4 milioni di tonnellate di rifiuti, il 18% di quelli prodotti. I dati dell’ultimo Rapporto Ispra confermano l’effetto “freno” dei forni -concentrati al Nord- alla differenziata e all’economia circolare. Un problema anche sul fronte dei cambiamenti climatici. Gli impianti più grandi fanno riferimento ad A2A

La raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani in Italia ha raggiunto nel 2021 per la prima volta il 64%, appena un punto percentuale sotto l’obiettivo inizialmente stabilito per il dicembre 2012 dal Testo unico ambientale (il decreto legislativo 152 del 2006).
La curva di crescita della differenziata disegnata nel Rapporto Ispra, presentato a dicembre 2022, evidenzia però un limite: se tra il 2011 e il 2019 la percentuale è aumentata del 3% all’anno, nell’ultimo biennio il tasso di crescita è stato pari all’1,36%. Questo significa, in pratica, che la velocità ha rallentato, in un contesto in cui la produzione di rifiuti è rimasta sostanzialmente costante, sempre a cavallo tra le 29 e i 30 milioni di tonnellate tra il 2012 e il 2021.

Il limite è dato da un “ingessamento del sistema”, legato alla presenza di impianti per l’incenerimento dei rifiuti. In Italia sono 37, 11 in meno rispetto al 2013, ma da allora il volume totale dei rifiuti che non vengono avviati a raccolta differenziata e finiscono nei forni è rimasto costante, passando da 5,39 milioni di tonnellate a 5,4 milioni. Anche la curva percentuale è costante, e nello stesso arco di tempo oscilla pochissimo tra il 17,9% e il 18,5%.

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7 GENNAIO 2023

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

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