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Ostia: il P.U.A., Piano di Utilizzo degli Arenili, va avanti, ma le criticità restano tutte

infografica dossier mare libero oss pua 01 2020Nonostante i rallentamenti delle attività istituzionali per l’emergenza sanitaria in corso, continua  l’iter  del PUA (Piano di Utilizzo degli Arenili) del Comune di Roma, fortemente criticato dall’Associazione Mare Libero, che in questo articolo di Danilo Ruggiero,  risponde a un’intervista rilasciata dal capogruppo del M5s del Municipio X, all’indomani dell’approvazione del Piano  da parte del Consiglio municipale.  Intanto l’iter è ancora proseguito con l’approvazione del  PUA della Commissione Commercio capitolina, il 20 marzo, e quella in Commissione Urbanistica il 27 marzo, sempre con i voti della sola maggioranza.(AMBM)

Il P.U.A. va avanti, ma le criticità restano tutte

di Danilo Ruggiero,  Vicepresidente Associazione Mare Libero

La Giunta Comunale di Roma, il 22 novembre 2019, ha deliberato l’adozione di un PUA (Piano di Utilizzazione degli Arenili)(1), annunciando di voler eliminare il famigerato “lungomuro” e di riservare alla pubblica fruizione il 50% minimo degli arenili. Il Consiglio del Municipio X di Roma Capitale, dopo settimane di aspre discussioni, il 9 marzo u.s. ha infine approvato, con i voti della sola maggioranza, il parere favorevole al PUA. L’iter è proseguito con l’approvazione nella Commissione Commercio di Roma Capitale (il 20 marzo) e quella in Commissione Urbanistica il 27 marzo, sempre con i voti della sola maggioranza.

L’intervista rilasciata dal capogruppo del M5s del Municipio X di Roma Capitale, Cons. Di Giovanni ,il giorno successivo,   lascia a dir poco stupiti, a partire dal titolo scelto dalla redazione “La rivoluzione gentile del Pua, frutto di coesione e concertazione” , ma anche per le dichiarazioni dello stesso Di Giovanni, che definisce le critiche al Piano “questione più di principio che di sostanza“, concludendo con l’auspicio  che “questa parentesi non propriamente edificante sia servita a comprendere quanto sia importante il nostro ruolo sul territorio, soprattutto nei confronti della cittadinanza“. 

L’associazione Mare Libero, da anni impegnata per l’uso publico delle spiagge del litorale di  Roma, sin dall’inizio, ha sollevato molte obiezioni, di metodo e di merito, sul nuovo PUA., che rimangono sostanzialmente invariate.

Quella di metodo, fondamentale, riguarda l’assoluta mancanza di partecipazione   dei cittadini ad una pianificazione strategica per il territorio, aggravata dall’assenza nel PUA di una “visione” complessiva del litorale.  Ancor più grave è il fatto che l’esclusione dei cittadini sia stata una scelta consapevole dell’Amministrazione capitolina, che aveva fatto proprio del coinvolgimento dei cittadini la propria bandiera.  Infatti è stata ignorata la richiesta di una discussione preventiva sul Piano prevista dal Regolamento comunale sulla partecipazione, contenuta nella petizione popolare “LIBERIAMO IL NOSTRO MARE”, firmata nell’estate 2019 da oltre 1000 cittadini e consegnata ad ottobre al Municipio X e al Gabinetto del Sindaco. (3)

Il parere favorevole al PUA viene sbandierato come un grande successo, soprattutto per chi non conosce la situazione, ma in realtà, secondo i nostri approfondimenti,  il nuovo Piano di Utilizzo degli Arenili non prevede quasi nulla di quanto affermato dal Cons. Di Giovanni. Le cifre riportate nell’intervista, purtroppo, sembrano frutto di calcoli molto approssimativi, se non completamente errati, ovvero di previsioni molto ottimistiche non suffragate dalle effettive disposizioni del Piano.

In particolare:

  • la superficie totale delle spiagge di competenza del Municipio X (con l’esclusione della Tenuta Presidenziale di Castelporziano) è di circa 165 ettari (1.650.000 mq), come riportato a pag. 40 del documento del Comune di Roma – Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica “Piano di Utilizzazione degli Arenili e Strumento Urbanistico degli Arenili – Relazione Tecnica Generale” (luglio 2012, dicembre 2012, marzo 2013) (4). La cifra di 648.430 mq (65 ettari circa) menzionata dal Cons. Di Giovanni corrisponderebbe in realtà al totale delle superfici – coperte e scoperte – dichiarate negli atti di concessione (elencati nella Tabella pubblicata dal Municipio X, prot. CO-32330 del 28.2.2019) (5), ma questo non ha nulla a che vedere con la reale estensione del demanio marittimo della Capitale, oggetto del PUA. Infatti, è facile verificare che, pur eliminando dai 165 ettari le superfici de “I Cancelli” e di Capocotta, rimarrebbe comunque un’area di circa 100 ettari (1.000.000 mq), molto superiore a quella citata nell’intervista;
  • di conseguenza anche la percentuale di edifici che dovrebbero essere demoliti (il 14% della superficie totale), in quanto superiore al 5% massimo previsto dal Piano Regolatore – 0,05 mq per mq di SUL (Superficie Utile Lorda), risulta notevolmente ridimensionata. Inoltre nella citata percentuale di edifici da demolire, sono stati impropriamente inclusi tutti i manufatti di “facile” e “difficile” rimozione (edifici, cabine, magazzini ecc.) indipendentemente dalla loro tipologia edilizia (in muratura, di legno, mista ecc.), mentre il PRG dice chiaramente che la SUL “misura in mq la somma delle superfici lorde dell’Unità edilizia, comprese entro il perimetro esterno delle MURATURE, di tutti i livelli fuori ed entro terra degli edifici, qualunque sia la loro destinazione d’uso”. Ciò riduce ulteriormente, se non annulla completamente, la percentuale delle (future) demolizioni;
  • di queste demolizioni, così come dell’abbattimento di “6.000 metri lineari di muri”, che sembrano dover magicamente cadere allo scoccare dell’approvazione del PUA, purtroppo nel PUA non se ne parla. Nel Piano viene sì recepito il Regolamento regionale “Disciplina delle diverse tipologie di utilizzazione delle aree demaniali marittime per finalità turistico-ricreative” (Deliberazione 485 del 4.8.2016) (6) che in particolare all’art. 12, “Salvaguardia della libera visuale del mare”, prevede una visuale libera di almeno il 50%, ma nel Regolamento del PUA non viene menzionato alcun abbattimento, anzi la parola “demolizione” non vi compare mai. La previsione forse è frutto del fatto che chi vincerà le future (tra qualche anno, forse) gare per l’assegnazione delle concessioni, dovrebbe tener conto di questo obbligo nel suo Piano Economico Finanziario;
  • L’art. 28 del Regolamento del PUA , invero, vieta “recinzioni, grigliati e cancellate” o “elementi di arredo e verde ornamentale che impediscano la vista del mare” ma disposizioni analoghe sono già in vigore con le Ordinanze balneari emanate ogni anno dalla Sindaca (come l’ultima, la 74 del 22.4.2019, art. 2.1 lettera v) (7), che fa divieto di : “usare filo spinato, recinzioni con aculei, offendicula e similari nonché recinzioni, siepi, barriere e, in generale, materiale di qualsivoglia natura e specie che possa, anche mediante stratificazione, impedire la libera visuale del mare”), che nessuno finora è riuscito a far rispettare. Se si volesse quindi abbattere veramente il lungomuro, non ci sarebbe bisogno di attendere l’approvazione del PUA!
  • gli “arenili liberi” previsti dal PUA nel tratto urbano del litorale (dal Porto Turistico allo stabilimento “la Marinella”) superano di poco i 3.000 metri lineari su un totale di 8.206 (somma degli Ambiti da 3 a 10), quindi costituiscono circa il 37% e non il 55%. Inoltre, se da un lato vengono introdotte nuove aree di spiaggia libera con servizi, dall’altro viene rimossa una consistente porzione di spiaggia libera a ponente, che sarà sostituita da stabilimenti balneari;
  • il 50% , previsto dalla legge regionale, viene raggiunto solo sommando a questi i 2.463 m della spiaggia di Capocotta (l’unico tratto della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano che si affaccia sul mare);
  • la somma complessiva delle “spiagge libere e libere con servizi” del Municipio X – includendo quindi anche i 1.917 m del tratto noto come “I Cancelli” – diventerebbe con il PUA circa 7470 metri lineari su un totale di 12.586 m, quindi il 59% e non il 65%. Non è tanto in discussione la “quantità” di nuove spiagge libere o libere con servizi, che il PUA prevede in quanto obbligato da disposizioni normative di rango superiore, quanto la loro “qualità”. La scelta che si contesta all’Amministrazione, non è l’introduzione di nuove spiagge libere, che deriva da un obbligo di legge, bensì la volontà, questa sì del tutto discrezionale, di consegnare tutte le spiagge libere, esistenti o nasciture, nelle mani dei concessionari degli stabilimenti, rinforzando quindi la natura oligopolistica della gestione degli arenili.

La realtà, come più volte affermato dall’Associazione Mare Libero, è che questo PUA è sostanzialmente “conservativo”: applica le leggi già esistenti, lascia invariati quasi tutti gli edifici degli stabilimenti balneari nel tratto urbano, suddivisi tra “storici” e “testimoniali”, e soprattutto lascia il completo controllo di tutto il litorale (ad esclusione di Capocotta) in mano ai “futuri” concessionari di Ambito. Va detto, a tal proposito, che il vero significato del “lungomuro” è dato non dalle inferriate, che pure sono odiose, ma dall’insieme di abusi, illegalità e gestione opaca e privatistica di un bene pubblico che ha contraddistinto sino ad oggi la situazione di molta parte  del mare di Roma. Situazione che non solo ha impedito una effettiva libera fruizione delle spiagge e del mare, alla quale con questo PUA si dice di voler porre rimedio, ma soprattutto ha ceduto a pochi beneficiari il controllo assoluto su tutto il demanio marittimo in concessione, controllo che con il nuovo PUA si estenderà anche alle spiagge libere e libere con servizi.

Proprio l’aver previsto la cessione del “totale controllo e organizzazione” di tutto l’arenile al concessionario, giustificata con la scarsità di risorse della Amministrazione Municipale e Comunale, rappresenta, a nostro avviso, la sconfitta, culturale e sociale, rispetto a quell’abbattimento del “lungomuro” che si vorrebbe invece rivendicare con il PUA.

Ciò che, infine, lascia delusi di questo voto favorevole, oltre alla deliberata volontà di non coinvolgere i cittadini, è soprattutto l’assenza di un “visione” complessiva del litorale, definita dalle funzioni sociali, culturali ed economiche ritenute più utili e condivisibili da tutta la collettività.

Non c’è infatti nel Piano un vero progetto d’insieme, ma solo parametri, superfici utili da sfruttare, percentuali minime da rispettare.  Unica “chance” progettuale, assolutamente non vincolante, è contenuta nell’art. 28 del Regolamento, ovvero che l’Amministrazione “potrà redigere uno Schema Preliminare di Assetto quale presupposto per l’eventuale concorso di progettazione”. Potrà, eventuale, chissà …

Tale vuoto, forse il tratto più negativo della proposta di PUA, viene colmato dalla delega ai “business plan” dei futuri concessionari di ri-disegnare il lungomare in funzione dei propri progetti di investimento, quel “restyling” che peraltro da anni è stato furbescamente evocato in risposta alle crescenti proteste conto il “lungomuro”.

Ma il percorso del nuovo PUA è solo all’inizio e l’Associazione Mare Libero è decisa ad andare sino in fondo per far prevalere il diritto dei cittadini ad esprimersi sulla destinazione di un prezioso bene comune naturale, poiché, è bene ribadirlo, la tutela ambientale, anche tramite la rinaturalizzazione degli ecosistemi costieri, è obiettivo sicuramente prioritario rispetto alle finalità di utilizzazione ai fini turistico-ricreativi.

Danilo Ruggiero Vicepresidente Associazione Mare Libero

28 marzo 2020

PER OSSERVAZIONI E PRECISAZIONI: laboratoriocarteinregola@gmail.com

scarica le Osservazioni consegnate dall’Associazione Mare Libero alla Commissione OSSERVAZIONI PUA Mare Libero versione sito carteinregola

scarica Memoria della Giunta Capitolina n.74 del 13 novembre 2017 p.u.a.

Vedi anche

Associazione Mare Libero: il Piano di Utilizzazione degli Arenili di Roma senza i cittadini 24 gennaio 2020 Continua#

NOTE

(1) Proposta prot. n. RC/32726/2018. Adozione preliminare della Proposta di Piano di Utilizzazione degli Arenili (PUA) del Litorale di Roma Capitale (Dec. G.C. n. 76 del 22 novembre 2019)

(2) Vedi IlFaroOnline 10 marzo 2020 Antonio Di Giovanni (M5S): la rivoluzione gentile del Pua, frutto di coesione e concertazione Il capogruppo del M5S in X Municipio, Antonio Di Giovanni, protagonista della mediazione politica con le opposizioni, illustra le caratteristiche del Pua così come verrà discusso in Campidoglio dopo il parere favorevole di Ostia (in calce in testo dell’intervista)

(3) La petizione e le firme sono state consegnate in Municipio X il 14.10.2019 (prot. CO-152884) e al Gabinetto del Sindaco il 18.10.2019 (prot. RA/65371), quindi ben prima che fosse firmata la Proposta di Delibera per l’adozione del PUA (n. 76 del 22.11.2019).

(4) scarica Piano utilizzazione arenili SUA 2013 001

(5)Vedi dal sito del Comune di Roma – Municipio X Concessioni Demaniali Marittime ricadenti nel territorio del Municipio Roma X

Anno 2019

(6) VEDI  Regolamento regionale 19/2016  “Disciplina delle diverse tipologie di utilizzazione delle aree demaniali marittime per finalità turistico-ricreative”

(7) scarica ORDINANZA Sindaca balneare N. 090 DEL 27 MAG. 2019

 

(*) da IlFaroOnline 10 marzo 2020 Antonio Di Giovanni (M5S): la rivoluzione gentile del Pua, frutto di coesione e concertazione Il capogruppo del M5S in X Municipio, Antonio Di Giovanni, protagonista della mediazione politica con le opposizioni, illustra le caratteristiche del Pua così come verrà discusso in Campidoglio dopo il parere favorevole di Ostia

Ora che il nodo si è sciolto e che il Pua viaggia verso l’aula di Giulio Cesare, dove dovrà affrontare il dibattito capitolino, Di Giovanni può spiegare il dietro le quinte del lavoro fatto per arrivare al risultato, ottenuto dopo quattro sedute di Consiglio municipale piuttosto movimentate
Capogruppo, il Pua, ovvero la pianificazione delle spiagge per i prossimi decenni, è un tema determinante per un territorio affacciato sul mare, sia sotto il profilo ambientale che sociale che economico. Quanto ha sentito la responsabilità politica sulla vicenda?

La responsabilità politica l’ho sentita molto. Non è stato facile arrivare al voto, in quanto sin da subito le posizioni si sono rivelate in netto contrasto. Sicuramente tre occupazioni da parte delle opposizioni si potevano evitare, optando per il confronto e non per un ostruzionismo che ha fatto rallentare i lavori e sprecare denaro pubblico. Questa situazione ha creato, purtroppo, forti acredini che alla fine per l’opposizione erano diventate più una questione di principio che di sostanza.
Cosa intende per questioni di principio?

Intendo dire che si è persa, almeno in parte, la discussione sui temi, lasciando spazio a ostruzionismi e tatticismi che esulano da quello che deve essere il confronto politico in un’aula istituzionale. Spesso si è giunti al paradosso e finanche alle banalità, pur non far votare il parere sulla delibera. È mancato il vero senso del fare opposizione attraverso il confronto, anche duro ma democratico, per lasciare spazio a un braccio di ferro totalmente svincolo dai ruoli istituzionali.
Come si è giunti al voto e quanto è stato determinate il suo ruolo?

Il mio ruolo ha ragione di esistere nel momento in cui posso contare sul mio gruppo, che come sempre è stato coeso. Diciamo che il confronto sui temi alla fine ha dato modo ad entrambi di poter spacchettare le varie problematiche del P.U.A e di analizzarle insieme. Certo non è stato facile riuscire a portare tutti ad una concertazione, dopo che gli animi nelle passate settimane erano stati messi a dura prova. C’è voluta tanta pazienza ed un lavoro certosino per raccordare le istanze di ognuno ed arrivare al voto.
Quali sono le novità fondamentali di questo Piano di Utilizzazione degli Arenili?

Direi in primo luogo l’abbattimento di 6000 metri lineari di muri che consegneranno al litorale una nuova visuale del mare. È importante ricordare che passeremo da 6209 metri di spiaggia libera (misurati dal fronte strada) a 8174 metri, ovvero dal 48% attuale al 65% totale di arenili liberi. Ad esempio soltanto nell’Ambito Urbano, si supera il 55% di spiagge completamente fruibili. Le nuove spiagge libere, unite a quelle esistenti e la conseguente eliminazione degli elementi divisori, renderanno il lungomare una ricchezza per la città di Roma.

Per quanto riguarda invece le strutture storiche e testimoniali?

Con il recupero delle strutture storiche e di valore testimoniale, grazie alle nuove regole, passiamo dal 19% di spiaggia edificata ad un massimo del 5% come previsto dal Piano Regolatore. Ovverossia dei 648.430 mq di spiaggia esistenti attualmente sul litorale romano, oggi 122.045 mq sono coperti da edifici e invece con le nuove regole tre quarti di questi verrà abbattuto lasciando invariati sul litorale soltanto 38.526 mq di edifici sulle spiagge di Roma. Una vera rivoluzione, questa, che diventa realtà.

In ultimo, sente di rimproverare qualcosa alle opposizioni?

Direi che si è perso del tempo prezioso per approfondire certe tematiche importanti, ma soprattutto certe dinamiche così accese, finiscono con il contaminare gli animi di tutti, facendo diventare le cose più semplici, le più complicate. Spero che questa parentesi non propriamente edificante sia servita a comprendere quanto sia importante il nostro ruolo sul territorio, soprattutto nei confronti della cittadinanza.

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