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Stefano Fassina, il programma

(aggiornato al 20 marzo 2016)

 #LaMeglioRoma è qui

#LaMeglioRoma è qui

Ringrazio tutti coloro che sono intervenuti e quanti hanno rinunciato pur avendo tanto da raccontare e proporre. Ringrazio quanti hanno lavorato all’organizzazione della bella mattinata. So che è difficile a credersi, ma è un lavoro al 90% volontario. Ringrazio Paolo Cento, Ferruccio Nobili, Claudio Ursella, i segretari delle forze politiche alla base del nostro progetto. Ringrazio le associazioni e i comitati e le numerose esperienze di auto-organizzazione, interlocutori fondamentali per la costruzione del programma.
Il nostro programma non è stato prodotto da qualche società di consulenza. Il nostro programma affonda le sue radici nella realtà economica e sociale della città.
È segnato da un ventaglio di conflitti aperti a Roma: sugli asili nido e le scuole d’infanzia comunali, sulla Metro C, sulla Roma-Lido, sul lavoro dei dipendenti capitolini, sulla privatizzazione di spazi comunali, sui servizi sociali e l’esclusione di tante piccole cooperative di qualità. È segnato anche dai problemi e dalle proposte che, Sabato 19 Marzo, un ampio arco di movimenti e associazioni porterà in piazza a Roma: per fermare le scelte trattettegiate dal Documento unico di programmazione e per proporre una visione di città ancorata ai beni comuni. È una mobilitazione importante e positiva. Siamo impegnati con loro.
Il nostro programma ha avuto l’apporto di competenze di primissima qualità. Ringrazio anche loro per la dedizione e il tempo prezioso dedicato alla nostra città.
Il nostro programma punta alla ricostruzione morale, economica e amministrativa della città, dopo una stagione di governo difficile e contraddittoria, conclusa da un notaio.
Non partiamo da zero. La amministrazione Marino ha compiuto atti di discontinuità importanti, in particolare la chiusura di Malagrotta e l’avvio delle bonifiche delle società municipalizzate.
Non partiamo da zero perché nei municipi tanti nostri amministratori hanno svolto un lavoro prezioso, riconosciuto dal loro territorio. L’ho potuto verificare nei mille giri nella città. Li ringrazio. Sono un pezzo di classe dirigente di qualità, da valorizzare.
Non partiamo da zero perché, nonostante l’assenza o l’ostilità di larga parte della rappresentanza politica e dei vertici amministrativi, Roma ha sviluppato anticorpi diffusi e produce ogni giorno, con passione e competenza, solidarietà, cultura, tutela dell’ambiente, integrazione. Beni comuni, insomma. È #LameglioRoma che esiste e resiste. È #LameglioRoma che dà linfa al nostro albero del programma.
Il nostro programma per Roma lo vogliamo disegnare come un albero.
Il nostro albero del programma per Roma ha in cima, intrecciate, la giustizia sociale, la riduzione delle disuguaglianze, la promozione della dignità del lavoro e delle pari opportunità e la riconversione ambientale come straordinaria via di innovazione per migliorare la qualità della vita dei cittadini e generare relazioni economiche e lavoro di qualità. Il nostro albero del programma affonda le sue radici, nel terreno della legalità, della trasparenza e dell’efficenza delle amministrazioni di Roma Capitale. A tal fine, la linfa vitale è la partecipazione strutturata, programmata e collaborativa dei cittadini al governo della città e al controllo degli atti amministrativi e della qualità dei servizi.

Alla criminalità organizzata infiltrata nelle istituzioni rispondiamo con l’onestà e la partecipazione organizzata.

Sulla trasparenza, dobbiamo dare noi il buon esempio. Ho sottoscritto per primo e mi pare finora unico candidato a sindaco la Carta del Candidato Trasparente proposta dal network di associazioni “Carte in regola”. Li ringrazio per il servizio svolto per la città.

A Roma, va aperta una fase costituente. Due obiettivi fondamentali dovrebbero trovare attenzione da parte di tutte le candidature in campo e di tutte le forze politiche e sociali per arrivare a soluzioni condivise nell’interesse della città: l’efficienza amministrativa; la ristrutturazione del debito di Roma. Per l’efficienza amministrativa, noi proponiamo l’elezione diretta della città metropolitana e la trasformazione, previa ridefinizione di confini, competenze e bilancio, dei Municipi in Comuni Metropolitani.
Invitiamo tutti i parlamentari romani a unire l’impegno per una proposta di legge sull’assetto amministrativo di Roma Capitale, da calendarizzare al più presto alla Camera.
Il secondo tema costituente riguarda il piano di rientro del debito capitolino. I dati disponibili evidenziano preoccupanti incongruenze e immotivate scelte finanziarie nella gestione dei pagamenti. Puntiamo a una ristrutturazione in grado di restituire al bilancio annuale del Campidoglio larga parte dei 200 milioni di addizionale comunale all’Irpef dirottati al pagamento del debito pre-2008.

Il nostro programma per Roma si sviluppa a partire da un Piano Strategico per il trasporto pubblico locale, per una mobilità sostenibile, per una “mobilità dolce”, per rendere l’aria respirabile. L’obiettivo è il dimezzamento del numero di auto in circolazione a Roma alla fine del quinquennio della prossima consigliatura. È un obiettivo ambizioso, ma realistico, raggiungibile non per divieti, ma per convenienza del mezzo pubblico rispetto al mezzo privato. Si può raggiungere attraverso una versione aggiornata della “cura del ferro”. Il modulo è 4-3-3: 4 passanti ferroviari per i collegamenti con l’area metropolitana; 3 linee di metropolitane con il completamento della Metro C e il prolungamento della Metro B fino a Casal Monastero; 3 linee di tram, tra le quali Saxa Rubra-Cinecittà sulla Circonvallazione orientale e Ponte Milvio-Magliana sui Lungotevere. Insieme, corsie dedicate al trasporto pubblico, piste ciclabili, pedonalizzazione estesa, inclusa la liberazione dei Fori Imperiali e l’avvio del Parco Archeologico dell’Appia Antica, come immaginato da Antonio Cederna e Luigi Petroselli. E poi, il Grab, la pista ciclabile intorno alla città.
È un piano alternativo alla costruzione dell’autostrada a pedaggio intrecciata alla Pontina, deliberata dal Consiglio regionale del Lazio con i voti del centro destra e il no di Sinistra Italiana.

Affinché la rivoluzione della mobilità possa affermarsi, noi assumiamo il vincolo “zero consumo di suolo“. Roma è stata devastata dai compromessi al ribasso dell’urbanistica contrattata degli ultimi 20 anni. Le vicende dei “Piani di zona” oggi all’attenzione della magistratura, sono esempio lampante.

Durante la campagna elettorale raccogliamo le firme per indire un referendum cittadino affinché i romani possano scegliere tra investimenti per i giochi olimpici del 2024 o investimenti delle risorse disponibili per il Piano Strategico per la mobilità sostenibile, per la rigenerazione delle periferie, l’housing sociale e centri sportivi adeguati alle esigenze di ogni Municipio. Ringrazio il Comitato Promotore: Alberto Benzoni, Vittorio Emiliani, Vezio De Lucia, Angelo Fredda e tutti gli altri.

Intendiamo ridefinire il progetto per lo stadio della Roma, data l’insostenibilità finanziaria, urbanistica e geologica del progetto previsto a Tor di Valle. A tal fine, prevediamo la possibilità di cessione gratuita di aree comunali adatte e funzionali all’impianto. Inoltre, vogliamo procedere alla valorizzazione dello straordinario sistema di aree naturali protette intorno alla città attraverso l’immediata approvazione dei Piani di Assetto dei Parchi e la promozione di politiche partecipate di tutela e di fruizione in grado di recuperarne l’insostituibile funzione nella Rete Ecologica Urbana.

La qualità della mobilità e dell’innovazione ambientale è fattore decisivo per costruire la vocazione economica di Roma nel XXI secolo. Spesa pubblica facile e edilizia espansiva legata alla rendita fondiaria sono impossibili. Dati i risultati prodotti negli ultimi vent’anni, anche dal celebrato “Modello Roma”, non abbiamo nostalgia. Anzi, vogliamo una netta discontinuità.
Le direttrici dello sviluppo di Roma devono passare per le sue specificità della storia e del presente. La concentrazione di lavoratori e lavoratrici della cultura e della conoscenza è da noi tra le più alte dell’Unione europea. L’amministrazione deve promuovere, attraverso istituzioni dedicate come i Fraunhofer in Germania, l’incontro tra il ricco tessuto accademico cittadino e le imprese manifatturiere hi-tech e di servizi innovativi.
La digitalizzazione dei servizi comunali, oltre ad offrire un salto di qualità ed efficienza per cittadini e imprese, deve diventare una leva per sviluppare il comparto ICT romano. Nella medesima logica, vogliamo diffondere a tutti gli ambiti amministrativi il green public procurement. L’amministrazione deve anche offrire, in immobili del patrimonio capitolino, spazi per il co-working e per i fab-lab e, attraverso il rilancio dell’Istituzione Sistema Biblioteche, una rete di opportunità di informazione e formazione, accumulazione di capitale civico e sociale. L’edilizia rimane decisiva per il tessuto economico romano, ma la svolta passa dalla riqualificazione delle periferie, dall’efficientamento energetico e dalla domotica e dal piano strategico dei trasporti. “Zero consumo di suolo” non è destino di impoverimento, ma futuro di sviluppo sostenibile.
Attraverso il dialogo sociale e incentivi mirati, l’amministrazione promuove la diversificazione e la qualificazione dell’offerta turistica e l’agricoltura di qualità, anche attraverso la concessione dei terreni agricoli comunali a giovani agricoltori per utilizzarne la produzione per le mense scolastiche e ospedaliere, oltreché per l’offerta a prezzi temperati nei mercati rionali. Una consulta cittadina per il cibo può essere lo strumento per ricostruire i legami tra le aziende agricole romane e i consumatori, rafforzare le politiche per il chilometro zero e la rete dei farmers’ markets, istituire un marchio distintivo dei prodotti della campagna romana.

Per arginare l’emorragia di micro e piccole imprese, tessuto imprenditoriale distintivo della nostra città, dimezziamo la Tari per negozi e botteghe artigiane senza utili nel biennio precedente.

Nel nostro albero del programma le politiche sociali sono un ramo principale perché sono fattore di sviluppo qualificato, oltre che fonte dei diritti delle persone. Siamo di fronte a un ventaglio di problemi strutturali: asili nido e scuole d’infanzia, lavoro e povertà, diritto alla casa; assistenza agli anziani, diritto allo studio e politiche giovanili, accoglienza ai migranti e integrazione, diritto alla mobilità e alla salute e politiche per lo sport per tutti. Dobbiamo predisporre prima una mappa delle condizioni sociali delle persone municipio per municipio, poi un Piano Regolatore Sociale partecipato, corrispondente alla geografia dei bisogni. Noi vogliamo rilanciare l’edilizia residenziale pubblica con il recupero e il pieno utilizzo del patrimonio sfitto, pubblico e privato, e chiudere la vergogna dei “residence”. Noi vogliamo riscrivere la delibera Sabella sui bandi per i servizi alle persone attraverso un confronto con le rappresentanze delle cooperative sociali. Noi intendiamo confermare l’assetto proprietario comunale degli asili nido e delle scuole per l’infanzia e stabilizzare insegnanti e educatrici precarie. Per il diritto alla mobilità, promuoveremo trasporti pubblici gratuiti per studenti, disoccupati e ultra-sessantacinquenni. Intendiamo aprire un confronto con la regione Lazio per le risorse alle Rsa e fare la parte di competenza comunale per adeguate misure per la non autosufficienza. Vogliamo rivitalizzare il Garante della Salute in ogni Municipio. Per contrastare la povertà e sostenere l’autonomia e la libertà della persona vogliamo introdurre un “reddito di dignità” per tutti i nuclei famigliari con figli minori e un reddito ISEE inferiore a 3.000 euro annuo (circa 18.000 euro all’anno per una famiglia di 4 componenti). Nel quadro delle politiche sociali, collochiamo l’obiettivo di chiudere i campi Rom per realizzare micro-percorsi di inserimento scolastico e lavorativo in tutti i municipi. Infine, puntiamo a una riforma della fiscalità locale secondo il principio costituzionale della progressività (“chi più ha, più paga”), a cominciare dalla sostituzione della vigente deduzione all’addizionale comunale Irpef con una detrazione decrescente.

Le politiche sociali sono decisive per la sicurezza nella città, perché la sicurezza si promuove, innanzitutto, attraverso la prevenzione dei problemi sociali e umani. La prevenzione è necessaria, ma non sufficiente. Va affrontato anche il piano del controllo e dell’intervento anti-crimine, sopratutto nel tessuto infestato dalla criminalità organizzata. A tal fine, proponiamo alle istituzioni competenti la redazione del “Piano metropolitano per la sicurezza” per coordinare tutte le forze di polizia civile e militare presenti sul nostro territorio e rafforzarne la presenza e l’efficacia, in particolare nelle periferie.

Roma è città della cultura, ma oggi questa sua vocazione è ignorata e umiliata. Mentre per anni si sono sostenuti i grandi eventiIl suo patrimonio culturale è privo di manutenzione e valorizzazione: teatri pubblici chiusi, cinema trasformati in grandi magazzini, esperienze di auto-organizzazione culturale smantellate, in particolare negli spazi occupati, come per il Teatro Valle e il Cinema Roma. Nel nostro albero del programma la tutela, la manutenzione del patrimonio e il sostegno alla produzione e alla fruizione diffusa di cultura sono centrali per ridurre le distanze e le ingiustizie, per ricostruire coesione sociale, dignità e libertà di tutti i cittadini.

Le aziende municipalizzate vanno radicalmente riorganizzate e portate a livelli di efficienza e qualità di servizio in linea con i più elevati standard europei. La corsa alle privatizzazioni va fermata: come dimostrano tante esperienze, determina aumento dei costi, esclusione dal servizio delle fasce più in difficoltà, impoverimento e inefficienza del servizio. In tale contesto, vogliamo dare piena attuazione al risultato del referendum per la gestione dell’acqua e ripubblicizzare il servizio idrico. Oggi, la priorità è fermare la fusione di Ato 2 e Ato 5. Nel ciclo dei rifiuti, l’Ama va orientata alla strategia “rifiuti zero”. Riduzione, raccolta differenziata, recupero e riciclo devono essere i cardini di un modello pubblico efficiente per chiudere definitivamente la stagione di monopolio delle discariche e degli inceneritori. A tal fine, l’AMA va riorganizzata secondo il principio del decentramento del servizio e dei sistemi di raccolta, con contratti di servizio sottoscritti con i Municipi e la partecipazione dei cittadini al controllo delle performance. Va stretta un’alleanza strategica con il mondo del commercio, della distribuzione e delle grandi utenze perché la prevenzione e la riduzione della produzione dei rifiuti non resti soltanto una dichiarazione di buoni intenti. Così come va determinato il passaggio progressivo della Tari da tassa a tariffa puntuale, determinata in base alle quantità di rifiuti indifferenziati effettivamente conferita. I cittadini virtuosi devono veder tagliata la loro contribuzione. Per realizzare i necessari impianti di riciclaggio e compostaggio per il riutilizzo agricolo, industriale e energetico dei rifiuti apriremo un confronto con la Regione Lazio, anche per evitare la riapertura di Malagrotta e per chiudere la discarica di Falcognana.

Il patrimonio capitolino, il principale bene comune della città, va utilizzato a fini sociali, culturali e ricreativi, a partire dalla risposta alle esigenze abitative. Quindi stop alle svendite e alle privatizzazioni, moratoria nell’applicazione delle recenti delibere comunali e ridefinizione dei bandi per l’assegnazione a canoni sociali o in comodato d’uso di immobili pubblici dedicati alla produzione di beni comuni, senza scopo di lucro, per sostenere le esperienze di rigenerazione urbana, di produzione culturale indipendente, di solidarietà e coesione sociale attive negli nella città. Vogliamo sperimentare la gestione partecipata di luoghi e istituzioni pubbliche, come hanno fatto altri comuni, da Napoli a Milano, a partire dal Teatro Valle, finalmente nella disponibilità del Comune.

La nostra visione di democrazia è animata dal principio di sussidiarietà. Una parola complicata per dire che, per realizzare radicali innovazioni, si governa attraverso il dialogo amministrativo e sociale. Per noi, le rappresentanze economiche e sociali e le forze della cittadinanza attiva sono parte della soluzione, non parte del problema. Pertanto, vogliamo fare un patto per l’innovazione e la qualità dei servizi con il personale dell’amministrazione capitolina e delle municipalizzate nel quadro del rinnovo dei contratti di lavoro. Per la dignità del lavoro e la qualità dei servizi a cittadini e imprese, proponiamo di introdurre in tutti gli appalti di Roma Capitale e delle società controllate e in tutti i rapporti di lavoro con le amministrazioni capitoline, il requisito del compenso orario minimo per lavoratrici e lavoratori. La competizione non si può continuare a fare sulla pelle dei lavoratori.

I vincoli di bilancio. Abbiamo sufficiente esperienza di governo per sapere che le nozze non si fanno con i fichi secchi. Le risorse per la ricostruzione morale, economica e sociale della città si possono trovare lungo tre direttrici: il gettito dell’addizionale Irpef liberata dalla ristrutturazione del debito capitolino; il recupero delle ampie zone di evasione fiscale e tariffaria; una incisiva lotta agli sprechi e alla corruzione per riallocare i risparmi su programmi sottofinanziati. Infine, ma è capitolo rilevante, il pieno utilizzo dei finanziamenti europei, largamente persi da Roma.
La responsabilità di ricostruire Roma è innanzitutto e sopratutto dei romani. Ma Roma, in quanto capitale, è questione nazionale. Il governo e il parlamento italiano non possono essere disinteressati al futuro della capitale del Paese. La sinergia istituzionale non può dipendere dalla prossimità politica del Sindaco al Presidente del Consiglio. Il parlamento, ossia tutto il Paese, deve prendersi cura della sua capitale. Qui riaffiorano i difetti antichi della nostra unità nazionale. Compito della prossima amministrazione è anche promuovere rispetto per la Capitale in tutte le sedi istituzionali. Ovviamente, siamo consapevoli che il rispetto va meritato.
Compito della prossima amministrazione è anche far sentire la voce di Roma nelle scelte fondamentali per il Paese. Roma protagonista della liberazione, Roma città aperta, deve essere rappresentata dal suo sindaco nella discussione sulla revisione della Costituzione, nelle scelte di finanza pubblica, in tutti i passaggi decisivi per la vita della città.
Per vincere la sfida del Campidoglio è necessaria una ampia squadra. La storia di chi si impegna in prima persona nella competizione elettorale farà la differenza di credibilità tra i progetti politici.
Noi siamo al lavoro per mettere in campo a sostegno del sottoscritto candidato sindaco un’unica proposta elettorale della variegata famiglia della sinistra politica romana. Il nostro obiettivo non è semplicemente una lista politica unica. Puntiamo a costruire una comunità di donne e di uomini in relazione al progetto politico nazionale avviato un paio di settimane fa a Palazzo dei Congressi all’Eur.
Siamo al lavoro per unire nel progetto di governo per Roma e nel percorso elettorale le migliori energie raccolte intorno all’amministrazione Marino.
Siamo al lavoro per unire nel progetto di governo per Roma tanti uomini e donne della cittadinanza attiva e far in modo che abbiano una specifico spazio elettorale.
Concludo. La sfida davanti a noi è impegnativa. Navighiamo contro vento. Il vento impetuoso di chi ha tanti soldi da spendere. Il vento di chi ha il sostegno sfacciato dei media. Noi però abbiamo un’arma segreta: la passione politica e civile, l’intelligenza e le competenze di ciascuna e ciascuno di voi. Insieme, c’è la faremo.
Ce la faremo con #LameglioRoma.

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