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Referendum ATAC: dibattito tra Riccardo Magi (SI) Julian Colabello (NO)

video dibattito referendum 3 municipioIl  video dell’incontro pubblico sul “Referendum cittadino sulla richiesta di messa a gara dei servizi di trasporto pubblico” alla presenza di Riccardo Magi per il comitato del SI e Julian Colabello per il comitato del NO.

(27 ottobre alle ore 20.30, Sala Consiliare del III Municipio)

Vedi il video della prima parte dell’incontro

Introduzione Presidente del III Municipio Giovanni  Caudo da 0′ a 10’ca

ca 10′ da inizio  Intervento Riccardo Magi  Comitato promotore per il SI

ATAC azienda “in house” cioè il Comune è l’unico azionista. Accade da molti anni che il contratto di servizio non viene rispettato ma le penali è come se il Comune le applicasse a se stesso, ogni anno di esercizio accumula perdite. Paradosso per cui ATAC nel suo ultimo piano industriale, approvato quslche mese fa,  già scrive che farà un  nuymero di km minore di quello indicato nel contratto di servizio. Da molti anni l’Assessore alla Mobilità si comportano come se fossero amministratori delegati di ATAC, il rferednum propone che anzichè affidamnto in house gara europea aperta, a cui possono partecipare soggetti pubblici e privati, obiettivo separare le fiunzioni pubbliche, quelle che l’amministrazione comunale deve riscoprire il suo vero scopo.

Il Comune deve capire la domanda rispetto al  servizio di trasporto pubblico, programmare il servizio,   indire una gara, stipulare un contratto di servizio con chi ha vinto e far rispettare rigidamente il contratto di servizio, questo il senso del primo quesito.

Non c’entra nulla la privatizzazione. Che riguarda la natura di un ente, la natura dell’azienda che gestisce il servizio. Qui noi parliamo del modo in cui il Comune affida il servizio, il modo per il Comune di controllare che il servizio reso sia quello pagato.

Il secondo quesito è quello che vuole implementare anche attraverso l’uso di nuove tecnologie  – app servizi on demand – ervizi di traspèorto pèubblico collettivo non di linea, per servire zone dove c’è domanda neumericamnte più bassa e che venga comunque garantito un trasporto pèubblico

Ca 23′ da inizio Julian Colabello – Comitato Mejo de NO

La soluzione non è così semplice, non è che affidando a qualcuno l’azienda si risolvono i problemi.

E’ una privatizzazione, perchè la città si “priva” della propria azienda la dà a qualcuno di esterno.

Faccio riferimento al referendum sull’acqua che riguardava i servizi pubblici essenziali, di cui fa parte anche il trasporto pubblico, quindi si tratta di un argomento dibattuto da tanti anni, anche a Roma, dove l’idea di schiacchaire il bottone  e dare all’esterno servizi è già stato praticato, è successo per i servizi sociali, le linee di trasporto esternalizzate, è stato un modello applicato da Alemanno nel 2010, pensato per promuovere le liberalizzazioni, il senso è “la città non è capace a gestire,  chiediamo a qualcun altro”.

Ma se la  gestione politica non è in grado di gestire il servizio pubblico, questo peggiorerà nel momento in cui dovrà  controllare un privato, come è già successo con il cosnsorzio Roma TPL Scarl al primo problema ci sono cause milionarie o si producono effetti corruttivi.

Se noi non chiediamo alla politica qualcosa di più, cambiare il modo di gestire la cosa pubblica, continueremo a degenerare come è degenerato il sistema della mobilità in periferia.

L’operatore privato non pagava gli stipendi perchè aveva un contenzioso con il Comune e loro scioperavano La gestione deve essere pubblica perchè a nessuno deve venire in mente dio non pagare gli stipendi.

Il secondo quesito vede tolte  le linee dirette che ci sono in periferie.

> Vai al video con la seconda parte – il dibattito

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