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Stadio della Roma: finale di stagione (e riassunto delle puntate precedenti) 1

rendering stadio 2014 2017In questi giorni si dovrebbe finalmente sapere quali  saranno le prossime tappe della procedura, dopo che il 9  agosto la  Regione Lazio ha  annunciato che il nuovo progetto dello  Stadio della Roma a Tor di Valle avrebbe  affrontato una nuova  Conferenza dei servizi decisoria a settembre,  nell’ambito dello stesso procedimento del vecchio progetto. Ma la vicenda  appare sempre di più  una intricata matassa di problemi da risolvere – molti ci sembrano quasi insolubili –  in cui rischiano di  finire impigliate le istituzioni,  soprattutto Regione e Comune, e, ancora di più,  la Sindaca Raggi e la credibilità della maggioranza pentastellata della Capitale.

ferrara su stadio Schermata 2017-08-09 alle 00.28.11

dal profilo Fb di Paolo Ferrara

Il primo nodo irrisolto riguarda le scelte relative all’iter procedimentale  (in puntate successive analizzeremo le problematiche legate all’interesse pubblico e al vincolo sull’Ippodromo), per il quale assistiamo da mesi a un rimpallo  tra Comune e Regione – l’ultimo episodio l’attacco  del capogruppo capitolino M5S Ferrara “il PD blocca lo stadio della Roma” dell’8 agosto  (vedi immagine a lato) –  ma che, a guardare bene, rivelano un inaspettato sodalizio tra le due istituzioni nello slalom tra i vari ostacoli che continuano a spuntare, per fare arrivare in porto il progetto dello Stadio e dei suoi sempre consistenti annessi edilizi.

Dalla documentazione  pubblicata  il 10 agosto sul sito regionale, apprendiamo che la Regione  ha mandato  una nota, il 22 giugno scorso,  a tutti i soggetti unici che hanno partecipato alla Conferenza decisoria,   in cui la Direzione Regionale Territorio Urbanistica e  Mobilità,  inviando  il “progetto definitivo adeguato” (1), chiede  di valutare, oltre alla  “rispondenza alle prescrizioni indicate nei pareri depositati in conferenza dei servizi ai fini del superamento dei dissensi espressi”  se “la diversa formulazione proposta consenta la prosecuzione nell’ambito del medesimo procedimento ex L.147/2013(2). In pratica la Regione chiede a Stato, Comune di Roma e Città Metropolitana se si possa tenere in piedi  il procedimento aperto sul vecchio progetto Marino/Caudo – bocciato dalla  Conferenza dei servizi chiusa il 5 aprile scorso  –  includendovi  il progetto, decisamente cambiato, Raggi/Montuori. Una richiesta che fa pensare che la stessa Direzione Regionale non abbia completamente chiara la procedura da seguire, che tuttavia, come si evince dalla risposta di Roma Città Metropolitana, non sembra molto  pertinente chiedere di  indicare  ai soggetti unici convocati in conferenza: “Non si rilevano competenze della scrivente Amministrazione Roma Città Metropolitana] nel merito della questione circa le condizioni di legittimità o meno della prosecuzione al procedimento ex Legge 147/2013, atteso che l’ambito delle  espressioni e delle osservazioni da rilasciare, da parte dell’ente partecipante alla conferenza dei servizi,  è delineato dalla Legge 241 /90 con riferimento alle correlate proprie attribuzioni e funzioni in materie incidenti con la progettazione presentata in Conferenza e non con riferimento ai compiti dell’Autorità che indice e gestisce la Conferenza dei Servizi(3).

La richiesta rimanda ancora una volta a  due domande: si può utilizzare lo stesso  procedimento  aperto per il  progetto della Delibera 132/2014 (Marino/Caudo) (4) per il nuovo progetto, assai diverso,  della Delibera (Raggi/Montuori) (5)? E soprattutto, le norme consentono  di continuare a dare “tempi supplementari” al proponente per adeguare un progetto che vari uffici, negli anni e a più riprese, hanno chiesto di approfondire e  integrare  (6)?

Senza addentrarci nell’intricato scenario normativo (7),  proviamo  a riassumere  gli avvenimenti, in particolare  dell’ultimo anno (8), assai significativi dei  tanti aspetti in gioco, a partire dalla costante dicotomia tra “motivi tecnici” –  che sollecitano approfondimenti,  sollevano obiezioni e comminano impegnative prescrizioni – e “ragioni politiche” –  che promettono che lo stadio si farà (ad ogni costo?),  assicurano l’interesse pubblico dell’operazione (anche con il taglio di molte infrastrutture pubbliche)  e  continuano a offrire  nuove possibilità  al proponente per cambiare, osservare, integrare, adeguare, un  progetto che si vorrebbe  sempre lo stesso ma che è ormai ben diverso.

Sul finire del  2013  Eurnova, dopo aver già avanzato la proposta  di realizzare  il nuovo  Stadio della Roma nell’area dell’Ippodromo in disuso di Tor di Valle al Sindaco Alemanno, la porta al nuovo  Sindaco Ignazio Marino e al suo assessore all’urbanistica Caudo.  Pochi giorni dopo,  tre commi inseriti provvidenzialmente  nella “legge di stabilità” (LEGGE 27 dicembre 2013, n. 147), regolamentano  una materia – costruzione o ammodernamento di impianti sportivi –  dopo anni di tira e molla nei due rami del parlamento,  soprattutto per le discussioni sul  potenziale cementificatorio di  cubature che poco hanno  a che fare con gli impianti stessi. Il  comma 304 della Legge infatti   consente ai privati di presentare al Comune interessato uno studio di fattibilità/progetto preliminare per la realizzazione di un impianto sportivo,  corredato di un piano economico-finanziario e dell’accordo con una o più associazioni o società sportive. Tale   progetto “non può prevedere altri tipi di intervento, salvo quelli   strettamente funzionali alla fruibilità dell’impianto“, a cui se ne aggiungono altri funzionali “al raggiungimento del complessivo equilibrio economico-finanziario   dell’iniziativa   e concorrenti alla valorizzazione del territorio in termini sociali, occupazionali ed economici” (viene  però esclusa, dopo varie polemiche,  la realizzazione di nuovi complessi di edilizia residenziale). Il Comune “previa conferenza di servizi preliminare…ove ne valuti positivamente la rispondenza, dichiara…il   pubblico interesse della proposta…ed eventualmente indicando le condizioni necessarie per ottenere i successivi atti di assenso sul progetto“.

In base ai tre commi, il proponente Eurnova formalizza la proposta al Sindaco Marino e all’Assessore Caudo, (il 29 maggio del 2014) , i quali indicono la conferenza di servizi preliminare che esamina la proposta dal punto di vista della legittimità, della sostenibilità urbanistica, ambientale ed economica e  subordinano la dichiarazione di interesse pubblico del progetto alla realizzazione  di una serie di  infrastrutture e interventi pubblici, che si andrebbero a sommare agli standard obbligatori (parcheggi e infrastrutture varie, che sono invece a totale carico del proponente) e che, secondo il Sindaco e il suo Assessore,  dovrebbero  non solo garantire la sostenibilità dello Stadio, ma farsi carico anche di alcune criticità del territorio e della città. Una soluzione che finisce con il ricadere  nell’ “urbanistica contrattata”  – o “moneta urbanistica” – con il privato che realizza infrastrutture a fronte  della possibilità di realizzare cubature “extra PRG” (Piano Regolatore Generale). La maggior parte degli interventi infrastrutturali  previsti a Tor di Valle   riguardano collegamenti ritenuti indispensabili per la mobilità (ponte pedonale, ponte di Traiano di collegamento con la Roma-Fiumicino, messa in sicurezza dell’Ostiense/Via del mare da Tor di Valle al raccordo, sfioccamento della metro B con prolungamento fino alla stazione Tor di Valle etc) e  la messa in sicurezza del Fosso di Vallerano, esterno all’area dell’intervento,  ma pericoloso per la popolosa zona di Decima/Torrino. Tali interventi vengono solo in parte inseriti nei costi a carico del privato, reperendo la quota eccedente  – in base al comma 304  sul raggiungimento  dell’equilibrio economico –  nella rendita che il privato ricava dall’ edificazione  aggiuntiva (242.000 mq di SUL Superficie Utile Lorda) a quella già prevista dal Piano Regolatore  vigente (112.000 mq di SUL ) per la realizzazione di parte del Business Park. Un intero quartiere  costituito  da tre  grattacieli e vari edifici destinati a direzionale, ricettivo, commerciale. Il progetto dello Stadio e suoi annessi e  quello del Business Park,  e le relative condizioni, divengono oggetto prima di una delibera di Giunta (5 settembre del 2014), poi della Deliberazione dell’Assemblea Capitolina  n.132 del 22 dicembre 2014,  in cui al riconoscimento dell’interesse pubblico sono imposte al proponente varie  condizioni, di cui la più importante è che “il mancato rispetto delle su esposte condizioni necessarie , anche solo di una, comporterà decadenza ex tunc del pubblico interesse qui dichiarato e dei presupposti per il rilascio degli atti di assenso di Roma Capitale e della Regione Lazio, risoluzione della convenzione, con conseguente caducazione dei titoli e assensi che dovessero essere stati medio tempore rilasciati“.

Sette mesi dopo (luglio 2015)   il proponente presenta un primo progetto definitivo, che viene  ritenuto “carente” dal Comune e dalla Regione, cosicchè  passa  un altro anno prima che sia  consegnato un nuovo  progetto definitivo (30 maggio 2016 ) che verrà trasmesso  dal Comune alla Regione Lazio, dopo un ulteriore esame degli uffici,  accompagnato però, ancora una volta, dalla segnalazione  del permanere di alcune carenze di documenti/elaborati.  La posizione  della nuova maggioranza  M5S guidata dalla Sindaca Virginia Raggi, rispetto all’operazione Stadio della Roma, è però tutt’altro che chiara, e  si risolve  in un comportamento zigzagante, a partire da quello dell’allora assessore all’urbanistica Paolo Berdini, che dopo aver manifestato in più occasioni la sua contrarietà al progetto, propone   una   Memoria di Giunta (approvata il 16 settembre 2016) che fissa il cronoprogramma delle attività e degli atti che gli uffici dovranno predisporre per l’approvazione del progetto inviato in Regione.   Regione  che dà  inizio alla Conferenza dei servizi decisoria sul progetto scaturito dalla Delibera “Marino/Caudo” il 3 novembre 2016.  E negli stessi giorni si   dà il via, in   Campidoglio,  a una serie di incontri con i rappresentanti della Roma AS e di Eurnova, volti a modificare radicalmente  il progetto Marino/Caudo, da sempre avversato dai pentastellati.

Tali incontri  faranno da controcanto alla Conferenza dei servizi in corso,   con la  paradossale situazione che, mentre in Regione si   procede nell’analisi del progetto della Delibera del dicembre 2014 (anche da parte del rappresentante degli uffici di Roma Capitale), in Campidoglio si lavora alacremente per cambiarne l’impianto, in un braccio di ferro con i proponenti ricco di colpi di scena, che  ha il suo apice il 24 febbraio del 2017, con l’annuncio del nuovo accordo per un “progetto stadio 2.0” proclamato in piazza del Campidoglio dalla sindaca Raggi, dagli esponenti della AS Roma e dal proponente privato,  e che   porterà all’approvazione in Assemblea Capitolina – il 14 giugno 2017 – di una nuova Delibera  che conferisce l’interesse pubblico a un progetto con condizioni decisamente diverse (9).

Le motivazioni  sono facilmente individuabili in due esigenze contrastanti che creeranno non poche lacerazioni anche all’interno dello stesso MoVimento romano: da un lato non cancellare l’operazione Stadio per non perdersi in un colpo solo il consistente consenso dei tifosi romanisti, e – in un’ottica più nazionale – per non rafforzare la fama pentastellata di “quelli del no”;  dall’altro renderla  più digeribile ai tanti attivisti e cittadini a cui i consiglieri M5S all’opposizione, poi  passati ai ruoli apicali (Sindaca Raggi in primis),   avevano sempre  raccontato di essere  contrari alla “speculazione di Tor di Valle”  “senza se e senza ma”. Ma anche trovare una via d’uscita onorevole e nello stesso tempo  gradita al proponente si rivela un compito assai arduo: dagli slogan sbandierati nei primi mesi   dopo l’insediamento della nuova Amministrazione pentastellata – “la  Giunta Raggi intende riportare l’operazione immobiliare all’interno delle cubature consentite dal PRG ” – si arriva al compromesso di un progetto che, pur tagliando le tre torri direzionali,  mantiene notevoli eccedenze edificatorie rispetto al Piano Regolatore Generale, con addizionali commerciali e direzionali (zona B) che nulla hanno a che fare con lo Stadio  e i suoi pur già previsti annessi commerciali e ricettivi (zona A). Per di più il taglio di cubature private  viene pagato da un altrettanto (anzi, in proporzione, maggiore) consistente taglio di infrastrutture pubbliche, un nodo, come si è visto dopo la pubblicazione dei pareri finali nei primi giorni di agosto 2017,  che era destinato  a venire al pettine, soprattutto per la cancellazione del Ponte di Traiano, che doveva costituire un secondo accesso all’area circondata per tre quarti dal Fiume Tevere, alternativo alla trafficatissima via Ostiense (10).

Ma tornando all’iter del progetto  dello Stadio, il vero salto,  di difficile comprensione e ardua spiegazione, riguarda  il passaggio tra la chiusura della Conferenza dei servizi decisoria e i successivi passi rispetto al procedimento, condotti sotto la regia regionale.

Infatti il 3 marzo si conclude la conferenza dei servizi   sul progetto Marino/Caudo, con esito negativo, che sarà  espresso il 5 aprile 2017, data di chiusura del procedimento in base alla legge 147/2013. Tuttavia il 5 aprile si formalizza la chiusura della Conferenza decisoria, ma si sospende il procedimento:  il proponente avrà tempo fino al 15 giugno, non solo per inviare le controdeduzioni rispetto all’apposizione del vincolo sull’Ippodromo chiesto dalla Soprintendente del MIBACT (11), ma anche  per presentare nuovi elaborati e materiali che rispondano alle prescrizioni ricevute da tutti gli uffici (le obiezioni contenute nei pareri non favorevoli dei soggetti unici di Comune, Città Metropolitana, Regione, Stato).

Ora, a parte che ci risulta che secondo la cosiddetta “Legge Madia” (12) il proponente avrebbe dovuto  presentare le proprie osservazioni entro 10 giorni (quindi il 15 aprile)  e non è chiaro in base a quale normativa  la scadenza  sia  stata fatta coincidere con quella dei  120 giorni ( il 15 giugno) entro il quale il MIBACT  (notare entro, non al termine) avrebbe dovuto esprimersi sul vincolo sull’Ippodromo, il vero punto, assai controverso,  è la scelta di far  proseguire lo stesso procedimento anche su un nuovo progetto, decisamente  differente.

Intendiamoci: sarebbe stato piuttosto discutibile anche offrire “ad libitum” al  proponente la possibilità di continuare ad “aggiustare”  gli elaborati e i documenti del progetto originale  Marino/Caudo, come se non fossero ormai anni che i vari uffici  segnalano carenze e inadeguatezze rispetto a quanto concordato. Ma  un prolungamento per permettere a Eurnova di dar seguito alle prescrizioni e ovviare alle criticità  segnalate dagli uffici poteva avere  comunque una sua ragionevolezza.   L’aspetto sorprendente è che invece la maggior parte  delle modifiche intervenute – le più sostanziali –  hanno ben poco  a che fare con i pareri sul vecchio progetto, ma sono cambiamenti imposti   dal nuovo  indirizzo politico della Giunta Raggi.

Ed è  la stessa Regione Lazio ad ammetterlo, nella citata nota  del 22 giugno scorso a tutti i soggetti coinvolti nella Conferenza:  “… dall’esame della DAC 32/2017 [Raggi/Montuori] sembrerebbe emergere che il progetto alla base della dichiarazione del pubblico interesse sia difforme da quello attualmente all’esame degli uffici regionali”,   tirando in ballo un parere dell’ Avvocatura Capitolina del 2014, in cui si affermava  che, “trattandosi di normativa speciale [quella dei commi sugli stadi nella legge 147/2013], prevale su norme organiche  ed ordinarie di settore, e per ciò che non risulta espressamente disciplinato occorrerà svolgere un lavoro di “ricucitura” di cui sopra nel contemperamento degli interessi coinvolti(13). Si direbbe quindi che  l’esiguità e l’avarizia descrittiva con cui si è affidata ai  tre commi la regolamentazione di una materia così complessa, con   consistenti ricadute sulle città e sulle collettività, abbia prodotto il danno collaterale di una notevole vaghezza normativa.

In ogni caso il progetto “difforme” da quello analizzato in CdS,   avrebbe dovuto, a nostro avviso,  essere sottoposto preliminarmente a una nuova valutazione,  ripartendo quindi da zero. Con un nuovo titolo sulla copertina.  Invece, la Delibera capitolina che il 14 giugno 2017  conferisce  il pubblico interesse  al nuovo progetto è chiamata “Conferma di dichiarazione del pubblico interesse alla Proposta di realizzazione del Nuovo Stadio a  Tor di Valle di cui alla Deliberazione dell’Assemblea Capitolina 32/2014  adeguata al mutato quadro delle condizioni ed obiettivi prioritari indicati nella Delibera di Giunta Capitolina 48/2017″(14) . E il  progetto consegnato ai soggetti unici a giugno  è intitolato “Progetto definitivo adeguato“. Come se si volesse comunque associarlo a quello  di Marino/Caudo, e  le new entries  fossero solo degli aggiustamenti operati in risposta alle obiezioni/prescrizioni degli uffici chiamati a pronunciarsi e non l’esito  di una nuova contrattazione/concertazione  tra la Sindaca Raggi e il proponente Eurnova per motivi esclusivamente “politici” (15).

Negli stessi  giorni dell’approvazione in Campidoglio della delibera che conferma  l’interesse del progetto “Stadio della Roma bis”, il Parlamento licenzia  definitivamente, con voto di fiducia, un decreto,  la cosiddetta “manovrina“,  che ha  in pancia anche un articolo che rimette mano ai commi sugli stadi, con alcune soluzioni che possono anche  riguardare  il percorso  del progetto dello Stadio di Tor di Valle  e dei suoi annessi.(16). Infatti con  l’Art. 62 (Costruzione di impianti sportivi) si potrebbe risolvere ben più agevolmente quello che nella Conferenza dei servizi decisoria era stato uno degli scogli insormontati: l’approvazione della variante urbanistica da parte dell’Assemblea capitolina. Nel corso della Conferenza era stato motivo  di conflitto tra Regione e Comune se la variante dovesse  essere approvata  durante o alla fine della Conferenza. Adesso, grazie al comma 2 bis, Nel caso di impianti sportivi privati il verbale conclusivo della conferenza di servizi decisoria costituisce, ove necessario, adozione di variante allo strumento urbanistico comunale ed è  trasmesso al sindaco, che lo sottopone all’approvazione del consiglio comunale nella prima seduta utile”.

E che si intenda avvalersi di questa facilitazione offerta  dall’Art.62 lo si legge anche nei documenti pubblicati dalla Regione, in particolare nel parere finale del rappresentante unico di Roma capitale (17). Resta oscuro come sia applicabile una nuova normativa su un procedimento in corso (dato che si vuole costringerlo a essere lo stesso), che però non ha seguito i passaggi precedenti previsti dallo stesso articolo 62, al comma 2: “Il progetto definitivo …tiene conto delle condizioni indicate in sede di   conferenza   di  servizi preliminare, potendo discostarsene solo motivatamente”. Di quale conferenza dei servizi preliminare parliamo? Di quella del 2014 sul vecchio progetto Marino/Caudo? O si vuole considerare preliminare la conferenza decisoria appena chiusa sempre sul vecchio progetto? E come la  si mette con il “discostarsi motivatamente” non per motivi tecnici ma per scelte politiche e discostandosi anche di un bel po’ (tanto da ottenere pareri negativi dal Ministero dei Trasporti laddove aveva dato pareri positivi sul vecchio progetto)?

Ma soprattutto non è chiaro, nel citato comma, se il verbale “che costituisce adozione di variante” comporti gli stessi passaggi previsti dalle varianti adottate dall’Assemblea Capitolina, cioè  l’ADOZIONE,    la PUBBLICAZIONE   per un periodo di tempo  sull’albo pretorio  onde pubblicizzarla a tutti i cittadini, che possono presentare delle OSSERVAZIONI NEL PUBBLICO INTERESSE,  quindi  le  CONTRODEDUZIONI” e l’APPROVAZIONE definitiva dell’Assemblea  (o della Giunta), e la trasmissione alla Regione. 

Se così non fosse – secondo l’intrpretazione di molti  –  si tratterebbe di  un vero e proprio esproprio di prerogative, sia di quelle dei consiglieri capitolini, che potrebbero  solo avallare un documento tecnico – il verbale della conferenza – senza eccepire ed emendare,   sia, soprattutto,  di quelle dei cittadini, perchè sarebbe cancellata    la partecipazione della cittadinanza alla trasformazione urbanistica, espressamente prevista dalla  legge.

Il tema è presente anche  nella citata nota della Regione del 22 giugno (quindi sucessivamente all’introduzione dell’art. 62 della manovrina), laddove inserisce, tra  i motivi ostativi all’approvazione del progetto – quello vecchio –  ed alla conclusione positiva del procedimento, il  “mancato completamento del procedimento di variante Urbanistica, con particolare riferimento alla fase pubblicistica: l’omesso completamento delle procedure urbanistiche …è infatti impeditiva della conclusione positiva del procedimento…; inoltre l’omessa pubblicazione ai fini della raccolta delle osservazioni, momento tipico ed ineludibile di ualunque procdura urbanistica, ha sottratto ai soggetti interessati ed agli enti ed associazioni portatrici di interessi diffusi la possibilità di esercitare i propri diritti nel procedimento; del resto solo il completamento della procedura urbanistica da parte di Roma Capitale, comprensiva delle fasi partecipative, avrebbe comportato, all’arrivo di osservazioni e/o opposizioni, la possibilità di esame e controdeduzione delle stesse in sede di Conferenza”. (17)

Insomma, proceduralmente ci sembra  un bel pasticcio. Da cui sarà difficile uscire con scorciatoie e “ricuciture” che saltino passaggi “ineludibili”.  A meno che Regione e Comune non decidano di passare  con nonchalance su vari  cadaveri normativi, contando su  un esercito di sostenitori  bipartisan  e pentapartisan (18), a costo di rimangiarsi parole, atti ufficiali, promesse elettorali, principi del MoVimento e partecipazione dei cittadini. E  anche la coerenza normativa e la faccia istituzionale.

#unostadiofattomale. E  anche #unpasticciodistadio

(1. continua)

Anna Maria Bianchi Missaglia

Vista la complessità della materia,  saremo ben lieti se qualcuno vorrà sgenalarci errori o inviare  osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

[Un ringraziamento a Luciano Belli Laura per il  contributo tecnico]

En passant: l’articolo 62 del DECRETO-LEGGE 24 aprile 2017, n. 50  si preoccupa anche di far rientrare  dalla finestra  le cubature residenziali messe fuori dalla porta, prevedendo “alloggi   di   servizio strumentali alle esigenze degli atleti e dei dipendenti della societa’ o dell’associazione sportiva utilizzatrice, nel limite del 20 per cento della superficie utile”. Che sarebbe un quinto della superficie. E si preoccupa pure che le bancarelle che vendono gadget ai tifosi non sottraggano clienti agli shops del complesso sportivo/commerciale: “a far tempo da cinque ore prima dell’inizio delle gare ufficiali e fino a tre ore dopo la loro conclusione, entro 300 metri dal perimetro dell’area riservata, l’occupazione di suolo pubblico   per   attivita’   commerciali   sia   consentita   solo all’associazione o alla societa’ sportiva utilizzatrice dell’impianto sportivo…”

> Vai a Stadio della Roma cronologia materiali (con una scheda sintetica della vicenda)

(2)Il 22 giugno 2017 La Direzione Territorio urbanistica e mobilità della regione Lazio ha inviato  a tutti i soggetti unici che hanno partecipato alla conferenza dei serivizi decisoria le osservazioni presentate dal proponente Eurnova con una nota (http://www.regione.lazio.it/rl/trasparenzastadio/wp-content/uploads/sites/7/REGLAZIO.REGISTRO-UFFICIALE.2017.0319478.pdf) in cui  chiedeva  di valutare, nel termine di 45 giorni:

  1. la rispondenza alle prescrizioni indicate nei pareri depositati in conferenza dei servizi ai fini del superamento dei dissensi espressi
  2. la coerenza delle modifiche progettuali, rese necessarie per il superamento dei dissensi espressi e per l’adeguamento a prescrizioni e condizioni, con la soluzione progettuale già sottoposta all’esame della conferenza dei servizi decisoria, al fine di verificare, con specifico riferimento alle opere pubbliche e di interesse generale e alla loro contestuale esecuzione con quelle private, se la diversa formulazione proposta consenta la prosecuzione nell’ambito del medesimo procedimento ex L.147/2013
  3. le ulteriori e diverse proposte progettuali, con riferimento alla D.A.C. 132/2014 di dichiarazione dell’interesse pubblico, tenendo conto anche delle modifiche progettuali determinate dalla revisione della D.A.C. 132/2014  con la DAC 32 del 14.6.2017

(3) DA PARERE FINALE ROMA CITTA’ METROPOLITANA  http://www.regione.lazio.it/rl/trasparenzastadio/wp-content/uploads/sites/7/Parere-Roma-Citt%C3%A0-Metropolitana.pdf

(5) Scarica la Delibera approvata (pubblicata dal Comune il 15 giugno 2017) Deliberazione Assemblea Capitolina n. 32-2017 (stadio della Roma)

Scarica il confronto a cura dell’ Osservatorio SdR a TdV tra le delibere 132/2014 (Marino Caudo) e 32/2017 (Raggi Montuori) scarica Osservatorio SdR confronto DAC 132-2014 e DAC 32-2017 ed il confronto su Tabella Costi OOPP   tra DAC 132_14 e DGC 18_17 scarica Costi OOPP: un confronto fra DAC 132/2014 e DGC 18/2017

(6) secondo  il giornalista Magliaro il progetto  “fa acqua da tutte le parti”: Il tempo  10 agosto 2017 Sullo Stadio Raggi rimandata a settembre http://fmmagliaro.blogspot.it/2017/08/stadio-la-regione-convoca-la-nuova.html

(7) Le procedure si rifanno principalmente ai tre commi sugli stadi inseriti nel dicembre 2013 nella lege di stabilità  -scarica  LEGGE 27 dicembre 2013, n. 147 art. 1 commi 303 304 305 – alla Legge Madia sulla Conferenza dei ServiziDECRETO LEGISLATIVO 30 giugno 2016, n. 127 Norme per il riordino della disciplina in materia di conferenza di servizi, in attuazione dell’articolo 2 della legge 7 agosto 2015, n. 124. (16G00141) (GU Serie Generale n.162 del 13-7-2016) e, ultimamente,  a un  articolo inserito nella cosiddetta “manovrina  vedi Schema di decreto legge recante DISPOSIZIONI URGENTI IN MATERIA FINANZIARIA, INIZIATIVE A FAVORE DEGLI ENTI TERRITORIALI ULTERIORI INTERVENTI PER LE ZONE COLPITE DA EVENTI SISMICI E MISURE PER LO SVILUPPO(ART.62) Costruzione di impianti sportivi) http://www.carteinregola.it/index.php/stadi-i-nuovi-commi-carte-in-tavola/
oltre che alla  Legge 7 agosto 1990, n. 241 Nuove norme sul procedimento amministrativo

(8) una cronologia analitica e più approfondita della vicenda a  Stadio della Roma cronologia materiali

(9) scarica Deliberazione Assemblea Capitolina n. 32-2017 (stadio della Roma)

(10) Vedi articolo Lo Stadio della Roma e il Ponte di Traiano: come volevasi dimostrare 9 agosto 2017 Continua#

(10)

Tor di valle mappa vincolo soprintendenza febbr 2017

18 febbraio 2017 Richiesta della Soprintendenza di apporre un vincolo diretto “sull’immobile denominato Ippodromo di Tor di Valle…a causa del  pregio della  tribuna “progettata dall’architetto di fama internazionale Julio Garcia Lafuente” e un vincolo indiretto sul contorno (vedi immagine). Il vincolo sarà oggetto di decisione di un’apposita Commissione che il 15 giugno 2017 deciderà per la sua rchiviazione (con tre favorevoli e due contrari)Sugli sviluppi proprremo un approfondimento sepcifico

 (11) La cosiddetta Legge Madia – Legge n. 124/2015 http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2015/08/13/15G00138/sg–  è entrata in  vigore dal 28 luglio 2016

e si applica  ai procedimenti amministrativi avviati successivamente a tale data. Il decreto riscrive la disciplina della conferenza di servizi contenuta nella legge n.241/1990
(12)  REGIONE.LAZIO.REGISTRO UFFICIALE.U.0319478.22-06-2017) http://www.regione.lazio.it/rl/trasparenzastadio/wp-content/uploads/sites/7/REGLAZIO.REGISTRO-UFFICIALE.2017.0319478.pdf  Punto a pag. 6 “…Infatti dall’esame della DAC 32/2017 sembrerebbe emergere che il progetto alla base della dichiarazione del pubblico interesse sia difforme da quello attualmente all’esame degli uffici regionali, ciò anche con riferimento all’interpretazione della diciplina dettata  dall’art. 1  comma 304 della legge 147/2013 operata dall’Avvocatura Capitolina nella relazione conclusiva del  Gruppo  di lavoro (Protocollo QI131946 del  4 09 2014) citata espressamente dalla DAC 32/2017 che, “trattandosi di normativa speciale, prevale su norme organiche  ed ordinarie di settore,e per ciò non risulta espressamente disciplinato occorrerà svolgere un lavoro di “ricucitura” di cui sopra nel contemperamento degli interessi coinvolti”
(13) 14 giugno – Viene approvata la Delibera di “Conferma di dichiarazione del pubblico interesse alla Proposta di realizzazione del Nuovo Stadio a  Tor di Valle di cui alla Deliberazione dell’Assemblea Capitolina 32/2014 [Delibera Marino/Caudo] adeguata al mutato quadro delle condizioni ed obiettivi prioritari indicati nella Delibera di Giunta Capitolina [Raggi/Montuori] 48/2017″.Votano  a favore i consiglieri M5S e il consigliere FI Bordoni, mentre si astiene  il Consigliere della Lista Marchini Alessandro Onorato. Voto contrario Partito Democratico e Lista civica Roma torna Roma, Fratelli d’Italia e Sinistra Italiana. scarica Deliberazione Assemblea Capitolina n. 32-2017 (stadio della Roma)
(14) al comma 304, lettera b, dellaLEGGE 27 dicembre 2013, n. 147 art. 1 commi 303 304 305 è specificato che “… la conferenza dei servizi decisoria]… può richiedere al proponente modifiche al progetto strettamente necessarie“; a maggior ragione non dovrebbero essere introdotte nè dal Comune nè dal proponente modifiche che “non siano strettamente necessarie“…
(15)Del resto l’intenzione era già stata messa a dalla stessa Regione ai primi di aprile, adducendo la motivazione del “non aggravamento del procedimento”
vedi Cosa ci aspetta per i futuri stadi (e non solo) 8 giugno 2017 http://www.carteinregola.it/index.php/cosa-ci-aspetta-per-i-futuri-stadi-e-non-solo/ (il testo dell’articolo  è rimasto uguale)nero su bianco

(17) Parere finale  del Rappresentante Unico di Roma Capitale:Ing. Fabio Pacciani3 agosto 2017 prot. n. 135429 .”…in riferimento a quanto riportato nell’ultimo capoverso di pag.4 della suddetta nota della Regione Lazio, circa l’impossibilità da parte della Conferenza di Servizi di concludere favorevolmente il procedimento ex L 147/2013 in mancanza della pubblicazione della prevista Variante Urbanistica, si coglie l’occasione per evidenziare che trattasi di una tematica procedurale oggi definitivamente chiarita dalle recenti modifiche apportate alla legge 147/2013, art. 1 comma 304, dall’art. 62, comma 2bis della L. 21 giugno 2017 n. 96, che nello specifico prevede: “Nel caso di impianti sportivi privati, il verbale conclusivo della conferenza di servizi decisoria costituisce, ove necessario, adozione di variante allo strumento urbanistico comunale …”.A valle della CdS sarà pertanto possibile procedere alla pubblicazione della variante adottata.

(17) nota citata http://www.regione.lazio.it/rl/trasparenzastadio/wp-content/uploads/sites/7/REGLAZIO.REGISTRO-UFFICIALE.2017.0319478.pdf

in merito alla NUOVA conferenza di servizi decisoria

– il 9 agosto ’17, Michele Civita, assessore all’urbanistica della Regione Lazio (amministrazione procedente sul progetto di stadio per la roma-calcio), secondo quanto riportato da Fernando M. Magliaro su ilTempo.it, avrebbe dichiarato: << Gli uffici della Regione Lazio hanno valutato i documenti inviati dalle autorità competenti sui cambiamenti al progetto avanzati dai proponenti per superare i vecchi pareri negativi e per adeguare la proposta alle modifiche sul pubblico interesse contenute nella delibera approvata a giugno da Roma Capitale. I pareri pervenuti che verranno integralmente pubblicati, hanno in parte superato i dissensi espressi, rimangono criticità ed osservazioni/prescrizioni su aspetti importanti che richiedono approfondimenti progettuali come ad esempio richiesto dal MIBACT.

Le modifiche contenute nella delibera di Roma Capitale hanno sicuramente un impatto urbanistico minore sull’area di Tor di Valle (da 345.000mq a 212.000mq) ma, riducendo il costo di costruzione e gli oneri straordinari, diminuiscono anche le risorse per le opere pubbliche (risorse per opere di interesse generale da 196 ml a 80,6 ml). Per queste ragioni molte amministrazioni (ad es.: Roma Capitale Dipartimento Mobilità e Trasporti,Città Metropolitana Dipartimento Viabilità ed Infrastrutture Viarie, Regione Lazio Direzione Trasporti e MIT) segnalano con forza la necessità di rivedere, migliorare, ripristinare opere ed interventi sia sulla viabilità come sul trasporto pubblico. A settembre, la nuova conferenza dovrà esprimersi in via definitiva sull’intero progetto, integrato dalle modifiche già recepite ed adeguato in base alle osservazioni delle varie amministrazioni.

La Regione Lazio sta lavorando con imparzialità e nel rispetto delle prerogative di ogni soggetto coinvolto, per garantire tempi certi e trasparenza, con l’obiettivo di dotare Roma di una nuova moderna infrastruttura sportiva e, contestualmente, di nuove opere e servizi indispensabili per rendere sostenibile il progetto e necessari per migliorare la qualità della vita delle persone“. (anche ANSA  9 agosto http://www.ansa.it/lazio/notizie/2017/08/09/stadio-romaa-settembre-nuova-conferenza_0e793464-75a7-4602-b3f4-f9f3c6cf68ef.html)

9 agosto 2017 Secondo il Ministro allo sport   Lotti (e gli fa eco  anche il Ministro delle Infrastrutture Del Rio), il parere  del Governo [in realtà dello Stato NDR]  è positivo: “Fatto importante, è passo avanti. Affrontare insieme criticità” e esprime “massima disponibilità del Governo” a sedersi intorno ad un tavolo con Comune, Regione e Roma Calcio per individuare possibili soluzioni condivise. “Lo Stadio della Roma rappresenta un’infrastruttura sportiva di interesse pubblico. Aspettiamo settembre per la conferenza dei servizi decisiva. Noi ci siamo”. In realtà quello del rappresentante unico dello Stato depositato in Regione, come osserva Magliaro su Il tempo,è un  parere tecnico e non politico che semplicemente non è espresso, limitandosi il rappresentante unico dello Stato a «fornire le valutazioni di competenza delle Amministrazioni» statali coinvolte. E, in più, non considerando né quanto redatto dal Capo dipartimento del MIT, Elisa Grande (“si comunica il parere negativo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sulla nuova soluzione progettuale dello Stadio della Roma») né quanto scritto dal direttore generale della Direzione Strade dello stesso IT («si esprime parere negativo”)

10 agosto  2017 in un comunicato sul sito comunale l’assessore Montuori dicheiara che “è per noi fondamentale proseguire questo lavoro in un confronto costruttivo e sereno tra le diverse istituzioni che, dando parere positivo, hanno anche evidenziato alcuni elementi da approfondire che saranno oggetto della prossima conferenza dei servizi di settembre annunciata dalla Regione Lazio. Roma Capitale – aggiunge Montuori – porterà al tavolo con determinazione i principi irrinunciabili che hanno guidato l’interesse pubblico, e che definiscono anche la nuova visione del territorio e del bene comune che questa amministrazione ha, a partire dalla riduzione delle cubature, dal raggiungimento degli elevati standard di qualità a tutela dell’ambiente e ad un sistema di mobilità rivolto all’interesse generale della città integrando in questa visione le opere già previste“.

– il 12 agosto ’17, Luca Montuori, assessore all’urbanistica di Roma Capitale, a roma.repubblica.it dichiara: “A settembre porteremo le nostre valutazioni e le condivideremo con le altre istituzioni al tavolo“.

– il 14 agosto ’17, Marco Tolli, responsabile politiche del territorio PD di Roma, su huffingtonpost.it scrive: “Sia la nuova conferenza dei servizi, convocata per settembre, a sciogliere tutte le criticità evidenziate e rimettere a posto le cose. Il progetto si può migliorare, ripristinando gli interventi sulla viabilità e sul trasporto pubblico. “

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