23 ottobre 2014
L’aspetto più paradossale è che sia un manipolo di cittadini e comitati ad agitarsi tanto per difendere le prerogative istituzionali di Comune e Municipi nel governo del territorio, mentre gli organi deputati tacciono, avallando di fatto una legge che sottrae loro la possibilità di rappresentare l’interesse e i diritti dei cittadini in trasformazioni urbane che possono essere anche assai impattanti. [ringraziamo i Municipi II e XIV, a cui oggi si aggiunge anche il I Municipio, per aver approvato con voto trasversale una mozione presentata da SEL che chiede più regole].
Se qualcuno ce l’ avesse detto, un anno e mezzo fa, l’8 aprile 2013, quando dopo quasi 48 ore in aula Giulio Cesare di presidio in diretta web contro le delibere urbanistiche, abbiamo lasciato il Campidoglio a mezzanotte, distrutti ma contenti per l’insperato risultato (ne passarono solo due delle decine che avversavamo), non ci avremmo creduto.
Non avremmo creduto che il centrosinistra di Zingaretti avrebbe sdoganato come proprio un bel pezzo di una legge inventata da uno dei peggiori governi di centrodestra regionali, quello della Presidente Polverini, il pezzo che con la scusa del “rilancio dell’edilizia” e di qualche alloggio sociale (e della sempiterna “rigenerazione urbana”) consegna alla deregulation dell’iniziativa privata trasformazioni assai rilevanti e impattanti per i territori. Ci saremmo aspettati, dal centrosinistra di Zingaretti, che, seguendo il solco della altre regioni a guida centrosinistra, venissero varate delle leggi che raggiungessero quegli stessi obiettivi utilizzando regole anziché deroghe, restituendo le prerogative decisionali all’amministrazione pubblica e allargando alla città il confronto sulle trasformazioni urbane.
E ci saremmo aspettati che di fronte alla riproposta di quegli articoli e commi del Piano Polverini, si levassero le voci contrarie di chi li aveva criticati quando era all’opposizione, ventilando referendum e parlando di “deregulation del mattone” (anche lo stesso Civita).(> vedi la pagina “Quelli del Piano casa”). E che riavanzassero le stesse obiezioni anche quegli “addetti ai lavori” qualificati che avevano sottoscritto documenti durissimi, come l’INU (Istituto Nazionale di urbanistica- vedi sul sito INU IL PIANO CASA DEL LAZIO: UNA LEGGE CONTRO IL GOVERNO DEL TERRITORIO – nov. 2011) E che magari i giornali dessere almeno qualche notizia (Repubblica ha finalmente pubblicato un articoletto ieri)
Ma soprattutto ci saremmo aspettati che si pronunciassero i consiglieri capitolini, in particolare quelli che si sono tanto pronunciati sul nuovo stadio della Roma e cubature annesse che, a detta dell’assessore Caudo, sono la metà di quelle che stanno calando sulla città con il Piano casa vigente, che questa maggioranza prorogherà, con alcune modifiche, per almeno un altro anno e mezzo (secondo le ipotesi più accreditate e forse più rosee). Consiglieri capitolini che non potranno deliberare su nessun intervento del Piano casa, neanche se cambia faccia a un quartiere.
E ci saremmo aspettati che si opponessero i Presidenti e i consiglieri dei Municipi, che non saranno interpellati, nè potranno richiedere alcuna modifica, e che quando i cittadini faranno presente le criticità per il loro territorio, allargheranno le braccia, perchè questa legge prevede che i Municipi non diano nessun parere e che i cittadini non pssano mandare nessuna osservazione. Solo il il II e il XIV Municipio per adesso hanno approvato delle mozioni che chiedono modifiche della proposta di legge. A cui oggi si è aggiunto anche il I Municipio. Coraggiosi, ma pochi.
E ci saremmo aspettati che intervenisse a difendere le prerogative di Roma Capitale nel governo delle trasformazioni del territorio, e a difendere i diritti dei cittadini romani a vivere in una città vivibile, l’assessore Giovanni Caudo. Tante volte l’abbiamo sentito fare obiezioni rispetto ai commi del Piano casa Polverini, rimasti nella versione approvata dalla giunta nel settembre 2013 : cominciando dal nostro convegno Piano Casa Polverini/Zingaretti: il caso Lazio (> vai all’intervento) fino a pochi giorni fa, alle commissioni congiunte per lo stadio della Roma (> Vai all’intervento).
E anche se l’assenza di una presa di posizione ufficiale potrebbe indicare l’intenzione di non interferire nell’attività legislativa della Regione, è comunque un brutto segno. Ci chiediamo come possa l’assessore di Roma Capitale rinunciare a impiegare tutta la sua autorevolezza per chiedere delle modifiche a una proposta di legge che gli “sfila” la possibilità di decidere su trasformazioni anche molto rilevanti. Qui non si tratta solo di consumo di suolo o di aumenti di cubature: permettere cambi di destinazione “in automatico” per trasformare edifici non residenziali in “case”, ma anche in centri commerciali, alberghi e quant’altro, senza poter chiedere delle limitazioni o delle modifiche, vuol dire lasciare gli abitanti dei quartieri alla mercè delle leggi del profitto e cancellare diritti e qualità della vita delle persone faticosamente conquistati. Come una piazza pubblica con aiuole, piste ciclabili e spazi per la sosta regolamentati, in cui viene dato il permesso agli automobilisti di parcheggiare dove e come gli pare.
Se questo Piano casa, con quelle scarne modifiche, sarà approvato stanotte dal Consiglio, sarà una pagina molto triste della storia di questa Regione e si darà un pessimo inizio a Roma Metropolitana. Aprendo una prospettiva, con nuove leggi urbanistiche regionali in cantiere, e lo Sblocca Italia sullo sfondo, da far accapponare la pelle…
AMBM
> Scarica il dossier sintetico: Dossier No alla proroga del Piano casa Polverini:Zingaretti
> scarica il confronto IL PIANO CASA 2 – 20 ottobre anna con emendamenti giunta il testo integrale delle modifiche a confronto con precedenti versioni – 28 settembre 2014