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Quarticciolo, il cambiamento deve coinvolgere i cittadini

Il 23 dicembre scorso il Governo ha approvato un decreto che individua sei periferie in Italia in cui esportare il cosiddetto “modello Caivano (1), tra i quali c’è anche il Quarticciolo, una borgata della periferia est di Roma, nel V Municipio, “in un quadrante caratterizzato da un’altissima densità abitativa, una significativa carenza di risorse e dalla conseguente asimmetria rispetto ai quartieri più benestanti della città(si veda l’interessante articolo di Left da cui sono estratte molte delle informazioni qui riportate (2).

Il Decreto inserisce come premessa la straordinaria necessità e urgenza di adottare misure organizzative urgenti per fronteggiare situazioni di particolare emergenza, anche sottoposte o da sottoporre a gestione commissariale, con particolare riguardo a situazioni di degrado, vulnerabilità sociale e disagio giovanile, alla prevenzione delle tossicodipendenze e delle altre dipendenze patologiche” per introdurre un ennesimo commissario straordinario, con poteri che possono aggirare leggi e normative (con poche eccezioni (3)) e uno stanziamento di 180 milioni di euro in tre anni per alcuni quartieri selezionati a livello nazionale tra cui il Quarticciolo. Un modello che si pone ancora una volta come intervento emergenziale, calato dall’alto, con poteri speciali per realizzare un piano che già in partenza ignora le realtà del territorio che da anni si impegnano per costruire delle alternative al degrado. Eppure il Quarticciolo è ricco di iniziative che cercano di supplire alla cronica carenza di servizi e spazi pubblici, come la “Palestra popolare, inaugurata nel 2015 all’interno dei locali occupati (poi assegnati) di un ex-locale caldaie, abbandonato da Ater da oltre 20 anni, doposcuola, la micro-stamperia e il birrificio popolare, tutti gestiti dal comitato di quartiere Quarticciolo Ribelle che da circa dieci anni ha avviato un cammino di rivendicazione e confronto con le istituzioni locali, trasformando la borgata in un laboratorio di idee e azioni capaci di cambiare profondamente la vita di chi la abita” (2). Per Quarticciolo Ribelle, che lancerà la campagna “Caivano non è un modello”, sabato 18 gennaio alle 18 in Piazza del Quarticciolo Le emergenze richiamano esibizioni di forza. Quello che servirebbe sarebbero politiche strutturali, per prendersi cura dei territori e dei propri abitanti, ascoltandoli prima di tutto e poi mettendo in atto tutti quegli interventi che possano permettere alle persone di ottenere un riscatto sociale, un miglioramento di vita, l’autonomia per consentire a ciascuno di scegliere(4). Un approccio condiviso anche da Carteinregola, che si batte da sempre contro le false scorciatoie dei poteri speciali, che si riducono per lo più a interventi spot i cui effetti si squagliano in poco tempo, perchè non coltivati e radicati nel territorio. Territorio dove però c’è anche chi vede di buon occhio l’intervento commissariale governativo, come un’associazione nata da poco, vicina al “prete antispaccio” don Coluccia (5): posizioni che rivelano una profonda sfiducia nelle istituzioni elettive e nelle possibilità per gli stessi cittadini di essere protagonisti del cambiamento del proprio quartiere.
Anche una parte della politica e delle istituzioni romane ha sollevato obiezioni verso il decreto: il consigliere comunale Pd Yuri Trombetti ha annunciato una mozione per chiedere al governo di coinvolgere nel piano che riguarderà il Quarticciolo, anche Comune, municipio e associazioni del territorio (5)

Certo i cambiamenti in situazioni difficili richiedono tempo, fatica e pazienza, ma abbiamo appena visto, nella passeggiata a Tor Bella Monaca (6), che le iniziative costruite con il coinvolgimento delle persone e delle realtà da tempo impegnate sul territorio sono le uniche che possono avere gambe per camminare. E fare molta strada (AMBM)

NOTE INTRO

(1) Decreto-legge 15 settembre 2023, n. 123, recante misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale” approvato definitivamente il 13 novembre 2023 (vai alla leggeLEGGE 13 novembre 2023, n. 159 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 15 settembre 2023, n. 123, recante misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile, nonchè per la sicurezza dei minori in ambito digitale. (23G00172)nnote: Entrata in vigore del provvedimento: 15/11/2023n(GU n.266 del 14-11-2023)

(2) Vedi Left 14 gennaio 2025 Quarticciolo, periferia di Roma, si ribella: “No al decreto Caivano e alla politica del pugno di ferro” Di Maria Vicari

(3) Vedi sotto: Il Decreto del Governo

(4)Le proposte di Quarticciolo ribelle: Il nostro piano prevede la riapertura della piscina comunale, il completamento della sanatoria Ater ancora in stallo dal 2020, il completamento dell’asilo in via Locortondo, la realizzazione del parchetto Modesto di Veglia, il recupero dell’ex questura e la regolarizzazione di chi vi abita, la rigenerazione del campo di calcio di via Prenestina, le manutenzioni delle case popolari, l’abbattimento delle barriere architettoniche, l’apertura della Fabbrica del Teatro, il sostegno alle attività commerciali aperte e l’individuazione di un meccanismo che porti all’apertura delle troppe serrande abbandonate. È una progettualità che ha impegnato l’università, che in questi anni si è fatta carico di tradurre le necessità del territorio in concrete proposte di policy, interventi dettagliati attraverso l’individuazione degli strumenti normativi e delle coperture finanziarie necessarie. È una progettualità che è stata assunta e rilanciata dall’amministrazione municipale che ha chiesto l’istituzione di una cabina di regia ad hoc con un atto dello scorso novembre

(5) vedi Roma Today 14 gennaio 2025 Il “modello Caivano” spacca il Quarticciolo. Ecco chi è a favore di un commissario per il quartiere di Giulia Argenti

(6) vedi Piediperterra a Tor Bella Monaca 1 dicembre 2024

IL DECRETO DEL GOVERNO

DECRETO-LEGGE 31 dicembre 2024, n. 208 Misure organizzative urgenti per fronteggiare situazioni di particolare emergenza, nonchè per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. (24G00232)note: Entrata in vigore del provvedimento: 31/12/2024(GU n.305 del 31-12-2024)

SINTESI Art. 1 Interventi infrastrutturali e di riqualificazione urgenti al fine di fronteggiare situazioni di degrado, vulnerabilità sociale e disagio giovanile

Al[1] Commissario straordinario[2] , che opera fino al 31 dicembre 2027,  è demandato il compito di predisporre ed attuare un piano straordinario di interventi infrastrutturali e di progetti di riqualificazione sociale, funzionali ai comuni o alle aree metropolitane ad alta vulnerabilità sociale di Rozzano (MI), Roma Quartiere Alessandrino-Quarticciolo, Napoli Quartiere Scampia-Secondigliano, Orta Nova (FG), Rosarno-San Ferdinando (RC), Catania Quartiere San Cristoforo, Palermo – Borgo Nuovo, prevedendo, laddove occorra, anche una semplificazione per le procedure di concessione di immobili pubblici per fini sociali, con particolare riferimento al sostegno a enti del terzo settore operanti in ambito artistico e culturale, sociosanitario, sportivo, di contrasto alla povertà educativa e per l’integrazione.

Il piano straordinario è predisposto dal Commissario straordinario entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, d’intesa con i comuni interessati e con il Dipartimento per le politiche di coesione e per il sud della Presidenza del Consiglio dei ministri, ed è approvato con delibera del Consiglio dei ministri.

Per la realizzazione degli interventi[3] si provvede in deroga a ogni disposizione di legge diversa da quella penale, fatto salvo il rispetto dei principi generali dell’ordinamento, delle disposizioni del codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione[4] nonché dei vincoli inderogabili derivanti dall’appartenenza all’Unione europea.

Per la realizzazione del piano è autorizzata la spesa complessiva nel triennio 2025-2027 di 180 milioni di euro, di cui 100 milioni di euro per l’anno 2025, 50 milioni di euro per l’anno 2026 e 30 milioni di euro per l’anno 2027, a valere sul Fondo per lo sviluppo e la coesione, periodo di programmazione 2021-2027[5], e imputati sulla quota afferente alle amministrazioni centrali[6] per la parte relativa al Ministro per lo sport e per i giovani[7].

Il Commissario straordinario può avvalersi del supporto tecnico-operativo[8] dell’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa – INVITALIA S.p.A. ovvero della Società Sport e Salute Spa, che svolgono altresì le funzioni di centrali di committenza[9]; il Commissario straordinario si avvale di una struttura di supporto posta alle sue dirette dipendenze, costituita con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri[10] e può avvalersi anche  delle strutture delle amministrazioni locali e degli enti territoriali, e,  mediante apposite convenzioni delle strutture, anche periferiche, delle amministrazioni centrali dello Stato[11]; nomina sei subcommissari [12]e può avvalersi anche di due esperti di comprovata qualificazione professionale[13]

Per l’attuazione del piano straordinario il Commissario straordinario è intestatario  di un’ apposita contabilità speciale aperta presso la tesoreria dello Stato[14] .


NOTE DECRETO

[1] Con la delibera di approvazione del piano sono assegnate le risorse di cui al terzo periodo e stabilite le modalità attuative per il trasferimento e l’utilizzo delle stesse. L’accordo per la coesione da definire tra il Ministro per lo sport e per i giovani e il Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione di cui all’articolo 1, comma 178, lettera c), della legge n. 178 del 2020 dà evidenza delle risorse di cui al citato terzo periodo e destinate alla realizzazione degli interventi inseriti nel piano.

[2] nominato ai sensi dell’articolo 1, comma 1, del decreto-legge 15 settembre 2023, n. 123, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2023, n. 159

[3] approvati ai sensi del comma 1

[4] di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159,

[5] di cui all’articolo 1, comma 177, della legge 30 dicembre 2020, n. 178

[6] di cui all’articolo 1, comma 178, lettera b), numero 1, della medesima legge n. 178 del 2020 come determinata dal Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS) con la delibera adottata ai sensi del citato articolo 1, comma 178, lettera b), numero 1, nella seduta del 29 novembre 2024,

[7] Per la realizzazione degli interventi inseriti nel piano possono essere, altresì, utilizzate ulteriori risorse messe a disposizione dalle regioni, dai comuni, da altri enti o istituzioni locali e nazionali, nell’ambito delle proprie competenze e nei limiti delle risorse disponibili nei propri bilanci.

[8] ai sensi dell’articolo 10, commi 1 e 2, del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, convertito, con modificazioni, dalla legge 29 luglio 2021, n. 108, d

[9] ai sensi dell’articolo 63 del codice dei contratti pubblici di cui al decreto legislativo 31 marzo 2023, n. 36, con oneri posti a carico dello stanziamento previsto dal comma 1 e comunque nel limite massimo del due per cento delle risorse destinate.

[10] e si avvale della struttura di supporto di cui all’articolo 1, comma 3, del decreto-legge 15 settembre 2023, n. 123, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2023, n. 159 posta alle sue dirette dipendenze, il cui contingente massimo di personale è incrementato di ulteriori ventisette unità, di cui una di personale dirigenziale di livello generale e quattro di personale dirigenziale di livello non generale, nominate anche ai sensi dell’articolo 19, comma 6, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e ventidue unità di personale non dirigenziale, dipendenti di pubbliche amministrazioni centrali e di enti locali o territoriali, individuati previa intesa con le amministrazioni e con gli enti predetti, in possesso delle competenze e dei requisiti di professionalità richiesti per il perseguimento delle finalità e l’esercizio delle funzioni di cui al presente articolo, con esclusione del personale docente, educativo, amministrativo, tecnico e ausiliario delle istituzioni scolastiche. Il personale di cui al primo periodo, ai sensi dell’articolo 17, comma 14, della legge 15 maggio 1997, n. 127, è collocato fuori ruolo o in posizione di comando, distacco o altro analogo istituto o posizione previsti dai rispettivi ordinamenti, conservando lo stato giuridico e il trattamento economico fondamentale dell’amministrazione di appartenenza. Al personale non dirigenziale della struttura di supporto, è riconosciuto il trattamento economico accessorio, ivi compresa l’indennità di amministrazione, del personale non dirigenziale della Presidenza del Consiglio dei ministri e, con uno o più provvedimenti del Commissario straordinario, può essere riconosciuta la corresponsione di compensi per prestazioni di lavoro straordinario nel limite massimo di trenta ore mensili effettivamente svolte, oltre a quelle già previste dai rispettivi ordinamenti e comunque nel rispetto della disciplina in materia di orario di lavoro, di cui al decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66. Il trattamento economico del personale collocato in posizione di comando o fuori ruolo o altro analogo istituto è corrisposto secondo le modalità previste dall’articolo 70, comma 12, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. Al personale dirigenziale di livello generale e non generale della struttura di supporto è riconosciuta la retribuzione di parte variabile e di risultato in misura pari a quella riconosciuta rispettivamente ai dirigenti di livello generale e di livello non generale della Presidenza del Consiglio dei ministri. All’atto del collocamento fuori ruolo è reso indisponibile, nella dotazione organica dell’amministrazione di provenienza, per tutta la durata del collocamento fuori ruolo, un numero di posti equivalente dal punto di vista finanziario. Con il provvedimento istitutivo della struttura di supporto sono determinate, nei limiti di quanto previsto dal comma le specifiche dotazioni finanziarie e strumentali nonché quelle del personale, anche dirigenziale, di cui al primo periodo del presente comma, necessarie al funzionamento della medesima struttura

[11] Al personale dirigenziale e non dirigenziale della struttura di supporto non si applicano le disposizioni di cui all’articolo 5, comma 9, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, fermo restando quanto previsto dall’articolo 1, comma 489, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, e dagli articoli 14, comma 3, e 14.1, comma 3, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26.

[12] subcommissari I subcommissari sono scelti dal Commissario straordinario tra soggetti in possesso di specifica professionalità ed esperienza in relazione ai compiti da svolgere. La remunerazione dei subcommissari è stabilita nell’atto di conferimento dell’incarico entro la misura massima, per ciascun subcommissario, prevista al quinto periodo del presente comma. Per l’esercizio delle proprie funzioni,

[13] , in aggiunta a quelli previsti dall’articolo 1, comma 3, del decreto-legge 15 settembre 2023, n. 123, convertito, con modificazioni, dalla legge 13 novembre 2023, n. 159, da esso nominati con proprio provvedimento, cui compete un compenso massimo annuo di euro 50.000 al lordo dei contributi previdenziali e degli oneri fiscali a carico dell’amministrazione per singolo incarico. Per l’espletamento delle funzioni di cui al presente articolo, il compenso del Commissario straordinario e dei subcommissari è determinato con oneri a carico delle risorse di cui al comma 6 fino al raggiungimento del limite previsto dall’articolo 1, comma 471, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, e, comunque, in misura non superiore a quella indicata all’articolo 15, comma 3, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111.

[14] su cui sono assegnate le risorse destinate alla realizzazione degli interventi inseriti nei programmi di cui al comma 1 e le eventuali risorse finanziarie a qualsiasi titolo destinate o da destinare alla realizzazione degli interventi di cui al medesimo comma 1.

6. Agli oneri derivanti dai commi 3 e 4, quantificati in complessivi euro 4.370.368 per l’anno 2025, euro 5.009.840 per l’anno 2026 ed euro 5.009.840 per l’anno 2027, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo di cui all’articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.

Il 23 dicembre scorso il governo ha approvato un decreto che individua sei periferie in Italia in cui esportare il modello Caivano. Sono stati stanziati 180 milioni di euro in tre anni ed è previsto un commissario straordinario a cui è affidato il compito di individuare gli interventi strutturali necessari: sgomberi, polizia e qualche centro sportivo di cui tagliare il nastro per millantare un’attenzione al sociale sono le anticipazioni che abbiamo già avuto modo di vedere a Caivano come a San Basilio.

Tra i quartieri inseriti nel dl Emergenze c’è anche Quarticciolo.

Sapevamo che sarebbe arrivato questo momento da quando si è insediato il governo Meloni, ma nonostante le ambizioni della destra di governo, Quarticciolo non è un deserto.

In questi anni gli abitanti si sono organizzati, hanno difeso i loro spazi, hanno presentato proposte, hanno costruito esperienze. Resistono quotidianamente all’abbandono istituzionale e alla devastazione portata dalla vendita di crack, resistono contro chi li tratta da abitanti di serie B. Non aspettavamo Meloni per denunciare lo stato in cui imperversano le periferie del paese

È un decreto di emergenza come tutti gli interventi che si sono fatti negli ultimi 20 anni. Le emergenze richiamano esibizioni di forza. Quello che servirebbe sarebbero politiche strutturali, per prendersi cura dei territori e dei propri abitanti, ascoltandoli prima di tutto e poi mettendo in atto tutti quegli interventi che possano permettere alle persone di ottenere un riscatto sociale, un miglioramento di vita, l’autonomia per consentire a ciascuno di scegliere. Il governo Meloni, invece, vuole mostrare di avere il pugno di ferro per propaganda, per campagna elettorale perenne.

Se lo stanziamento di risorse è una notizia positiva, il sospetto che questa possa essere una mangiatoia di fondi pubblici a favore dei vari Caccicchi di Fratelli di Italia viene rafforzato dalla sovraesposizione di personaggi come Don Coluccia e dell’intera filiera politica del partito sul territorio. Abbiamo il sospetto che ciò che interessa sia il Potere e non possiamo permettere l’ennesimo spreco di fondi pubblici. Risorse che, così come a Caivano, non avranno nessun impatto sul lungo periodo ma serviranno ad abbellire la facciata lasciando tutto così com’era.

Il nostro piano prevede la riapertura della piscina comunale, il completamento della sanatoria Ater ancora in stallo dal 2020, il completamento dell’asilo in via Locortondo, la realizzazione del parchetto Modesto di Veglia, il recupero dell’ex questura e la regolarizzazione di chi vi abita, la rigenerazione del campo di calcio di via Prenestina, le manutenzioni delle case popolari, l’abbattimento delle barriere architettoniche, l’apertura della Fabbrica del Teatro, il sostegno alle attività commerciali aperte e l’individuazione di un meccanismo che porti all’apertura delle troppe serrande abbandonate. È una progettualità che ha impegnato l’università, che in questi anni si è fatta carico di tradurre le necessità del territorio in concrete proposte di policy, interventi dettagliati attraverso l’individuazione degli strumenti normativi e delle coperture finanziarie necessarie. È una progettualità che è stata assunta e rilanciata dall’amministrazione municipale che ha chiesto l’istituzione di una cabina di regia ad hoc con un atto dello scorso novembre.

L’idea propagandata dalle trasmissioni televisive vicine all’attuale governo, secondo cui la chiusura del Doposcuola di quartiere aperto negli spazi dell’ex questura e lo sgombero delle 40 famiglie che la abitano dal 1997 possa essere  il primo passo per combatter… combattere il degrado del Quarticciolo è qualcosa in più di una provocazione. Evidentemente, cancellare con la forza l’esperienza che ha consentito in questi anni di mantenere luoghi liberi dallo spaccio e dalla sopraffazione è un modello che il governo ha intenzione di esportare in più quartieri possibili. Sgomberare l’ex questura di via Ostuni vuol dire sostenere attivamente lo spaccio di crack, ritenuto dal governo meno pericoloso per l’interesse collettivo rispetto all’istruzione dei bambini e delle bambine.