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Stadio Flaminio, la lettera ai Ministri

Stadio Flaminio (foto AMBM)

In questo incrociarsi ormai quotidiano di notizie sul destino dello stadio Flaminio, il 18 dicembre scorso i Presidenti delle associazioni DO.CO.MO.MO Antonello Alici, AIPAI – Associazione Italiana Per Il Patrimonio Archeologico Industriale Edoardo Currà, AAA Italia Associazione nazionale Archivi diArchitettura Contemporanea Ettore Sessa, Fondation PLN Project Marco Nervi, insieme a Francesco Romeo, responsabile scientifico del Piano di Conservazione dello Stadio Flaminio, Ugo Carughi ,esperto in politiche di conservazione Fondation PLN Project, Anna Maria Bianchi Presidente Associazione Carteinregola e Cristiana Mancinelli Scotti Referente Coordinamento Salviamo il paesaggio Roma e Lazio, hanno scritto al Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, al Ministro della Cultura, Alessandro Giuli e al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini per chiedere che i progetti per lo Stadio Flaminio, riconosciuto come emergenza del Patrimonio Culturale nazionale del XX secolo, non siano guidati esclusivamente da logiche economiche immediate, ma valorizzino il significato patrimoniale e culturale dell’opera, contemperandone adeguatamente le istanze di conservazione, recupero e valorizzazione. Pubblichiamo la lettera (ABM)

Roma. Stadio Flaminio e area urbana circostante. Programma di restauro, recupero e riutilizzo.

Onorevoli Ministri,

In qualità di rappresentanti delle sottoscritte associazioni, esprimiamo grande preoccupazione per le notizie diffuse dagli organi di stampa in merito al recupero dello stadio Flaminio, un’opera la cui rilevanza va ben oltre i confini nazionali.

Assieme al Palazzetto dello Sport, al Viadotto di Corso Francia e al Palazzo dello Sport all’EUR, lo stadio Flaminio, progettato da Pier Luigi Nervi con il figlio Antonio, conserva un rilevante valore testimoniale del particolare momento storico vissuto da Roma e dall’intera nazione in occasione delle Olimpiadi del 1960. A ciò si aggiungono lo stretto rapporto con il contesto ambientale, che rende lo stadio sua parte integrante, come un elemento originario; le intrinseche qualità architettoniche dell’impianto, testimonianza di una stagione in cui il cemento armato era protagonista del linguaggio espressivo di tante opere di assoluto rilievo; e, infine, la notorietà dell’autore, in quegli anni propagatasi ovunque nel mondo.

Si sottolinea che il recupero dello stadio Flaminio nel rispetto dei suoi caratteri originari e la riqualificazione di uno dei più significativi quadranti strategici per lo sport e la cultura a Roma rappresentano una straordinaria opportunità per la Capitale.

Già nella nota del 30.12.2016 inviata alla P.L. Nervi Project Association, Roma Capitale concorda(va) nell’avanzare richiesta di fondi alla Getty Foundation nel contesto dell’iniziativa “Keeping it Modern” per uno studio volto al restauro dello stadio.

Successivamente, il 9.3.2018, veniva stipulato un Protocollo d’Intesatra Roma Capitale e il Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica della Sapienza Università di Roma. Il 7.10.2019 era sottoscritta la conseguente Dichiarazione di Intenti dai i due soggetti pubblici, che intendono sviluppare un piano di conservazione per lo stadio Flaminio di Roma, dichiarando che è essenziale che gli sviluppi della fase operativa della riqualificazione dello stadio Flaminio e dell’area circostante avvengano nel rispetto del piano di conservazione [] finanziato dalla Getty Foundation e redatto dal gruppo di lavoro sopramenzionato e sotto il diretto controllo del medesimo gruppo di lavoro. Roma Capitale si impegnava a coinvolgere il Gruppo di Lavoro costituito dai Dipartimenti di Ingegneria e di Architettura della Sapienza Università di Roma, la P.L. Nervi Project Association e Do.Co.Mo.Mo. Italia Onlus in tutte le iniziative concernenti il recupero e la valorizzazione dello stadio Flaminio e dell’area circostante.

Intanto, l’opera era stata sottoposta dalla Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio e Paesaggio di Roma a dichiarazione d’interesse con decreto del 27.09.2018, n. rep. 74. Nella relazione allegata al provvedimento, la Soprintendenza ha precisato che “gli interventi dovranno rispettarne la struttura, l’impianto originario, nonché le finiture [] fattori [] fortemente identitari e non modificabili in una strategia di valorizzazione dell’impianto e [] (che) vada, al tempo stesso, rispettata la vocazione e l’originaria destinazione d’uso sia per quanto riguarda la funzione dello stadio, sia gli spazi accessori.

Contestualmente al decreto ministeriale e in conformità con i suddetti indirizzi, la Sapienza Università di Roma, la P.L. Nervi Project Foundation e l’associazione Do.Co.Mo.Mo. Italia, ammessi al bando indetto dalla Paul Getty Foundation nell’ambito del programma Keepingit Modern 2017, hanno redatto nel 2019 il Piano di Conservazione dello stadio, consegnato al Comune di Roma Capitale, oltre che alla stessa Soprintendenza. Il finanziamento per lo studio da parte della Getty Foundation è risultato, per quell’anno, superiore a quello di tutte le altre opere quali, ad esempio, la celebre sede del Bauhaus di Walter Gropius; il che testimonia la persistente attenzione internazionale per l’opera di Nervi.

Questo studio, reso pubblico sul sito Biblioteca on line dell’iniziativa (https://www.getty.edu/foundation/initiatives/current/keeping_it_modern/report_library) è frutto dell’impegno contemporaneo di strutturisti, docenti di restauro e restauratori, storici, progettisti, esperti di tutela, urbanisti e segue un percorso attento a verificare non soltanto la mera conservazione, ma l’adattabilità e la resilienza del patrimonio, formulando le opportune linee-guida. Dopo averlo ricevuto, in data 04.01.2021, dal Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica dell’Università La Sapienza di Roma, la stessa Soprintendenza, con nota del 29.01.2021, n. 0004827-P, prende(va) atto del complesso lavoro svolto da(l) [] Dipartimento ai fini della conoscenza degli aspetti storici, tecnologici e strutturali dell’opera e concorda nel ritenere il Piano di conservazione elaborato quale strumento indispensabile in vista degli auspicabili interventi di restauro. A conferma che il piano di conservazione costituisce il punto di partenza imprescindibile per un corretto recupero.

In conclusione, auspichiamo che, considerato il preminente interesse pubblico dell’opera, riconosciuta come emergenza del Patrimonio Culturale nazionale del XX secolo, i programmi di intervento non siano guidati esclusivamente da logiche economiche immediate, ma valorizzino il significato patrimoniale e culturale dello stadio Flaminio, contemperandone adeguatamente le istanze di conservazione, recupero e valorizzazione.

Si chiede, pertanto, che lo Stato, attraverso i suoi Ministeri competenti, indirizzi il Comune di Roma Capitale nell’individuazione delle scelte e delle soluzioni più opportune, garantendo una concertazione istituzionale che assicuri la migliore gestione di questo patrimonio unico.

Le sottoscritte organizzazioni restano disponibili per eventuali richieste di chiarimenti, fidando nella positiva attenzione alla presente istanza.

Cordiali saluti

Antonello AliciDO.CO.MO.MO

Edoardo Currà, AIPAI – Associazione Italiana Per Il Patrimonio Archeologico Industriale

Ettore Sessa, AAA Italia Associazione nazionale Archivi diArchitettura Contemporanea

Marco Nervi, Fondation PLN Project

Francesco Romeo, responsabile scientifico del Piano di Conservazione dello Stadio Flaminio

Ugo Carughi , esperto in politiche di conservazione Fondation PLN Project, Past Presidentdo.co.mo.mo. Italia Board member Icomos Italia

Anna Maria Bianchi Presidente Associazione Carteinregola

Cristiana Mancinelli Scotti Referente Coordinamento Salviamo il paesaggio Roma e Lazio

Vedi anche:

Stadio Flaminio cronologia materiali

webinar QUALE FUTURO PER LO STADIO FLAMINIO?  Ripartire dalla conservazione per il rilancio  6 dicembre 2023 (> vai alla presentazione)

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

16 gennaio 2025