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I tuoi ricordi: due anni fa, l’attacco finale a Ignazio Marino

Il sito di Repubblica che ripropone l'articolo pubblicato sull'edizione cartacea

Il sito di Repubblica che ripropone l’articolo pubblicato sull’edizione cartacea del 25 agosto 2017

di Anna Maria Bianchi Missaglia

Facebook ha il brutto vizio di proporti ogni giorno quello che hai pubblicato un anno o più anni prima. Un viaggio nel tempo che spesso fa male. Io oggi sono andata a cercare un articolo scritto  poco più di due anni fa, il 25 agosto 2015, dopo aver letto un articolo su La Nuova Riviera del 25 settembre 2017 che riporta alcune affermazioni di Matteo Orfini – Presidente del PD ed ex commissario del PD Roma –  a proposito della tristissima pagina di cui è stato uno dei principali autori, quella della destituzione di un Sindaco eletto dai cittadini  romani e  della sua Giunta, che tra mille difficoltà, aveva cominciato a cambiare musica nella Capitale. Orfini non è affatto pentito di aver innescato quella reazione a catena, dalle firme dal notaio dei consiglieri PD insieme alla destra per mandare a casa un Sindaco del PD, alle elezioni che hanno regalato al Movimento 5 Stelle il governo di Roma.   Perchè, a suo dire,  “Senza la sfiducia a Marino, a Roma Pd nemmeno al ballottaggio”. Tornando al clima di due anni fa, per, come si suol dire, “non dimenticare”, ripesco il mio commento a un lungo articolo sul  Sindaco Marino su una pagina nazionale del quotidiano La Repubblica, a firma di una delle sue penne più prestigiose, Francesco Merlo (1).Una stroncatura impietosa, che, riletta oggi, appare  ancora più  ingiustificata. E continuo a pensare che Marino e i suoi assessori – quelli che hanno cercato fino all’ultimo di lavorare con lui per la città – non si meritavano tutto questo.

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https://www.lanuovariviera.it/category/politica/orfini-senza-la-sfiducia-a-marino-a-roma-pd-nemmeno-al-ballottaggio/

 Roma, 26 agosto 2015

Un giornalista che più volte abbiamo apprezzato e rilanciato per le sue ficcanti e documentate inchieste sui mali della Capitale (2), che questa volta invece impiega ben 1158 parole per illustrare un’unica tesi: il Sindaco avrebbe dovuto essere a Roma durante il Consiglio dei Ministri odierno in cui si decidono questioni importanti per la città. Considerazione fuori luogo – il Sindaco non avrebbe nè potuto nè dovuto partecipare alla riunione del Governo in cui si decide se Roma vada sciolta per Mafia – che si poteva comunque risolvere in un trafiletto e che invece è stata gonfiata come un soufflé, per ribadire, con mille paragoni derisori, che il Sindaco di Roma è una nullità. Spazio e verve giornalistica che forse, di questi tempi, avrebbero potuto essere meglio impiegati per denunce o analisi più urgenti, o anche per criticare Ignazio Marino. Però come fanno normalmente i giornalisti come Merlo, attaccando le scelte, le omissioni, le lentezze di Marino come Sindaco, con fatti ed esempi, e non attaccandolo come persona, oltretutto per motivi davvero pretestuosi. E mai come di questi tempi noi cittadini avremmo bisogno di poter contare su un giornalismo serio che aiuti la gente a sapere, a capire e a ragionare. Il gossip velenoso che sfruculia il malcontento senza speranza lasciamolo da parte. E magari facciamo qualche domanda scomoda sul Consiglio dei Ministri del Giubileo anche al Governo. Sul perchè le decisioni siano slittate da aprile a fine agosto. Sul perchè si usino strumenti normativi impropri – un provvedimento che riguarda poteri di deroga per “l’emergenza traffico e mobilità” utilizzato per lo sfalcio dell’erba dei parchi, la raccolta rifiuti e il decoro urbano – e soprattutto perchè i costi dell’accoglienza di 33 milioni di pellegrini che accorreranno per il Giubileo, anzichè essere affrontati da tutto il Paese, debbano gravare solo sui cittadini romani.

Queste le definizioni dedicate dall’articolo di Repubblica a Ignazio Marino: “irrilevante“, “insignificante“, “L’uomo che non c’era(3), il “loser” (perdente). Un uomo “sempre deriso per tutte le goffaggini“, “scavalcato, messo tra parentesi, trattato con alzate di spalle e sguardi al cielo“, “commissariato sì, ma all’italiana: svuotato, reso superfluo e caraibico, espatriato in patria.” Un primo cittadino a cui il commissario del PD romano Matteo Orfini “fa da tutore politico“, che il premier Renzi ha sostituito per i consigli con l’ex sindaco Francesco Rutelli (“su Roma il consigliere all’orecchio di Renzi è Francesco Rutelli“), e di cui Renzi avrebbe detto (a Orfini) che “è l’assente che non si può cacciare“.(4)

ALBI_TOPOLINO939Ma cercando di individuare i motivi scatenanti delle aspre critiche di Merlo, ho trovato tre filoni : il primo e principale è la scelta del il Sindaco di non essere a Roma durante il Consiglio dei Ministri del 27 agosto – a cui non avrebbe dovuto partecipare – continuando i suoi 15 giorni di ferie, che colpevolmente si svolgono ai tropici: “si è nascosto ai Caraibi” (chissà dove si sono nascosti Pisapia, Fassino e gli altri Sindaci italiani), dove la differenza di fuso orario diventa un’ulteriore motivo di addebito, dato che Marino dorme nelle ore in cui a Roma ci si dà da fare (5) come “Paperino ad Honolulu che Paperone non poteva raggiungere perché l’uno si alzava quando l’altro si coricava” (E chi sarebbe Paperone? Renzi?)

Il secondo motivo è il fatto che Marino stia scrivendo “le sue memorie“, subito definite “un libro dei sogni” di un “sindaco-scrittore“: un’ attività che Merlo non reputa molto adatta a Marino, dato che si augura che “ questa scrittura gli serva almeno come terapia“. E dipinge un quadretto assai derisorio di Marino che ” scriverà di sé nella notte del Golfo del Messico, “mio diletto amore / non tramonta il sole / al Tahiti Bar”, citando “Italiani Mambo” la canzone di Caputo (6)

Ma il principale motivo è il presunto venire meno di Marino al suo dovere di primo cittadino, quello di essere sempre presente sul ponte di comando della Capitale: non solo perchè “non sarà presente quando il Consiglio dei ministri parlerà di lui” , che abbiamo già analizzato, ma perchè secondo Merlo Marino è un Sindaco che quando serve non c’è mai: come “durante la rivolta della periferia di Tor Sapienza contro gli immigrati, ma anche perchè era all’estero “, “quando l’intera Roma inseguiva i tre rom che a Primavalle, su un’auto pirata, avevano travolto sette persone e ucciso sul colpo una povera donna” o “quando i vigili urbani si diedero tutti insieme malati e scoppiò la rivolta dei certificati falsi, Marino era e rimase a Boston (7). Lascio alla valutazione di ciascuno se tale elenco giustifichi la conclusione che trae Merlo su “una vacanza di governo, un vuoto, un vacuo, un’assenza così candida come quella di Marino” “che non c’era mai stata nella storia politica di Roma“.

E iperbolicamente si arriva a mettere sulle spalle del “Sindaco da due anni” tutti i disastri prodotti da decenni di malgoverno della Capitale (e di buchi nel bilancio che hanno portato all’attuale debito commissariato di circa 14 miliardi di euro), a partire dal “degrado epocale” – l’articolo cita en passanti ratti che hanno invaso il quartiere Prati“, “le foto delle persone che defecano a cielo aperto” i “porci che grufolavano felici tra i cassonetti“- per arrivare a Mafia Capitale, di cui secondo il giornalista di Repubblica il Sindaco ha la responsabilità di non essersi accorto: “Se rimane Marino in tre anni se magnamo Roma” aveva profeticamete detto Buzzi, che de Roma è er capomafia“. “Marino non s’era accorto che la Roma che lui non riusciva a governare era diventata “a mucca che amo munto tanto” né che i consigli comunali e le giunte “devono stare ai nostri ordini perché li pago e vaffanculo“. Forse avrebbero potuto accorgersene anche anche i giornalisti…

E soprattutto qualche editorialista prestigioso potrebbe chiedere al Presidente del Consiglio come mai il Governo, anzichè affrontare un evento religioso straordinario che riguarda quindi tutto il Paese, con risorse straordinarie e con strumenti normativi adeguati – come è successo pr il Giubileo 2000 ampiamente previsto – metta sulle spalle dell’amministrazione capitolina e dei contribuenti romani – presenti e futuri – i costi, utilizzando impropriamente e maldestramente un decreto legislativo nato (male) per altri motivi (4), che permette deroghe alle normative vigenti per dimezzare i tempi solo per quegli interventi finalizzati a “rimuovere le situazioni di emergenza connesse al traffico, alla mobilita’ ed all’inquinamento atmosferico o acustico“. E quindi non per quegli interventi – assolutamente indispensabili – che riguardano invece decoro, pulizia, raccolta rifiuti, aree verdi e manutenzione della città. Potrà succedere così che ad esempio aziende escluse dai sorteggi per la costruzione di gabinetti pubblici eseguiti in deroga al Codice degli appalti facciano ricorso al TAR, bloccando i cantieri?

Il disastro incombe sulla nostra città e quelli che dovrebbero intervenire a difesa dei cittadini e a tutela dell’interesse pubblico sprecano tempo ed energie nei soliti giochetti politici.

Amen.

Anna Maria Bianchi Missaglia annaemmebi@gmail.com

 (1. continua)

(1) La Repubblica 25 agosto Capitale sede vacante e nei giorni della bufera Marino scrive memorie tra il Texas e i Caraibi Più che colpevole, assente. In città infuriano le polemiche ma il sindaco rimane oltreoceano dove sta ultimando un libro sui suoi primi due anni in Campidoglio. Non tornerà neanche giovedì quando in Consiglio dei ministri si discuterà la sorte del Comune di FRANCESCO MERLO

(2) Si vedano per citare due casi i nostri post che partono dagli articoli di Merlo sull ‘EUR e sul Colosseo

(3) Il film dei fratelli Cohen è citato ben 3 volte: “somiglia al barbiere di quel film che “non c’era soprattutto quando c’era” e “innocente, proprio come il barbiere dei fratelli Cohen che diceva di sé: “Sono un fantasma, non vedo nessuno e nessuno vede me“,

(4) E ancora: “americano a Roma“, “sindaco delle buche, della sporcizia e del degrado epocale della capitale“. “In Texas potrebbe restarci sino a Natale e nessuno se ne accorgerebbe a parte i vignettisti e gli autori di satira che, comunque, sono anch’essi in difficoltà perché Marino è oltre l’ironia di Longanesi sul non esserci, sul non accorgersi e sull’arrivare tardi: “Spiacenti, il nostro inviato speciale si è perduto per causa pioggia“.

(5) “Quando a Roma è mezzogiorno di fuoco lui dorme“, e prima: un “altrove di Marino” che “è quello delle canzoni e della commedia all’italiana, esotismo e fusi orari“. E una citazione musicale: “dove il sole è più sole che qua” (Banana Republic di Dalla De Gregori)

(6) Merlo individua nello “scrittore autoenciclopedico” “una nuova e inaspettata maschera romana, un incrocio tra Pierrot e Meo Patacca“…

(7) E se per Merlo”ovviamente Marino non ha nessuna responsabilità”di quel crimine estetico che è stato il funerale dello zio Casamonica“, intanto lo butta lì, ricordando che era in vacanza anche quando è accaduto il fattaccio di metà agosto.

DECRETO LEGISLATIVO 26 aprile 2013, n. 51 Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 18 aprile 2012, n. 61, concernente ulteriori disposizioni di attuazione dell’articolo 24 della legge 5 maggio 2009, n. 42, in materia di ordinamento di Roma Capitale. (13G00094) (GU Serie Generale n.112 del 15-5-2013)

Aert. 1 «1-bis. Per l’attuazione degli interventi da effettuare sul territorio di Roma Capitale per rimuovere le situazioni di emergenza
connesse al traffico, alla mobilita’ ed all’inquinamento atmosferico o acustico, il Sindaco provvede con proprie ordinanze, anche in deroga ad ogni disposizione di legge e comunque nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico, in esecuzione di un piano autorizzato con delibera del Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, nonche’ nei limiti e secondo i criteri indicati nella stessa delibera, con oneri a carico di Roma Capitale.».

vedi il nostro articolo http://www.carteinregola.it/index.php/giubileostraordinario-fondi-ordinari-poteri-straordinari/

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