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9 domande ai candidati: risponde Paolo Berdini (Roma ti riguarda)

Pubblichiamo le risposte pervenute il 30 settembre dal Candidato Sindaco Paolo Berdini (Roma ti riguarda) > Vai al sito

vai alle 9 domande che nessuno fa ai candidati Sindaco

  1. PRIMA DI TUTTO TRASPARENZA

Veramente nel programma della lista ROMA TI RIGUARDA, sottoscritto da tutti i candidati e candidate ci si impegna a qualcosa di più, a fare del Campidoglio e dei Municipi luoghi aperti e accessibili, alla pari dei Consiglieri, non solo alle Assemblee consiliari e ai loro lavori ma alle Assemblee popolari per le loro pronunce Una partecipazione codecidente e in alcuni casi di autogoverno e con parte dei finanziamenti necessari intestati a tali forme. Ovviamente questi punti richiedono la riforma dello Statuto del Comune e non solo dei Regolamenti. (cfr programma allegato)

  • ACCOGLIENZA E DIGNITA’

Chiediamo tempi rapidi, trattandosi di una delle urgenze da affrontare subito e a tal fine presenteremo una proposta di deliberazione consiliare all’apertura del Consiglio comunale, per adottare un piano di accoglienza (abitativa, formativa, di inserimento al lavoro), e per aprire un dialogo con le culture di cui i migranti sono portatori. Rendere la città consapevolmente cosmopolita è il nostro impegno politico culturale. Gli strumenti saranno quelli che il dibattito pubblico proporrà tenendo conto che il programma accoglienza dovrà essere parte seria della progettazione comunale e, di conseguenza una posta significativa del bilancio comunale.

Le case sono occupate dai senza casa, non solo da migranti. Il Comune deve assicurare una casa a tutti utilizzando intanto gli immobili dismessi e programmandone il riuso nell’ambito di un piano di edilizia popolare.

  • EMERGENZA CLIMATICA A ROMA

Veramente la nostra lista si pone come obiettivo di fare di Roma la capitale dell’ecologia integrale e credo di essere tra i candidati sindaco l’unico partecipante al corteo del 24 settembre dei Fridays for future Pensiamo di dare vita a una associazione “Roma per l’ecologia integrale” che continui, dopo le elezioni, tale impegno. Sappiamo che alle altisonanti parole a favore della transizione ecologica segue la “romanella” degli impegni concreti; c’è bisogno di un cambiamento culturale degli stili di vita non facile da raggiungersi, con grandissimi, fortissimi ostacoli. Non credo che nei primi cento giorni possa avvenire qualcosa di serio se non simbolicamente cominciando da provvedimenti che costringano a diminuire l’uso delle auto e dei pullman, dell’avvio della raccolta differenziata e della ristrutturazione di Ama, della conoscenza dello stato di salute del Tevere e dell’Aniene e delle forme errate di occupazione delle rive, dell’inizio del sistema parchi, e della tutela ed espansione delle alberature, del contrasto all’occupazione ulteriore di suolo. Rivedendo licenze e sanzionando l’abusivismo. Su questi punti vi sono anche nostre proposte di deliberazione come mezzo affinché il Comuni adotti provvedimenti concreti.

  • TEVERE DA BERE?

Che il Tevere vada risanato è indubbio, lo chiedono per primi i pesci. Che la sua acqua possa bersi è una facezia irriverente per l’intelligenza dei cittadini. Interventi sulla rete idrica, differenziazione tra acqua da bere e acqua destinata a usi agricoli e industriali e contestazione dei loro sprechi, riassestamento dell’intero sistema idrogeologico e riforma dell’Acea sono tutti aspetti contenuti nelle Deliberazioni che proporremo all’apertura del Consiglio comunale

  • IL PATRIMONIO PUBBLICO PER IL PUBBLICO

Per gli usi abitativi si è già risposto. Tutti gli edifici pubblici debbono restare tali essendo un bene della comunità che le amministrazioni pro tempore non debbono manomettere. La città deve tornare ad essere pubblica è il nostro obiettivo. Gli edifici occupati da associazioni sociali (in senso ampio) non saranno messi a bando né considerati al loro valore di mercato, salvo quando fossero strumentali per fini illegali.

  • IL PATRIMONIO PUBBLICO CONCESSO AI PRIVATI A FINI DI LUCRO

Certamente non vendendo parte delle proprietà. Una mappatura dell’esistente e delle differenti situazioni giuridiche (per es. occupazioni o concessioni e in quali termini queste) è il provvedimento preliminare.

  • PARCHEGGI INTERRATI PRIVATI SOTTO IL SUOLO PUBBLICO

Il nostro no al consumo di suolo implica un no al consumo di sottosuolo. La realizzazione dei parcheggi va localizzata all’esterno dal GRA nell’ambito di un piano della mobilità e della logistica che si fonda su tram e metro (a parte le esistenti) in superficie, Fs regionali e nodi di scambio. Nuove politiche della mobilità diverse dalle attuali.

  • LE REGOLE NON BASTANO, COME FARLE RISPETTARE?

Il problema è reso difficile dal fatto che non sono sufficienti interventi repressivi, ammissibili soltanto dove fossero realmente necessari. Il fallimento dei Daspo (Roma ne detiene il primato), anzi il loro incentivo a criminalizzare certi comportamenti (mendicanti, senza tetto, ambulanti) dimostra che non può essere questa la strada. La collocazione degli ambulanti nel centro storico non è l’unica causa del degrado del medesimo poiché non possono dimenticarsi le auto in sosta o il proliferare di pedane e tavolini probabilmente ancor più influenti sul deterioramento della bellezza. Negozietti di paccottiglia per turisti mordi e fuggi, tavolini, ambulanti ecc. devono essere parte di un programma del Comune che emancipi la città da questa mercificazione dello spazio urbano.

Avvicendamenti e rotazione dei componenti delle forze dell’ordine sono utili, soprattutto ai fini dell’aumento della professionalità, ma inefficaci se si pensa a fenomeni di corruzione che vanno colpiti come tali, battendo, cosa assai impervia, il senso di appartenenza ad una casta che informa la cultura stessa dei corpi di polizia.

Essere contrari a istituire coprifuochi è il minimo che si richiede a un consigliere. Le movide vanno comprese per ciò che significano e la città deve essere riprogettata in funzione della conviviabilità e delle esigenze delle sue differenti componenti e non solo ai fini di profitto. Spazi culturali, sportivi, di coworking che i giovani autogestiscono. Incubatori di imprese giovanili per dare orizzonte alla loro creatività. La città dei bambini e delle bambine. Questa è la città pubblica, difficilissima da ricostruire ma pur sempre l’unica strada efficace.

  • LA VERA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI

La risposta sta in quanto abbiamo detto al punto 1: oltre le modifiche referendarie o le scelte di trasformazione urbana il Comune deve diventare qualcos’altro, qualcosa di più. Il dibattito pubblico determinerà i modelli organizzativi che verranno sperimentati e regolamentati.

Paolo Berdini

1 ottobre 2021

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

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