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Caudo si è appena insediato al III Municipio ed è già sotto attacco

Municipio aperto del 2 luglio 2018

Municipio aperto del 2 luglio 2018

Ancora prima di insediarsi ufficialmente, Giovanni Caudo aveva inaugurato la sua elezione a Presidente del III Municipio aprendo le porte della sede municipale e incontrando la cittadinanza fino a sera inoltrata (1). Un’iniziativa che da adesso si ripeterà ancora, con periodici spazi aperti all’incontro informale con i cittadini (2). E l’essere “civico” e “di sinistra”- una sinistra inclusiva e dialogante – è stata la cifra rivendicata e rilanciata per tutta la sua campagna elettorale, e ancora prima, durante le primarie in cui ha superato la candidata della segreteria del PD romano. Un profilo civico che è stato premiato con 20.121 voti al secondo turno, oltre mille in più del primo turno, nonostante che a votare fossero andate meno persone.

Ora che si è insediato e ha scelto la sua squadra però, è arrivata anche la prima doccia fredda da parte di quelli che dovrebbero essere i suoi più entusiasti alleati, visto che grazie a Caudo è stato riconquistato un Municipio che si dava per perso. Con due comunicati assai polemici (3), esponenti di spicco del PD hanno attaccato a gamba tesa il neo Presidente “reo” di non aver nominato tutti gli assessori indicati dal Partito (e di aver definito la sua Giunta “di sinistra” anzichè “di centrosinistra”).

Proponiamo tre riflessioni, che non riguardano solo la persona di Giovanni Caudo e il III Municipio.

La prima riguarda il ruolo del Presidente del Municipio e il suo rapporto con i cittadini-elettori e con i partiti che lo sostengono. La seconda è con quali criteri debbano essere scelti gli assessori che compongono la squadra di governo del territorio. La terza è come il rapporto tra Presidente, partiti e nomine sia stato gestito dalla “vecchia” politica politicante, il cui esito più clamoroso sono state 20 firme dal notaio di consiglieri del PD e Lista civica per cacciare il Sindaco della loro stessa maggioranza Ignazio Marino (4). Una ferita che poteva essere sanata anche dalla vittoria di Caudo e che invece si è riaffacciata come un inquietante “dejà vu” proprio nel giorno del suo insediamento.

Sul primo punto, va detto che mentre fino all’inizio degli anni ’90 gli elettori votavano per il Consiglio comunale, che poi eleggeva sia il Sindaco sia la Giunta, dopo l’approvazione della legge 81/1993 (5)forse non per caso passata circa un anno dopo lo scoppio di Tangentopoli – i cittadini eleggono direttamente il Sindaco (e allo stesso modo il Presidente del Municipio), che a sua volta sceglie la sua squadra. E se, naturalmente, è auspicabile che il primo cittadino del Comune o del Municipio prenda le proprie decisioni dopo aver consultato e ascoltato tutte le componenti che hanno partecipato e sostenuto la sua elezione, cercando di rappresentare tutte le anime e le istanze, alla fine, come è giusto e naturale, decide chi ha messo la sua faccia e ha dato la sua parola ai cittadini.

Il secondo punto è con quali criteri si debbano scegliere gli assessori, che ricevono la “delega” del Sindaco/Presidente per un determinato settore dell’attività amministrativa (6). E’ evidente che i nominati, oltre che a godere della piena fiducia del Sindaco/Presidente, devono avere competenze ed esperienza nel settore di cui sono chiamati ad occuparsi, per cui la mera appartenenza partitica non può essere un criterio di selezione, nè la nomina può essere trattata alla stregua di un riconoscimento per chi – singoli o partiti – ha portato voti alla coalizione vincente .

Il terzo punto è il più complesso e riguarda il delicato equilibrio tra il Sindaco/Presidente e il Consiglio comunale/municipale nel governo del territorio. Un rapporto dialettico, che può creare le basi per risultati migliori – anche dalle possibili divergenze – o che può diventare insanabile contrapposizione, fino l’harakiri istituzionale, come quello che ha messo fine alla consiliatura Marino. La domanda di allora e di oggi è: il Sindaco (o il Presidente) a chi deve rispondere prima di tutto? Ai cittadini che l’hanno eletto, e quindi alla sua coscienza per quello che ha promesso a quei cittadini, o agli indirizzi – richieste, sollecitazioni – dei consiglieri (anch’essi eletti dai cittadini) o, ancora, ai desiderata dei partiti della sua maggioranza? Teoricamente non dovrebbero esserci grandi distanze tra queste opzioni, nella realtà sono molti i possibili motivi del contendere. Chi scrive pensa che, con l’elezione diretta, chi ha ottenuto la fiducia dei cittadini abbia il diritto e la responsabilità di fare le scelte che ritiene giuste. Anche – e forse soprattutto – nella scelta delle persone della sua squadra. Ma è anche vero che il Sindaco (e il Presidente) hanno comunque bisogno dell’appoggio della maggioranza consiliare: se non ce l’hanno vanno a casa. E’ successo a Marino, è successo anche alla Presidente pentastellata Capoccioni, che ha lasciato prematuramente proprio la guida del III Municipio a causa delle defezioni di alcuni consiglieri del suo schieramento. L’ha ricordato in un commento su Facebook sotto i citati comunicati, Riccardo Corbucci, membro della segreteria romana e dell’assemblea nazionale del PD (7): “…i numeri sono numeri. La Presidente grillina Capoccioni cade perché non condivide con i suoi consiglieri che la sfiduciano“.

E sempre nel comunicato citato, le autrici, due dirigenti del PD, mettono in guardia il neo Presidente Caudo che ha scelto nelle fila PD “solo” due assessori su 6 della sua Giunta, escludendo altre due assessore caldeggiate dal PD: “Caudo rifletta e si ricordi che l’uomo solo al comando e’ incompatibile con gli ideali della sinistra (3). Dove i minacciosi “rifletta” e “si ricordi” unito a “un uomo solo al comando” portano anche noi a un amaro flash back, quando il PD capitolino lamentava periodicamente, fin dagli esordi della giunta Marino, di non avere il “necessario peso” nel governo della città, e indiscrezioni giornalistiche davano spesso per imminente la sostituzione proprio dell’allora assessore all’urbanistica Giovanni Caudo con l’allora presidente del Consiglio Mirko Coratti, poi scivolato nelle indagini del “Mondo di mezzo”(8).

Intendiamoci: è giusto che i consiglieri siano attivi protagonisti del “laboratorio municipale”, portando ciascuno in dote il suo impegno politico e territoriale maturato nel tempo. E naturalmente è un diritto dei consiglieri, in casi estremi, ritirare l’appoggio a un Sindaco/Presidente che mettesse sotto i piedi quanto promesso in campagna elettorale, o i valori fondativi condivisi dallo schieramento. Ma il sostegno non può invece diventare uno strumento per condizionare l’autonomia del Sindaco/Presidente. E, in questo caso specifico, appare una pretesa inaccettabile la rivendicazione della scelta degli assessori come un “diritto acquisito” proporzionale al numero dei voti raccolti dal partito.

Una pagina poco edificante, e proprio il giorno dell’insediamento, che, almeno per le forze di maggioranza, avrebbe potuto essere l’ entusiasmante partenza per una nuova avventura, e su cui si è invece abbattutto lo scontento degli esponenti PD e pure del consigliere di LeU, seppure con toni meno aggressivi (9).

A cui si aggiunge, a quanto ci hanno raccontato, un ulteriore episodio: infatti in occasione delle votazioni per eleggere il Presidente del Consiglio municipale, su tre schede sono stati scritti i nomi di tre condannati al processo (ex) Mafia Capitale: Carminati, Buzzi e Coratti. In molti danno per scontato che sia stata un’iniziativa dei consiglieri M5S, ma noi ci auguriamo che dei “portavoce” dei cittadini non si siano affidati a trovate così puerili, e che vogliano invece inaugurare un’opposizione seria, basata sui fatti e non su slogan grossolani (se smentiranno tale circostanza saremo felici di rettificare questa informazione). E ci auguriamo che i consiglieri pentastellati riescano a trovare anche degli spazi di dialogo e collaborazione con la maggioranza, laddove si trovassero convergenze nell’interesse del territorio. Fermo restando che Carteinregola sarà al loro fianco se solleveranno delle vertenze in cui riconosca giuste rivendicazioni per l’interesse pubblico.

Tornando ai comunicati PD, restano ancore molte considerazioni “politiche” da fare, su un inizio di consiliatura salutato da tanti cittadini come una festa, rovinata dalle solite zavorre della vecchia politica delle percentuali e dei “Manuali Cencelli”. Ma qui entriamo nel campo delle opinioni. Quelle di chi scrive si trovano nel suo blog personale, link in calce*.

Resta in ogni caso lo stupore di fronte al ripetersi di un copione che ha già portato all’implosione di un’intera classe politica, che gli stizziti protagonisti continuano beckettianamente a mandare in scena, mentre il sipario è già collassato e il pubblico ha già lasciato la sala da un pezzo.

Buon lavoro Presidente Caudo. Ce n’è davvero tanto da fare.

Anna Maria Bianchi Missaglia

Post scriptum: il 14 luglio sul palazzo del Municipio la nuova Giunta ha attaccato uno striscione con la scritta: “Porti aperti diamo asilo”. Iniziativa che ha procurato  al neo Presidente anche l’attacco della destra di Fratelli d’Italia, che ha commentato:anziché pensare ai problemi del territorio apre la sede di sabato per sventolare uno striscione pro-immigrati, ma dove sarebbero poi i porti a Montesacro?” (vedi Il Giornale 14 luglio 2018). 

Per osservazioni e precisazioni:laboratoriocarteinregola@gmail.com

*Giovanni Caudo, civico e di sinistra, è già oggetto di attacchi del PD di Anna Maria Bianchi Missaglia

Vedi anche:

III Municipio la squadra di Giovanni Caudo

porti aperti diamo asilo al III municipio

sotto nuove luci 2 luglio municipio 3(1) (dal profilo Fb) Il 2 luglio il neo eletto Presidente Giovanni Caudo apre le porte dello storico edificio di piazza Sempione a tutti i cittadini che vogliano visitarlo, conoscerlo. Vi aspettiamo numerosi.

 

 

(2) Il Presidente del Municipio Roma III riceve i cittadini – 22 luglio 2018 12-lug-2018 Domenica 22 luglio 2018, dalle ore 11.00 alle 13.00, presso la sede municipale di piazza Sempione 15 al I piano, il Presidente del Municipio Roma III Montesacro, Prof. Giovanni Caudo, riceverà senza appuntamento i cittadini che hanno urgenza di conferire con lui.

(3) Riccardo Corbucci, Coordinatore della segreteria romana del Partito Democratico di Roma, membro dell’assemblea nazionale del Partito Democratico, dal 2006 al 2016 amministratore nel III Municipio Roma Montesacro, dove ha ricoperto il ruolo di assessore al bilancio, alla scuola e alla partecipazione e di Presidente del consiglio municipale, li ha pubblicati entrambi sulla sua pagina Fb: sotto il testo del comunicato di Cavalcanti e Maccaroni dirigenti PDe di Claudio Mancini, Deputato PD

ROMA. MUNICIPIO III, CAVALCANTI-MACCARONI (PD): CAUDO NON FACCIA UOMO SOLO AL COMANDO

(DIRE) Roma, 12 lug. – “Siamo convinte che non basti cantare in piazza un paio di volte ‘Bella Ciao’ per essere di sinistra.
Bisogna, al contrario, praticare la condivisione delle scelte, la discussione sui programmi e la legittima rappresentazione delle forze politiche del centrosinistra, i cui risultati sono stati determinanti per l’elezione di Giovanni Caudo a presidente di municipio”. Lo dichiarano in una nota Sabrina Cavalcanti e Marzia Maccaroni rispettivamente dirigente romana e regionale del Partito Democratico.
“Siamo contenti per Francesca Leoncini e Francesco Pieroni, nominati assessori dal presidente, ma reputiamo una mancanza di rispetto nei confronti dei cittadini l’aver preferito come assessori alcuni personaggi sconosciuti o palesemente in antitesi al Partito Democratico, non rispettando pienamente la volonta’ degli elettori. Rimane incomprensibile la volonta’ del Presidente di privarsi di altri profili importanti e rappresentativi come Paola Ilari e Federica Rampini che hanno guidato l’opposizione alla giunta grillina e avrebbero garantito esperienza e radicamento territoriale. Caudo rifletta e si ricordi che l’uomo solo al comando e’ incompatibile con gli ideali della sinistra, ai quali sembra volersi richiamare piu’ a parole che con i fatti”, concludono le esponenti democratiche. (Com/Enu/ Dire 15:56 12-07-18 ).

MUNICIPIO III, MANCINI (PD): “GIUNTA SI CONSIDERI DI CENTROSINISTRA” (OMNIROMA)
“Il presidente Caudo ha vinto le elezioni grazie al leale sostegno del Partito Democratico. Sarebbe bene che se ne ricordasse anche a proposito del profilo politico della propria giunta che è forzato definire solo come giunta di sinistra vista la presenza autorevole di esponenti del Partito Democratico di tradizione moderata come Francesco Pieroni e Francesca Leoncini. Spero si tratti di una errata interpretazione che già il dibattito consiliare di oggi possa correggere”. Lo scrive in una nota Claudio Mancini, Deputato del Partito Democratico.

 

(3) Sul punto avevo già segnalato a pochi giorni dalle elezioni: Partito Democratico: le parole e i fatti, del 31 maggio 2018 , in cui commentavo la totale assenza sui siti del PD della campagna elettorale dei due Municipi e anche il “minimo sindacale” dei post sulle pagine social, facendo l’esempio della pagina FB del PD Roma 3 Municipio, che dal 29 aprile al 31 maggio ha dedicato alle elezioni del 10 giugno sulla sua pagina Fb solo 8 post (6 + 2 sulla raccolta firme per la stessa lista PD) https://massimocomunemultiplo.wordpress.com/2018/05/31/partito-democratico-le-parole-e-i-fatti/

(4) vedi La Repubblica 30 ottobre 2015 Roma, è finita l’era Marino: 26 consiglieri consegnano le dimissioni, decade la giunta

(5) Con la legge 25 marzo 1993, n. 81 venne introdotta[1] l’elezione diretta del sindaco e, correlativamente, la nomina dei componenti della giunta da parte dello stesso, mentre in precedenza sia il sindaco sia la giunta erano eletti dal consiglio comunale. In questo modo la forma di governo del comune, in precedenza riconducibile al modello parlamentare, venne avvicinata al modello presidenziale. La stessa legge aveva fissato in quattro anni la durata del mandato del sindaco (art. 2), successivamente portati a cinque (art. 7, legge 30 aprile 1999, n. 120).

(6) da wikipedia- Funzioni dell’assessore

(…) A ciascun assessore è solitamente attribuita la “delega” per un determinato settore dell’attività amministrativa dell’ente, sebbene non si tratti necessariamente di una delega amministrativa in senso proprio, comportante l’esercizio di poteri esterni. In virtù della delega l’assessore, oltre a riferire in giunta sulle questioni afferenti al suo settore e a fungere da relatore per le relative deliberazioni, sovrintende ad un insieme di uffici dell’ente che nella prassi è denominato assessorato. Sebbene l’assessorato sia per certi versi assimilabile ad un piccolo ministero, a differenza di questo non costituisce un’amministrazione distinta ma una semplice ripartizione organizzativa in seno dell’ente. (…)

(7) riccardo corbucci commento a comunicato su nomine Caudo Schermata 2018-07-14 alle 15.16.35

 

(8) vedi https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/20/mafia-capitale-la-sentenza-carminati-condannato-20-anni-di-carcere-per-buzzi-19-ma-cade-laccusa-di-associazione-mafiosa/3740493/

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