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GrIG: Pitigliano, una selva di torri eoliche in Maremma

Pubblichiamo un articolo del Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) , contrario a un “Far West energetico” e favorevole a una pianificazione dell’eolico da parte dello Stato, in base ai reali fabbisogni energetici, le aree a mare e a terra dove installare gli impianti eolici e fotovoltaici, dopo il coinvolgimento di Regioni ed Enti locali e lo svolgimento delle procedure di valutazione ambientale strategica (V.A.S.), con la messa a bando di gara dei siti al migliore offerente per realizzazione, gestione e rimozione al termine del ciclo vitale degli impianti di produzione energetica.

Il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha inoltrato un atto di intervento (12 febbraio 2024) nell’ambito del procedimento di valutazione d’impatto ambientale (V.I.A.) relativo al progetto di realizzazione della centrale eolica “Rempilloda parte di Sorgenia Renewables s.r.l. in località Rempillo, nel territorio comunale di Pitigliano, fra boschi e macchia mediterranea al confine fra Toscana e Lazio.

Un nuovo progetto di centrale eolica insistente nella Maremma toscana, in una zona ricca di emergenze ambientali e storico-culturali, nonchè di grande richiamo turistico.

Il progetto “Rempillo” prevede 6 aerogeneratori con un’altezza massima complessiva superiore a 200 metri, per una potenza nominale massima complessiva pari a 37,2 MW e un sistema di accumulo pari a 25 MW.  Poi linee elettriche di collegamento alla rete elettrica nazionale, viabilità, una nuova sottostazione elettrica, sbancamenti, viabilità, cavidotti in zone ricche di corsi d’acqua e macchia mediterranea, come chiaramente indicato anche dal piano di indirizzo territoriale con valenza di piano paesaggistico (P.I.T.)della Toscana, come una visibilissima selva di acciaio fra la costa e l’interno della Maremma, a breve distanza da ben quattro siti rientranti nella Rete Natura 2000 (IT6010012 – SIC “Lago di Mezzano”; IT6010011 – SIC/ZPS “Caldera di Latera”; IT6010056 – ZPS “Selva del Lamone e Monti di Castro”; IT6010013 – SIC “Selva del Lamone”) .

Presenza di vincolo paesaggistico e del centro storico di Pitigliano, la centrale eolica sorgerebbe ben dentro la fascia di rispetto estesa tre chilometri dal limite delle zone tutelate con vincolo culturale e/o con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), posta dall’art. 6 del decreto-legge n. 50/2022, convertito con modificazioni e integrazioni nella legge n. 91/2022, in attesa della prevista individuazione delle aree non idonee all’installazione degli impianti di produzione energetica da fonte rinnovabile.

Il GrIG ha chiesto al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di esprimere formale diniego alla compatibilità ambientale degli impianti industriali in progetto e ha informato, per opportuna conoscenza, il Ministero della Cultura, la Regione autonoma della Sardegna, la Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Siena e il Comune di Pitigliano.

I motivi del “no” al Far West energetico.

Essere a favore dell’energia prodotta da fonti rinnovabili non vuol dire avere ottusi paraocchi, non vuol dire aver versato il cervello all’ammasso della vulgata dell’ambientalismo politicamente corretto.

Ma non sono solo le associazioni e i comitati realmente ambientalisti a sostenerlo.

la Soprintendenza speciale per il PNRR, dopo approfondite valutazioni, ha evidenziato in modo chiaro e netto che la situazione concernente la produzione energetica riguardante “la realizzazione di nuovi impianti da fonte rinnovabile (fotovoltaica/agrivoltaica, eolico onshore ed offshore)“ per tutto il territorio nazionale ha già da tempo superato qualsiasi effettiva necessità “ove le richieste di connessione alla RTN per nuovi impianti da fonte rinnovabile ha raggiunto il complessivo valore di circa 318 GW rispetto all’obiettivo FF55 al 2030 di 70 GW” (nota Sopr. PNRR prot. n. 27154 del 20 novembre 2023).

Una vera e propria overdose di energia, che non potrebbe esser integralmente utilizzata o conservata, tuttavia dovrà esser acquistata dal Gestore unico della Rete, in parole povere soldi che usciranno dalle tasse dei contribuenti.

Gli unici che guadagneranno in ogni caso saranno le società energetiche.

Insomma, siamo all’overdose di energia producibile da impianti che servono soltanto agli speculatori energetici.

Altro che la vaneggiata sostituzione etnica di Lollobrigidiana memoria, qui siamo alla reale sostituzione paesaggistica e culturale, alla sostituzione economico-sociale, alla sostituzione identitaria.  

Che cosa si potrebbe fare.

Cosa ben diversa sarebbe se fosse lo Stato a pianificare in base ai reali fabbisogni energetici le aree a mare e a terra dove installare gli impianti eolici e fotovoltaici e, dopo coinvolgimento di Regioni ed Enti locali e svolgimento delle procedure di valutazione ambientale strategica (V.A.S.), mettesse a bando di gara i siti al migliore offerente per realizzazione, gestione e rimozione al termine del ciclo vitale degli impianti di produzione energetica.

Siamo ancora in tempo per cambiare registro.

In meglio, naturalmente.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

14 febbraio 2024

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