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Presto, o sarà troppo tardi, l’appello di 15.300 ricercatori di 184 Paesi

appello terra da il salvagenteWorld Scientists’ Warning to Humanity: A Second Notice“: il contributo è stato pubblicato di recente dalla rivista scientifica BioScience (Oxford University Press). Il primo firmatario è il professor William J. Ripple del Dipartimento Ecosistemi Forestali e Società dell’Università dell’Oregon. Si tratta di un appello che fa seguito a un analogo documento pubblicato 25 anni fa a cura della Union of Concerned Scientists e firmato da 1700 ricercatori di tutto il mondo.

Il recente appello universale per la salvaguardia del pianeta è stato firmato da 15.300 ricercatori di 184 Paesi: tra questi molti scienziati e ricercatori italiani (Roberta Bettinetti, Professore di Ecologia del Dipartimento di Scienze Teoriche e Applicate, Bruno E.L. Cerabolini, Professore di Botanica Ambientale e Applicata del DiSTA, Maria Vittoria Mazzamuto, PhD Research Fellow del DiSTA e Gianluca Tettamanti, Professore di Zoologia del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita).

Pubblichiamo una sintesi (da Eddyburg/Salvagente)

Presto, o sarà toppo tardi

di Valentina Corvino

il Salvagente, online, 28 novembre 2017. L’accorato appello della comunità degli scienziati consapevoli per tentar di scongiurare la morte del nostro pianeta. Le 13 cose da fare subito

La scienza unanime continua predicare, inascoltata, che il tempo rimasto per salvare il pianeta su cui abitiamo è poco. Secondo le informazioni e testimonianza raccolte da il sito “il salvagente”«se continuiamo così, finiremo per uccidere il nostro sistema». Già nel 1992, del resto, la Union of Concerned Scientists (una (Ong che raccoglie più di 1700 scienziati) sosteneva che l’impatto delle attività umane sulla natura avrebbe presto distrutto il pianeta irrimediabilmente.

Un quarto di secolo dopo, purtroppo, le cose non sono cambiate. Anzi sono peggiorate. Disponibilità di acqua potabile, deforestazione, diminuzione dei mammiferi, emissioni di gas serra: questi indicatori sono in rosso dal 1992 e le risposte sono ad oggi deludenti.Da qui la necessità di un secondo avvertimento lanciato dai 15mila scienziati. Essi non si limitano a denunciare il rischio, ormai immanente. indicano 13 azioni virtuose che potrebbero, se non annullare la tendenza, almeno rallentarla dicono e nel manifesto indicano 13 azioni da mettere in atto subito. Eccole come le riporta il quotidiano Le Monde:

  1. creare riserve interconnesse ben collegate e correttamente gestite per proteggere una proporzione significativa dei vari habitat terrestri, aerei e acquatici; 2. preservare i servizi della natura attraverso gli ecosistemi fermando la conversione delle foreste naturali, delle praterie e di altri habitat;3. ripristinare le comunità vegetali endemiche su larga scala, compresi i paesaggi forestali; 4.riqualificare aree con specie endemiche, in particolare super-predatori, per ripristinare le dinamiche e i processi ecologici; 5. sviluppare e adottare adeguati strumenti politici per combattere la sconfitta, il salvataggio, lo sfruttamento e il traffico di specie minacciate; 6. ridurre i rifiuti alimentari attraverso l’istruzione e migliorare le infrastrutture; 7. promuovere una riorientazione della dieta verso prodotti alimentari di origine vegetale;
    8.ridurre ulteriormente il tasso di fertilità assicurando che gli uomini e le donne abbiano accesso ai servizi di istruzione e di pianificazione familiare, in particolare nei settori in cui questi servizi mancano ancora; 9. moltiplicare le escursioni per i bambini per sviluppare la loro sensibilità alla natura e generalmente migliorare l’apprezzamento della natura in tutta la società; 10. incoraggiare un cambiamento ambientale positivo; 11. progettare e promuove nuove tecnologie verdi e rivolgersi in maniera massiccia verso fonti energetiche verdi, progressivamente riducendo il sostegno alla produzione di energia con combustibili fossili; 12.e soprattutto rivedere la nostra economia per ridurre le iniquità della ricchezza e garantire che i prezzi, le tasse e gli incentivi tengono conto del vero costo dei nostri modelli di consumo per il nostro ambiente;13. determinare a lungo termine una dimensione umana sostenibile e scientificamente difendibile, assicurando il sostegno dei paesi e dei leader mondiali a raggiungere questo obiettivo vitale.

il testo originale dal quale abbiamo tratto le informazioni e i commenti è raggiungibile qui

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