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Prove di resistenza contro la movida selvaggia al Celio

di Paolo Gelsomini*

La storica Associazione Progetto Celio ha inviato un esposto sottoscritto da quattrocento firme contro la malamovida che rende invivibile il rione nelle notti di fine settimana.

L’esposto è stato inviato alla Sindaca, alla Presidente del primo Municipio, alla Polizia Locale, al locale Commissariato di P.S. e alla Stazione dei Carabinieri di piazza Dante.

Si denuncia formalmente la situazione invivibile venutasi a creare ormai da tempo nella zona specialmente nel tratto di via San Giovanni in Laterano che va da piazza del Colosseo alla basilica di San Clemente.

Invitiamo tutte le associazioni interessate a moltiplicare gli esposti firmati dal maggior numero di cittadini possibile nei rioni del centro storico e nei quartieri della città per cercare di fronteggiare questo insostenibile fenomeno anche appellandosi all’ultimo Dpcm varato dal Governo che vieta il consumo fuori dei locali dopo le 21. In calce l’esposto

Esposto per  gravi molestie e disturbi della quiete pubblica e per atti contro il decoro e contro la salvaguardia dei monumenti nel Rione Celio

L’Associazione Culturale Progetto Celio si configura quale ente non commerciale e senza scopo di lucro neppure indiretto e con finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, ed in particolare quale organizzazione di volontariato che agisce ai sensi e nei limiti degli artt. 32 e segg. del Decreto Legislativo del 3/07/2017 n. 117 – Codice del Terzo Settore, della legislazione regionale in materia di volontariato, nonché dei principi generali dell’ordinamento giuridico. 

In riferimento a quanto indicato in oggetto, l’Associazione Culturale “Progetto Celio” a nome del suo Direttivo e dei suoi soci, nonché di numerosissimi abitanti nel Rione Celio ed in particolare di quelli che risiedono lungo e nei pressi del tratto di via San Giovanni in Laterano che va da piazza del Colosseo alla basilica di San Clemente, con il presente esposto denunciano formalmente alle Autorità in indirizzo la situazione invivibile venutasi a creare ormai da tempo nella zona specialmente nel tratto di via San Giovanni in Laterano sopra descritto.

Le molestie di natura antropica ed in particolare musica ad altissimo volume proveniente dalle auto in sosta dopo la chiusura dei locali e gli schiamazzi notturni interessano comunque l’intera area che va da piazza Celimontana a via San Giovanni in Laterano-piazza del Colosseo-via dei Querceti.

Più precisamente si ESPONE quanto segue:

  • la presenza di numerosi avventori, oltre un centinaio e tra questi anche molti minorenni, che a partire dalle 23,00 di ogni giorno fino alle 2, e nei giorni di venerdi e sabato, sino alle 4.00-5,00 di mattina, consumano bevande alcoliche in strada, occupando ambedue i marciapiedi e la sede stradale di via San Giovanni in Laterano in sequenza ininterrotta di folla urlante da piazza del Colosseo a via Ostilia e continuando, o meglio traboccando poi lungo via Ostilia e lungo il secondo tratto di via San Giovanni in Laterano che va da via Ostilia a via Celimontana per disperdersi poi alla spicciolata nelle tarde ore notturne verso le strade che portano ai posteggi delle auto fino a piazza Celimontana.
  • In questo lasso di tempo succede di tutto: schiamazzi, risse, musica ad alto volume, bisogni corporali fatti liberamente ed ostentamente ai bordi delle strade tra una macchina e l’altra, dietro i cassonetti, contro i portoni e talvolta addirittura dentro gli androni dei palazzi. Si producono schiamazzi urla e rumori di ogni genere che, per la loro durata, intensità, modalità e per le circostanze di tempo e luogo, impediscono letteralmente ogni attività domestica e rendono inoltre impossibile il sonno ed il riposo.
  • Anche in passato abbiamo avuto segnalazioni di spaccio di droga.
  • L’alcol da asporto continua ad essere venduto da qualche esercizio commerciale anche dopo l’orario consentito, ed il consumo in strada di alcol in bottiglie di vetro ed in bicchiere continua indisturbato ben oltre l’orario consentito, fino alle prime ore del mattino, con tutte le conseguenze di atti contrari alla pubblica decenza e di disturbo alla quiete pubblica di cui sopra si è scritto.
  • Nei frequenti assembramenti di persone a stretto contatto che si registrano nei luoghi suddetti, e soprattutto nel tratto di via San Giovanni in Laterano da piazza del Colosseo a  San Clemente, la gran parte di bevitori in strada non porta la mascherina contravvenendo così apertamente e pericolosamente per la salute pubblica, alla normativa AntiCovid in vigore.
  • In occasione di tali assembramenti che diventano folle nelle notti dei fine settimana, si registrano veri e propri oltraggi al patrimonio archeologico, artistico e culturale. Infatti tutta l’area che ospita il Ludus Magnus a via San Giovanni in Laterano diventa un tappeto di bicchieri di plastica e di bottiglie di vetro vuote lasciate per terra o gettate dentro l’area archeologica. Alla stessa maniera vine trattata tutta l’area che circonda la Basilica di San Clemente tra via San Giovanni in Laterano e via Labicana, vera e propria latrina a cielo aperto e immondezzaio indecente e vergognoso di fronte al quale la Sovrintendenza capitolina e la Soprintendenza statale non possono tacere, ma neanche il Comune di Roma Capitale può ignorare lo scempio continuo.
  • l’oggettiva e grave omissione, a tutt’oggi, da parte degli Enti preposti al rispetto delle norme del vivere civile, di un più efficace controllo e repressione delle violazioni in materia di disturbo alla pubblica quiete, pur in presenza degli innumerevoli solleciti a chi di dovere a volere provvedere, ci costringono ad inviare questo esposto.

Gli eventi esposti possono ben configurare la costituzione dell’illecito amministrativo previsto ai sensi della legge 28 aprile 2014, n.67, art. 2 lettera B comma 2, di delega al Governo per la riforma delle sanzioni penali, precedentemente disciplinato dall’art. 659 c.p. il cui testo recita: “Chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche, ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone, ovvero gli spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici, è punito con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a euro 309”.

I sottoscritti, inoltre, rilevano come numerose e costanti siano ormai le sentenze che hanno condannato i gestori di un pubblico esercizio alla pena prevista per il suddetto illecito e ciò, non solo per i rumori che provengono direttamente dall’esercizio medesimo (ad esempio musica ad alto volume), ma anche per gli schiamazzi o i rumori procurati dai clienti.

La Corte di Cassazione ha, infatti, stabilito con la sentenza nr. 15258/2006 che “la qualià di gestore di un esercizio pubblico comporta l’assunzione dell’obbligo giuridico di controllare che la frequentazione del locale da parte dei clienti non sfoci in condotte contrastanti con norme concernenti la pubblica sicurezza”, precisando che “la gestione di un locale di intrattenimento deve fare in modo di impedire che i clienti di quel locale facciano schiamazzi e rumori che, per la durata, l’intensià o per le modalità dell’esecuzione […] e per le circostanze di tempo e di luogo […] siano idonei a provocare una sensazione psichica di disagio e di intolleranza a tutti coloro che si trovino a diretto contatto con il luogo ove gli schiamazzi e i rumori si verificano” (così anche Cass.pen., sez. I,28/03/203, n.16686, Cass.pen.sez. I, 11/11/2004, n.45484, Cass. Pen. Sez. VI, 24/05/1993).

Per i fatti su esposti, rilevato come ogni gestore di locali sia tenuto ad attivarsi, direttamente, secondo le proprie possibilità, per evitare che si verifichi il fatto sanzionato amministrativamente, richiedendo in prima persona l’intervento delle autorità competenti o attraverso un servizio di sicurezza privato, si chiede formalmente ai responsabili delle Autorità in indirizzo, di provvedere, ognuno per la propria competenza e per il proprio ufficio, al doveroso accertamento ed alla represione ed al contrasto di ogni fatto antigiuridico si dovesse rilevare.

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

18 ottobre 2020

* Presidente dell’Associazione Progetto Celio e membro del direttivo di Carteinregola

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