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Roma: l’Area Archeologica Centrale per il futuro della città – l’intervento di Mirella Di Giovine

Il sistema archeologico di Roma dal Centro Archeologico Monumentale all’ Agro

di Mirella Di Giovine*

Affinchè il Centro archeologico Monumentale sia percepito come “bene comune” di tutti i romani, di tutte le classi sociali, dei residenti e dei visitatori occorre coinvolgere nel programma l’intera città, con tutte le aree archeologiche e i diffusi beni culturali dell’antico presenti nei territori più esterni. Perché l’assetto antico riguarda l’assetto di tutta la città.

La Roma imperiale era, una città molto estesa, che si espandeva dal centro, il luogo dei Fori, della vita pubblica, fino agli attuali confini comunali con ville imperiali, ville rustiche, aree di necropoli, insediamenti minori, a partire dalla struttura radiale delle infrastrutture consolari, dei grandi  acquedotti.

Ancora oggi, nonostante lo sviluppo edilizio disordinato e l’abusivismo sfrenato, è possibile individuare aree e sistemi archeologici, importanti preesistenze, nelle aree esterne alla città storica, oltre il GRA.

Il programma CArMe punta, quindi, a superare la sua sconnessione con i sistemi archeologici delle aree più esterne, cosiddette del “suburbio romano” e dell’Agro, dove si trovano risorse diffuse di grande interesse culturale,e che sono strettamente connesse anche al patrimonio di capitale naturale, alla rete ecologica, e alla rete di mobilità più recente, realtà spesso relativamente poco conosciute e valorizzate. Pertanto il sistema della Rete ecologica si integra con il sistema archeologico esteso e quindi con il sistema della mobilità.

Pensiamo ad esempio al sistema Ad duos Lauros, Villa De Sanctis, al Parco archeologico di Centocelle, Pratone di Torre spaccata, al parco di Gabi, all’ intervento per Villa Settebassi,  della via Latina,  del parco archeologico di Laurentino, Crustumerium della Marcigliana, Villa delle Colonnacce,  Casalotti ecc

Il programma CarMe intende coinvolgere tutta la città per ricostruire il sistema archeologico esteso ai territori più esterni.

Certamente l’esempio più eclatante di è rappresentato dalla connessione che Carme punta a stabilire con l’esteso sistema archeologico dell’Appia Antica, attraverso nuovi percorsi, la Casina Bocca Paduli e la nuova mobilità dedicata, archeobus ed archeometrebus, la stazione di Torricola.

Quindi affinchè l’area centrale, che permette ai romani e al mondo intero di conoscere l’antica struttura della città, sia luogo vivo e centrale dell’assetto complessivo della città, contemporanea, occorre riequilibrare il rapporto con i quartieri più esterni, del “suburbio” e della campagna.  E’ necessario ricostruire l’esteso sistema di tracce di insediamento della città antica su tutto il territorio, con la duplice funzione di : generare un processo diffuso di rigenerazione culturale ed ecologica e di nuovo assetto per l’intera città, consentire di rispondere alle istanze dei cittadini. Gli esempi sono tanti.

In questi anni è fortemente cresciuta da parte di tante associazioni, comitati e cittadini dei quartieri più periferici la consapevolezza del valore archeologico e naturalistico di alcune aree presenti o tangenti i loro quartieri, per le quali hanno anche formulato specifiche proposte perché siano recuperate e valorizzate.

A livello più generale i miglioramenti previsti per la rete del ferro e la rete prevista di mobilità dolce possono rappresentare le strutture di connessione essenziali per ricostruire un grande sistema archeologico fruibile per i cittadini, e per una migliorata qualità urbana, ed un modello di città basato sui sistemi culturali e dello spazio pubblico, utile anche per un’offerta turistica molto più diffusa.

CArMe prevede di dar luogo ad un efficace sistema di parchi o siti archeologici, strettamente connessi alla rete ecologica e alle strutture di mobilità del ferro, e della mobilità dolce attraverso interventi di restauro, valorizzazione e recupero, con specifici finanziamenti comunali, e statali.

Ai fini della costruzione strategica di tale sistema archeologico diffuso, Carme propone di individuare e procedere alla contestuale realizzazione/riqualificazione di un’area o sito archeologico, significativo in ciascun Municipio per rafforzare il sistema, stabilendo una sorta di gemellaggio con gli interventi realizzati per il CArMe, che l’accomuni così all’area archeologica centrale, strettamente interrelata con sistemi di mobilità del ferro e/o della mobilità dolce.  Possiamo pensare cosi alla definizione di un vero “sistema di infrastrutture culturali ed ecologiche” basate sulla mobilità per tutta la città.

Tali interventi, peraltro, si possono coordinare ed integrare efficacemente con quanto già previsto per gli interventi finanziati nei programmi Caput Mundi, URBS e Giubileo 2025 del MiC e di Roma Capitale in cui molti sono già finanziati.

Inoltre per approfondire e diffondere la cultura dell’archeologia  sull’intero territorio, il programma prevede di intervenire con la Rete delle Biblioteche di Roma Capitale, già esistenti e future (previste nel programma P.U. I Poli Civici, finanziamento PNRR), veri centri culturali, per collocare in queste sedi elementi informativi della specifica realtà territoriale archeologica di riferimento e dell’area centrale, prevedendo ove possibile la collocazione di eventuali reperti riferiti ai contesti locali.Questo sottolinea l’ importanza di rafforzare la conoscenza e la partecipazione diffusa ed attiva sul  progetto, anche attraverso programmi con le scuole.

Concludo augurandomi che questa apertura alla città di Carme per costruire infrastrutture pubbliche culturali basate sull’ archeologia, sulla storia della città, possa concretizzarsi in una visione per un nuovo modello complessivo della nostra città, che possa coniugare vivibilità e cultura.

Mirella Di Giovine

12 ottobre 2023

Vai a CArMe cronologia materiali (in costruzione)

Vai a Roma: l’Area Archeologica Centrale per il futuro della città con i materiali e i link agli interventi

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

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