Widgetized Section

Go to Admin » Appearance » Widgets » and move Gabfire Widget: Social into that MastheadOverlay zone

Terzo Decreto Salvaroma: gli obblighi per Roma Capitale

Riceviamo da C.A.L.M.A. (Comitati e Associazioni per La Mobilità Alternativa) l’allarme per alcune misure per fronteggiare il debito della Capitale  che riguardano  la mobilità  e da Coordinamento Romano Acqua Pubblica, Confederazione Cobas Roma, Patrimonio Comune, un appello perchè  non si spiani la strada alle privatizzazioni e alla messa in vendita del patrimonio pubblico  di Roma.

Il 18 marzo l’Assemblea capitolina si svolgerà  secondo modalità diverse dal solito, con l’apertura alla partecipazione della cittadinanza e delle associazioni. Carteinregola invita i  cittadini e alle realtà territoriali di  presenziare al  dibattito pubblico in  aula Giulio Cesare (scarica l’ODG AC_convocazione_18032014

campidoglio light 9 aprile

Il 18 marzo pomeriggio si svolgerà un’Assemblea Capitolina straordinaria  di esame degli obblighi nascenti dal cosiddetto “Terzo Decreto Salva Roma”, Decreto Legge n.16 del 6 marzo 2014, contenuti nell art.16 (1),  dal  quale si evince che nei termini di conversione del decreto in Legge (90 giorni dal 6 marzo) il Comune deve presentare sia un rapporto che individui le cause del debito,  sia un piano triennale di riequilibrio del disavanzo (commi 1 e 2).

Sul piano della mobilità, Calma segnala che  tra le misure da assumere in codesto piano vi è la lettera d) del comma 2, che prevede l’adozione di sistemi innovativi di trasporto ed eventualmente la liberalizzazione del servizio. Termini per Calma pesantemente ambigui. Perché l’innovazione adombrata potrebbe limitarsi all’adozione di sistemi tecnologici che potrebbero avere al più un parzialissimo e non duraturo effetto di fluidificazione del traffico. Come l’esperienza insegna, le soluzioni tecnologiche (fossero i migliori carburanti o le tecnologie informatiche) non sono finora mai state decisive, mentre lo sono invece differenti modalità “sociali” di trasporto intermodale e organizzazioni efficaci del traffico collettivo.


E il termine “liberalizzazione” allude alla privatizzazione dei servizi stessi, con i tagli e le cosiddette “efficienze aziendali”, che essendo volte a permettere margini di profitto per i gestori, in realtà  rendono  più difficile l’esercizio del diritto alla mobilità. Per il comitati devono essere eliminate prima di tutto l’inefficienza e la corruzione presenti sulle e nelle aziende pubbliche di trasporto  con differenti modelli di gestione e, in particolare, facendo intervenire nella programmazione, nella gestione e nel controllo le comunità di utenti e di lavoratori, come prescrive la nostra Costituzione, non a caso inattuata anche su questo punto cruciale.
Infine Calma vuole tenere acceso  un  riflettore sulla funzione del Commissariamento come luogo di attenuazione e “scomparsa” del debito o di parte di esso, posto a carico dei cittadini senza indicazione dei responsabili (2)

Per quanto riguarda “la valorizzazione e dismissione di quote del patrimonio immobiliare del Comune” prescritta dall’ art. 2 comma E, per i comitati firmatari dell’appello (3) difficile non vedervi le solite ricette draconiane di austerity, con un attacco frontale ai beni comuni e ai diritti dei lavoratori, attraverso,  per un verso, l’imposizione delle privatizzazioni, dei licenziamenti e delle dismissioni, per un altro, il “commissariamento” del Sindaco, Giunta e Consiglio Comunale. Per i comitati l’amministrazione capitolina sarà sottoposta ad una vera e propria “troika”, composta da Presidenza del Consiglio, Ministero dell’Interno e Ministero dell’Economia, che dovrà approvare il piano triennale di rientro dal debito predisposto dal Comune di Roma. Una tenaglia che impedisce di derogare dal “patto di stabilità” voluto dal Governo e dall’Europa.
E il probabile rischio di trasformare  il disavanzo di bilancio e il piano di rientro triennale, con l’indicazione delle misure per il contenimento dei costi,  in uno strumento che penalizza i cittadini di Roma, ai quali saranno sottratti servizi pubblici e beni comuni.
Invitiamo  i cittadini e le realtà territoriali a presenziare al  dibattito pubblico che inizia in aula Giulio Cesare il 18 prossimo  dalle 14 alle 20 (4)

___________________________________________________________

(1) DECRETO-LEGGE 6 marzo 2014, n. 16  Disposizioni urgenti in materia di finanza locale, nonche’ misure volte a garantire la funzionalita’ dei servizi svolti nelle istituzioni scolastiche. (14G00029) (GU Serie Generale n.54 del 6-3-2014) note: Entrata in vigore del provvedimento: 06/03/2014 http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2014/3/6/14G00029/sg

  Articolo 16 del Decreto legge 6 marzo 2014 n.16 Disposizioni concernenti Roma Capitale

1. Roma Capitale, entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, trasmette al Ministero dell’interno, al Ministero dell’economia e delle finanze e alle Camere un rapporto che evidenzi le cause della formazione del disavanzo di bilancio di parte corrente negli anni precedenti, nonché l’entità e la natura della massa debitoria da trasferire alla gestione commissariale ai sensi del comma 5.

2. Roma Capitale trasmette contestualmente al Ministero dell’interno, al Ministero dell’economia e delle finanze e alle Camere un piano triennale per la riduzione del disavanzo e per il riequilibrio strutturale di bilancio al cui interno sono indicate le misure per il contenimento dei costi e la valorizzazione degli attivi di Roma Capitaleprevedendo a tali fini l’adozione di specifiche azioni amministrative volte a:

a) applicare le disposizioni finanziarie e di bilancio, nonché i vincoli in materia di acquisto di beni e servizi e di assunzioni di personale, previsti dalla legge 27 dicembre 2013, n. 147[i], a tutte le società controllate con esclusione di quelle quotate nei mercati regolamentati;

b) operare la ricognizione dei costi unitari della fornitura dei servizi pubblici locali e adottare misure per riportare tali costi ai livelli standard dei grandi comuni italiani;

c) operare una ricognizione dei fabbisogni di personale nelle società partecipate, prevedendo per quelle in perdita il necessario riequilibrio con l’utilizzo degli strumenti legislativi e contrattuali esistenti, nel quadro degli accordi con le organizzazioni sindacali;

d) adottare modelli innovativi per la gestione dei servizi di trasporto pubblico locale, di raccolta dei rifiuti e di spazzamento delle strade, anche ricorrendo alla liberalizzazione;

e) procedere, ove necessario per perseguire il riequilibrio finanziario del comune, alla dismissione o alla messa in liquidazione delle società partecipate che non risultino avere come fine sociale attività di servizio pubblico, nonché alla valorizzazione e dismissione di quote del patrimonio immobiliare del comune.

3. Il tavolo di raccordo interistituzionale di cui all’articolo 14, comma 3, del decreto legislativo 18 aprile 2012, n. 61[ii], esprime parere obbligatorio sulla predisposizione

del piano triennale di cui al comma 2 e dei piani pluriennali di cui al terzo periodo del comma 5 e ne verifica l’attuazione, tenendo anche conto dei maggiori oneri connessi al ruolo di Capitale della Repubblica ove già determinati ai sensi dell’articolo 2 del decreto legislativo 18 aprile 2012, n. 61. Ove i maggiori oneri siano determinati successivamente alla approvazione del piano ai sensi del comma 4, il tavolo di cui al primo periodo esprime il proprio parere ai fini della eventuale revisione del piano stesso.

4. Con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, da adottarsi entro 60 giorni dalla data di trasmissione del piano di cui al comma 2, su proposta del Ministro dell’interno, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sentita l’Amministrazione capitolina, è approvato il piano triennale di cui al comma 2 e sono determinati la natura e l’entità della massa debitoria.

5. Al comma 196 -bis dell’articolo 2 della legge 23 dicembre 2009, n. 191[iii], sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: “Il medesimo Commissario straordinario è autorizzato ad inserire, per un importo complessivo massimo di 30 milioni di euro, nella massa passiva di cui al documento predisposto ai sensi dell’articolo 14, comma 13 -bis , del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122[iv], le eventuali ulteriori partite debitorie rivenienti da obbligazioni od oneri del comune di Roma anteriori al 28 aprile 2008, alla  cui individuazione si procede con determinazioni dirigenziali, assunte con l’attestazione dell’avvenuta assistenza giuridico amministrativa del Segretario comunale. Roma

Capitale può riacquisire l’esclusiva titolarità di crediti, inseriti nella massa attiva di cui al documento predisposto ai sensi del citato articolo 14, comma 13 -bis , del decreto- legge 31 maggio 2010, n. 78 (IV) , verso le società dalla medesima partecipate anche compensando totalmente o parzialmente gli stessi con partite a debito inserite nella massa passiva di cui al citato documento. Roma Capitale è autorizzata ad avvalersi di appositi piani pluriennali per il rientro dai crediti verso le proprie partecipate così riacquisiti. Il medesimo Commissario straordinario è autorizzato, altresì, ad inserire nella massa passiva di cui al documento predisposto ai sensi dell’articolo 14, comma 13 -bis , del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78(IV), convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, le somme introitate dalla gestione commissariale in forza del contratto di servizio di cui all’articolo 5 del

Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 5 dicembre 2008, in attuazione di quanto previsto dall’articolo16, comma 12 -octies , del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135[v], ai fini del loro reintegro a favore di Roma Capitale, dedotte le somme a qualsiasi titolo inserite, dal 31 ottobre 2013 fi no alla data di entrata in vigore del presente decreto, nella medesima massa ed al fi ne del loro reintegro a favore di Roma Capitale e che, pertanto, restano nella disponibilità della stessa. Le somme di cui ai periodi precedenti non sono considerate tra le entrate fi nali di cui all’articolo 31, comma 3, della legge 12 novembre 2011, n. 183, rilevanti ai fini del patto di stabilità interno.”.

6-3-2014 GAZZETTA UFFICIALE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Serie generale – n. 54


[i] LEGGE 27 dicembre 2013, n. 147

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilita’ 2014). (13G00191) http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2013/12/27/13G00191/sg

[iii] LEGGE 23 dicembre 2009, n. 191 Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2010). (09G0205) (GU n.302 del 30-12-2009 – Suppl. Ordinario n. 243 ) note: Entrata in vigore del provvedimento: 01/01/2010 http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:2009-12-23;191

[iv] Decreto Legge , testo coordinato 31.05.2010 n° 78 , G.U. 30.07.2010 Nella Gazzetta Ufficiale 30 luglio 2010, n. 176 è stato pubblicato il testo del Decreto-Legge 31 maggio 2010, n. 78, coordinato con la Legge di conversione 30 luglio 2010, n. 122, intitolato “Misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica”.http://www.altalex.com/index.php?idnot=11219

196. E’ concessa, per l’anno 2010, un’anticipazione di  tesoreria al comune di  Roma  per  le  esigenze  di  cui  all’articolo  78  del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con  modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e successive modificazioni, fino a concorrenza dell’importo di cui al comma 195  del  presente  articolo per provvedere, quanto a 500 milioni di euro, al pagamento delle rate di ammortamento e degli oneri di parte corrente, relativi ad oneri di personale, alla produzione di servizi in economia e  all’acquisizione di servizi e forniture, compresi nel piano di rientro  approvato  con decreto del Presidente del Consiglio  dei  ministri  del  5  dicembre 2008. L’anticipazione e’ erogata secondo condizioni  disciplinate  in un’apposita  convenzione  tra  il  Ministero  dell’economia  e  delle finanze e il comune di Roma e, comunque,  per  200  milioni  di  euro entro  il  mese  di  gennaio  2010   e,   per   la   parte   residua, subordinatamente al conferimento degli immobili ai fondi  di  cui  al comma 190, ed e’ estinta entro il 31  dicembre  2010.  Per  ulteriori interventi infrastrutturali e’ autorizzata, a favore  del  comune  di Roma, la spesa di 100 milioni di euro per l’anno  2012;  al  relativo onere si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo di  cui all’articolo 7-quinquies, comma  1,  del  decreto-legge  10  febbraio 2009, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 aprile 2009, n. 33, come integrato dal decreto-legge 23  novembre  2009,  n.  168, nonche’ dalla presente legge.

[v] LEGGE 7 agosto 2012, n. 135 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, recante disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini. (12G0157) (GU n.189 del 14-8-2012 – Suppl. Ordinario n. 173 ) note: Entrata in vigore del provvedimento: 15/08/2012http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:legge:2012;135

(2) CALMA segnala  anche che il  28 marzo prossimo mattina si svolgerà una manifestazione – un corteo  con conclusione alla Regione Lazio –  per chiedere che i Fondi assegnati dalla Unione Europea per progetti innovativi in termini di occupazione e di coesione sociale siano programmati in modo trasparente e mediante un partenariato Istituzioni, imprese, sindacati e associazioni e che poi i singoli progetti, ideati non a pioggia ma secondo priorità condivise, siano validati  da forme di decisione partecipata. L’USB è promotrice di tale iniziativa e Calma, condividendo l’obiettivo detto, è tra le associazioni che firmano la manifestazione e chiedono un confronto di metodo e di merito con la Regione.

(3) COMUNICATO:  Roma come Atene: arriva la “troika” anche nella capitale
Appello per una mobilitazione generale al Campidoglio

Martedì 18 marzo

Martedì 18 marzo si terrà il Consiglio Comunale straordinario sul “Salva Roma”. L’Assemblea capitolina dovrebbe svolgersi secondo modalità diverse dal solito, aperta alla partecipazione della cittadinanza e delle associazioni.
Napolitano ha controfirmato il “decreto Enti Locali”, all’interno del quale all’art. 16 sono presenti le cosiddette misure “Salva Roma”; si tratta dell’ultimo attacco del Governo che con il ricatto del debito intende spianare la strada alle privatizzazioni e messa in vendita del patrimonio pubblico.

Un piano triennale di “lacrime e sangue”, di tagli indiscriminati alla collettività, in cui “la riduzione del disavanzo e il riequilibrio del bilancio” diventano il capestro con cui negare ai cittadini il diritto ad una gestione pubblica e partecipata dei servizi, nonché ad un utilizzo sociale del patrimonio immobiliare di cui invece si prevede la liquidazione, con l’obbiettivo di fare cassa privando la collettività di un bene comune che gestito socialmente costituisce una risorsa.
Il decreto prevede infatti le solite ricette draconiane di austerity, tramite un attacco frontale ai beni comuni e ai diritti dei lavoratori: per un verso l’imposizione delle privatizzazioni, dei licenziamenti e delle dismissioni, per altro il “commissariamento” del Sindaco, Giunta e Consiglio Comunale. L’amministrazione capitolina sarà sottoposta ad una vera e propria “troika”, composta da Presidenza del Consiglio, Ministero dell’Interno e Ministero dell’Economia, che dovrà approvare il piano triennale di rientro dal debito predisposto dal Comune di Roma.
Una tenaglia che impedisce di derogare dal “patto di stabilità” voluto dal Governo e dall’Europa.

Il disavanzo di bilancio e il piano di rientro triennale, con l’indicazione delle misure per il contenimento dei costi, non devono essere trasformati in uno strumento di colpevolizzazione dei cittadini di Roma, ai quali sottrarre servizi pubblici e beni comuni!
Non intendiamo lasciare in mano alle solite lobbies economico-finanziarie ciò che ci appartiene. Per questo ci apprestiamo a contrastare questo disegno feroce, rilanciando un nuovo modello di città che guardi al godimento dei beni comuni e del welfare locale, attraverso la riappropriazione sociale e la gestione partecipativa dei servizi pubblici.

Nelle intenzioni della Giunta, il Consiglio di martedì 18 marzo dovrebbe essere aperto alla città e permettere a tutti di prendere parola al fine di concludere la seduta con un documento di indirizzo condiviso.
Invitiamo i cittadini e le realtà sociali, che si battono per la tutela dei beni comuni e per un nuovo modello di città contro le politiche di austerity, a partecipare per imporre un confronto aperto sulle decisioni che interessano il destino di Roma: la qualificazione e gestione pubblica dei servizi e del patrimonio sui quali ribadire l’opposizione ad ogni forma di privatizzazione e dismissione.

Chiediamo alla Giunta Marino di decidere se sottostare ai diktat della “troika” o aprire un confronto con chi da tempo oppone alle politiche di austerity un nuovo modello di città. Non permettiamo che a Roma si ripetano le stesse devastanti ricette che hanno messo in ginocchio Atene.

Mobilitiamoci tutte/i il 18 marzo al Campidoglio perchè Roma non si vende, Roma si difende

Coordinamento Romano Acqua Pubblica
Confederazione Cobas Roma
Patrimonio Comune (A Sud, Action Diritti in movimento, Alba Roma, Angelo Mai, Casale PAchamama, Centro Civico Uscita 23, Cinecittà Bene Comune, Cinema America Occupato, Comitato cittadino per l’uso pubblico delle caserme, Comitato occupanti Tor de Schiavi 101, Comitato Sviluppo Locale Piscine di Torre Spaccata, Cooperativa Corallo, Cooperativa Vivere 2000, Csoa La Strada, Ex Lavanderia, Csoa Sans Papier, Lucha Y Siesta, Movimento Radicalsocialista Roma e Lazio, Progetto Macine, Repubblica Romana, Rifondazione Comunista Roma, Salviamo il Paesaggio Roma e Lazio, Santa Maria della Pietà Bene Comune, Scuola Pubblica Bene Comune, SCUP, Sinistra anticapitalista Roma, Sinistra per ROma, Sinistra Unita, Social Pride, Silvicultura Agrocultura Paesaggio, Teatro Valle Occupato, Unione Inquilini, Urban Experience)

(4) le sedute del Consiglio Capitolino sono pubbliche. Si entra nel palazzo Senatorio (quello centrale con le fontane) accedendo dalla scala sul lato  sinistro dell’edificio (non quella sulla facciata ) , si lascia un documento e si ritira il passi al controllo e si raggiunge la Sala Giulio Cesare,  al primo  piano.

0 0 votes
Article Rating
Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments