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Ex Fiera di Roma (VIII Municipio)

Ex Fiera di Roma sulla C.Colombo (foto AMBM)

Ex Fiera di Roma sulla C.Colombo (foto AMBM)

Pubblichiamo in questa pagina tutti gli aggiornamenti della vicenda della Ex Fiera di roma, a partire dal dicembre 2012 con la Delibera predisposta dalla Consiliatura Alemanno (> vai alla scheda del 2012/2013 scheda 2012 http://www.carteinregola.it/index.php/urbanistica/stop-consumo-di-suolo/attenti-alle-delibere/ex-fiera-di-roma/), alle osservazioni nel 2015 del Comitato Salute Ambiente EUR, alle ultime modifiche dall’agosto 2016 al gennaio 2017 dell’amministrazione Raggi , con alcuni aggiornamenti da fonti giornalistiche

(ordine cronologico decrescente)

10 marzo 2019 Secondo Repubblica  la Nuova Fiera di Roma, controllata da Investimenti Spa, la società di Comune, Regione e Camera di Commercio,    sta completando lo sgombero dei capannoni della ex Fiera  dopo aver dato al Comune un avviso di sfratto eseguito con tanto di ufficiale giudiziario.   Si parla di “due offerte di acquisto da parte di un gruppo italiano e di uno straniero” e di “concordare con Unicredit le modalità della vendita”. I capannoni saranno messi in vendita per ripagare in parte il debito di 180 milioni contratto con Unicredit per costruire la Nuova Fiera di Roma.
L’ incasso che – secondo le analisi commissionate da Investimenti alla “Prelios Valuations & E- service Spa- , con la variante predisposta dalla giunta dell’ex sindaco Marino, poteva arrivare a  130 milioni e 400 mila euro”, “si è assottigliato a 85 milioni e 500 mila euro” dopo la delibera approvata dalla giunta Raggi con cubature tagliate del 35%. Nel primo caso la superficie edificabile ammessa era di 67 mila e 500 metri quadrati, nel secondo invece di 44.360.

Ma sempre secondo Repubblica  Investimenti Spa “prima della scadenza dei termini, ha presentato formale richiesta per poter fruire del Piano Casa regionale. Una manovra che le permetterebbe di avere un premio per demolizioni e ricostruzioni del 30%, facendo sostanzialmente tornare il valore delle cubature a 130 milioni”. ” E’ quindi probabile che si prospetti un insediamento per mille abitanti che, al netto del 30% in più del Piano Casa, avrebbe un 80 per cento destinato ad abitazioni (36.488 metri quadrati) e un 20% (8.872) a servizi di quartiere. (Leggi tutto l’articolo di Repubblica)

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Ex Fiera di Roma: i cittadini possono presentare osservazioni fino al 28 febbraio 2017

Aggiornamento del 13 gennaio 2017

Sono pubblici gli atti relativi al piano di utilizzazione delle aree dell’ex Fiera di Roma, integrato con le osservazioni avanzate dai cittadini e con quelle degli uffici del Dipartimento Urbanistica.

A far data dal 30 dicembre 2016, infatti, i cittadini interessati possono consultare tale documentazione sia on line sia al Dipartimento Urbanistica in via del Turismo 30 per trenta giorni come da indicazioni sottoriportate.. Entro il 28 febbraio 2017 si potranno poi presentare osservazioni e opposizioni.

Di seguito il comunicato pubblicato sulla pagina web del Dipartimento Urbanistica:(link: http://www.urbanistica.comune.roma.it/pubblicaz-atti-ex-fiera.html)

Controdeduzioni alle osservazioni presentate avverso la variante urbanistica relativa al “Piano di Utilizzazione delle aree della Via Cristoforo Colombo da Porta Ardeatina a Via delle Tre Fontane – Ambito n. 2 – Risistemazione della Fiera di Roma”, di cui alla deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 35 del 14 luglio 2015.
Gli atti relativi alla deliberazione dell’Assemblea Capitolina n. 10 del 9 agosto 2016, che modifica ed integra la deliberazione Assemblea Capitolina n. 35 del 14 luglio 2015 nelle sole parti interessate dalle osservazioni accolte e dalla osservazione d’ufficio, saranno pubblicati e consultabili nella sezione riservata all’Albo Pretorio on-line, accessibile dal sitowww.comune.roma.it e potranno anche essere visionati presso il Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica U.O. Piano Regolatore – P.R.G. via del Turismo, 30 00144 Roma (il lunedì 9 – 12 e il giovedì 9 – 12 e 14 – 16), dal 30.12.2016 e per 30 giorni successivi.

Gli interessati potranno, fino a trenta giorni dopo la scadenza del periodo di deposito, entro il 28.02.2017 presentare, limitatamente alle modifiche introdotte dalle suddette osservazioni, le eventuali osservazioni o le opposizioni che dovranno essere redatte in duplice copia – di cui una in bollo da € 16,00 per le sole opposizioni.

Le osservazioni e le opposizioni potranno essere consegnate al protocollo del Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica – via del Turismo, 30 00144 Roma (il lunedì 9 – 12 e il giovedì 9 – 12 e 14 – 16) o inviate tramite PEC a:protocollo.urbanistica@pec.comune.roma.it o per raccomandata. In quest’ultimo caso ai fini del rispetto della scadenza stabilita, farà fede la data del timbro postale della spedizione dell’utente.

Documenti scaricabili:

Deliberazione di Assemblea Capitolina n. 10 del 09.08.2016 (f.to Pdf – Mb 3,07)
Deliberazione di Assemblea Capitolina n. 35 del 14.07.2015 (f.to Pdf – Kb 107,30)
Avviso integrale (f.to Pdf – Kb 146,98)

 

AGGIORNAMENTO del 9 agosto 2016

Il 9 agosto l’Assemblea Capitolina ha approvato la delibera con la modifica della superificie edificabile scarica la Delibera DACDelib. N 10 del 09.08.2016 ex Fiera

Facciamo il punto della situazione dell’area della ex Fiera di Roma, dopo che il TAR ha dato incarico a un commissario di completare l’iter della delibera approvata dall’Assemblea Capitolina nel luglio 2015, e dopo che il neoassessore all’urbanistica Paolo Berdini ha comunicato l’approvazione della Giunta di una modifica alla delibera, che riduce la superficie edificabile prevista, che dovrebbe essere portata in Assemblea martedì prossimo. Pubblichiamo in calce un commento dell’ex Assessore Giovanni Caudo, che è in parte una precisazione rispetto al progetto che ha portato avanti – che Berdini sembra mettere sullo stesso piano della linea seguita dalle precedenti amministrazioni – in parte è una interessante riflessione sulla rigenerazione e sulla qualità urbana, che una volta tanto parte da un caso concreto, permettendo valutazioni che vanno oltre gli slogan.

La ex Fiera di Roma sulla Colombo, da anni in abbandono, è stata oggetto di diverse proposte di progetti urbanistici di diverse amministrazioni che intendevano realizzare un plusvalore dalla vendita degli immobili per ottemperare agli obblighi che il Comune di Roma – sindaco Veltroni – aveva assunto nei confronti della proprietà della Fiera, che a sua volta aveva contratto dei debiti con le banche per pagare i costi della Nuova Fiera realizzata dai costruttori Toti sulla Portuense, lungo la Roma-Fiumicino. Con il trascorrere degli anni (dieci) il debito è andato crescendo e di pari passo sono cresciuti i volumi che venivano di volta in volta calcolati e proposti. Nei due progetti di Veltroni e di Alemanno si prevedeva di edificare l’area rispettivamente per 86.000 mq. e 91.300 mq. Valori ben superiori a quelli dei capannoni per gli spazi espositivi esistenti. L’amministrazione Marino aveva invece approvato la Delibera n. 35/2015 (1), che secondo le intenzioni dichiarate riportava la scelta dentro un ragionamento urbanistico ed era fondata “sulla sostenibilità degli spazi pubblici e su un carico urbanistico coerente con la quantità di attrezzature che si realizzavano”. Secondo tale delibera l’edificato che si può realizzare è pari alla misura massima consentita dalla realizzazione delle attrezzature pubbliche previste, infatti si prevede che circa la metà dell’area della ex Fiera venga trasformata in attrezzature pubbliche (verde, attrezzature municipali, parcheggi), senza quindi gravare sulla dotazione di servizi del Municipio ma anzi contribuendo ad aumentarla. La Delibera però era stata contestata da alcune associazioni e comitati cittadini, che consideravano illegittimo proprio l’aumento di superficie edificata chiedendo che fosse riportata alla dimensione esistente (come nelle intenzioni oggi dell’assessore Berdini), contestazioni di cui Carteinregola aveva dato ampio resoconto*. Secondo le procedure stabilite dalla la legge, dopo la pubblicazione della delibera i cittadini avevano la facoltà di inviare delle osservazioni, a cui doveva seguire la stesura, da parte degli uffici comunali, delle “controdeduzioni” alle osservazioni pervenute (allo scadere del termine ne erano arrivate due), per tornare quindi di nuovo in Giunta e in Assemblea per l’approvazione delle controdeduzioni. Questi ultimi due passaggi non sono stati raggiunti per la caduta dell’amministrazione Marino: le controdeduzioni sono rimaste ferme negli uffici e il Commissario Tronca non ha ritenuto di completare l’iter. Una scelta censurata dal TAR, che ha prima imposto al Comune di adempiere entro il termine del 23 luglio scorso, e poichè la scadenza è passata invano, ha commissariato il Comune nominando il Prefetto di Roma Paola Basilone quale sostituto per l’adempimento(2). Il ricorso al Tar è stato avanzato dalla società Investimenti spa – già Fiera di Roma spa e prima ancora Ente autonomo Fiera di Roma – di cui la Camera di Commercio di Roma è il principale socio con il 58%, ma di cui fanno parte anche il Comune e la Regione) (3), che con l’operazione contava di salvare dal fallimento la nuova Fiera sulla Portuense, da tempo in forte sofferenza, ricavando 180 milioni di euro (120 milioni secondo altre fonti).

Il commissario nominato dal TAR, secondo le informazioni di La Repubblica (2), avrebbe “trenta giorni per trasmettere la delibera [con le controdeduzioni] in Regione, dove la giunta dovrà esaminare l’atto, approvarlo e rimandarlo in Comune per la controfirma e la ratifica finale” e anche se l’iter prevede un tempo massimo di 90 giorni, “dovrà essere completato prima dei tre mesi previsti per legge perché ai primi di novembre scadranno i termini della procedura di concordato aperta da Fiera a febbraio 2015 per evitare il fallimento“. Ma la Delibera dell’assessore Caudo, che a suo tempo aveva suscitato un violento attacco da parte del quotidiano Il Messaggero, che in un articolo l’aveva definita “un danno al patrimonio pubblico” in quanto riduceva “le aree edificabili a discapito delle esangui casse comunali e quindi del pubblico(4), a pochi giorni dal provvedimento del TAR, viene rimessa in discussione dall’assessore Berdini, che durante la commissione urbanistica definisce il progetto ereditato “un mostro” (5) e che dopo la riunione di Giunta conferma (6) la sua intenzione di mantenere una quantità edificabile pari alla superficie coperta ad oggi dai padiglioni della ex Fiera, circa 44.000 mq, in riduzione quindi rispetto ai 67.500 mq della delibera della Giunta Marino (7). Che tra l’altro, se si considerano le cubature e non la superficie, taglierebbe quasi 60.000 metri cubi dei 272.000 oggi esistenti portandoli a 216.000.

La delibera così modificata dovrebbe andare in Aula martedì prossimo, mentre i soci di Investimenti spa, Camera di Commercio e Regione, agitano la prospettiva del fallimento e annunciano battaglie giudiziarie, che vederebbero tra l’altro il Comune portare in tribunale se stesso.

Questi i fatti.

Pubblichiamo un commento dell’ex Assessore Caudo, che è in parte una precisazione rispetto al progetto che ha portato avanti – che Berdini sembra mettere sullo stesso piano della linea seguita dalle precedenti amministrazioni – che riportiamo in calce, in parte è una interessante riflessione sulla rigenerazione urbana e sulla qualità urbana, che una volta tanto si sviluppa su un caso concreto, permettendo valutazioni che vanno oltre gli slogan. (AMBM)

 Quale futuro per l’ex Fiera di Roma. Con un commento dell’ex assessore Caudo

7 agosto 2016

Il primo agosto i giornali hanno diffuso la notizia che il Tar del Lazio, a cui si era rivolta la società Investimenti spa (2), ha deciso di affidare a un commissario ad acta – il prefetto di Roma Paola Basilone – la vendita della ex Fiera sulla Colombo, vendita che dovrebbe servire a salvare dal fallimento la nuova Fiera sulla Portuense, da tempo in forte sofferenza. Investimenti spa (già Fiera di Roma spa e prima ancora Ente autonomo Fiera di Roma, di cui la Camera di Commercio di Roma è il principale socio con il 58%, ma di cui fanno parte Comune e Regione), è la titolare di entrambe le strutture e dalla “valorizzazione” della vecchia sede contava di ricavare 180 milioni di euro (120 milioni secondo altre fonti) per poter estinguere il debito con Unicredit contratto dieci anni fa per costruire la nuova struttura di via Portuense. La decisione del commissariamento è stata presa allo scadere dei 30 giorni che il TAR aveva concesso al Campidoglio per trasmettere in Regione Lazio la Delibera approvata dall’Assemblea capitolina il 14 luglio 2015, predisposta dall’allora Assessore Giovanni Caudo (3). Delibera che già allora aveva suscitato polemiche, in particolare da parte del quotidiano il Messaggero, che in un articolo aveva definito la delibera “un danno al patrimonio pubblico” in quanto riduceva “le aree edificabili a discapito delle esangui casse comunali e quindi del pubblico” (4) a causa di una previsione di 67.500 mq, inferiori a quelli previsti dai precedenti progetti del Sindaco Veltroni (86.000 mq) e del Sindaco Alemanno (91.300 mq), quasi 7 ettari di cui circa metà destinati a Municipio e ad attrezzature pubbliche del quartiere.

A pochi giorni dal provvedimento del TAR, il neoassessore Berdini annuncia alla commissione urbanistica (5) e poi conferma dopo la riunione di Giunta (6) la sua intenzione di modificare la Delibera e portare a 44.000 i metriquadri edificati, che dovrebbero corrispondere alla stessa superficie edificata esistente (7).

La delibera così modificata dovrebbe andare in Aula martedì 9 agosto, mentre Investimenti spa agita la prospettiva del fallimento e annuncia battaglie giudiziarie (8), che vedrebbero tra l’altro il Comune portare in tribunale se stesso.

(AMBM)

* vedi La scheda a cura del comitato Saluteambiente EUR. Ex Fiera di Roma Osservazioni ComitatoSaluteambienteEUR del 12 maggio 2015

Vedi anche il nostro post : Il violento attacco del Messaggero all’assessore Caudo del 18 luglio 2015

Per precisazioni e osservazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

 

mappa ex fiera da allegato b delibera 2015La sola dimunizione delle cubature da edificare garantisce qualità urbana e vivibilità ai cittadini?

di Giovanni Caudo

Intervengo nella vicenda della Delibera della ex Fiera di Roma non perché mi interessa difendere a ogni costo quello che ho fatto, ma perchè mi interessa salvaguardare un interesse superiore, quello che riguarda come si costruiscono le scelte urbanistiche in una città come Roma, oggi. Quale visione di città si intenda seguire. Con quale complessità ci si confronta e quali sono i criteri di qualità che si pensa di perseguire.

Mi domando se il solo dato quantitativo o una riduzione a prescindere delle cubature (su un’area per altro di proprietà di una società partecipata dal Comune e dalla Regione), debba costituire il criterio unico di riferimento. Per alcuni fissare un indice di edificabilità basso vuol dire già assicurarsi qualità e vivibilità, secondo me invece non è detto e non è scontato. Così come una maggiore densità edilizia non significa necessariamente una minore qualità o vivibilità dell’intervento.
La densità di abitanti del quartiere de La Garbatella è decisamente superiore a quella di un quartiere come Corviale, eppure nessuno ha molti dubbi sulla qualità dell’uno o dell’altro quartiere, e questo perché altri fattori qualitativi entrano in gioco con le scelte progettuali.

Come si fa allora a ridurre alla banalizzazione della quantità e degli indici, purché siano bassi, il discorso sulla trasformazione della città?
Non è forse questo uno dei motivi della devastazione del territorio di Roma, tanti interventi a bassissima densità? Non è questa impostazione, voluta nel tempo da assessori e tecnici e ben accolta dai proprietari dei terreni, che ha portato ad avere quartieri con una densità così bassa che nessuna metropolitana, neanche di superficie, potrà mai rincorrerli? A Londra o a Parigi il dibattito è proprio su questo tema, come assicurare interventi ad alta densità e contemporaneamente la qualità urbana e la vivibilità. E i loro parametri sono ben più alti di quelli di cui qui si discetta. Siamo sicuri che a Roma non dovremo ragionare anche noi su questo?

Quando si vuole fare rigenerazione urbana, trasformare la città esistente, come nel caso dell’area della ex fiera, si deve ancora lavorare con gli strumenti dell’urbanistica parametrica, quella dell’espansione e del consumo di suolo? Ancora solo e soltanto con le quantità e con gli indici? O piuttosto questi sono strumenti ormai obsoleti che appartengono all’Urbanistica del Novecento? Non è il momento di entrare nel XXI secolo anche a Roma?

La questione centrale è che non si dovrebbero fare scelte improntate alla demagogia banalizzando questioni complesse di qualità urbana che sono dirimenti oggi e per il futuro della nostra città. Per questo nella trasformazione della ex fiera la questione del dimensionamento l’avevamo fondata sulla sostenibilità degli spazi pubblici e il carico urbanistico che se ne ricavava era quello coerente con la quantità di attrezzature che si realizzavano. Da qui in poi il ragionamento non poteva che entrare nel merito del progetto e per questo la trasformazione l’abbiamo vincolata al concorso di architettura per la redazione di un master plan unitario. Un concorso basato sulle linee guida costruite insieme agli abitanti in modo che il progetto si facesse carico di una risposta qualitativa alle reali esigenze poste da chi abita e vive la città intorno.

Dalle dichiarazioni dell’assessore Berdini si capisce invece che farà quello che chiedeva l’ex presidente dell’VIII Municipio Andrea Catarci e proporrà una riduzione dell’edificazione a 44.360 mq, la superficie edificata esistente, l’equivalente della superficie dei capannoni della ex fiera oggi. Perché questo dato dovrebbe essere garanzia di una maggiore qualità dell’intervento?

Ha tutto il potere e la possibilità di farlo. Non è questo il punto. Si tratta di una scelta politica del tutto legittima e come tale la motivi, senza ricorrere ai mezzucci del “mostro” della delibera precedente o alle falsità dell’aumento di cubatura che avremmo deciso nella precedente amministrazione.
Le scelte politiche sono tutte legittime, l’onestà intellettuale invece non si compra un tanto al chilo.

Giovanni Caudo

PRECISAZIONE SULLA DELIBERA 35/2015

La delibera sulla ex fiera approvata in giunta nel 2014 e in Assemblea Capitolina un anno dopo, nel Luglio del 2015, prevede una cubatura di 216 mila metri cubi: oggi l’area è edificata per 272.316 metri cubi, pertanto taglia circa 60 mila metri cubi rispetto alla situazione attuale.
L’edificazione prevista, infatti, non fu misurata sulle esigenze finanziarie della proprietà, né con riferimento alla consistenza attuale, ma sulla sola sostenibilità urbanistica degli spazi pubblici. Infatti dei 7,3 ettari del vecchio comprensorio della fiera, la delibera prevede che circa 3,2 siano destinati a servizi pubblici di quartiere, tutti quelli che servono al nuovo intervento. La quantità di edificato è molto al di sotto di tutte le proposte di delibere precedenti, 67.500 mq contro i 91.300 di Alemanno e gli 86.000 di Veltroni, ed è vincolata alla realizzazione di un adeguato sistema di accessibilità pubblica su ferro e a un documento di indirizzi per il concorso di progettazione urbana da predisporre coinvolgendo i cittadini. Lì dove c’è la vecchia fiera e insistono edifici non più utili e cadenti, lì dove è sempre esistito un muro continuo che costeggia la Cristoforo Colombo, interrompendo la continuità del verde pubblico ai margini della strada, la delibera consente di avviare un importante progetto di rigenerazione urbana.

Non si capisce quindi a quale “mostro”, a quale “incremento di cubatura” si riferisca l’assessore nelle sue dichiarazioni fatte oggi [il 4 agosto NDR] in Commissione urbanistica e riportate dall’Ansa. Forse sono riferite alle delibere precedenti, quelle di Alemanno che prevedevano quasi 300 mila metri cubi, più delle cubature ora esistenti.

Invito Berdini a una maggiore esattezza e accortezza e ad evitare valutazioni demagogiche operate anche in modo maldestro, senza alcun fondamento, senza neanche leggere le carte. Ci sta a cuore Roma, la serietà di giudizio e di valutazione è un requisito importante in un momento difficile per la città. Anche per questo si poteva e si doveva evitare che il Comune venisse commissariato dal TAR nella persona del Prefetto per dare seguito alla delibera sulla ex fiera e rispondere alle sole due osservazioni ricevute (sono necessarie solo poche ore di lavoro!).

Su una cosa invece sono d’accordo con le parole dell’assessore Berdini, che non si fanno delibere urbanistiche per sanare i debiti di una società, e riprendo qui quanto ho dichiarato alla stampa in occasione dell’approvazione della delibera, l’11 Luglio del 2015: “Come ho avuto modo di dire e di ribadire durante il percorso che ha portato alla proposta di delibera di trasformazione urbanistica della ex Fiera, approvata in giunta a luglio del 2014, un anno fa, le aziende si salvano e si ristrutturano con piani industriali seri, capaci di saper cogliere le opportunità del mercato e di corrispondere agli interessi più generali dello sviluppo economico della città. Questo è quello che serve prioritariamente alla società che attualmente gestisce la fiera nuova: un rinnovato e credibile piano industriale.” Giovanni Caudo

mappa ex fiera da allegato a  delibera 2015

(1) (dal sito del Comune di Roma) Deliberazione Assemblea Capitolina n. 35 del 14/07/2015
DIPARTIMENTO PROGRAMMAZIONE E ATTUAZIONE URBANISTICA
Piano di Utilizzazione delle aree della Via Cristoforo Colombo da Porta Ardeatina a Via delle Tre Fontane. Ambito n. 2 – Risistemazione della Fiera di Roma – Adozione di variante urbanistica ai sensi dell’art. 4 L.R. n. 36/1987 e s.m.i

scaricaDACDelib. N 35 del 14.07.2015

scarica allegati ex-fiera-allegato-a ex-fiera-allegato-b

(2) La Repubblica 1 agosto 2016 Fiera di Roma, il Tar commissaria il Comune: arriva BasiloneIl prefetto è stato nominato commissario ad acta per vendere la struttura della Colombo di Salvatore Giuffrida

(3)

 dal sito di Investimenti spa fiera di roma

dal sito di Investimenti spa fiera di roma

(4) Vedi il nostro post : Il violento attacco del Messaggero all’assessore Caudo del 18 luglio 2015

(5) Fiera Roma: Berdini, se Investimenti non sa gestire fallisca “No al mostro sulla Colombo, ridurre cubature”
(ANSA) – ROMA, 4 AGO – “Una cosa la voglio dire. Mi rendo conto che è un’entrata a gamba tesa che faccio per la convocazione di una commissione urbanistica sulla Ex Fiera e il voto di consiglio che vi chiediamo. Volevano fare un mostro sulla Cristoforo Colombo perché così ripianavano il debito di investimenti Spa. Se Investimenti Spa non è in grado di saper gestire la Fiera di Roma fallisca. Sapete che non è così, eh…”. Così l’assessore all’Urbanistica di Roma Paolo Berdini in commissione urbanistica. Per Berdini, “noi non possiamo ripianare i debiti di una scelta urbanistica sbagliata aumentando le cubature a via Cristoforo Colombo”. Sollecitato dalla capogruppo PD Michela Di Biase, Berdini ha risposto: “Se lei mi chiede di dare una potatura alle cubature del centro carni, io sono d’accordo, però dovete essere d’accordo nel votare a favore della decurtazione(di cubature, ndr) che facciamo alla (ex, ndr) Fiera di Roma”.

(6) Askanews Ex Fiera Roma, ok Giunta a piano riduzione e riqualificazione Berdini: stop degrado. Ora variante in Regione

Roma, 5 ago. (askanews) – “In giunta è passata la contro deduzione al piano dell’Ex Fiera di Roma. Nel 2015 è stato approvato il piano particolareggiato per le aree dell’Ex Fiera di Roma ma il provvedimento non era stato concluso per la crisi della giunta Marino. E quindi lo abbiamo portato in conclusione. Adesso si sblocca la situazione di un pezzo di città in degrado che finalmente diventa un posto civile”. Così l’assessore all’Urbanistica di Roma Paolo Berdini al termine della giunta capitolina. “Dopo la fase di osservazione ci sarà la trasmissione in Regione essendo una variante”, conclude.

(7) L’informazione è tratta dall’edizione cartacea di La Repubblica del 6 agosto, pagina IX

(8) Roma Today 6 agosto 2016 “Fiera di Roma, la giunta Raggi taglia le cubature. E’ scontro: “Fallimento certo”
La delibera elaborata dall’assessore Berdini taglia i metri quadrati edificabili da 67 mila a 44 mila. Lui: “Tutelo la città”. Insorgono Camera di Commercio, Investimenti spa e Regione: “A rischio il piano di risanamento”

aska news http://www.askanews.it/regioni/lazio/cciaa-stupisce-decisione-giunta-raggi-su-ex-fiera-roma_711875110.htm

Ex Fiera di Roma Osservazioni ComitatoSaluteambienteEUR

(12 maggio 2015)

Osservazioni e domande sulla Proposta n. 119/2014. Piano di Utilizzazione delle aree della Via Cristoforo Colombo da Porta Ardeatina a via delle Tre Fontane. Ambito n.2 – Risistemazione della Fiera di Roma Adozione di variante urbanistica ai sensi dell’art.4 L.R. 36/87 e s.m.i.

A cura del Comitato Salute Ambiente EUR

vecchia fiera di roma

 

La proposta di delibera 119/2014 è finalizzata all’adozione della variante urbanistica per la risistemazione dell’area dell’ex Fiera di Roma sulla via Cristoforo Colombo “ai sensi dell’art. 4 della legge regionale 36/1987 s.m.i.”.

Proprietà attuale dell’area : Investimenti spa, ex Fiera di Roma spa: 47,4 % Camera di commercio, 27,6% Comune di Roma, 12,4% Sviluppo Lazio, 12,4% Regione Lazio, 0,083% Provincia di Roma, 0,008% Unione Industriali Roma, 0,033% Azienda Promozione Turistica, 0,004% Confagricoltura Roma. L’area interessata è di 76.139 mq di cui 63.373 di proprietà di Investimenti spa e 12.766 proprietà demaniale comunale, utilizzata per funzioni espositive e fieristiche dal 1959 al 2007, anno in cui è entrata in funzione la Nuova Fiera nei pressi dell’aeroporto di Fiumicino.

Le vicende della Fiera e i rapporti con il Comune di Roma

Si rileva dal testo della proposta che nel corso del tempo la struttura fieristica “aveva beneficiato di un costante processo di ampliamento rispetto alle dotazioni iniziali, costituenti un compendio immobiliare del Comune di Roma dato in concessione all’Ente Autonomo Fiera per realizzarvi il quartiere fieristico”. Tale affermazione sembra voler sottendere che la Fiera aveva costruito capannoni con i contributi regionali senza la partecipazione del Comune e che parte dei capannoni erano abusivi. Infatti dagli atti comunali che nel tempo si sono riferiti a questa area si ricava che nel 1997, in vista della trasformazione dell’Ente Fiera in spa, un gruppo di lavoro costituito dal sindaco nel 1996 ricostruisce il pregresso complesso rapporto tra Ente Fiera e Comune di Roma dopo la concessione nel 1959 e la situazione del patrimonio immobiliare in una relazione dalla quale emerge:

  • la presenza di alcuni manufatti già esistenti al momento della prima concessione dell’area in comodato (1958);
  • la non corrispondenza dei dati catastali e la realtà dell’edificazione all’epoca;
  • la carenza per alcuni edifici di concessione edilizia o atto equipollente (però si afferma che il Comune ha preso atto di tali volumetrie in sede di conferenza di servizi);
  • la presenza di due strade demaniali inglobate nel quartiere fieristico;

e che pertanto occorrerà procedere, oltre che alla sdemanializzazione delle strade, sia alla demolizione dei manufatti che insistono sul terreno demaniale sul fronte C. Colombo (da restituire al demanio comunale) sia alla demolizione “virtuale” richiesta dall’UTE di tutti i manufatti inseriti all’interno del perimetro dell’area Fiera e susseguente accatastamento ed inserimento in mappa dei medesimi fabbricati. I capannoni realizzati con concessione edilizia sono da considerare addizioni migliorative (non semplici adattamenti) al suolo comunale, che hanno comportato la valorizzazione del compendio immobiliare concesso dal Comune all’ente Fiera. Per i manufatti realizzati con concessione edilizia, sulla base di pareri del CORECO si ritiene che sia sorto in capo al Comune (che pur presente con i propri rappresentanti all’interno dell’Ente e consapevole della realizzazione di tali infrastrutture con contributi regionali non ha mai esercitato i propri poteri in materia di disciplina edilizia) la necessità di indennizzare l’ente della correlativa diminuzione patrimoniale (difatti si configura la fattispecie di indebito arricchimento del Comune a danno dell’Ente), da compensare transattivamente riconoscendo all’Ente un credito equivalente al costo di costruzione degli edifici realizzati con regolare concessione edilizia con i contributi regionali (valore complessivo stimato 32.144.400.000) da ripartire tra i soci fondatori dell’Ente e compensare in sede di aumento di capitale. Invece per i padiglioni realizzati senza concessione edilizia si potrà procedere alla cessione di essi alla Fiera spa, per essere successivamente regolarizzati, al prezzo di 23.870.400.000. Il valore stimato dell’intero compendio è di 53.129.600.000.

Quindi con D.C.C. n. 132 /1997 il Comune di Roma prevede la ristrutturazione dell’area per lo sviluppo del polo fieristico [pare che sia prevista la realizzazione di un “palazzo degli affari” richiesto dalla CCIAA e di un Centro servizi a supporto delle attività fieristiche richiesto dall’ente Fiera], e la necessità utilizzare l’intera cubatura attualmente edificata sull’intero quartiere fieristico (ivi inclusa quella edificata sulla fascia fronte Colombo [da demolire]) di complessivi 216.450 mc., e delibera:

  • di partecipare alla costituenda Fiera di Roma spa con la sottoscrizione di 70 azioni per 70.000.000 e di approvarne lo statuto;
  • di conferire (all’atto dell’aumento di capitale deliberato dall’assemblea dopo la costituzione della nuova Fiera di Roma spa) il compendio attualmente in uso all’ente Fiera [individuato in planimetrie allegate che non sono a disposizione, ma si può ricavare dalle premesse che si intenda con esclusione della fascia antistante la via Cristoforo Colombo e delle aree di sedime dei manufatti nonché dei manufatti stessi oggetto di cessione a titolo oneroso ];
  • di prendere atto di dover riconoscere all’Ente Fiera un indennizzo stimato in 32.144.000.000 a fronte degli edifici n. 16, 31, 32, 40, 41/42, 23, 22, 25, 49 di proprietà del Comune [perché realizzati sul terreno del Comune dato in concessione] ma costruiti con il contributo della Regione, da compensare in sede di aumento di capitale;
  • di procedere alla cessione a titolo oneroso degli immobili privi di regolare concessione edilizia (edifici 18,27, 28/29, 44, 51,53, 37/38/39, 30, 26,24 più Uffici, Centro Servizi e Magazzini Uffici) alla Fiera spa perché proceda alla loro sanatoria ai sensi dell’ordinamento vigente, al prezzo stimato di 23.870.400.000 e di vincolare il ricavato di tale cessione alla sottoscrizione dell’aumento di capitale di Fiera spa;
  • di procedere all’accatastamento degli immobili di proprietà del Comune ai fini del conferimento e alla loro cessione;
  • di disporre che la Giunta proceda con distinto atto alla concessione delle aree necessarie per la realizzazione dei parcheggi a servizio della Fiera (secondo la D.C.C. 258 /1996)
  • di sdemanializzare Via Accademia della Crusca e via dell’Accademia Pontaniana incluse nell’area della Fiera.

Vicende dell’area sotto il profilo urbanistico

Rispetto alla previsione del PRG del 1965 (per il quale la Fiera aveva la destinazione urbanistica “Edilizia con caratteristiche speciali – Insediamenti misti, attività direzionali e terziarie, servizi e residenze”), con due D.C.C. del 1996 ( le nn. 235 e 258 ) vengono adottate le varianti delle aree – private e pubbliche – lungo la C. Colombo tra Laurentina e piazza dei Navigatori, approvate poi dalla Regione nel 2000.

Con Delibera del Commissario straordinario n. 85 del 2001 è adottato il “piano di utilizzo delle aree della C. Colombo da Porta Ardeatina a via delle Tre Fontane”, il quale viene poi controdedotto (non è chiaro però se sia stato anche approvato) con D.C.C. n. 142 del 2004. Tale piano prevede la risistemazione dell’area della Fiera con un intervento di risistemazione edilizia attraverso la demolizione degli edifici costruiti sulla fascia demaniale lungo la C. Colombo, il riconoscimento di tutta la cubatura esistente di 216.450 mc e la concentrazione della cubatura all’interno dell’area conferita alla spa.

Successivamente, l’attuale PRG del 2008 ha normato l’area attraverso il meccanismo di cui agli art. 56 e 62 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore Generale . L’area è attualmente individuata come Città della Trasformazione [art. 56 : parte della città di nuovo impianto, destinata a soddisfare esigenze insediative, di servizi ed attrezzature di livello locale, urbano e metropolitano e a costituire nuove opportunità di qualificazione di contesti urbani e periurbani. Gli interventi sono anche finalizzati garantire la sostenibilità delle trasformazioni, il riequilibrio del deficit di standard urbanistici, il recupero di quote pubbliche di edificabiità destinate a soddisfare gli impegni compensativi già assunti dell’amministrazione comunale, ai sensi dell’art. 19 e a facilitare l’attuazione perequativa – ndr] nella componente “Ambito a pianificazione particolareggiata definita” . Ai sensi del 3° comma dell’art. 56 la zonizzazione interna a tale componente ha valore indicativo e di indirizzo per la formazione dei nuovi strumenti urbanistici esecutivi. Inoltre l’area è ricompresa nell’Ambito Strategico Flaminio – Fori – Eur e nella “Carta per la Qualità”, mentre non ha vincoli paesaggistici- ambientali (ma per il PTPR – Piano Territoriale Paesistico Regionale – è possibile l’uso residenziale e la nuova edificazione previo studio di impatto Paesistico – S.I.P. ).

Il Comune si ripropone quindi di “valorizzare” l’area della vecchia sulla Colombo dal 2005 – quando viene deciso l’investimento per la Nuova Fiera in zona Aeroporto di Fiumicino (v. D.C.C. 233/2005).

Consiliatura Veltroni – Il progetto per la c.d. Città dei Bambini : Veltroni: «nascerà la Città dei bambini accanto a spazi verdi, a una maggiore offerta residenziale, a servizi”.In realtà le case avrebbero dovuto occupare il 65% degli 87.933 metri quadrati previsti, mentre il 35% sarebbe andato a negozi, uffici e servizi.La Città dei Piccoli si stenderebbe per 8 mila metri quadrati coperti e 6 mila scoperti. E la spa Fiera di Roma aveva avviato un bando per la cessione del terreno a chi avesse presentato la migliore ipotesi di realizzazione del programma di trasformazione, individuando 12 grandi gruppi interessati all’ operazione. Gli introiti della maxi-operazione sarebbero stati reinvestiti dalla spa, di cui uno dei grandi azionisti era la Camera di Commercio, nella nuova campionaria sorta a Fiumicino. E il 25 febbraio la giunta Veltroni aveva precisato il piano: 216 mila metri cubi da costruire. Destinazione a verde pubblico del 50% dell’ area e conferma della Città dei Piccoli(*) Ma poi cambia la maggioranza, arriva la Giunta Alemanno e non se ne fa niente.

Consiliatura Alemanno – Dopo un periodo di inerzia e indecisione iniziale, abbandonata l’idea della c.d. Città dei bambini, si delinea un progetto di variante che renda possibile alla Investimenti spa di cercare un acquirente per vendere il più rapidamente possibile. La proposta che viene messa in campo nel 2011 prevede 91.315 mq di SUL di cui 59.354 residenziale, 18.263 non residenziale e 13.697 “flessibile”. Ma la delibera di variante non va avanti perché si profila ormai la possibilità di applicare all’area il c.d. Piano Casa della Regione Lazio nella versione Polverini, che evita la procedura della variante ed offre anche un premio di cubatura.

Consiliatura Marino – Si concretizza l’applicazione del c.d. Piano Casa (demolizione e sostituzione edilizia dei padiglioni, con cambio di destinazione e aumento di cubatura del 30% ): nell’agosto del 2014 (scadenza 17 settembre) Investimenti spa pubblica un bando per la selezione di un team (studi di architettura e ingegneria e società di management), attraverso manifestazione di interesse, a cui affidare l’incarico per la progettazione e l’assistenza tecnica per il miglior piano di valorizzazione di due aree: quella della ex Fiera di 7, 6 ettari sulla Colombo per 275.000 mc e un’area su via Ostiense in zona aeroporto per 45.000 mq (totale 320.000 mc). L’assessore Caudo precisa che non vi è stato nessun accordo con il Comune, in quanto l’applicazione del “Piano casa di Ciocchetti, ossia di una legge in vigore, non è questione di indirizzo politico”; per la valorizzazione dell’area – che interessa anche la nuova amministrazione – “c’è invece la disponibilità ad individuare una soluzione sostenibile con un progetto urbanistico di qualità”.

Non conosciamo le motivazioni con le quali il Comune sia riuscito a far recedere Investimenti spa dall’applicazione del Piano Casa. Si giunge comunque all’attuale nuova proposta con D.G.C. n. 66 del 3 luglio 2014 che prevede 75.000 mq di SUL di cui non più di 60.000 residenziali (di cui il 20% in edilizia convenzionata) e 15.000 di non residenziale. Tra il novembre 2014 e il marzo 2015 si tengono quattro laboratori di partecipazione per definire le linee guida da porre a base di un masterplan unitario che dovrà essere realizzato ad esito di una procedura concorsuale dalla Investimenti spa in accordo con il comune. Le indicazioni dimensionali, funzionali e organizzative sono contenute nella scheda tecnica di cui all’allegato B della proposta di delibera. Le modalità del concorso per arrivare a tale masterplan a seguito dell’adozione della variante necessaria sarà definito dalla Giunta capitolina.

Il parere e le posizioni dei Comitati e del Municipio

I Comitati di quartiere della zona (Comitato Fieramente, Parco Scott e Piazza di Navigatori con il supporto dei comitati dell’Eur e di Italia Nostra, unitamente al Municipio VIII ex XI (dopo l’abbandono del progetto della “città dei bambini”) hanno sempre avversato le proposte che di volta in volta hanno previsto cubature ritenute insostenibili per la zona, già priva di standard urbanistici (verde e servizi) e già gravata del peso di interventi di forte impatto (dalle Mura e zona Ostiense fino all’Eur) e carente di infrastrutture di mobilità e trasporti adeguate al nuovo carico urbanistico.

Inoltre la procedura di partecipazione attuata nel 2014/2015 ha azzerato i risultati di consultazione e partecipazione che si erano svolti nel corso di lunghi anni e che avevano portato alla proposta, condivisa dal Municipio, di uno schema di planimetria e di una cubatura equivalente alla sola SUL legittima, con esclusione della SUL dei manufatti costruiti sulla fascia demaniale lungo la Colombo. La lunga e tenace opposizione dei cittadini e comitati di zona non è quindi estranea, probabilmente al fallimento di tutti i tentativi di “valorizzazione” che prevedevano un’ edificazione di 216.450 mc o più. Si contesta, anche ora, da parte dei comitati la legittimità del dato di partenza (75.000 mq di SUL e 216.450 mc) in quanto gli edifici realizzati abusivamente e poi condonati non sono stati oggetto di variante di recupero urbanistico prevista dalla legge 47/1985 art. 29.

Si contestano inoltre una serie di altre irregolarità sia del processo di partecipazione sia delle previsioni della variante proposta.

Commenti e domande

La delibera risulta di difficile interpretazione in alcuni passaggi e in relazione ad alcuni provvedimenti pregressi, anche se chiara nella sostanza – non condivisibile – di consentire la volumetria di 216.450 mc e una SUL utile di 75.000 mq, che a noi risultano (x altezza media m. 3,20 + 20% superfici non utili) corrispondere in realtà a 288.000 mc di costruito con un indice di edificabilità territoriale di circa 4,5 mc /mq e fondiario di oltre 18 mc/mq. Infatti, data la necessità di 47.900 mq totali per spazi pubblici e rete viaria, da sottrarre alla superficie totale di proprietà di Investimenti spa di 63.373 mq , s.e.o. rimane a disposizione una superficie fondiaria di 15.473 mq, quindi una densità assolutamente insostenibile, con un insediamento di almeno 1600 abitanti. Al di là delle affermazioni contenute nella proposta di variante in premessa, un simile peso urbanistico /edilizio non sembra poter consentire una adeguata qualità progettuale e insediativa, a scapito della stessa resa della valorizzazione perseguita, soprattutto avendo presenti le attuali condizioni del mercato immobiliare, nel quale sono apprezzati esclusivamente immobili di qualità.

In primo luogo si chiede di chiarire come sia stato ottenuto il predetto dato di 75.000 mq partendo dalla suddetta volumetria di 216.450 mq. Si chiede poi copia degli allegati A ( relazione tecnica urbanistica ) e B (Variante Urbanistica) citati nel deliberato e non disponibili nella copia della proposta a nostra disposizione; inoltre si richiede copia della Delibera del Commissario Straordinario n. 85 del 12 maggio 2001, che non è possibile rintracciare nell’archivio online.

Quesiti proposti

  • E’ corretta la ricostruzione delle vicende della Fiera di Roma, comprese quelle urbanistiche, come sopra proposta?
  • Come si è pervenuti in passato alla regolarizzazione urbanistica delle cubature abusive realizzate nell’area demaniale, dato che non ci risulta essere stato applicato l’art. 29 della Legge 47/1985? Se tale regolarizzazione, come a noi risulta, non è mai avvenuta, come si ritiene di poter avallare oggi un abuso così smaccato, riconoscendo una cubatura non legittima?
  • La variante urbanistica è adottata ai sensi dell’ 4 L.R. 36/1987. E’ corretto asserire che si tratta quindi di una variante sostanziale introdotta da uno strumento urbanistico attuativo da sottoporre all’approvazione della Giunta Regionale, che dovrà esprimersi entro 90 gg, previo parere del settore tecnico dell’assessorato regionale?
  • Si chiede di spiegare ai sensi di quale comma dell’art. 62 NTA del PRG si procede all’adozione della variante.
  • In particolare si chiede di spiegare quale sia il livello di pianificazione raggiunto dall’area in questione prima dell’attuale PRG : era un piano particolareggiato approvato o solo adottato? quale era di preciso il piano attuativo recepito come Ambito a pianificazione particolareggiata definita? Nel caso in cui fosse un piano particolareggiato, deve essere considerato decaduto?
  • Se si tratta ora (con l’attuale variante) dell’adozione di un piano particolareggiato, perché nella proposta non si fa cenno – come d’uso – dei termini di pubblicazione e osservazioni?
  • Perché non si fa cenno dell’applicazione del comma 12 dell’art. 13 NTA del PRG ai sensi del comma 9 del citato art. 62 NTA (“preventiva o contestuale realizzazione delle opere pubbliche o di interesse pubblico , con particolare riguardo alle infrastruttura di mobilità”)?.
  • Se abbiamo ben compreso, si tratterebbe di una variante da “Ambito a pianificazione particolareggiata definita del Sistema Insediativo – Città della Trasformazione” (ossia dal comparto “Risistemazione della Fiera di Roma” del “Piano di utilizzazione delle aree della via C. Colombo da Porta Ardeatina a Via delle Tre Fontane” e art. 7 delle relative NTA, di cui alla D.C.C. 142/2005) ad ATO R ex Fiera, costituita dagli elaborati tecnici di cui agli allegati A e B della proposta. A noi non sembra che tale percorso individuato sia appropriato. Chiediamo che ci sia spiegato la ratio e la legittimità di tale percorso. Ci si può spiegare in particolare perché è necessario ricorrere alla scelta di configurare la variante come “un insieme di interventi che trova adeguata ricaduta sul PRG con la rappresentazione di un ATO prevalentemente residenziale ai sensi degli artt 57 e 58 NTA”? Perché non si fa un “semplice” piano particolareggiato in variante ? Gli ATO sono già individuati dal PRG e non sembra che sia possibile aggiungerne di nuovi: perché si ritiene possibile invece introdurne uno nuovo, peraltro con caratteristiche proprie tanto da necessitare l’aggiunta del comma 3 all’art. 58 delle NTA?
  • L’area della Vecchia Fiera fa parte dell’ambito di programmazione strategica Tracciato Flaminio – Fori – Eur. L’ art. 64 NTA evidenzia che negli Ambiti di Programmazione strategica gli obiettivi sono prioritariamente perseguiti attraverso i Programmi triennali delle opere pubbliche comunali, oppure attraverso un Progetto urbano o un Programma integrato. Perché la “risistemazione” della zona Fiera viene invece affidata a strumenti del tutto diversi?
  • Nella proposta di delibera non si è dato alcun riscontro del processo di partecipazione né delle condizioni con le quali è stato dato il parere positivo del Municipio VIII alla proposta: perché?

 

In conclusione

Potrà esservi un ripensamento dell’amministrazione, come richiesto dai comitati di zona e dallo stesso Municipio VIII, con una riduzione della SUL /cubatura consentita, riconducendola alla sola superficie esistente al netto delle costruzioni abusive?

L’assessore condivide l’affermazione contenute nella Premessa al “Documento della partecipazione” realizzato dalla UO Piano Regolatore nel paragrafo “i capisaldi della Deliberazione” a pag 3 : …. In secondo luogo il provvedimento vede la sua ragion nella necessità di assicurare la sostenibilità economico finanziaria dell’iniziativa, al fine di consentire a Investimenti spa di ripianare il debito contratto per la realizzazione della nuova Fiera” ??? E’ condivisibile dall’Assessore il criterio di condizionare le scelte urbanistiche – peraltro tra le più significative e caratterizzanti l’operato della Giunta Marino – alla necessità di rimediare ad errori e/o insufficienze di soggetti che evidentemente non sono stati in grado di stare sul mercato di riferimento e in una continua rincorsa al riequilibrio finanziario di operazioni non supportate – evidentemente – da adeguati studi di fattibilità e sostenibilità?

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* (da un articolo di La Repubblica del 18 luglio 2006 Una città dei bambini alla Fiera nuove periferie & grandi opere’). La ex Fiera dioventerà un luogo per i piccoli e le famiglie, con negozi di giocattoli, campi sportivi, spettacoli, ma anche accoglienza per bimbi in difficoltà e strutture residenziali per le loro famiglie. > Vai alla rassegna stampa su Diario quotidiano architettura del dicembre 2007: Vecchia Fiera, ecco le archi-star Cristoforo Colombo; > Vai a Repubblica dell’ottobre 2008: Ex Fiera, alt alla Città dei piccoli Alt alla città dei bambini. La giunta Alemanno ha deciso di sottoporre a una verifica il progetto di una Città dei piccoli,

> vai alla scheda di carteinregola del marzo 2012

(dal sito del Dipartimento urbanistica): la “partecipazione” avviata e completata dalla precedente ammininistrazione Ex Fiera di Roma: processo partecipativo sulla variante urbanistica

I documenti del 2011 pubblicati sul sito del Dip. urbanistica:
Relazione tecnica urbanistica (f.to Pdf – Mb 5,50)
Elaborati grafici (f.to Pdf – Mb 15,40)
Linee Guida d’indirizzo per la riqualificazione e la trasformazione urbanistica del compendio immobiliare dell’Ex Fiera di Roma (f.to Pdf – Mb 1,7)
Documento della partecipazione (f.to Pdf – Mb 12,70)

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Piano Casa alla Fiera di Roma

In  seguito all’articolo apparso su Repubblica nel novembre scorso* siamo in attesa di informazioni sulla dislocazione e l’entità degli interventi che saranno effattuati in base alla Legge regionale “Piano casa”…

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ex fiera di roma map(aprile 2013)

Nel marzo 2012 la commissione Urbanistica del Comune ha dato il via libera alla Variante per l’intervento sul complesso dell’ex Fiera di Roma. Più di cinque anni sono passati dal gennaio 2007, in era Veltroni, quando la struttura di via C. Colombo ha cessato l’attività per l’apertura della nuova sede lungo l’autostrada Roma-Fiumicino, divenendo così una delle tante strutture “ex” che costellano la nostra città, brani di un grande patrimonio comune dal destino incerto o ormai segnato. L’attuale Variante urbanistica prevede circa 300.000 mc, ripartiti per il 60% a residenziale, il 25% a terziario privato, il 15% flessibile. I Comitati cittadini che si oppongono al progetto sottolineano l’assenza di ogni visione organica del territorio, la totale assenza di utilità pubblica nel vendere quel “bene comune”, magari per mitigare le difficoltà finanziarie della nuova Fiera, invece di utilizzarlo per rispondere alle esigenze dei cittadini in termini di servizi pubblici. Sono contestate anche le modalità di organizzazione del “processo partecipativo”: un”assemblea il 17 novembre 2011 è stato l’unico momento di incontro previsto tra cittadinanza e Comune. (tratto da un articolo di Sergio Caldaretti di Paese Sera)

90ª Proposta (Dec. G.C. del 19 luglio 2011 n. 70) Adozione variante urbanistica relativa all’ambito n. 2 – Risistemazione della Fiera di Roma – Piano di Utilizzazione delle aree della Via Cristoforo bColombo da Porta Ardeatina a Via delle Tre Fontane ai sensi dell’art. 4 L.R. n. 36/1987 e s.m.i.

Scarica la delibera  Proposta_90 2011 fiera di Roma

Rassegna stampa

http://www.paesesera.it/Rubriche-e-opinioni/I-mercanti-in-fiera
18 aprile 2012 I mercanti in fiera di Sergio Caldaretti
Il caso I mercanti in fiera di Sergio Caldaretti
Nel marzo 2012 la commissione Urbanistica del Comune ha dato il via libera alla Variante per l’intervento sul complesso dell’ex Fiera di Roma. Più di cinque anni sono passati dal gennaio 2007, in era Veltroni, quando la struttura di via C. Colombo ha cessato l’attività per l’apertura della nuova sede lungo l’autostrada Roma-Fiumicino, divenendo così una delle tante strutture “ex” che costellano la nostra città, brani di un grande patrimonio comune dal destino incerto o ormai segnato. La Fiera di Roma S.p.A., società a forte presenza pubblica proprietaria del complesso, decise subito la vendita al miglior offerente di quel patrimonio, avviando una procedura volta a individuarlo. Per ricavare il massimo, si era stabilito un intervento di demolizione e ricostruzione per 288.000 mc, con una destinazione in prevalenza residenziale; era prevista anche la realizzazione di aree verdi e di una “infrastruttura a scopo ludico ricreativo destinata ai bambini, denominata Città dei bambini”. Da allora questa vicenda si è sempre caratterizzata per l’assoluta indifferenza dell’amministrazione capitolina alle continue manifestazioni di dissenso ed alle proposte che provenivano dai cittadini.

Già subito dopo l’annuncio delle intenzioni di “alienare” quel patrimonio, alcuni comitati cittadini contestano i contenuti dell’intervento, in particolare l’entità delle cubature previste e la concreta possibilità di realizzare le opere pubbliche che ne deriverebbero. Intanto, alla fine del 2007 si conclude l’iter per la manifestazione d’interesse; la portata degli interessi in gioco ha sollecitato dodici società di grandi dimensioni, sia italiane che internazionali, tra cui gli immancabili Caltagirone, Toti, Ligresti e una cordata “romana” con una ventina di imprese di medie dimensioni.

L’anno successivo si insedia la Giunta Alemanno, che conferma la volontà di vendere. Il Municipio, che ora deve fare i conti con una giunta capitolina “avversa”, si muove: nel settembre 2009 viene presentato un documento che riprende le proposte elaborate dalla rete di coordinamento dei Comitati di quartiere: abbattimento a circa 120.000 mc della cubatura realizzabile e una articolazione funzionale che assegna il 50% agli uffici della Regione Lazio, il 40% a residenze, il 10% a commerciale di vicinato.

Ma la Giunta prosegue sulla sua strada, cambiando però strategia: nel dicembre 2009 avvia l’iter per la redazione delle Linee Guida da porre a base di una Variante urbanistica, strumento che offre maggiori possibilità “di manovra”. Intanto continua la mobilitazione dei comitati e dei cittadini, dove alle critiche relative all’ex Fiera si affianca la contestazione dell’intervento a piazza dei Navigatori. Niente da fare. Il 26 gennaio 2011 vengono approvate le Linee guida e nel luglio viene elaborata la Variante urbanistica, che prevede circa 300.000 mc, ripartiti per il 60% a residenziale, il 25% a terziario privato, il 15% flessibile. A settembre l’Assessorato all’Urbanistica del Comune comunica l’avvio del “processo partecipativo”, e convoca per il 17 novembre l’assemblea partecipativa presso l’Urban Center. Per il Comune sono presenti solo alcuni funzionari, l’Assessore Corsini non si fa vedere. Dopo una rapida illustrazione della proposta di Variante, tutti gli interventi esprimono contrarietà sull’operazione. Viene sottolineata l’assenza di ogni visione organica del territorio, per cui si procede da anni con interventi su un singolo luogo senza alcuna attenzione agli effetti che essi propagano in contesti anche lontani. Si insiste sulla totale assenza di utilità pubblica nel vendere quel “bene comune”, magari per mitigare le difficoltà finanziarie della nuova Fiera, invece di utilizzarlo per rispondere alle esigenze dei cittadini in termini di servizi pubblici. Infine, si contestano le modalità di organizzazione del “processo partecipativo”: quella assemblea è l’unico momento di incontro previsto tra cittadinanza e Comune! E infatti, dopo pochi mesi la Variante viene licenziata in Commissione senza altri momenti di confronto.

Archivio

ROMA 24/2/2011: Chiusa da 3 anni, per l’ex Fiera di Roma il Comune ha in mente un progetto di valorizzazione. La parola all’Assessore capitolino all’Urbanistica Marco Corsini, il Presidente del Municipio XI Andrea Catarci e al Comitato di quartiere.

Cosa succede all’ex Fiera di Roma?

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Caricato in data 03/mar/2011 ROMA 24/2/2011: Chiusa da 3 anni, per l’ex Fiera di Roma il Comune ha in mente un progetto di valorizzazione. La parola all’Assessore capitolino all’Urbanistica Marco Corsini, il Presidente