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La nostra visione del Patrimonio storico di Roma non è quella di chi ha messo un manufatto a Piazza di Spagna

Aggiornamento 22 maggio: il Consiglio del I Municipio ha approvato all’unanimità*, anche con voti delle opposizioni, una Risoluzione che impegna la Presidente e la Giunta a chiedere “la valutazione di conformità ambientale e paesaggistica della struttura P.I.T. realizzata a Piazza di Spagna“, alcune limitazioni all’illuminazione del PIT e l’esclusione di merchandising e pubblicità e che la Presidente e la Giunta municipale siano coinvolti “sui progetti presenti e futuri che comportano la creazione di nuovi manufatti nel Sito Unesco“. (* voti PD, Civica Gualtieri, Demos, Sinistra Civica Ecologista, Roma Futura, Lista Calenda Sindaco, Movimento 5 Stelle, Fratelli d’Italia, Lega)

21 maggio 2025 A piazza di Spagna i lavori sono andati avanti, la struttura è stata installata.

Nonostante l’appello sottoscritto da quasi cento firme di storici dell’arte, urbanisti, associazioni per la tutela del patrimonio storico, cittadini, affinchè non fosse installato, sui gabinetti pubblici già esistenti, presidiati e funzionanti, un nuovo ingombrante manufatto in metallo e vetro in Piazza di Spagna, uno dei luoghi storici più famosi del mondo. Un “PIT” Punto di Informazione Turistica, come altri già piazzati in punti strategici del centro, realizzati e gestiti da privati, che aggiungerebbe solo informazioni turistiche e vendita di gadget.

Si era mosso anche il I Municipio, con la convocazione di due Commissioni Giubileo presiedute dalla Consigliera Maurizia Cicconi (lista Calenda), e con l’approvazione in Commissione di una risoluzione del consigliere Lorenzo Minio Paluello (Roma Futura), che chiedeva di non procedere all’installazione dei PIT a Piazza di Spagna e in altri due luoghi storici, a Trastevere e accanto a San Pietro (il 22 maggio la risoluzione, modificata come sopra, è stata approvata dal Consiglio municipale)

Per il Sindaco Commissario Gualtieri, che ha fortemente voluto le tre strutture, tanto da inserirle nei DPCM del Giubileo (del giugno 2023 e del giugno 2024) e da firmare un’ordinanza nel marzo scorso per accelerarne le procedure, evidentemente le nostre obiezioni non erano importanti, come non lo sono state per la Soprintendenza statale – Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma – e la Sovrintendenza capitolina, che nel 2015 per le tre locations avevano approvato solo la riqualificazione dei gabinetti, con l’aggiunta di un ascensore e di una tettoia trasparente sulla scala, bocciando la realizzazione degli scatoloni prefabbricati.

Alla Commissione di martedì 20 maggio scorso la Sovrintendenza non si è presentata, mentre l’incaricata della Soprintendenza non ha saputo dare risposte in quanto assegnata all’incarico da poco, in sostituzione di una collega andata in pensione.

Resta quindi un mistero come mai qualcuno nel 2023, dopo la bocciatura dei tre PIT del 2015 – e i soldi spesi per realizzare le tre installazioni più discrete – abbia avanzato nuovamente il progetto. E ancora di più restano misteriose le ragioni del clamoroso cambio di parere degli enti preposti alla tutela paesaggistica, a parità di condizioni del patrimonio paesaggistico e delle caratteristiche del manufatto da inserire.

Possiamo aggiungere, dopo aver ricevuto tramite accesso agli atti il verbale del Tavolo tecnico che si è svolto il 19 marzo 2023, che sono poco comprensibili anche le “prescrizioni” per la “tutela architettonica” introdotte dalla Soprintendenza statale, che raccomanda che l’esecuzione delle opere “sia affidata a ditte specializzate nel settore del restauro monumentale” e che “le opere sugli apparati decorativi siano eseguite da “restauratori di beni culturali” in possesso di adeguata qualifica. Non capiamo quali restauri e quali decorazioni possano richiedere quelle anonime strutture prefabbicate già installate in altri 8 luoghi di Roma.

Invece non c’è traccia, in quel verbale, delle “prescrizioni” riportate dagli articoli di stampa usciti dopo il nostro appello, come quelle che dovrebbero essere state aggiunte a Piazza di Spagna “data la sua importanza storica e paesaggistica“: “non saranno ammesse pubblicità, le luci saranno più tenui, e il merchandising sarà selezionato per evitare connotati puramente commerciali (Repubblica, Marina de Ghantuz Cubbe 13 maggio 2025).

Qualche giorno fa l’assessore a Sport Turismo e Grandi eventi della Giunta Gualtieri, Alessandro Onorato, in un’intervista al Corriere della Sera ha presentato quelle che a suo dire sono le due alternative per la Capitale: “possiamo avere una città morta, musealizzata, immobile… oppure una città che riesce a attrarre grandi eventi e a creare momenti di aggregazione per i romani turisti generando ricchezza...”

Noi pensiamo che preservare la bellezza del nostro straordinario patrimonio storico sia l’unico vero modo di farlo vivere, e che al contrario sottometterlo alle esigenze del commercio e della rendita sia invece un modo per ucciderlo, insieme alla dignità della nostra città.

E continueremo la nostra battaglia, di fronte a una delle Amministrazioni più attente all’apparenza e meno al dialogo con i cittadini che abbiamo incontrato in questi 15 anni di impegno per Roma.

Lo dobbiamo a noi stessi, alle donne e agli uomini di oggi e a quelli di domani, e a tutti coloro che ci hanno preceduto e di cui non possiamo rinunciare a raccogliere il testimone.

Anna Maria Bianchi Missaglia

In calce un video di 4′ che spiega le ragioni della nostra contrarietà ai 3 PIT

Qui l’appello del 12 maggio 2025 Nessuna nuova costruzione in Piazza di Spagna – Chi ama Roma non la ferisce

Vai a PIT Piazza di Spagna e gli altri – cronologia e materiali

Chi ama Roma non la ferisce (a partire dal Sindaco) |↗

A futura memoria: i tre “Pit Stop” riqualificati nel 2015, nella mappa dei bagni pubblici monitorati da Acos nel 2023

21 maggio 2025
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

1 Responses to La nostra visione del Patrimonio storico di Roma non è quella di chi ha messo un manufatto a Piazza di Spagna

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