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Stadio Flaminio: NO a partite e  grandi eventi in mezzo alle case SI’  alla conservazione dell’opera di Nervi e alla sostenibilità per gli abitanti

Stadio Flaminio (foto AMBM)

La Giunta Gualtieri ha negato l’interesse pubblico a un progetto di fattibilità sullo Stadio Flaminio  presentato da S.S.D. Roma Nuoto che prevedeva un “impianto polifunzionale” con una “pluridisciplinarità delle attività sportive previste(1). Decisione che arriverà al voto dell’Assemblea capitolina lunedì 28 aprile dalle 11 alle 18.

Senza esprimere alcuna valutazione di merito del progetto, le scriventi associazioni manifestano viva preoccupazione per le motivazioni di tale decisione, che denotano una visione dell’Amministrazione del futuro dello Stadio Flaminio che tiene in poco conto la qualità della vita dei  residenti, che già subiscono le pesanti ricadute sul quartiere delle attività –  sportive e non  – dello Stadio Olimpico, compresi gli  episodi di vera e propria guerriglia urbana, come quelli di  domenica 13 aprile, a cui si aggiungono i forti disagi per la mobilità. E desta preoccupazione un altro progetto presentato,  che prevede di trasformare lo Stadio Flaminio nello Stadio della Lazio, con lo stravolgimento della straordinaria opera architettonica di Pier Luigi  e Antonio Nervi. Prospettiva  in corso di valutazione senza informazione e confronto con la cittadinanza,  che dovrebbero  essere avviati per ogni importante trasformazione urbanistica prima del punto di non ritorno dell’approvazione dei progetti.

Per il Sindaco  lo Stadio Flaminio dovrebbe essere destinato   alla “funzione primaria per la quale la struttura è stata progettata, quella di Stadio” adeguata alla “vocazione di ‘grande impianto sportivo’ in grado di ospitare manifestazioni sportive nazionali e internazionali”,  e non è di pubblica utilità  la proposta scartata, con la singolare giustificazione del  “depotenziamento delle funzionalità dello Stadio in virtù della riduzione del numero dei posti, dai 42 mila originari a 7500”.

Una autostrada aperta per il progetto dello Stadio della Lazio del senatore Lotito – tra l’altro cofirmatario del Disegno di Legge DDL S. 1312 Disposizioni in materia di stadi e impianti calcistici italiani presentato qualche mese fa al Senato –  che prevede lo stravolgimento di un’opera architettonica vincolata, lo Stadio progettato da Pier Luigi Nervi e dal figlio Antonio, realizzata in occasione della XVII Olimpiade di Roma del 1960, chedal 2018 è un monumento tutelato dal Ministero della Cultura per gli elementi che ne fanno un esempio poi imitato in tutto il mondo. Un’opera che qualche tempo fa è stata oggetto  di un Piano di Conservazione elaborato dall’Università La Sapienza finanziato dalla Getty Foundation, nel quale è stato implementato l’approccio delineato dall’ICOMOS per la conservazione del patrimonio d’interesse storico-artistico del XX secolo. Piano  che con il progetto Lotito diventerebbe carta straccia.

Infatti dalle anticipazioni di stampa sul Piano Economico Finanziario,  il progetto dello Stadio della Lazio prevederebbe “due stadi completamenti distinti”, “due involucri architettonici separati”, con uno stadio “sospeso, leggerissimo, in acciaio” calato su quello originario, per accogliere fino a 50mila e 500 tifosi,  in occasione  delle gare internazionali, a cui si aggiungerebbe una copertura degli spalti.  Di fatto la nuova struttura avvolgerebbe la costruzione esistente facendola  scomparire alla vista, e, di fatto, cancellandola.

Ma colpisce anche il totale disinteresse dell’attuale Amministrazione per la  mancanza dei minimi requisiti richiesti per la sostenibilità di un impianto di tale portata:  basti vedere le tante problematiche sorte per il progetto dello Stadio della Roma a Pietralata, che nonostante riguardi un’opera localizzata  in un’area rimasta ancora libera (ma con importanti presenze arboree che verranno impietosamente sacrificate) e poco distante da una linea della metropolitana e da una stazione ferroviaria,  dagli stessi uffici capitolini è stata definita  inadeguata  a sostenere la mobilità dell’utenza prevista di 65000 spettatori. E se risulterebbero  insufficienti i parcheggi previsti sotto lo Stadio di Pietralata,  ancor più lo sarebbero al Flaminio, dato che il sottosuolo contiene reperti archeologici  – un’antica necropoli romana – che impedirebbero  la realizzazione di posti auto sotterranei.

Viene il motivato sospetto che sia dovuto proprio alla necessità di risolvere queste problematiche che  recentemente l’Assemblea capitolina ha adottato una delibera che modifica le Norme Tecniche del Piano regolatore, tra le quali una riduzione dei parcheggi per gli impianti sportivi.

L’insostenibilità dell’intervento è evidente anche a confronto con lo Stadio Olimpico:  ci  chiediamo come si possa  permettere l’afflusso di migliaia di persone in un’area ancora più urbanizzata e ancora più centrale di quella dell’attuale  Stadio, circondato da uno spazio vuoto di oltre 70 ettari contro i 24 dello Stadio Flaminio. Nei pressi dello Stadio Flaminio ci sono stabili di abitazione e uffici fino a 40 metri di distanza dagli spalti, mentre a  30 metri corre lo svincolo in uscita dal viadotto di Corso Francia,  uno snodo fondamentale per il traffico tra il centro della città e il quadrante settentrionale che coinvolge ben tre quartieri: il Flaminio, la parte settentrionale dei Parioli e il Tor di Quinto con gli accessi alla via Flaminia Nuova e alla via Cassia Nuova. E  nulla sappiamo del destino dello Stadio Olimpico, se andassero a buon fine i progetti di entrambe le squadre romane: un’altra struttura che finisce nel degrado? O una struttura funzionante con impatti che si sommano a  quelli  dello Stadio della Lazio?

Le scriventi associazioni affermano quindi  con forte determinazione la propria  contrarietà a  qualsiasi utilizzo dello Stadio Flaminio che preveda un numero di spettatori superiore alla capienza attuale di 23-24mila e  anche all’utilizzo h24 e 7 giorni su 7 che prevedibilmente sarà introdotto per raggiungere l’ “equilibrio economico finanziario”, possibilità consentita e in qualche modo sollecitata dalla vigente legislazione. E, soprattutto, si oppongono a qualsiasi intervento che modifichi l’attuale struttura architettonica, anche “circondandola con una nuova installazione” che la nasconda alla vista. 

Lo Stadio Flaminio è un patrimonio collettivo  che non può essere svenduto o piegato a interessi  privati, così come non può  essere svenduta la qualità della vita dei cittadini.

Vogliamo che lo Stadio Flaminio venga recuperato  e utilizzato, ma nel nome della sostenibilità per gli abitanti e per il patrimonio storico e che le ipotesi di trasformazione  presenti e future siano portate a conoscenza della cittadinanza, all’interno di un dibattito con la città.

Associazione Carteinregola, Comitato Stadio Flaminio, Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli, Fondazione Pier Luigi Nervi Project, DOCOMOMO Italia, Cittadinanzattiva Lazio, Salviamo il Paesaggio Roma e Lazio, Seniores Italia ODV, Cittadinanzattiva Flaminio, Associazione Cittadini Flaminio, Parco Villaggio Olimpico, AMUSE APS

Roma, li 18 aprile 2025 (ultima modifica 22 aprile 2025)

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

vedi anche Stadio Flaminio – II Municipio cronologia materiali

vedi anche il webinar del 6 dicembre 2023 QUALE FUTURO PER LO STADIO FLAMINIO?  Ripartire dalla conservazione per il rilancio 

NOTE

(1) VEDI sito di Roma Capitale 3 aprile 2025 Stadio Flaminio, no a interesse pubblico per progetto Roma Nuoto

Con una delibera votata all’unanimità dalla Giunta, Roma Capitale ha approvato il mancato riconoscimento del pubblico interesse per il progetto di fattibilità sullo Stadio Flaminio presentato da Costruzioni Civili e Commerciali S.p.A., in qualità di mandataria del R.T.I. costituito con la Rubner Holzbau S.r.l. e la S.S.D. Roma Nuoto a.r.l. 
Tra le considerazioni a fondamento della delibera di Giunta si legge: “La proposta non restituisce alla città la funzione primaria per la quale la struttura è stata progettata, quella di Stadio; non valorizza la vocazione di ‘grande impianto sportivo’ in grado di ospitare manifestazioni sportive nazionali e internazionali; depotenzia le potenzialità dello stadio quale polo attrattore culturale”. 
Inoltre: “La proposta depotenzia le funzionalità dello Stadio in virtù della riduzione del numero dei posti, dai 42 mila originari a 7500, e dell’introduzione di funzioni di carattere commerciale” con una rete “costituita da una struttura di vendita di 2.500 metri quadrati ed altre aree di vendita”.
Da grande stadio d’interesse nazionale, il Flaminio sarebbe stato trasformato in “un impianto polifunzionale” con una “pluridisciplinarità delle attività sportive previste, le quali, peraltro non arricchiscono l’offerta sportiva del quadrante territoriale di riferimento”, uno dei più forniti di Roma in termini di strutture e servizi per lo sport: una preziosa eredità delle Olimpiadi del 1960.La delibera di Giunta sarà sottoposta all’approvazione dell’Assemblea Capitolina. Il TESTO integrale

1 Responses to Stadio Flaminio: NO a partite e  grandi eventi in mezzo alle case SI’  alla conservazione dell’opera di Nervi e alla sostenibilità per gli abitanti

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