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Progetto Vertiporto: Parco Piccolomini non è un’area degradata ma una villa vincolata

Si è svolta il 12 aprile l’Assemblea pubblica NO AL VERTIPORTO DI PARCO PICCOLOMINI presso La Fattorietta del Vicolo del Gelsomino, indetta dal Comitato Parco Piccolomini, a cui hanno partecipato Carteinregola, Arci Roma e Italia Nostra Roma. Un progetto che ha molte controindicazioni, a partire dal fatto che sarebbe realizzato in una villa storica ultravincolata nel cuore di Roma, che incredibilmente viene proposto in base a una normativa creata per usi temporanei di “aree urbane degradate” e “edifici e spazi dismessi”.

Da quando è nata  Carteinregola, nel 2012 (1), ci troviamo molto spesso di fronte a situazioni in cui i  – legittimi – interessi dei privati sono in conflitto con la città pubblica, con la qualità delle vita dei cittadini, con la conservazione del nostro patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico. E altrettanto spesso ci troviamo di fronte a progetti volti – legittimamente – al profitto privato – che si ammantano di slogan quali la “rigenerazione urbana”, la “mobilità sostenibile”, gli “spazi sociali”, i “materiali green“.

Il vertiporto previsto a Parco Piccolomini  (2)   è uno dei tanti esempi, forse uno dei più clamorosi.

Il progetto, che si intitola – in linea con il marketing che va per la maggiore –   “Parco dimostrativo della mobilità sostenibile”, prevede di realizzare in un Parco di proprietà della ASP regionale Fondazione Nicolò Piccolomini per l’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica, a pochi passi da San Pietro, una stazione per l’atterraggio e il decollo di aeromobili VTOL a decollo verticale, sorta di droni giganti per il trasporto di passeggeri (una prima base è già stata realizzata all’areoporto di Fiumicino) e anche di merci.

dal sito Urban-V

Non siamo contrari aprioristicamente ai vertiporti e a nuove forme di mobilità, ma riteniamo che le regole debbano essere fissate dalle istituzioni pubbliche preposte, sia in generale, essendo l’aria e l’atmosfera dei beni collettivi, sia rispetto all’individuazione dei luoghi  su dove si possono realizzare le stazioni di partenza e atterraggio dei velivoli, che dovrebbero essere previste – come indicato dall’Easa [European Union Aviation Safety Agency ] “nei pressi degli snodi strategici dei trasporti di superficie, come le stazioni ferroviarie o della metro, oppure negli ultimi piani di grandi parcheggi o centri commerciali“ (3).

Il progetto del vertiporto illustrato dalla Società proponente prevede la costruzione ex novo  di strutture – vedremo dopo quanto  “temporanee” – nel verde di una villa storica vincolata, con caratteristiche tutelate di un “paesaggio naturale” e “naturale di continuità” che costituisce uno dei pochi residui urbani di campagna romana inclusa nella città.

E oltre alle nuove edificazioni – a detta della Società proponente ecosostenibili, temporanee e facilmente smontabili – necessarie per l’accoglienza, per il servizio di check-in e check-out , bisogna considerare tutti gli interventi per le linee elettriche, le fognature, le strade di accesso al parco e al vertiporto. Non possiamo poi non dimenticare le criticità legate all’impatto acustico e di disturbo della quiete (per gli abitanti e per gli animali, in particolare l’avifauna) dovuti alla circolazione dei velivoli e dei veicoli che accederanno al parco per accogliere i passeggeri (4).

Per questo  ci sembra una proposta che avrebbe dovuto essere immediatamente rispedita al mittente, tanto più che nel recente passato erano già stati bocciati altri progetti non compatibili con la tutela della villa (5).

Ma ci concentreremo su un aspetto in particolare, che sembra l’architrave di tutta l’operazione: il principio della temporalità e la normativa di riferimento.

La conferenza dei servizi che è stata indetta dal Dipartimento urbanistica di Roma Capitale (e alla quale Carteinregola invierà le proprie osservazioni) in seguito alla richiesta della società proponente, si intitola “… Proposta di Uso temporaneo richiesto dalla Società … ai sensi dell’art. 23-quater del D.P.R. 380/01 e ss.mm.ii “.

L’articolo 23 quater del Testo unico dell’edilizia (6) recita: “Allo scopo di attivare processi di rigenerazione urbana, di riqualificazione di aree urbane degradate, di recupero e valorizzazione di immobili e spazi urbani dismessi o in via di dismissione e favorire, nel contempo, lo sviluppo di iniziative economiche, sociali, culturali o di recupero ambientale, il comune può consentire l’utilizzazione temporanea di edifici ed aree per usi diversi da quelli previsti dal vigente strumento urbanistico”.  

Restiamo davvero senza parole:  Parco Piccolomini non è né un’area urbana degradata, né un immobile o uno spazio urbano dismesso,  né un luogo da recuperare con iniziative economiche  o sociali o di recupero ambientale… 

Se poi andiamo a leggere la Delibera di Assemblea capitolina n. 69 del 2023 (6) – stessa maggioranza di oggi – che fa seguito a quella norma nazionale per permettere  “Usi temporanei” di aree urbane degradate ecc” e andiamo a leggere  gli  “specifici criteri ed indirizzi attuativi” di tali “forme di gestione temporanea di aree ed edifici dismessi”, approvati dall’Assemblea, ci chiediamo ancora di più come sia possibile classificare Parco Piccolomini, un cuore verde nel cuore di Roma, in una  delle  fattispecie da destinare  a “Usi temporanei” coerenti con le seguenti strategie:

  • fornire una risposta tempestiva ad esigenze abitative emergenti offrendo servizi per l’abitare temporaneo, limitatamente agli immobili pubblici;
  •  fornire risposte alle esigenze di utilizzo direzionale e turistico-ricettivouffici e alberghi, offrendo spazi e servizi idonei allo scopo;
  • favorire attività di rigenerazione urbana di edifici dismessi e spazi aperti e verdi sottoutilizzati per ricollocarli all’interno del tessuto urbano;
  • ridefinizione degli spazi interstiziali come strategia di riconnessione di parti urbane differenti; –  riconnessione area?
  • utilizzazione delle aree interessate da processi di trasformazioni urbane durante l’iter. amministrativo, per il tempo di realizzazione del progetto;
  • favorire installazioni artistiche e attività volte alla promozione della “creatività urbana”;
  • incrementare la dotazione di spazi pubblici fruibili dalla cittadinanza, aree attrezzate per il gioco e lo sport e aree gioco per bambini, orti didattici e urbani, attrezzature sociali e assistenziali, spazi per l’accoglienza;

E’ evidente che chi ha scritto la norma nazionale e la delibera comunale aveva in mente ben altre aree verdi, nelle periferie e comunque  in zone povere di servizi, di spazi sociali e di bellezza, dove affidare per qualche tempo, o per sperimentazione, edifici e spazi, anche con  destinazioni non previste. Non in una villa storica vincolata.

A ciò si aggiunge una domanda su cosa si intende per “temporaneo”.

A Roma sappiamo bene che il “provvisorio” è una delle categorie più “longeve” e “definitive” delle iniziative sia pubbliche che  private (7). Ma in questo caso la delibera comunale indica che: “la durata degli “Usi temporanei” non può essere superiore a tre anni rinnovabili di ulteriori due anni”- in totale 5 anni.  Ed  è tutto da vedere:  secondo il proponente il vertiporto e relative strutture di servizio sarebbero facilmente smontabili “al termine degli eventi”  – plurale -. Il Giubileo del 2025 è alle porte, a quali altri si riferiscono? Va tenuto anche conto del fatto che il contratto di affitto dell’area previsto dal bando della Fondazione Piccolomini è di 6 anni rinnovabili.

Purtroppo informazioni dettagliate sul progetto e su quelli che saranno gli impatti concreti sull’area, le dimensioni delle strutture, le superfici occupate, le infrastrutture necessarie da costruire anche con scavi,  allargamenti delle vie d’accesso e impermeabilizzazioni del terreno,  non sono state rese pubbliche dai proponenti neanche in occasione della riunione della Commissione Trasparenza della Regione Lazio che si è tenuta il 21 novembre 2023.

Ci auguriamo che, come abbiamo già in parte potuto verificare dalle risultanze degli accessi agli atti, le amministrazioni chiamate a esprimersi nella conferenza dei servizi mettano al primo posto la tutela dei beni comuni e il rispetto delle regole – che sono anch’esse a tutela della sicurezza dei cittadini e dell’interesse pubblico –  e che il vertiporto si faccia, ma in un altro luogo, più utile e adatto.

Gruppo Parco Piccolomini di Carteinregola

12 aprile 2024

vai a Vertiporto Parco Piccolomini cronologia materiali – XIII Municipio

per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

12 aprile 2024

NOTE

  1. https://www.carteinregola.it/index.php/about/
  2. Leggi il nostro articolo:” eVitol e vertiporti: prima di tutto le regole e le tutele per i beni collettivi (come i parchi storici)” https://www.carteinregola.it/index.php/evitol-e-vertiporti-prima-di-tutto-le-regole-e-le-tutele-per-i-beni-collettivi-come-i-parchi-storici/

Per approfondire vedi anche la nostra scheda: Cronologia e materiali

3) https://www.easa.europa.eu/it/light/topics/vertiports-urban-environment.

… “i vertiporti sono aree dedicate che mettono a disposizione l’infrastruttura necessaria per il trasporto aereo commerciale sicuro di passeggeri o merci mediante VTOL. Per realizzare appieno il potenziale della mobilità aerea urbana, i vertiporti devono essere facilmente accessibili, con buoni servizi di collegamento con strade, stazioni ferroviarie, autobus, ecc. Possono situarsi al livello del manto stradale o in cima a edifici….”.

Segnaliamo che in data 10 aprile 2024 (https://www.easa.europa.eu/en/newsroom-and-events/news/european-commission-adopts-regulatory-package-giving-go-ahead-vtol) la Commissione Europea ha adottato un nuovo pacchetto normativo con il quale dà il via libera alle operazioni di volo con VTOL e  al servizio di TAXI aerei. Pacchetto che mette in atto le regole finali per il lancio della Mobilità Aerea Innovativa (IAM), compresi i servizi di aerotaxi. Queste nuove regole sono basate sul documento elaborato dall’EASA in data 23 agosto 2023

4) Come può essere compatibile un vertiporto con l’area verde protetta di Parco Piccolomini con la recente regolamentazione adottata, a solo titolo di esempio, per i droni per videoriprese ad uso amatoriale o professionale nel parco dei Castelli Romani e nel Parco Regionale dell’Appia Antica? Vedi: “Sorvolo droni nel Parco: il divieto anche sulle mappe D-flight”

 “Droni sulle aree protette: perché non si può” https://www.parcocastelliromani.it/s/content/92003020580/1662119382.117

“Sorvolo sulle aree protette del Lazio” https://www.parcocastelliromani.it/s/content/92003020580/1676367774.9061

5) Il circolo da golf con annessa club house e piscina (2012) e successivamente nel 2015 un Social Club (centro per le attività agricole e culturali). Il 18 gennaio 2016: con verbale di chiusura della Conferenza dei Servizi (acquisito dal Comitato Parco Piccolomini) viene dato parere negativo alla proposta di realizzare il social club nell’area in oggetto poiché incompatibile con la normativa del PRG e con le norme di salvaguardia del PTPR. In dettaglio i motivi ostativi della Soprintendenza sulla base delle norme di PTPR:  è vietata la costruzione di manufatti di qualsiasi genere; è interdetta l’apertura di strade che non siano esclusivamente pedonali con un’ampiezza non superiore ad 1,5 mt. ; è vietata la realizzazione di parcheggi; sono vietate opere di scavo;  è vietata l’eccessiva zonizzazione che frammenterebbe la continuità paesaggistica determinando un uso promiscuo delle aree.

6) 70a Proposta (Dec. G.C. n. 44 del 13 luglio 2022)  Linee guida e criteri di indirizzo per l’attuazione delle disposizioni di cui all’art. 23-quater del Testo Unico per l’edilizia, D.P.R. n. 380/2001 relative agli “Usi temporanei” di aree urbane degradate, di recupero e valorizzazione di immobili e spazi urbani dismessi o in via di dismissione nel territorio di Roma Capitale. Approvazione dello Schema di Convenzione-Tipo. scarica la delibera

(7) vedi la pista di pattinaggio Axel a Piazza Manicini, per fare un esempio, che doveva durare solo 6 mesi ed è stata abbattuta dopo anni

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Carla Benocci
Carla Benocci
17 giorni fa

Sono perfettamente d’accordo con il rigetto totale di questa assurda proposta del tutto estranea al carattere storico, artistico e paesaggistico del luogo. Carla Benocci