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Sosta illegale alle fermate del trasporto pubblico

art 151 codice della stradadi Vito De Russis*
La sosta illegale in doppia fila è la scenografica goccia che trabocca dal bicchiere pieno della mobilità urbana romana. E’ uno dei “punti disturbativi” più appariscenti delle regole della “convivenza civile” e, come tale, cattura l’attenzione e registra qualche (effimera) soluzione:

  • quantitativa, con sporadici interventi sanzionatori (tempo fa era attiva anche l’azione di rimozione di quei veicoli);
  • qualitativa, per interventi in “certi” punti della città di Roma.
    Questa politica consolida quella “emergenza” che, per anni, venne chiesta da Veltroni, sindaco di Roma, ed ottenuta solo nel 2006 (dal presidente Prodi, col DPCM 4.8.2006(1), e poi prorogata, senza interruzione, per 3 volte da Berlusconi e poi  – momentaneamente  – lasciata “morire burocraticamente” 7 anni dopo da Monti (2)
    Non solo, quella “Emergenza” è aumentata negli anni, anche, a causa dei discutibili provvedimenti dell’aumento del biglietto Tpl del 50% e della campagna di “razionalizzazione 2014-15” (ovvero la riduzione del 27,9% delle linee del Tpl).
    L’ADP-Assoc.ne Diritti Pedoni di Roma e del Lazio sostiene il rapido ripristino della “normale mobilità cittadina” (uscita reale dall’Emergenza del 4.8.2006) utilizzando il rispetto delle regole, la Legalità.
    In questo modo ADP intende svuotare quel bicchiere operando: sia sulle parti visibili (es. le aree di fermata bus TPL: artt. 40 e 158 del vigente CdS;  art. 151 e Figura II 447 del vigente Regolamento);  sia sulle parti invisibili (es.:  art. 191, stop agli attraversamenti pedonali).
    Per quanto riguarda la struttura delle “fermate Tpl” romane, il gestore deve rispettare quanto stabilito nei citati CdS e Regolamento (dimensioni e segnalazione) per rispettare i diritti e la dignità dei viaggiatori (molti dei quali, essendo pedoni, sono “Tpl dipendenti”) e per consentire al personale conducente aziendale un servizio sicuro, rispettoso, civile e umano.
    Per quanto riguarda l’immensa ininterrotta illegale occupazione delle aree di quelle migliaia di fermate, dobbiamo ricordare al gestore (e non solo a lui) i danni civili, sociali, morali ed economici che, GIORNALMENTE, procura ai 2.761.477 abitanti:  non elevando circa 270mila contravvenzioni; non sottraendo dalle patenti dei conducenti trasgressori circa 540mila punti;  non rimuovendo alcune centinaia di veicoli (impedendo di educare decine di migliaia di altri conducenti trasgressori.)
    In merito alla parte invisibile riferita all’art. 191, l’Associazione Diritti Pedoni di Roma e del Lazio-ADP ritiene inaccettabile l’ufficializzazione di meno di 7.000 contravvenzioni elevate nei 366 giorni del 2015 nei Comuni capoluogo italiani. (Con n. 6 ispettori Atac o n. 6 PRC, per poche ore al giorno, nei 7 giorni di una settimana qualsiasi dell’anno, nei pochi metri di via Pantelleria, in Roma, ne eleverebbero altrettante.)

*Presidente dell’Associazione Diritti dei Pedoni

(1) vediLe tappe dell’Emergenza traffico

(2) vedi: ocdpc n. 97 del 19.6.2013 su G.U. n. 148/26.6.2013.

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