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Maurizio Veloccia – Assessore all’Urbanistica

Maurizio Veloccia, candidato in Campidoglio in tandem con Sabrina Alfonsi, è stato insieme a lei il più votato della coalizione di centrosinistra con 7013 preferenze. La sua precedente esperienza amministrativa è stata dal 2013 al 2015 come Presidente dell’XI Municipio (zona Portuense-Corviale), poi non riconfermato nel 2016 dall’onda lunga pentastellata, è passato a lavorare nella Regione di Zingaretti come vice capo gabinetto, con quell’Albino Ruberti anche lui appena passato in Campidoglio.

Laureato in Ingegneria Elettronica, indirizzo Telecomunicazioni, ha preso un Master II Livello in Ingegneria gestionale per le aziende sanitarie.

Maurizio Veloccia, insieme ad Alfonsi, sono stati tra i pochissimi candidati all’Assemblea capitolina che hanno accettato di mettere in pratica le proposte della nostra Carta della candidata e del candidato trasparente, mettendo sul suo sito anche informazioni sui finanziamenti della campagna elettorale.

Quanto alle sue idee per l’urbanistica della Capitale, nel suo programma “Idee per Roma“, tocca moltissimi aspetti della vita cittadina avanzando le relative proposte, ma parla assai poco di urbanistica, solo nel capitolo “Una città sicura“, e in un breve paragrafo a proposito delle periferie:” Infine sarà necessario investire sul recupero delle nostre periferie: in questi cinque anni tutto si è fermato. Anche progetti di pubblica utilità, programmi urbanistici complessi, opere di riqualificazione e riconversione sono stati fermati. Questo disincentiva gli investimenti ed impedisce il recupero urbano soprattutto dei contesti più degradati. La legge sulla “rigenerazione urbana” è stata totalmente disapplicata da Roma Capitale: le convenzioni firmate si contano sulla punta delle dita e anche le opere pubbliche, quelle ad esempio a scomputo che dovevano essere realizzate da consorzi, sono ferme al palo. È necessario in questo campo un ritorno all’azione. Guai a produrre nuovo consumo di suolo, ma guai a continuare ad impedire la realizzazione di quanto pianificato e di quanto può essere di pubblica utilità“.

Di seguito la sua autobiografia, il suo curriculum, il suo programma e le info dal suo sito.

scarica il curriculum Maurizio Veloccia

(dal Sito https://roma2021.maurizioveloccia.it/)

CHI SONO

Mi chiamo Maurizio Veloccia, sono nato a Roma 43 anni fa, dove vivo insieme a mia moglie, un bambino meraviglioso di 5 anni e Spillo, un trovatello che di anni ne ha 12. Sono laureato in Ingegneria Elettronica e da sempre mi occupo di sistemi informativi e di comunicazione. Nel corso degli anni ho ampliato i miei studi al campo del management conseguendo, nel 2019, un Master in Gestione delle Aziende Sanitarie.
Oltre a queste c’è un’altra grande passione che caratterizza da sempre la mia vita: la politica.

Una passione nata come volontariato civile che ha riempito la mia gioventù e che mi ha permesso di unire le grandi battaglie ideali come l’ambientalismo, i diritti civili, la lotta contro ogni disuguaglianza, a una attività più concreta nei quartieri con lo scopo di migliorare la vita reale e quotidiana dei cittadini romani.

Nel 2013 sono stato eletto Presidente del Municipio XI: un territorio eterogeneo, con molti quartieri in cui è possibile toccare con mano le criticità dello sviluppo urbano della Capitale. Quella esperienza, interrottasi in modo brusco e prematuro nel 2016 con la caduta della Giunta Marino, mi ha permesso di costruire una solida esperienza fatta di passione civile e concretezza amministrativa: realizzare una piazza al posto di un parcheggio fatiscente, risanare una scuola abbandonata da troppi anni, portare fognature in parti di città dove ancora non arriva l’acqua corrente. Ascoltare le persone, studiare questi problemi, trovare delle soluzioni concrete, mi ha reso ancor più consapevole di quante “città” diverse esistano nella stessa Roma e di quanto sia necessario agire a livello locale per migliorare realmente la qualità della nostra vita.

Dal 2016 il Presidente Nicola Zingaretti mi ha voluto al suo fianco in Regione Lazio come Vice Capo di Gabinetto. Sono stati anni intensi, appassionanti e estremamente formativi: tutti i giorni ho affrontato la sfida di governare una Regione così meravigliosa e al contempo complessa. Ho cercato di farlo senza mai dimenticare gli insegnamenti appresi in Municipio: ogni persona, ogni problema, meritano di essere ascoltati con umiltà e l’istituzione deve essere costantemente pronta a dare una risposta, che sia positiva o negativa.

Ho vissuto momenti esaltanti, ma ci sono stati anche momenti drammatici: penso al terremoto di Amatrice o allo scoppio della pandemia di Covid-19, una lotta che ci ha visto in trincea sin dal primo giorno. Eventi che resteranno indelebili nella mia vita, così come i tanti progetti realizzati con Nicola Zingaretti. Queste esperienze hanno rinnovato in me, ancora una volta, la voglia di lavorare per Roma e per la sua rinascita, con lo scopo di promuovere finalmente un’azione di buon governo.

È con questo spirito che ho deciso di candidarmi come Consigliere Comunale alle prossime elezioni amministrative, per mettere queste competenze e questa storia, fatta di passione e serietà, al servizio dei romani e dell’assemblea capitolina.

Per la campagna elettorale delle elezioni amministrative di ottobre 2021 ho un budget di 20.000 euro, derivante da autofinanziamento e raccolta fondi

Idee per Roma

Come Presidente di Municipio prima e poi nel lavoro a fianco di Nicola Zingaretti in Regione Lazio, ho potuto affrontare diverse questioni che riguardano lo sviluppo di Roma.
In particolare ho seguito la realizzazione di molti progetti con l’obiettivo di risolvere alcuni problemi della città e creare buone pratiche, da estendere e rafforzare.

Quelli che seguono sono i 4 assi di azione indispensabili, a mio avviso, per migliorare la qualità della vita di noi cittadini e rilanciare la competitività, lo sviluppo ed il futuro di Roma. Per ciascuno ci sono alcuni approfondimenti, a partire da alcune iniziative realizzate dalla Regione per Roma, che ho contribuito a sviluppare.

L’auspicio è che possano essere riprese anche dalla prossima Amministrazione capitolina perché costituiscono un’importante base programmatica per il futuro della nostra città. Si tratta di un elenco di azioni da incrementare anche con spunti, idee e proposte che ho intenzione di raccogliere su questo sito.

  1. Il diritto ad una “mobilità efficiente”
  2. Roma verde
  3. Una città sicura
  4. Una citta’ con al centro le persone
  5. Accessibilità

Il diritto ad una “mobilità efficiente”

I Romani meritano un TPL all’altezza della Capitale del paese.
Ma senza una solida rete di trasporto su ferro tutto questo non sarà possibile, servono quindi imponenti investimenti in infrastrutture e mezzi. In questi anni di amministrazione regionale ci siamo spesi quotidianamente in tale direzione, contribuendo alla progettazione e al finanziamento di opere cruciali per Roma: il Completamento della Metro C, la chiusura dell’anello ferroviario, l’ammodernamento della Roma-Lido e della Roma-Viterbo, il rinnovo del parco mezzi e gli accordi con Trenitalia per l’aumento della frequenza dei treni.
Alla realizzazione finale di queste infrastrutture andrà affiancata una rete complementare e ben organizzata di mobilità alternativa e ecologica (piste ciclabili, sharing di auto elettriche) che connetta gli uni con gli altri gli snodi principali del TPL.
In questo modo si potrà ottenere la sinergia necessaria tra il trasporto su ferro e la micro mobilità, con lo scopo di offrire un servizio degno ai romani disincentivando, al tempo stesso, il trasporto su gomma.

Il diritto alla mobilità

In questi anni si è molto parlato di mobilità e trasporto pubblico. Gli assi su cui dovremmo sempre più lavorare e sono legati alla cura del ferro e alla mobilità alternativa a quella su gomma.

Per cura del ferro dobbiamo intendere sempre più nuove reti di trasporto pubblico su rotaie. In questi anni la Regione ha contribuito, sia in termini economici e sia in termini gestionali, a migliorare da questo punto di vista la dotazione infrastrutturale di Roma.
Gli interventi principali sono stati:

  • finanziamento ai lavori per prolungamento linea di Metro C;
  • chiusura Anello Ferroviario, siglato accordo quadro con RFI e opera finanziata interamente dal MIT;
  • nuovo contratto di servizio siglato con Trenitalia per stazioni dentro Roma, aumento significativo corse in tratta urbana, percorrenze rapide e frequenze di 6 minuti (finanziato MIT);
  • protocollo con Rfi e Roma Capitale per l’ammodernamento della stazione Fiera di Roma su modello EXPO Milano e l’adeguamento per treni Alta Velocità con € 1,2 mln di finanziamento straordinario regionale;
  • tombamento Vallo Ferroviario Pigneto per nascita nuova stazione grazie a un accordo quadro con RFI. La Regione ha finanziato l’opera con 9mln di Euro supplendo anche al mancato esborso di Roma Capitale come da impegni;
  • nodi/parcheggi di scambio Annibaliano, Conca D’Oro, Villa Bonelli, Anagnina con un investimento regionale di 20 mln di euro.

Si deve continuare su questa strada: completando la metro C e riattivando la progettualità sulla metro D.
Si deve inoltre continuare ad investire sul potenziamento e l’ammodernamento della Roma-Lido e della Roma-Civita Castellana.
In questo contesto già è stato fatto un importante investimento da parte della Regione per l’acquisto di 38 nuovi convogli.

Infine si deve lavorare su nuove tranvie e su sistemi di trasporto intelligenti, investendo ulteriori risorse oltre ai 19 milioni già finanziati dalla Regione per “semafori intelligenti”, sull’estensione della bigliettazione elettronica, sull’utilizzo dei big data per monitorare e gestire l’infomobilità ed i trasporti.

Rispetto alla mobilità alternativa e al disincentivo all’utilizzo delle macchine private è necessario incentivare forme di sharing estendendo a tutti quartieri quella già esistente, anche attraverso garanzie ed incentivi, e favorendo sempre più l’intermodalità negli spostamenti. In particolare è necessario attuare il GRAB e moltiplicare bike lane e ciclabilità in ambito locale attraverso piani particolareggiati attuativi a livello municipale. Va inoltre facilitata la pedonabilità con un investimento straordinario per il rifacimento di marciapiedi e per l’abbattimento di barriere architettoniche, va fluidificato il traffico veicolare con preferenziali e lotta alla doppia sosta attraverso street control fissi e mobili, e parcheggi di scambio.

Roma verde

La sfida per il miglioramento della qualità della vita a Roma passa anche per la valorizzazione e la cura del verde urbano: le ville e i parchi sono i polmoni della nostra città. Grazie al progetto OSSIGENO, sviluppato dalla Regione Lazio, sono stati già finanziati 8 progetti di ripiantumazione di alberi nelle aree verdi di Roma Capitale ed in tutta la Regione verranno piantati oltre 6 milioni di alberi. L’iniziativa del sostegno all’associazionismo di base per la cura e la vigilanza delle aree verdi portato avanti dalla Regione ha avuto un sorprendente successo. Partendo da questa iniziativa, dobbiamo puntare a una sempre maggior sinergia e collaborazione tra Comune e Regione per la gestione dei parchi, delle aree verdi urbane e delle aree ludiche.

Allo stesso modo, servirà un’amministrazione finalmente all’altezza di cooperare nell’opera di riqualificazione delle sponde del Tevere già finanziata e intrapresa sempre dalla Regione Lazio. In questo modo potranno essere tolti al degrado e restituiti alla cittadinanza molti chilometri di verde ad oggi preda del degrado

Il Tevere

In questi anni, finalmente, si sta riscoprendo il Tevere e la sua funzione essenziale per lo sviluppo di un modo alternativo di vivere la città. Non più un fiume fonte solo di degrado e di abbandono ma uno straordinario luogo dove favorire nuovi spazi di aggregazione e socialità. Intorno al Tevere sono nate decine e decine di esperienze associative, volte al recupero della fruizione delle sue sponde, al recupero ambientale della qualità delle sue acque, alla salvaguardia idraulica. Numerosi i progetti in essere, alcuni dei quali molto ambiziosi come quelli legati alla navigabilità e alla candidatura del fiume a patrimonio Unesco. Il contratto di Fiume e la costituenda Fondazione di Partecipazione del Tevere, promossa dalla Regione Lazio costituiscono, in questa direzione, degli strumenti importanti.

Questo interesse ha portato già oggi ad importanti opere di riqualificazione, realizzate o in corso di realizzazione:

  • il parco della Magliana ed il nuovo parco del Tevere di Marconi;
  • le barriere antirifiuti;
  • la rimozione dei relitti.

Si tratta di opere che seguono due assi fondamentali: da un lato la “bonifica” del fiume e delle sue sponde, la tutela ambientale ed idrogeologica, dall’altro la valorizzazione di uno straordinario ecosistema che può costituire un’occasione di sviluppo per l’intera Capitale.

Il verde di Roma ed il patto con l’associazionismo

La legge sui Beni Comuni e l’attenzione per l’associazionismo hanno permesso di realizzare un nuovo protagonismo del territorio e delle associazioni di volontariato nella cura dei nostri spazi. In particolare, grazie ad una intuizione dell’assessore Sartore, come Regione Lazio abbiamo finanziato più di cento progetti di co-gestione di spazi verdi, aree di aggregazione, giardini e parchi.

Un’idea di condivisione di responsabilità e attenzione al territorio che unisce le istituzioni al protagonismo attivo dell’associazionismo e che deve essere resa stabile e duratura. I patti di collaborazione con i comitati e le associazioni di quartiere per la vigilanza, la manutenzione ordinaria e la gestione degli spazi pubblici devono diventare uno dei paradigmi per permettere ai cittadini di Roma di riappropriarsi dello spazio pubblico, riqualificarlo e renderlo fruibile in sicurezza. Stanno nascendo a Roma progetti nati dall’associazionismo e sostenuti dalla Regione con cui manutenere, vigilare e gestire playground, spazi verdi dell’Ater, giardini pubblici.
Questo è il futuro: un patto tra istituzioni e cittadinanza attiva per la cura e la partecipazione attiva nella gestione dei beni comuni. Dobbiamo portare questa esperienza anche al Comune di Roma.

Una città sicura

Cosa è una città sicura? Noi crediamo che in primo luogo si tratti di una città che sia “curata” da chi la governa.

Una città dove si “accendono” le luci nei quartieri attraverso un efficiente utilizzo del patrimonio pubblico per non lasciare luoghi abbandonati o degradati, attraverso una forte collaborazione con il mondo dell’associazionismo, della cultura e del terzo settore.

Una città in cui la manutenzione delle strade, delle scuole e dei parchi sia all’altezza.  Perché in luoghi “curati” si vive meglio e si è portati a rispettarli con più facilità. Luoghi vivi, decorosi, vivibili sono anche più sicuri.

Ed è più semplice intervenire e vigilare sul rispetto delle regole. Noi vogliamo una città in cui sicurezza sociale e fisica garantiscono una alta qualità della vita ai propri cittadini.

Il Recupero degli spazi abbandonati e la valorizzazione del patrimonio immobiliare

Da anni, come Regione Lazio, abbiamo avviato un’azione costante di recupero di spazi abbandonati o strappati alla criminalità, spesso in quartieri periferici. Insieme ad altre istituzioni, abbiamo cercato di intervenire investendo in termini di idee e risorse economiche: ne sono usciti progetti ed esperienze meravigliose. Il tutto nella convinzione che un luogo strappato all’abbandono, in cui si avvia una nuova attività sportiva o culturale, è uno spazio restituito alla comunità, una luce che si accende, una occasione di riqualificazione e di rinascita di un quartiere.

Queste esperienze vanno trasferite anche a Roma, nella prossima amministrazione della città.

Spesso Roma Capitale ha fatto l’opposto lasciando deperire il proprio patrimonio immobiliare, o peggio: anche dove esistevano realtà associative, del terzo settore, cooperative che utilizzavano locali comunali non ha rinnovato contratti, anche nei casi di piena legittimità delle assegnazioni e di pagamento dei canoni, lasciando molte realtà senza alcuna certezza costringendole, in alcuni casi, a lasciare gli immobili che oggi versano in totale stato di abbandono. In questo modo si sono spente esperienze importanti, impoveriti quartieri e si è prodotto un danno al patrimonio del Comune che rischia di deperirsi o di essere occupato abusivamente.

La palestra di Ostia, confiscata alla criminalità è diventata una palestra popolare gestita all’interno del programma Talento e Tenacia dall’ASP Asilo Savoia

Il Filmstudio, un luogo prestigioso e chiuso da anni, ora si è trasformato in SCENA, uno spazio culturale al centro del quartiere Trastevere.

L’EX GIL di Trastevere, struttura che oggi è un centro pulsante di cultura gestito dalla Regione Lazio

La Ex Pecora Elettrica di Centocelle, storica libreria del quartiere chiusa dopo essere stata vandalizzata e data alle fiamme nel 2019, è diventata CentoIncroci, il nuovo hub culturale della Regione Lazio  Per dimostrare che la violenza e la criminalità non possono vincere se le Istituzioni non abbassano la guardia.

Nella ex sala Slot di Ostia, oggi c’è la sede di GAME – OVER, il progetto contro la Ludopatia nato per prevenire, formare e di informare i cittadini sul rischio del gioco di azzardo.

Nel cuore di Garbatella, nei locali di un ex ristorante cinese, oggi ha trovato casa MEMO spazio di storia e memoria che ospita l’archivio Flamigni, un patrimonio di documenti e materiali difeso con tenacia da Sergio Flamigni, che in caso contrario sarebbe andato perso

La villa dei Casamonica, oggi centro per autismo affidata ad una associazione che si occupa ecc..

Il complesso del Santa Maria della Pietà, l’ex ospedale psichiatricodopo anni sta rinascendo grazie ad un lavoro intrapreso dalla Regione Lazio insieme alla società civile del territorio. E’ stato avviato il recupero del meraviglioso parco interno che verrà pedonalizzato e la ristrutturazione di diversi padiglioni ove verranno realizzati nuovi servizi pubblici tra cui la sede del Municipio, un centro di alta formazione chirurgica, la seconda sede del Numero Unico delle Emergenze.

Missione periferie

Grazie ad una sensibilità e ad una costante attenzione alle zone più problematiche della città, la Regione Lazio si è spesso sostituita al Comune, finanziando e realizzando opere di riqualificazione delle nostre periferie. In particolare, grazie all’assessorato di Massimiliano Valeriani, sono stati intrapresi programmi complessi per ridare dignità ad interi quartieri di Roma.

Due gli assi fondamentali di questa strategia di sviluppo: il recupero del patrimonio edilizio pubblico (ERP) e il completamento dei quartieri della 167 (i vituperati Piani di Zona) con la realizzazione delle infrastrutture primarie e secondarie, da anni promesse e mai realizzate da Roma Capitale. Una “missione” che sta permettendo progressivamente di investire oltre 100 milioni di euro per ristrutturare alloggi popolari rendendoli efficienti e sostenibili dal punto di vista energetico, creare playground e riqualificare piazze e giardini nonché completare opere indispensabili nei piani di zona: strade, fogne, illuminazione pubblica, vasche di laminazione.

A questo, nel futuro, si dovrà aggiungere un nuovo patto “sociale” volto a rimettere al centro il tema della Casa nella nostra città. Non solo – finalmente – lo scorrimento delle graduatorie di chi cerca un appartamento, ma anche un nuovo modello in cui il concetto di legalità e diritti sia ben saldo. Ed in più si dovranno promuovere, in formula innovativa, nuovi programmi di edilizia sociale in cui più che contributi alla costruzione si dovranno utilizzare formule di garanzia di accesso al credito come ad esempio per le cooperative (quelle vere e buone!) che si vogliano costituire per realizzare programmi di edilizi. E rivedere le modalità per rendere realmente accessibile il riscatto e la trasformazione da diritti di superficie a diritto di proprietà.

Infine sarà necessario investire sul recupero delle nostre periferie: in questi cinque anni tutto si è fermato. Anche progetti di pubblica utilità, programmi urbanistici complessi, opere di riqualificazione e riconversione sono stati fermati. Questo disincentiva gli investimenti ed impedisce il recupero urbano soprattutto dei contesti più degradati. La legge sulla “rigenerazione urbana” è stata totalmente disapplicata da Roma Capitale: le convenzioni firmate si contano sulla punta delle dita e anche le opere pubbliche, quelle ad esempio a scomputo che dovevano essere realizzate da consorzi, sono ferme al palo.

È necessario in questo campo un ritorno all’azione. Guai a produrre nuovo consumo di suolo, ma guai a continuare ad impedire la realizzazione di quanto pianificato e di quanto può essere di pubblica utilità.

Un piano straordinario di manutenzione per strade, marciapiedi ed aree giochi

È necessario intervenire immediatamente, nel primo anno di governo, con un investimento straordinario da effettuare per il rifacimento di manto stradale, marciapiedi e abbattimento di barriere architettoniche, centralizzando appalti con verifiche incrociate sulla reale e corretta esecuzione delle opere.

Inoltre è necessario riqualificare in 5 anni tutte le aree gioco, raddoppiandone il numero o la dotazione, affidare la cura del verde a soggetti qualificati e favorire la partecipazione della cittadinanza attiva nella gestione delle aree, attraverso l’amministrazione condivisa dei beni comuni.

Scuole Aperte Belle Sicure

Avere scuole sicure dovrebbe costituire una precondizione di qualsiasi amministrazione. Purtroppo non è così in gran parte del Paese ed anche a Roma. Per questo è necessario destinare subito 150 milioni di euro per la messa in sicurezza delle scuole e la loro riqualificazione per renderle sostenibili, funzionali e belle. I nostri figli devono crescere in scuole moderne ed essere educati alla bellezza dei luoghi in cui vivono.

La Regione Lazio, in questi anni, ha finanziato progetti di riqualificazione ed efficientamento energetico per circa 50 milioni di euro. Ora anche il Comune deve fare la sua parte accedendo a risorse europee ed al piano di finanziamento del PNRR.

Le scuole, che spesso nelle aree periferiche costituiscono gli unici presidi pubblici presenti, devono essere trasformate in orario extrascolastico in luoghi di aggregazione sia per adulti che per studenti. È necessario finalmente creare scuole “aperte” in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale, con i dirigenti e con l’associazionismo, il volontariato e i comitati dei cittadini.

Infine, la scuola non è un privilegio, ma un diritto per tutti. Per questo dobbiamo impegnarci per annullare le liste di attesa, ridurre le rette anche grazie ad un imponente investimento fatto dalla Regione Lazio di contributi per 35 milioni di euro, sviluppare sempre più lo 0-6, contrastare la dispersione scolastica, investire in formazione del personale scolastico.

Una città con al centro le persone

La pandemia ha cambiato la vita di tutti noi. Ma anche quella delle città. Oggi che vediamo la luce in fondo al tunnel, dobbiamo ripensare completamente la vita di Roma. La pandemia ha accelerato processi e prodotto disuguaglianze. Migliaia di persone rischiano di perdere il lavoro o di chiudere le proprie attività o di non riaprirle. Il lavoro e la formazione devono essere messi al centro dell’azione di governo. È necessario investire su nuovi assi di sviluppo, a partire da cultura e sport, turismo di qualità, innovazione tecnologica.

È necessario accorciare le disuguaglianze con il rilancio delle politiche sociali aiutando disabili e caregiver, anziani non autosufficienti, e favorendo nuove politiche di sostegno al reddito e diritto alla casa. Infine bisogna investire sulle nuove generazioni, che costituiscono il futuro della nostra comunità.

Investire sulle nuove generazioni per il rilancio di Roma

Roma è penultima in Italia per la qualità della vita offerta alle nuove generazioni. Questo è il risultato di una mancanza di politiche dedicate agli under35 romani, che danneggiano le prospettive di vita delle ragazze e dei ragazzi in maniera crescente dal centro alla periferia. Oggi, in un periodo di grandi cambiamenti, è necessario che la visione e le capacità dei giovani diventino il motore di questa città.

In questi anni di amministrazione regionale ci siamo impegnati per creare un nuovo sistema di politiche giovanili da cui dobbiamo partire per far cambiare passo a Roma. Il Comune dovrà lavorare per facilitare l’autonomia abitativa, aumentare il numero di occupati giovani sostenendo l’integrazione dei poli universitari con la città, dare spazio alle nuove generazioni trasformando luoghi pubblici abbandonati in officine per la creatività, cultura, impresa e ospitalità giovanile, permettere alle ragazze e ai ragazzi di muoversi per la città 24h al giorno e riconoscere spazi di rappresentanza democratica portando i giovani ai tavoli delle decisioni.

Una città “sport-friendly”

La pandemia ha messo duramente in crisi il sistema sportivo della Capitale, in particolare l’associazionismo sportivo di base (ASD e SSD) che opera nelle zone più difficili della città. Dovremo lavorare per rafforzare il tessuto sportivo di Roma in concorso sinergico con tutti gli attori sportivi. Lo sport non può essere più considerato solo un’abitudine sana per tanti cittadini, agonisti o amatori, ma deve rappresentare un elemento strategico di sviluppo della Città, fondante e imprescindibile. L’attività motoria deve essere considerato come fattore di coesione e miglioramento delle nostre vite, di progresso, di formazione di comunità. Roma Capitale si dovrà impegnare a contribuire al sostegno dei consumi sportivi delle famiglie e dei giovani, oltre che dei cittadini over 65, per assicurare livelli di benessere e sani stili di vita. Lo sport deve divenire infatti uno dei principali asset di sviluppo della città, per trasformarla in “sport friendly” attraverso una strategia di attrazione dei grandi eventi sportivi e di miglioramento dei luoghi dove si fa sport, con particolare attenzione a quelli di proprietà comunale, come palestre e piscine. Tutto ciò passa anche attraverso l’impegno ad incentivare la fruizione in chiave sportiva dei luoghi pubblici della città, con particolare attenzione al fiume Tevere, ai parchi e ai complessi residenziali ATER più periferici.

Ridurre le distanze

A Roma purtroppo crescono le disuguaglianze. Tra chi ha molto e tra chi ha poco, in termini di reddito, lavoro, proprietà. Ma crescono le disuguaglianze anche tra chi ha la fortuna di essere in salute e chi invece ha bisogno di sostegno, perché più fragile. Il welfare locale è sempre più in ritirata. In questi anni sono stati tagliati servizi, assistenza, aiuti. Bisogna cambiare verso.

In primo luogo nei confronti dei soggetti più fragili, persone con disabilità o disagio psichico, soggetti anziani non autosufficienti. In questi casi bisogna incrementare i fondi destinati ai servizi alla persona, sfruttando gli stanziamenti nazionali e regionali e non lasciando fondi non spesi come nel caso del “durante” e “dopo di noi”.

Bisogna inoltre aiutare chi può a re-inserirsi nella società: promuovere progetti di inserimento lavorativo di persone con disabilità, lavorare su progetti di semiautonomia ed autonomia di persone fragili a partire dalle donne che hanno subito violenza per le quali bisogna lavorare con politiche attive di contrasto alla violenza di genere ed al sostegno della rete dei centri antiviolenza.

Si deve inoltre lavorare sulla scuola. Una comunità educante che faccia crescere i ragazzi in luoghi belli e sicuri e che sia in grado di intercettare situazioni di difficoltà per ridurre le distanze, per contrastare la dispersione e per aiutare i ragazzi più fragili. La scuola è l’antidoto migliore a forme di devianza, soprattutto nei quartieri più periferici quando si hanno famiglie con storie complicate. Ma per fare questo non bisogna lasciare soli dirigenti ed insegnanti. L’amministrazione deve seguire l’istituzione scolastica, deve aiutare la scuola a combattere l’abbandono, deve sostenere il lavoro costante degli operatori. Per questo bisogna ricostruire forme di dialogo, interazione e collaborazione tra la rete delle scuole e l’amministrazione capitolina.

Accessibilità

Una città per tutti.

Una città è un “organismo” complesso in continua evoluzione. Più sono le innovazioni che avvengono e si introducono per migliorare la vita delle persone e più aumentano i rischi che le stesse siano precluse ai più deboli, alle persone svantaggiate, a quelle non autosufficienti. Il rischio è paradossale: migliorare la vita di quasi tutti, ma aumentare le distanze e le disuguaglianze con le persone più fragili.

Per questo ogni progetto, ogni innovazione non può non assumere anche il punto di vista, l’ottica di chi ha una disabilità affinchè il concetto di “accessibilità” diventi non più uno slogan ma una pratica “costante” ed “automatica” dell’amministrazione.

Il bello di una lunga campagna elettorale è quello di riuscire ad intercettare tanti punti di vista, acquisire idee e prospettive e tentare, una volta eletti di introdurle nella vita della città.

Il tema dell’accessibilità è enorme. E purtroppo negli ultimi anni è stato sottovalutato. Pensate a quello che accade sui marciapiedi di Roma ormai invasi da monopattini, biciclette e motorini in sharing. Uno slalom per chi ha una mobilità ridotta, un incredibile campo minato ad esempio per un non vedente. Pensate al progressivo trasferimento dei servizi pubblici su piattaforme informatiche, che spesso ignorano le norme per l’accessibilità oppure alle nuove piste ciclabili spesso inserite tra marciapiedi e parcheggi o con i cassonetti posizionati al di là della pista, senza segnaletiche di attenzione.

Una città più moderna per molti, più pericolosa ed inaccessibile per i più fragili.

Ecco alcuni punti di attenzione su cui lavorare nei prossimi anni, per rendere Roma una città davvero inclusiva.

Mobilità

  1. a) Garantire a tutti i richiedenti il diritto al trasporto disabili
  2. b) Rendere accessibili tutti i mezzi pubblici, metropolitane, bus e taxi prevedendo incentivi per l’adeguamento dei mezzi
  3. c) estendere e completare la rete di semafori con avvisatore acustico

Sicurezza stradale

  1. a) Piani municipali per la rimozione delle barriere architettoniche e impegno finanziario per promuovere entro la consiliatura la piena accessibilità di tutti i marciapiedi e di tutti gli uffici pubblici nonché degli impianti pubblici
  2. b) Piano straordinario di manutenzione dei marciapiedi pubblici attraverso un apposito fondo comunale che coniughi rifacimento del manto e rimozione delle barriere
  3. c) stalli dedicati per biciclette e monopattini elettrici e sanzione dei parcheggi su marciapiedi
  4. d) revisione dei permessi disabili e degli stalli dedicati al fine di eliminare situazioni di abuso e di garantire il rilascio del permesso a chi ne ha effettivamente bisogno
  5. e) porre segnaletiche di attenzione per ciclisti ed utenti dei monopattini e verifica che laddove vi siano attraversi pedonali su ciclabili o accessi specifici ad esempio per i cassonetti stradali, vi sia adeguata accessibilità con segnaletiche e avvisatori acustici

Accessibilita’ ai servizi comunali, allo sport ed alla cultura

  1. a) Impegno dell’amministrazione a rendere realmente accessibili i servizi informatici nel rispetto delle norme vigenti che in troppe occasioni vengono violate. Garantire tramite call center comunale l’adeguata sostegno all’accesso ai servizi per persone fragili
  2. b) prendere l’impegno a far sì che i bandi pubblicati da Roma Capitale per la concessione degli impianti sportivi comunali prevedano esplicitamente l’obbligo del concessionario all’abbattimento delle barriere architettoniche ed alla realizzazione di tutti gli accorgimenti (ad esempio pedane negli impianti natatori) affinchè non sia precluso ai disabili l’utilizzo degli impianti pubblici. Tali investimenti possono essere realizzati anche a scomputo del canone di concessione
  3. c) Aumentare e implementare la fruzione di opere d’arte per disabili
  4. d) garantire relativamente ai servizi culturali finanziati da Roma Capitale, l’accessibilità dei contenuti mediante descrizioni ed audiodescrizioni nonché mediante informazioni per disabili sensoriali

Partecipazione

Garantire da parte di Roma Capitale della Convenzione ONU sui diritti della disabilità affinchè ogni qualvolta si prendano decisioni in materia di disabilità le stesse siano concertate e verificate mediante il coinvolgimento e l’ascolto delle associazioni di categorie e delle relative consulte.

ultimo aggiornamento 3 novembre 2021

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com