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5 domande ai candidati 2022, le risposte di Marco Possanzini (centro sinistra – Alleanza Verdi Sinistra )

Marco Possanzini è candidato del centro sinistra con Alleanza Verdi Sinistra  al  collegio plurinominale n. 3 della Camera ( Municipi X,  XIV , XV e Comune di Pomezia)

  1. AUTONOMIA REGIONALE DIFFERENZIATA

DOMANDE:

Quale il suo parere su questa decisiva materia tanto importante quanto poco conosciuta e dibattuta? Ritiene opportuno che le competenze a legislazione concorrente e alcune di quelle attribuite allo Stato siano affidate alle Regioni? In caso affermativo quali materie in particolare e con quali motivazione?

RISPOSTA:

Nel nostro paese, già attraversato da pesantissime disuguaglianze, l’autonomia regionale differenziata è un autentico colpo di grazia in quanto determinerebbe una sequenza di squilibri che graverebbero in particolar modo sulle fasce più deboli della popolazione, in particolare nelle regioni con più difficoltà dove verrebbero messi in seria discussione il diritto all’istruzione così come il diritto alla salute. L’autonomia regionale differenziata è di fatto un concime in grado di nutrire le disuguaglianze sociali, aumentandole in modo irreversibile, calpestando i valori della nostra Costituzione. 

2. LEGGE RIGENERAZIONE URBANA

DOMANDE:

È assai probabile che il nuovo Parlamento tornerà in tempi brevi sull’argomento: quali dovrebbero essere i contenuti qualificanti di una legge sulla rigenerazione urbana? Una componente non marginale su cui si aprirà in confronto potrà riguardare il sistema degli incentivi che indirizzano gli interventi nelle diverse aree delle città: li considera indispensabili e in caso affermativo quali considera ammissibili? Ritiene che i centri storici, che costituiscono nella loro interezza la memoria e i riferimenti condivisi di una comunità, debbano avere particolari tutele, ad esempio rispetto agli interventi di demolizione e ricostruzione, i premi di cubatura e i cambi di destinazione?

RISPOSTA

La Rigenerazione Urbana deve poter essere tradotta come un modo, uno strumento utile, per migliorare la qualità della vita delle persone, in particolare nelle aree delle nostre città dove è più forte la “sofferenza” sociale, dove è negato il diritto all’abitare e dove è precluso qualsiasi percorso di integrazione sociale. Di conseguenza non può incardinarsi alcun processo di Rigenerazione Urbana che abbia come finalità ultima quella di aumentare la rendita immobiliare. Il sistema degli incentivi dovrà essere calibrato e normato rigidamente, quindi ancorato a progetti dettagliati che dovranno essere discussi e definiti in modo trasparente anche con i cittadini attraverso percorsi partecipati, al fine evitare che si possano utilizzare soldi pubblici per favorire interessi di imprenditori/investitori privati. I centri storici, così come le aree di pregio in generale, non potranno subire trasformazioni con aumenti di cubature e quant’altro. La Rigenerazione Urbana ha senso se il principio cardine è quello del “cemento zero”, quindi no assoluto a nuove cubature, e della massima tutela ambientale, architettonica e paesaggistica dei luoghi costruiti così come delle aree libere dalle costruzioni. 

3. CONCESSIONI BALNEARI

DOMANDE:

 Tra le principali novità introdotte dal decreto concorrenza  c’è il rispetto  di un adeguato equilibrio tra spiagge in concessione e spiagge libere/libere con servizi:  è disposto a sostenere  la richiesta delle  associazioni dei cittadini che sia fissato il criterio di almeno il 50 % di spiagge libere/libere con servizi per ciascun comune?

Nella citata  Legge per il mercato e la concorrenza 2021 è contenuta una frase che sembra aprire margini di tolleranza alle occupazioni e opere abusive sulle spiagge. Pensa che anche chi ha realizzato abusi  – cioè commesso reati– sulle aree demaniali debba poter  partecipare alle gare per le nuove concessioni ?

RISPOSTA

Vivo da 46 anni nel Municipio X di Roma Capitale, il “mare di Roma”. Conosco la condizione indecente determinata dalla cultura padronale e predatoria di molti concessionari. Addirittura c’è chi si considera impunemente proprietario dello Stabilimento Balneare ottenuto in Concessione. Nel tratto urbanizzato di Ostia (Municipio X) le spiagge libere non ci sono praticamente più. Sono assolutamente d’accordo nel sostenere che in ciascun Comune almeno il 50% delle spiagge debbano essere libere/libere con servizi ed aggiungo inoltre che devono essere distribuite equamente, in particolare nelle aree urbanizzate, per evitare che si concentrino le spiagge libere/libere con servizi nei luoghi più difficilmente accessibili. Chi ha commesso abusi così come chi ha commesso illegalità, oltre a rispondere di quanto commesso, non dovrebbe in alcun modo essere ammesso alle gare per l’affidamento delle concessioni. Il problema è quello di riuscire a certificare l’abuso commesso perché il solo fatto di aver presentato la richiesta di condono a metà degli anni 80, o primi anni 90, rischia di invalidare qualsiasi accertamento effettuato.  Servono controlli e, da parte delle Amministrazioni, serve più coraggio nel tutelare i diritti dei cittadini. Esiste il Codice della Navigazione: va applicato.

4. GIOCO D’AZZARDO

DOMANDE:

Con 111 miliardi di puntate di denaro raccolto nei 51 giochi d’azzardo in concessione, cosa si intende fare nella prossima legislatura? Qual è il livello minimo inderogabile di prelievo fiscale sui giochi da porre?

Quale peso ‘intende riconoscere ai comuni per contenere e regolamentare il gioco d’azzardo? Ritiene che il distanziamento di slot e videolottery in bar, tabaccherie e sale gioco da luoghi sensibili come scuole, centri anziani, chiese  e ospedali sia una misura necessaria per la prevenzione e il contrasto  al GAP?

Come contrastare (se si ritiene di contrastare, beninteso) l’espansione del gioco d’azzardo online?

RISPOSTA

Probabilità di fare 6 al superenalotto: 1 su 622.614.630. Probabilità di prendere una cinquina al lotto: 1 su 43.949.268. Probabilità di morire colpiti da un fulmine nel corso di un anno: 1 su 12.000.000. Basterebbero questi dati a scoraggiare qualunque potenziale giocatore d’azzardo. Ma le dinamiche della dipendenza da gioco, la cosiddetta “ludopatia”, sono molto più complesse. Il prelievo fiscale sul gioco d’azzardo in concessione deve essere massimo e non può essere nemmeno lontanamente prossimo all’IVA o alle imposte sui redditi da lavoro. Il prelievo fiscale minimo inderogabile sui giochi dovrebbe essere almeno del 50%, considerando poi che in Svizzera si paga fra il 40% e l’80% dell’utile lordo dei giochi (totale delle puntate meno i proventi ridistribuiti) si potrebbe pensare di andare ben oltre il 50%. Il distanziamento di slot e videolottery è una misura necessaria ma assolutamente non sufficiente. Chi gioca d’azzardo spesso cerca luoghi appartati, dove nessuno può vedere e quindi giudicare, dove è più facile incontrare il fenomeno dell’usura ad esempio. Il distanziamento non basta, serve un intervento potente per accendere le luci dove qualcuno vorrebbe solamente il buio. In questa direzione i Comuni potrebbero fare molto anche in termini di controllo del territorio. Il peso che oggi hanno le amministrazioni di prossimità è molto ridotto e deve essere riequilibrato. Un Osservatorio sulla ludopatia, ad esempio, ha senso se può avere ampi margini propositivi nella definizione dei regolamenti comunali. Altra questione è il gioco d’azzardo on line, una piega sociale nascosta che però ha conseguenze devastanti. L’anonimato, la protezione dello schermo, la solitudine durante le fasi di “gioco”, sono gli elementi più devastanti. Sarebbe necessario impedire, oscurare, giochi on line promossi su piattaforme totalmente deregolamentate oppure che rispondono a regolamenti molto blandi in quanto incardinate a legislazioni nazionali assolutamente inadeguate. Una piattaforma nazionale, rigidamente normata anche grazie all’introduzione di limiti di spesa e temporali, a cui si accede con la CIE o lo SPID, potrebbe essere un modello su cui lavorare.

5. LEGGE CONSUMO DI SUOLO

DOMANDE:

Quale finalità intende sostenere rispetto al consumo di suolo: contenimento o azzeramento con alcune motivate eccezioni? Delle varie proposte di legge che attualmente giacciono in Parlamento, quale ritiene più valida? Una proposta di legge del 2016 prevedeva di affidare alle Regioni il compito di adottare “opportuni criteri, parametri e percentuali di riduzione del consumo di suolo coerenti con l’obiettivo […], da articolare a scala comunale o per gruppi di comuni, sia in termini di direttive per la pianificazione, sia in termini di disposizioni immediatamente operative…”: ritiene che un intervento così decisivo per la sostenibilità del Paese possa essere gestito – in modo oltretutto diversificato – dalle Regioni? Se dovesse prevalere quest’ultima opzione quali dovrebbero essere le misure per consentire con scadenze temporali certe l’applicazione della nuova normativa e quali i limiti invalicabili a cui Comuni e Regioni dovrebbero sottostare?

RISPOSTA

Premesso che sono assolutamente contrario alle forme più o meno elastiche di autonomia differenziata regionale, ritengo che sul consumo di suolo sia doverosa una posizione netta, senza sbavature oppure eccezioni. Stop assoluto al consumo di suolo. Il clima non sa più come dircelo che abbiamo il dovere di fermare le cementificazioni. Abbiamo un patrimonio immobiliare da rigenerare enorme e non c’è bisogno di continuare ad impermeabilizzare il suolo e costruire. Anzi, dovrebbero essere incentivati i Comuni e le Regioni a porre in essere norme, con un chiaro indirizzo nazionale, al fine di promuovere una rinaturalizzazione dei luoghi urbanizzati, dove si può naturalmente. La proposta di legge del 2016, così come spesso accade, rischia di essere la solita nuvoletta di fumo negli occhi senza un chiaro indirizzo nazionale sul tema. Una misura per consentire il rispetto delle scadenze temporali potrebbe essere quella di legare un incentivo nazionale, un finanziamento, ad un cronoprogramma di impegni. Se rispetti il cronoprogramma arriva il finanziamento, altrimenti no.

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

21 settembre 2022

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