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Allarme per il verde di Roma, adesso intervengono anche gli agrotecnici

Pubblichiamo la lettera aperta inviata al Comune dal Collegio degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati di Roma, Rieti e Viterbo, che – finalmente – prende pubblicamente la parola per denunciare quello che da tempo denunciano i cittadini e i comitati del Coordinamento del Regolamento del Verde. Una situazione, quella del verde della Capitale, ormai evidentemente fuori controllo, a cui non sembra in grado di porre rimedio un assessorato in palese affanno che deve fronteggiare tre diversi incarichi: Verde urbano, Agricoltura e Rifiuti. Basti considerare i tanti punti critici citati nelle denunce del Coordinamento del Regolamento del Verde e di Carteinregola:

  • l’incredibile ritardo nell’approvazione, dopo due anni di vigenza, della Tabella delle sanzioni prevista dal “Regolamento del verde pubblico e privato e del Paesaggio Urbano” e tuttora non ancora pubblicata sul sito capitolino,
  • le potature degli alberi eseguite fuori dei periodi prescritti dal Regolamento e dagli esperti,
  • la disordinata cura dei pini attaccati dalla Toumeyella parvicornis,
  • la mancata sistematica sostituzione delle alberature abbattute,
  • la prematura morte di moltissime nuove alberature messe a dimora,
  • il mancato censimento della consistenza e dello  stato degli alberi pubblici,
  • la scarsa trasparenza sugli interventi in atto,
  • la mancata informazione alla cittadinanza sulle regole vigenti e, talvolta, il mancato aggiornamento di chi tali regole dovrebbe far rispettare,
  • la mancata tempestiva istituzione delle Consulte cittadine del verde previste dal Regolamento.

Un quadro desolante che si rispecchia nella lettera degli agrotecnici e che deve essere affrontato, anche senza tavoli interistituzionali e linee guida degli ordini, semplicemente con l’applicazione rigorosa del Regolamento del verde. Un Regolamento che è costato molta fatica a cittadini di buona volontà – insieme ai rappresentanti degli ordini -e che avevano finalmente trovato nelle istituzioni – consiliatura Raggi – un canale d’ascolto che ha portato alla sua approvazione. Ma le regole, se restano solo sulla carta, servono a ben poco, e l’attuale Amministrazione sembra più propensa agli annunci e alle inaugurazioni sui social, che ad affrontare con la serietà e l’impegno necessari la tutela del nostro patrimonio arboreo.

(foto Alessandro Cremona Urbani)

SOS PER IL VERDE DI ROMA
NON C’E’ TEMPO DA PERDERE PER UN PATRIMONIO DA CURARE E SALVAGUARDARE!

Lettera aperta al Comune di Roma del Collegio degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati di Roma, Rieti e Viterbo sul verde della Capitale

Il Collegio degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati di Roma, Rieti e Viterbo, Ente pubblico a cui appartengono tecnici e professionisti in possesso di un’ampia gamma di competenze in molteplici ambiti e che conta più di 450 iscritti, manifesta a voce alta la propria preoccupazione per la situazione in cui versa il patrimonio a verde della Capitale, il cui valore storico, paesaggistico e ambientale è riconosciuto in tutto il mondo!

LO STATO DELL’ARTE. Il patrimonio di Roma Capitale è costituito da circa 43,3 mln di mq di verde urbano (ACOS 2021) e al momento presenta importanti e serie problematiche. Esse sono legate a vari fattori, a cominciare dal peggioramento dello stato fitosanitario di molte alberature cittadine (a cominciare dalla diffusione della Toumeyella parvicornis, la cocciniglia tartaruga), dalla presenza di interferenze, con danni a scapito sia degli alberi che delle strutture, dall’età avanzata di molti alberi, che vivono in ambienti artificiali che spesso ostacolano il loro sviluppo armonico, dalla mancanza di cure adeguate e pianificate. Pur apprezzando l’adozione di alcuni importanti provvedimenti, quali il Regolamento Capitolino del verde pubblico e privato e del paesaggio urbano di Roma Capitale e la relativa Tabella delle sanzioni, il Collegio ritiene che la strada da percorrere per assicurare alle aree verdi e alle alberature buone condizioni di salute, garantendo allo stesso tempo la sicurezza di persone e cose, sia ancora lunga e impegnativa.

QUELLO CHE MANCA AL VERDE CITTADINO… Il Collegio registra e denuncia con forza la mancanza di fondamentali strumenti di gestione, a cominciare:

  • • da un censimento aggiornato di alberi e aree verdi e delle loro componenti (come richiesto dai CAM-Criteri ambientali minimi)* che deve essere realizzato da personale di provata competenza e esperienza e che deve necessariamente comprendere le operazioni di rilievo e di valutazione dello stato fitosanitario e fitostatico delle piante, la georeferenziazione dei dati, raccolti attraverso apposite schede composte da più sezioni (quella censuaria, quella valutativa e quella che indica le diverse tipologie di interventi da effettuarsi) con l’immissione nel sistema GIS e secondo modalità in linea con la normativa Open Data relativa al Patrimonio Informativo Pubblico;
  • dal Piano del verde, inteso non come una mera lista di interventi e di investimenti, ma come documento strategico di sviluppo e di valorizzazione del verde urbano e periurbano, a medio e lungo termine, collegato e integrato agli altri strumenti di pianificazione esistenti come il Piano regolatore generale;
  • dal Piano di monitoraggio e gestione del verde, fondamentale per la programmazione degli interventi ordinari di cura delle diverse componenti (arborea, arbustiva, prativa) da realizzare nell’arco di 12 mesi e che non si identificano unicamente con le potature e con gli sfalci! Il Piano deve anche definire i livelli di manutenzione – più o meno intensivi – secondo i principi della gestione differenziata, in funzione della tipologia di area, delle sue dimensioni, delle destinazioni d’uso e delle modalità di fruizione;
  • da un Piano di rinnovo del patrimonio arboreo, che deve indicare le modalità di sostituzione degli alberi e le cure successive e prestare attenzione agli aspetti di restauro del paesaggio, evitando interventi spot, fonte di anarchia e di conseguenze negative sia ambientali che economiche che non tarderanno a manifestarsi;
  • da un Piano di gestione del rischio, finalizzato alla valutazione e allo sviluppo di strategie per governarlo, sulla base di una zonizzazione del territorio urbano che metta in relazione la vulnerabilità delle diverse tipologie di verde con i livelli di fruizione e all’interno del quale collocare gli interventi di abbattimento;
  • da “capitolati armonizzati”, utilizzabili negli appalti anche dai municipi e dagli altri dipartimenti, che recepiscano in maniera univoca quanto prescritto dai Criteri ambientali minimi e dal Regolamento del Verde, definendo regole e modalità di esecuzione dei lavori che assicurino la qualità delle opere a verde. A questo riguardo, si può citare il progetto QUALIVIVA finanziato dal Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.

…E QUELLO DI CUI È CARENTE. A queste mancanze vanno aggiunte le carenze riscontrabili:

  • nell’applicazione della normativa di settore, del Regolamento Capitolino e delle relative sanzioni, a causa di una scarsa comunicazione e formazione dei tecnici dei dipartimenti coinvolti e dei municipi;
  • nella realizzazione e riqualificazione delle opere a verde, la cui progettazione deve essere affidata, anche nel caso di iniziative promosse da associazioni di volontariato e comitati cittadini, a team multidisciplinari di professionisti e che deve tenere conto, oltre che degli aspetti estetici, anche di quelli agronomici e ambientali del contesto in cui si opera, così come dell’impegno economico delle successive operazioni di cura;
  • nella scelta delle specie arboree e arbustive e nell’approvvigionamento del materiale vivaistico, che deve vedere il coinvolgimento delle imprese del settore, con le quali sottoscrivere contratti di filiera e di coltivazione, per assicurare standard elevati di qualità del materiale vegetale e evitare le problematiche che frequentemente si osservano nelle piante, la cui fornitura deve essere in linea con i tempi di realizzazione dei numerosi interventi di forestazione urbana e periurbana previsti;
  • nel controllo dei trattamenti fitosanitari, le cui modalità di esecuzione devono avere un approccio scientifico e rispettare quanto indicato nella normativa di riferimento;
  • nella formazione del personale dell’Amministrazione, che deve possedere competenze specifiche in materia di gestione del verde, anche per poter esercitare un corretto controllo nell’esecuzione degli appalti, senza dimenticare di valorizzare le nuove professionalità frutto delle varie riforme universitarie e derivanti dal nuovo sistema di formazione europeo Eqf – European qualifications framework – per le materie afferenti al verde urbano e ornamentale;
  • nella preparazione delle imprese, che devono dotarsi delle figure del manutentore del verde, del giardiniere professionista o dell’arboricoltore, così come di quella del giardiniere d’arte con riferimento alle ville storiche. Tutto il personale deve possedere gli attestati di idoneità rilasciati dalle Regioni e dalle Province autonome a seguito della partecipazione a corsi di formazione riconosciuti;
  • nella struttura organizzativa e amministrativa, le cui funzioni e le cui competenze non sono coerenti con le esigenze espresse dal Regolamento Capitolino del verde pubblico e privato e con il processo di decentramento municipale in atto;
  • nel sistema dei compensi dei professionisti del verde, che non corrispondono al livello di qualifica, al valore delle prestazioni svolte e alle responsabilità che essi si assumono in determinate circostanze; come nel caso della valutazione della stabilità degli alberi;
  • nell’utilizzo dei prezzari, che risultano inadeguati perché privi di numerose voci di materiali e di forniture comunemente utilizzate nelle operazioni di sistemazione a verde e il cui valore peraltro non risulta sovente corrispondente alle condizioni di mercato. Analogamente, nei prezzari non sono presenti attività inerenti alcune operazioni di cura, che vengono quindi omesse;
  • nelle azioni di comunicazione ai cittadini delle decisioni legate agli interventi sulle alberature e sulle aree a verde. Esse devono essere possibilmente condivise, in modo da valorizzare le iniziative intraprese e creare fruitori il più possibile responsabili e rispettosi del patrimonio paesaggistico, ambientale, faunistico, agricolo e forestale della città.

LE PROPOSTE DEL COLLEGIO DEGLI AGROTECNICI A ROMA CAPITALE. Per affrontare e risolvere queste criticità con efficienza e economicità, criteri essenziali quando si tratta di opere pubbliche, è necessario attivare alcune misure fondamentali e non più rinviabili: uscire dalla logica dell’emergenza, adottare metodologie e tecniche moderne, mettere in campo team multidisciplinari costituiti dalle migliori professionalità esistenti nel settore e operanti sul territorio, dotarsi di strumenti e di risorse economiche e organizzative adeguate ai numerosi compiti che la gestione e la salvaguardia del verde di Roma richiedono.

Come primo passo, il Collegio chiede che venga riattivato, coinvolgendo anche i rappresentanti del Servizio fitosanitario regionale, il Tavolo di lavoro interistituzionale sulle alberature di Roma Capitale – istituito con Determinazione Dirigenziale n. 3219/2019 del 17.06.2019 – il cui lavoro ha consentito l’individuazione di obiettivi da raggiungere e di linee guida da seguire per affrontare in maniera coerente e competente questi aspetti e garantire una adeguata e corretta gestione dell’importante e prezioso patrimonio a verde della città di Roma.

Il Collegio chiede inoltre che venga valorizzato il documento “Linee strategiche di indirizzo per la gestione del patrimonio arboreo pubblico di Roma Capitale”, consegnato al Comune nell’ottobre 2020, ben tre anni fa e ad oggi non ancora approvato e pubblicato. Il documento riporta i risultati ottenuti grazie all’impegno dei numerosi esperti, professionisti, rappresentanti di istituzioni centrali e locali, funzionari del Dipartimento Ambiente e delle Sovrintendenze, che hanno partecipato ai vari gruppi di lavoro a titolo volontario e che hanno contribuito, con passione e competenza, a delineare un quadro sistematico all’interno del quale collocare strumenti, risorse e procedure necessarie per affrontare in maniera complessiva e organica un settore interessato da iniziative e interventi spesso non sufficientemente pianificati e finalizzati.

Solo ponendo al centro del dibattito e dell’azione dell’amministrazione pubblica, in primis del Dipartimento Ambiente di Roma Capitale, questi temi di carattere prioritario si potrà dare seguito a quanto annunciato dal Sindaco di Roma Capitale, Roberto Gualtieri nelle sue Linee programmatiche e delineare in questo modo una vera politica del verde, in grado di produrre risultati positivi sia dal punto di vista della tutela e della conservazione che della funzionalità e della soddisfazione da parte dei cittadini, che potranno fruire e beneficiare al meglio dei tanti servizi ecosistemici che offre il verde urbano.

Il Collegio degli Agrotecnici, con i suoi professionisti il cui numero è in costante crescita, è disposto a collaborare, come già manifestato in altre occasioni, anche in vista degli “Stati Generali del verde” annunciati dall’Assessore all’Ambiente Sabrina Alfonsi per il prossimo autunno e a fornire le molteplici competenze di cui dispone, per partecipare, al pari di altri soggetti abilitati, ai tavoli tecnici e ai gruppi di lavoro istituiti per svolgere le attività che Roma Capitale sta portando avanti.

Il Collegio degli Agrotecnici e degli Agrotecnici laureati di Roma, Rieti, Viterbo

Roma, 5 settembre 2023

NOTE di carteinregola

(*) vedi CAM vigenti https://gpp.mite.gov.it/CAM-vigenti

per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

5 settembre 2023

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