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Il Consiglio di Stato ribadisce l’ illegittimita’ delle proroghe al 31.12.2024 delle concessioni demaniali marittime

La sentenza della VII Sezione del Consiglio di Stato  N. 03940/2024 ha confermato, ancora una volta, dopo le molte altre sentenze della giustizia amministrativa di questi ultimi anni, a partire da quelle cosiddette “gemelle” del 9.11.2021, non solo la scadenza inderogabile delle concessioni demaniali marittime al 31.12.2023, con l’obbligo per le pubbliche amministrazioni di disapplicare eventuali provvedimenti legislativi di proroga, ma ha ribadito che in Italia la risorsa “spiaggia” è oggettivamente scarsa e soprattutto esorta a dare immediatamente corso a procedure di gara, realmente concorrenziali, per riassegnare le concessioni. 
La conseguenza pratica di tutto ciò è : 1)  risultano privi di efficacia tutti quei provvedimenti che le amministrazioni comunali in massa avevano emanato alla fine di dicembre 2023 per garantire ai concessionari scaduti di poter continuare comunque a operare sulle spiagge anche nel 2024;
2) ora quelle stesse spiagge sono tornate ad essere libere e chiunque può piantarvi un ombrellone o stendere un asciugamano, senza che nessuna autorità possa impedirlo.
Ovviamente, con la stagione balneare appena iniziata e gli stabilimenti pronti, si prospetta un caos difficilmente gestibile, la cui responsabilità va attribuita in toto ai governi, nessuno escluso, i quali dal 2010, anno in cui è stata recepita dell’Italia la famosa Direttiva Bolkestein, che, come noto, prevede procedure pubbliche, competitive e trasparenti per l’assegnazione delle concessioni, hanno invece sempre preferito rinviare la gare, prorogando quelle in essere dapprima fino al 2015, poi al 2020 e poi addirittura al 2033, quest’ultima fortunatamente annullata.
Le proroghe, va detto, sono frutto soprattutto della influenza che la categoria delle imprese balneari ha da sempre esercitato sulla politica, tanto che nel tavolo tecnico interministeriale istituito lo scorso anno dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per esaminare il dossier concessioni, sedevano a pieno titolo anche i rappresentanti di categoria delle imprese balneari, come se si trattasse di un affare privato tra esse e lo Stato e non della gestione di un bene pubblico. Scopo principale del tavolo: dimostrare l’indimostrabile, ovvero che le spiagge italiane sarebbero praticamente quasi tutte libere e che quindi si potrebbero rilasciare altre concessioni, queste sì con procedura competitiva, senza però toccare quelle già esistenti. Il rapporto prodotto dal tavolo, con calcoli che includevano tra le spiagge anche le scogliere e i porti, è stato rispedito al mittente dalla Commissione Europea, che ha iniziato nel frattempo una procedura di infrazione contro l’Italia per inadempienza della Direttiva Bolkestein, con il rischio della conseguente salatissima multa..
Il Coordinamento Nazionale Mare Libero APS, dal 2019 impegnato sul tema (anche con una petizione al Parlamento Europeo), ha iniziato già dai primi giorni del 2024 a inviare diffide a quei comuni che avevano emanato delibere o altri atti di proroga, informando tutti gli Enti e le Amministrazioni pubbliche interessate, in primis l’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato – AGCM.
L’AGCM, che per prima aveva rilevato già nel 2008 il contrasto delle norme italiane con la Direttiva Bolkestein, negli ultimi mesi ha intimato a sua volta ai Comuni di bandire le gare, impugnando in vari casi i provvedimenti di proroga dinanzi ai TAR.
Roma Capitale, arrivata anch’essa colpevolmente in ritardo all’appuntamento con le procedure di gara, ha emanato il 30 aprile una determina che di fatto proroga le concessioni scadute per la durata della stagione appena iniziata. L’emanazione dei primi bandi di gara, nel documento auspicata prima dell’inizio della stagione balneare 2025, viene subordinata alla ricognizione da effettuarsi su tutte le strutture presenti sulle spiagge romane, per verificarne consistenza e titoli edilizi. Uno “stato dei luoghi” che dovrebbe peraltro essere già noto all’Amministrazione che gestisce il demanio marittimo, ma che sottolinea il fatto di come negli anni si sia lasciato fare agli imprenditori balneari, senza effettuare i dovuti, periodici controlli. La determina, che invoca l’esigenza reale di garantire la continuità dei servizi alla cittadinanza e la tutela delle strutture dai vandalismi, si colloca comunque tra quei provvedimenti di proroga avverso cui è diretta l’azione del Coordinamento.

Il Coordinamento Nazionale Mare Libero APS terrà una conferenza stampa il prossimo Giovedì 9 Maggio, alle ore 14.30, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, a Roma – Via della Missione 4,  per annunciare le prossime azioni contro le proroghe illegittime delle concessioni balneari e per illustrare le sue proposte per l’emanazione, ormai non più rimandabile, del decreto legislativo di riordino complessivo del settore.
Le principali richieste del Coordinamento:

  • adottare una normativa unitaria di riordino della materia demaniale che tenga conto degli aspetti ambientali e sociali prima di quelli economici, sancendo la preminenza della libera fruizione collettiva del bene pubblico demanio marittimo, in forza dei diritti costituzionali garantiti a tutti i cittadini;
  • incentivare forme di gestione che prevedano la progressiva rinaturalizzazione degli arenili e la de-cementificazione ;
  • orientare l’istituto concessorio verso l’offerta di servizi ed escludendo la forma dell’occupazione esclusiva di suolo;
  • stabilire in modo uniforme a livello nazionale una quota minima di spiagge libere da garantire, in misura non inferiore al 50% delle spiagge fruibili in ogni ambito omogeneo in cui è suddiviso il territorio di ciascun comune costiero;
  • escludere la possibilità di sub-concessioni, affidi o altri meccanismi di passaggio tra concessionario e terzi, pena la decadenza immediata del titolo concessorio; 
  • rivedere i criteri di determinazione dei canoni concessori in base alla redditività effettiva del bene in concessione;
  • garantire ai comuni, onerati del maggior sforzo logistico, pianificatorio e finanziario nella gestione delle concessioni, una idonea quota di risorse erariali, per una efficiente gestione delle spiagge libere e dei servizi pubblici collegati, a vantaggio della collettività indipendentemente dal pagamento di servizi aggiuntivi;  
  • garantire la partecipazione piena e sostanziale delle associazioni, di rilievo nazionale, ambientaliste e per la tutela dei consumatori o comunque che siano rappresentative di interessi diffusi strettamente connessi alla materia in oggetto, a ogni tavolo di concertazione nazionale, regionale e comunale che abbia ad oggetto la materia del demanio marittimo, nonché ad ogni procedimento che, a tutti i livelli amministrativi, venga posto in essere al fine dell’emanazione di qualsiasi atto avente quell’ oggetto. 

Coordinamento Nazionale Mare Libero

5 maggio 2024

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

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