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Le associazioni e i cittadini si oppongono allo spostamento del Discobolo e del Pugile da Palazzo Massimo

E’ di qualche giorno fa la notizia di un sollevamento popolare, ma anche della presa di posizione di associazioni come Italia Nostra e Ranuccio Bianchi Bandinelli, per la decisione di spostare sei fra i più importanti pezzi della statuaria romana di età imperiale, tra i quali il Discobolo Lancellotti (opera-simbolo dell’Esquilino) e il Pugile a riposo, custoditi nel Museo di Palazzo Massimo, a pochi metri dalla Stazione Termini, a Palazzo Altemps, nel centro del centro storico. L’idea di depauperare un Museo alla portata di tutti per promuovere un Museo in un luogo assai meno raggiungibile e quindi a beneficio soprattutto del circuito turistico proviene dall’ex Ministro della cultura Franceschini. Una scelta di cui non si capiscono i vantaggi, che va nella direzione opposta agli slogan da sempre sbandierati da tutti gli esponenti istituzionali – soprattutto del centro sinistra – a favore dell’ampliamento della fruizione del patrimonio culturale pubblico a una sempre più ampia fetta della cittadinanza, soprattutto a quella che ha più problemi di accessibilità, anche per la distanza. Esistono poi molte altre ragioni contro lo spostamento, raccontate aprofonditamente in una nota delle due associazioni per la tutela dei beni culturali e da un resoconto che abbiamo ricevuto da alcuni residenti che hanno partecipato all’incontro con il direttore del Museo Nazionale Romano Stéphane Verger moderato da Giulia Silvia Ghia, assessore alla Cultura del I Municipio. (AMBM)

(Nota pubblicata su FB l’8 febbraio 2023) A PROPOSITO DI PALAZZO MASSIMO Le Associazioni Bianchi Bandinelli e Italia Nostra esprimono la propria soddisfazione per l’attenzione mostrata dai cittadini alla sede di Palazzo Massimo, a motivo delle preoccupazioni sorte dalle notizie del trasferimento di alcune delle più importanti opere inserite nel percorso di questo straordinario museo. È finalmente la ragione auspicata dalla convenzione di Faro, dove è assegnato ruolo determinante alla “GENTE” e ai loro diritti di partecipazione democratica alla Cultura. Il Discobolo Lancellotti, il Pugilatore e il c.d. Principe ellenistico, sarebbero infatti trasferite – secondo le corsive notizie dei giornali – nella sede di Palazzo Altemps, con la motivazione in un luogo favorevole all’attrazione turistica. Nella speranza che tali visioni possano essere approfondite nella comunità, oltre che presso gli addetti ai lavori, attendiamo di conoscere i termini e le ragioni del progetto complessivo di riordino delle quattro sedi museali (Museo nazionale Romano). Si ricorda ai lettori che il filo conduttore dell’esposizione in Palazzo Massimo è lo sviluppo della cultura artistica a Roma dalla fine dell’età repubblicana al IV secolo d.C. circa. I ritratti dei personaggi dell’età repubblicana e poi degli imperatori e dei personaggi delle diverse famiglie imperiali scandiscono lo sviluppo delle tendenze artistiche a partire dal fenomeno della dirompente comparsa delle opere d’arte greca che si inserisco negli spazi e nei monumenti romani e si mescolano con le espressioni più tradizionalmente romane nelle forme della rappresentazione, per dare vita poi a una importante produzione di copie romane dagli originali greci.Si tratta dell’unico museo al mondo che può illustrare la sequenza espositiva secondo questo punto di vista che verrebbe meno con il trasferimento di quei caposaldi della scultura a Roma.Si ricorderà pertanto che: Il Museo Nazionale Romano è nato nel clima politico della Nazione e di Roma dopo la sua proclamazione a capitale d’Italia, nel 1870. E’ istituito nel 1889, con l’esigenza di dotare la città anche di un museo nazionale, considerato che gli altri musei erano i Musei Vaticani e i Musei Capitolini. La scelta della sede fu nel complesso delle Terme di Diocleziano con il fine anche di recuperare le imponenti strutture antiche e quelle più tarde. Un museo da concepire non come contenitore secondo i retaggi dell’antiquaria dei secoli precedenti, ma in grado di illustrare in modo coerente i temi specifici. Mentre il museo si accresceva delle opere prima raccolte in depositi locali e di quelle che si andavano ritrovando nel corso delle frenetiche attività di scavi e sterri in tutta la città, per gli adeguamenti urbanistici, molto presto ci si rese conto che gli spazi non sarebbero stati sufficienti alla quantità delle opere e a una loro adeguata esposizione.Il nuovo Museo Nazionale Romano, ordinato nelle quattro sedi di Palazzo Massimo alle Terme, Terme di Diocleziano, Palazzo Altemps e Cripta Balbi, è nato da un progetto di Adriano La Regina, sostenuto da anni di studi, pubblicazioni e restauri e con la collaborazione dei massimi esperti, risultato di un ampio confronto culturale aperto a tutti attraverso mostre e incontri e si è realizzato con le risorse della legge speciale per le antichità di Roma del 1981. Il progetto complessivo, totalmente innovativo e realizzato anche con l’acquisto pubblico di nuove sedi, idonee per ubicazione, caratteristiche e prestigio, ha guidato le scelte non facili per un ordinamento coerente, curato costantemente negli anni a seguire, con ampliamenti, adeguamenti, mostre, attività culturali, per la migliore fruizione pubblica. Progetto che deve ancora vedere realizzato il completamento, in particolare nelle Terme di Diocleziano e nella Cripta Balbi. I finanziamenti assegnati al Museo Nazionale Romano nel suo nuovo status di istituto autonomo, a seguito della riforma del Ministero, lasciano ben sperare nelle opportunità per i necessari completamenti e adeguamenti e sarebbe auspicabile conoscere i contenuti del nuovo progetto, annunciato per sommi capi a fronte delle ingenti somme destinate.

L’affezione al sacro dell’arte: la ribellione dei cittadini allo spostamento del Discobolo e del Pugile

In un’affollatissima Casa del Municipio si è svolta una partecipata riunione intorno a un vero e proprio “affaire”, quello del trasloco da Palazzo Massimo a Palazzo Altemps Palazzo Altemps, che sorge a poca distanza da piazza Navona, in piazza sant’Apollinare di sei fra i più importanti pezzi della statuaria romana di età imperiale, tra i quali il Discobolo Lancellotti (opera-simbolo dell’Esquilino) e il Pugile a riposo. Comitati, associazioni e cittadini (tra i quali alcuni archeologi e storici dell’arte) hanno incontrato Stéphane Verger, che in qualità di direttore del Museo Nazionale Romano ha illustrato i progetti da realizzare coi fondi Pnrr complementare e Giubileo nelle quattro sedi del circuito museale, tutte site nel Municipio I. A moderare il dibattito Giulia Silvia Ghia, assessore municipale alla Cultura.

Come già emerso nelle scorse settimane, la notizia dello spostamento di questi capolavori dell’arte antica ha provocato una sorta di sollevazione popolare: i residenti hanno reagito in massa, con un tam-tam che ha coinvolto centinaia di persone sui social,  oltre alle dieci associazioni presenti nel territorio.

La discussissima decisione arriva a margine della promessa risistemazione/riquaificazione dello spazio urbano di Piazza dei Cinquecento e di importanti lavori (ampliamento area visitabile, rifacimento impiantistica) nelle Terme di Diocleziano. E piomba come un macigno sulla lotta dei cittadini per la dignità e sicurezza dell’area intorno alla Stazione Termini, nella quale rientrano appunto la sede museale Palazzo Massimo/Terme di Diocleziano. Alla mancanza di pulizia, che continua da anni, si aggiunge una illuminazione minima della zona, bancarelle di paccottiglia, negozi chiusi dopo il Covid. La decisione di depauperare un fondamentale luogo di cultura (la sede più frequentata fra le quattro del Museo Nazionale Romano) è in totale controtendenza con le esigenze dei cittadini e della città stessa, primo biglietto da visita di Roma per chi arriva dall’estero, con transito medio giornaliero di 480mila persone (tale da permettere quindi valorizzazione di una sede museale anche ben meno prestigiosa di Palazzo Massimo, in alternativa a una sua inspiegabile spoliazione).

Rimangono come silenti testimoni, i capolavori greci e romani dell’arte chiusi nelle sale, le altissime mura delle Terme, le splendide mura di IV secolo a.C. di Servio Tullio. Ma per la politica forse tutto questo, oltre alla prossimità del museo al luogo di ritrovamento delle statue (Colle Esquilino) non è abbastanza.  L’idea dell’ex ministro  Franceschini di spostare i capolavori più noti al “centro del centro” viene così accolta e perfezionata anche dall’attuale ministro Sangiuliano, in nome dell’attrattività che qualsiasi spostamento di capolavori esercita a livello promozionale. E se invece la promozione si facesse sui musei stessi, su ciò che già hanno, senza affidare le sorti del turismo a operazioni di impatto effimero e limitato nel tempo? Il Museo Nazionale Romano è unico al mondo, con collezioni uniche al mondo: non ha bisogno di essere artificiosamente spezzettato a scapito della sua sede attualmente più visitata.

Dopo l’incontro con Stéphane Verger la mobilitazione civica continuerà: ben venga una risistemazione dell’area di Piazza dei Cinquecento e il recupero delle aree attualmente non visitabili della Terme di Diocleziano, ma senza doverlo pagare con la sottrazione dei pezzi di Palazzo Massimo.  L’amore dei residenti di Esquilino e Castro Pretorio per questi capolavori si sta rivelando “magico” e trasversale, e suscita stupore soprattutto in chi ha preso queste decisioni senza interpellare la cittadinanza. I residenti si stanno preparando ad azioni di protesta civica e civile per far sì che questa scelta venga almeno in parte rivista.

vedi anche sul sito della Direzione genrale musei del ministero della cultura il comunicato del 2 gennaio 2023 Il programma degli interventi per il restauro delle quattro sedi del Museo Nazionale Romano – Progetto “Urbs, dalla città alla campagna romana”, finanziato dal Programma Nazionale per gli investimenti Complementari al PNRR, nei prossimi anni verrà realizzato un articolato programma di lavori nelle quattro sedi del Museo Nazionale Romano (Terme di Diocleziano, Palazzo Massimo, Palazzo Altemps e Crypta Balbi) scarica il comunicato stampa, con il dettaglio di tutti gli interventi previsti per le quattro diverse sedi.

vedi anche su Diarioromano 31 gennaio 2023: Il Discobolo Lancellotti deve rimanere al Museo Nazionale Romano!

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

17 febbraio 2023

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