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Non solo Stadio della ROMA : l’appello per lo Stadio di San Siro

Stadio Meazza nel 2014 da wikipedia Pubblichiamo un appello di qualche settimana fa rivolto in forma di lettera aperta al sindaco di Milano Beppe Sala dall’Associazione Gruppo verde San Siro e sottoscritto da centinaia di cittadini e intellettuali, dopo che, nel maggio scorso,  la Commissione regionale per il patrimonio culturale della Lombardia ha stabilito che l’attuale impianto non presenta alcun interesse culturale. Dell’attuale Stadio di San Siro  potrebber essere salvata quindi solo una della quattro torri angolari e una porzione del secondo anello: infatti il codice dei Beni Culturali stabilisce vincoli di tutela per opere architettoniche con oltre 70 anni di vissuto e il Meazza, nella versione di oggi plasmata dai lavori del 1953, per pochi mesi non rientra nella casistica.  Lo Stadio sembra quindi destinato a diventare una sorta di involucro che ospita  negozi, cinema, un centro commerciale e un’area sportiva al servizio dei cittadini. Una prospettiva che potrebbe presto estendersi  a tanti altri impianti sportivi, anche di “interesse artistico o storico”, che potrebbero finire “vivisezionati” in base al disegno di legge proposto – in concomitanza con la diatriba sulla tutela dello stadio milanese – da una senatrice del PD (Vedi Tifo & cemento, continua l’attacco ai Beni culturali (Proposta di legge di una senatrice PD)

> Vai alla storia dello Stadio Meazza da Wikipedia

(AMBM)

17 luglio 2020

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

(da Il Giornale dell’Architettura 23 giugno 2020)

Egregio Signor Sindaco,

apprendiamo con preoccupazione le ultime notizie sullo stadio Meazza a San Siro.

Da quasi un anno è venuta avanti la proposta della sua demolizione per fare posto a un nuovo stadio più piccolo e “moderno”, accompagnato da numerosi nuovi edifici. A muovere l’iniziativa sono unicamente motivi di natura economica: lo stadio esistente è considerato troppo grande per gli standard attuali e le società calcistiche – ormai del tutto slegate dal contesto milanese in cui fino a pochi anni fa erano radicate – intendono ricavare lauti guadagni dalla creazione di un polo destinato a varie attività (commerciali, ricettive, di intrattenimento e terziarie) per le quali il nuovo stadio è concepito come catalizzatore. Su questo i due progetti selezionati, di Populous e di Progetto CMR, collimano.

È giunto il momento di dire basta a questo modo di operare e di rivalutare invece un modello diverso a cui Milano deve non poco della sua qualità urbana: un più ragionevole equilibrio tra iniziativa privata e regia pubblica, capace di guidare la forma e l’architettura delle nuove parti di città. Una modalità che a Milano ha dato frutti positivi nell’Ottocento e nel Novecento: basti pensare al sistema Cordusio-Sempione, a Città studi e a diversi quartieri di edilizia pubblica, tra cui il quartiere Harar e il QT8 con il Monte Stella, che concorrono a qualificare il comparto urbano in cui sorge il Meazza.

Ci stupisce anche il mutamento della Sua posizione in merito alla questione dello stadio: da difensore convinto dell’edificio esistente – da conservare a tutti i costi –, Lei è passato a un atteggiamento di compromesso, che ammette la realizzazione dei nuovi edifici a patto di mantenere alcuni frammenti dello stadio storico, ridotto a una sorta di finta rovina immersa nel verde. Negli anni ’50 fece una fine analoga ciò che restava di una delle più antiche e importanti chiese di Milano, San Giovanni in Conca: la finta rovina dell’abside, in piazza Missori, dovrebbe servire da monito. E invece…

Siamo altrettanto stupiti di fronte alla dichiarazione della Soprintendenza che ritiene lo stadio di San Siro privo di interesse storico-architettonico. È vero che le strutture degli anni Venti e Trenta sono inglobate nelle aggiunte successive e quindi poco visibili; resta però il fatto che gli ampliamenti successivi hanno fatto del Meazza un edificio di indubbia qualità architettonica e costruttiva. È diventato uno dei monumenti riconosciuti della città, non solo dai milanesi ma anche dai visitatori italiani e stranieri, per una parte non trascurabile dei quali una visita allo stadio di San Siro è irrinunciabile quanto quelle al Duomo, alla Scala e al Castello. Del resto il Meazza gronda di memoria collettiva: un tempio del calcio, ma anche sede di memorabili concerti, ormai passati alla storia. Non vorremmo che si ripetesse la vicenda dello stadio di Wembley a Londra, altro edificio-simbolo barbaramente demolito nel 2003 e sostituito da una struttura molto più banale. Per non parlare degli enormi costi di smaltimento delle strutture di acciaio e cemento armato, in termini sia economici sia ambientali.

Ci auguriamo che il Meazza possa continuare a essere utilizzato come stadio e che si giunga a una soluzione che soddisfi in primo luogo le esigenze della città e dei suoi abitanti.

Milano, 16 giugno 2020

( >vai alla pagina con le firme )

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