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Storia di Tor Marancia e delle “compensazioni”

schema compensazioni da Tor Marancia

Tutte le edificazioni atterrate (e moltiplicate) in varie di zone Roma per compensare Tor Marancia

In questi giorni in cui si è riacceso il dibattito su Tor Marancia, edificazione ex I-60 e  Fosso delle Tre Fontane, ci sembra doveroso rinfrescare la memoria sulla questione “compensazioni”, che forse molti non sanno che è una pratica inventata proprio nella Capitale  – nel 1997  col Piano delle certezze di Francesco Rutelli –  la cui  più clamorosa applicazione è proprio  Tor Marancia, nel cuore della città archeologica all’inizio dell’Appia Antica. Riportiamo una efficace sintesi tratta dal libro di Francesco Erbani*, Roma il tramonto della città pubblica” (Laterza Editore 2013) che, come scrive  Maria Teresa Di Sarcina,  serve a  “riflettere su una serie di scelte e conseguenze, per ricordare a tutti cosa ha significato per questa martoriata città l’applicazione dei principi di “diritto” edificatorio e della compensazione”. Scelte, aggiungiamo noi, operate da due amministrazioni  di centro sinistra, quella  appunto di Rutelli  (dal 1993 al gennaio 2001)  e Walter Veltroni (dal 2001- febbraio 2008) – assessore all’urbanistica Roberto Morassut –  in cui  si elaborò il Piano Regolatore Generale, adottato nel 2003 e approvato nel febbraio 2008. (AMBM)

(…) La compensazione urbanistica è quel meccanismo che consente all’amministrazione pubblica di “compensare”, appunto, il proprietario di un’area che il vecchio Piano regolatore del 1962 dichiarava edificabile, ma che non è mai stata edificata e di cui ora l’amministrazione stessa vuole che si sancisca l’inedificabilità. Questa inedificabilità, dovuta a criteri urbanistici e non al fatto che, per esempio, su quell’area la Soprintendenza ha posto un vincolo che impedisce di costruirvi, il Comune ritiene di doverla “compensare”. Come? Concedendo l’edificabilità di un’altra area. Ma non solo.
(…)
Il Piano regolatore del 1962 prevedeva a Tor Marancia 4 milioni di metri cubi di cemento su 120 ettari. Poi ridotti con la Variante di salvaguardia a 1 milione 900 mila. Negli anni fu elaborato anche un progetto, curato dallo studio di Vittorio Gregotti. Ma intorno a Tor Marancia fu ingaggiata una memorabile campagna, protagoniste le associazioni ambientaliste, Antonio Cederna, comitati di cittadini, esponenti del mondo della cultura e della politica. Fu sollecitato l’intervento della Soprintendenza archeologica, e Adriano La Regina, che la guidava, diede incarico a Vezio De Lucia e Italo Insolera, urbanisti, e a Carlo Blasi, professore di Botanica, di stilare una relazione. Il documento venne presentato a fine dicembre del 2001. E le conclusioni dei tre specialisti furono nette: Tor Marancia esprimeva valori tali da imporne la tutela integrale. La Regina pose su tutta l’area un vincolo archeologico, che di per sé, a differenza di altri vincoli che indicano prescrizioni a chi costruisce, impone l’inedificabilità assoluta.

Il vincolo del Ministero dei Beni culturali (di cui la Soprintendenza è organo periferico) bastava a stabilire che a Tor Marancia non si sarebbe più potuto costruire, e senza alcun indennizzo per i proprietari.
Ma il Comune decise di compiere un passo ulteriore: l’acquisizione dell’area, che invece prevedeva un indennizzo, al posto del quale scattarono le compensazioni. I proprietari ottennero l’edificabilità in altre aree.
Ma, dato che queste aree erano molto più lontane dal centro e molto meno attraenti di Tor Marancia, il risarcimento non poteva limitarsi a una superficie uguale, doveva spingersi fino a un importo uguale a quello che il proprietario avrebbe incassato a Tor Marancia.
Fatti i conti, il milione 900 mila metri cubi diventarono 4 milioni 100 mila. Tutti spalmati su terreni agricoli, su 16 aree, hanno calcolato Barbara Pizzo e Giacomina Di Salvo, localizzate nella campagna romana: dall’Olgiata al Pescaccio, dall’Aurelia alla Magliana, dal Divino Amore a Fontana Candida. In alcuni casi le compensazioni sono atterrate su suoli agricoli vincolati, che non possono essere edificate e che dunque generano altre compensazioni in un vortice che potrebbe proseguire ad libitum

(Francesco Erbani)

5 marzo 2016

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

Il parco di Tor Marancia

vai a FOSSO TRE FONTANE- I-60  cronologia (in costruzione)

*curriculum non aggiornato – Erbani ha recentemente pubblicato “Pompei Italia”

vedi anche un estratto della nota dell’ ex Assessore Caudo sull’I-60  del 4 marzo 2016:

L’iter urbanistico di Grotta Perfetta [una delle localizzazione delle edificazioni in compensazione delle cubature previste inizialmente a Tor Marancia, proprio di fronte al Parco NDR ]  è partito nel 1997 e si è definitivamente concluso, con tutti gli atti i pareri necessari per avviare i lavori, il 5 ottobre 2011,  con la stipula della Convenzione urbanistica tra Roma Capitale e il Consorzio Grottaperfetta.

L’edificabilità di 400 mila mc è stata decisa il 31 maggio 2002: Legge Regione Lazio n°14 ampliamento della perimetrazione del parco Regionale dell’Appia Antica, con l’annessione del comprensorio di Tor Marancia, per un’estensione di circa 200 ettari. Tutto il comprensorio di Tor Marancia, viene ricompreso nel Parco dell’Appia, salvo l’area di Grottaperfetta. Contestuale Ordine del giorno approvato all’unanimità: nel caso in cui il Comune di Roma intenda procedere a compensazioni, sull’area di Grottaperfetta potranno essere localizzati 400.000 mc.

Assessore all’urbanistica del Comune dal 2001 al 2008 era l’On.Le Roberto Morassut  e dal 2008 al 2013 l’avv. Marco Corsini.Presidente del Municipio XI  (oggi VIII)  era l’onorevole Massimiliano Smeriglio (2001 – 2006) e l’onorevole Andrea Catarci (2006 – oggi).

[Dopo l’insediamento del Sindaco Marino NDR] non c’è stato nessun aumento di cubatura, vedi anche  28 marzo 2003: Delibera di Indirizzi al Sindaco n.53 concernente la compensazione edificatoria del comprensorio E1 Tor Marancia, attraverso la rilocalizzazione di una parte delle volumetrie in 15 Programmi di Trasformazione Urbanistica, tra cui quello di Grottaperfetta. La Delibera approva il piano urbanistico Grottaperfetta prevedendo una volumetria complessiva di mc. 400.000, di cui mc. 280.000 residenziali e mc. 120.000 non residenziali. E ancora 12 febbraio 2008: approvazione del NPrg con DCC [Delibera Consiglio Comunale NDR]  18 che, all’Art 19 ratifica quanto già introdotto nel piano adottato per il principio della compensazione e, per quanto riguarda il PTU Grottaperfetta, conferma le previsioni edificatorie del piano adottato.

PRG VII Municipio

Tavola del PRG del 2008

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