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The Good Lobby: un appello caduto nel vuoto (o quasi)

Nel 2023 si vota più a Sanremo che alle Elezioni. Sembra un paradosso eppure è così: alle Regionali di Lazio e Lombardia, che si sono tenute proprio all’indomani della finale del Festival canoro, l’affluenza è stata del 41,67%, mentre nel Lazio ha votato il 37,20% degli elettori, il dato peggiore in assoluto della storia repubblicana.
Questa notizia non è l’unica a descrivere lo stato in cui versa la nostra democrazia, in cui i protagonisti – ovvero i cittadini e le cittadine – hanno progressivamente perso fiducia nelle Istituzioni e nel loro operato. E come potremmo fidarci di fronte al disinteresse dei rappresentanti politici nei confronti delle nostre richieste e dei nostri bisogni? Le notizie di questa settimana dimostrano, in vari contesti, il mancato ascolto e coinvolgimento della società civile nei processi decisionali. Un elemento che senz’altro contribuisce ad aumentare la disaffezione nei confronti della politica.

Nei giorni prima delle elezioni, abbiamo chiesto ai candidati alla presidenza di Lazio e Lombardia di prendere un impegno concreto su temi cruciali tra cui la legge per il voto fuori sede (di cui parleremo qui sotto) e la trasparenza delle attività di lobbying a livello regionale.

Solo 5 candidati hanno risposto all’appello e solo uno di loro è stato eletto. In Lombardia hanno dichiarato di impegnarsi Pierfrancesco Majorino, Letizia Moratti (solo sul lobbying), Mara Ghidorzi (solo sul tema del voto fuori sede) e il presidente rieletto, Attilio Fontana. Per quanto riguarda il Lazio, invece, a prendere un impegno pubblico su entrambi i temi è stato Alessio D’Amato, uscito sconfitto alla tornata elettorale. 

Cercheremo di instaurare un dialogo proficuo con Fontana, ma il silenzio degli altri candidati ci ha molto preoccupato. Le istanze della società civile sembrano sempre più lasciate ai margini del dibattito politico.

Regionali 2023: cosa chiediamo ai candidati di Lombardia e Lazio

Il 12 e 13 febbraio si vota per rinnovare i consigli regionali di Lazio e Lombardia: abbiamo chiesto ai candidati presidente di ciascuna Regione di prendere un impegno pubblico sulla regolamentazione del lobbying e sul voto ai fuori sede. Ecco chi ci ha risposto e chi ancora tace.

di Sandro Zinani

Mancano una manciata di giorni alla vigilia del voto in Lombardia e nel Lazio e qui a The Good Lobby abbiamo deciso di marcare da vicino i diversi candidati in lizza su due temi fondamentali per noi, per i cittadini e per la nostra democrazia: la regolamentazione delle attvità di lobbying e del voto ai fuori sede.

A ciascun candidato abbiamo chiesto di prendere un impegno pubblico su entrambi gli argomenti e da Milano è arrivata subito la risposta di Pierfrancesco Majorino, candidato in quota centro-sinistra, che sul tema del lobbying dice: “Sette anni fa Regione Lombardia ha adottato un ‘registro della trasparenza’ che necessita di importanti miglioramenti. Adotterò l’agenda degli incontri con i portatori d’interesse dei membri della giunta e accolgo con favore le proposte che provengono da ‘The Good Lobby’”. Majorino ha quindi preso posizione anche sul tema del voto ai fuori sede aggiungendo “Rinnovo l’adesione alla campagna promossa dalla “Rete Voto Sano da Lontano e di The Good Lobby riguardo il voto a distanza. L’assenza di questa facoltà è un grave Vulnus democratico. È grave che ad oggi ci siano 9 proposte di legge rimaste lettera morta. Solo in Lombardia il 2,20% degli elettori abita fuori sede ad oltre 4 ore di viaggio della propria residenza. 

Sempre sul tema del voto fuori sede prende posizione anche Attilio Fontana, Presidente uscente e candidato per il centro-destra, che afferma: “Sarà mia cura segnalare questa tematica al collega Massimiliano Fedriga che presiede la Conferenza delle Regioni e lavorare insieme al Governo per arrivare a una definizione della condizione di chi non si trova fisicamente nel proprio luogo di residenza, ma vuole correttamente manifestare il suo diritto al voto”, mentre per quanto riguarda il tema lobbying sottolinea come la Regione annoveri tra i suoi documenti normativi la Legge Regionale 17/2016 che disciplina la trasparenza delle attività di rappresentanza di interessi e quindi aprendo alla possibilità di eventuali revisione e aggiornamenti in materia nel corso della prossima legislatura.

Sul tema del lobbying è importante comunque rilevare come sebbene la Regione Lombardia si sia, sì, dotata di una normativa per disciplinare le attività dei portatori di interesse, questa ad oggi è ancora carente su molteplici punti: come infatti, abbiamo rilevato e condiviso con il Presidente Fontana i dati attualmente disponibili sui portatori di interesse sono insufficienti (i.e. mancano indicazioni sulle risorse impiegate per le attività di lobbying), manca un’Agenda degli incontri e regole che impediscano il fenomeno delle cosiddette “porte girevoli”, ben venga quindi l’impegno a rivedere ed aggiornare la normativa regionale in materia.

Infine, sempre sul tema lobbying, ha risposto al nostro appello anche la candidata in quota Terzo Polo Letizia Mortatti che ha preso un impegno “a proporre un accordo tra Giunta e Consiglio regionale per redigere un elenco, simile a quello europeo, dando mandato a ORAC (Organismo Regionale per le attività di controllo) di vigilare. Per quanto riguarda le sanzioni è difficile ipotizzare un regime sanzionatorio o in codice di condotta per gli enti/associazioni iscritte. L’obiettivo è solo il fine di trasparenza”. Per quanto riguarda, nello specifico, la pubblicazione delle agende degli incontri dei portatori di interesse Moratti ha sottolineato che si tratta di “un tema delicato a livello nazionale, su cui è già intervenuto il Garante della Privacy. Per questo motivo potrò assumermi l’impegno di avviare, unitamente al servizio legale della giunta e all’ufficio per le prerogative dei consiglieri del consiglio regionale, un approfondimento in materia di regolamento di giunta regionale e consiglio regionale. In merito alle informazioni sui lobbisti la soluzione potrebbe essere quella di inserire il loro sito di riferimento nell’elenco in tema di registro trasparenza”. Sul tema dei controlli ha fatto sapere che questi potrebbero essere effettuati da ORAC infine per quanto riguarda il periodo di “raffreddamento” Moratti ha aggiunto che è necessario “aspettare un intervento del Governo nazionale in modo da non creare trattamenti discriminatori” e che quindi sarà sua cura portare il tema all’attenzione del Governo.

Per quanto riguarda la Regione Lazio arriva invece da Roma la risposta del candidato del PD Alessio D’Amato che per quanto riguarda il lobbying afferma: Credo che un atto normativo finalizzato a promuovere la trasparenza dei processi decisionali delle nostre istituzioni, così come la loro tutela da interferenze indebite, rappresenti una fondamentale garanzia a beneficio di tutti i cittadini e un contributo concreto alla pienezza della nostra vita democratica. Sono pronto perciò a impegnarmi, se sarò eletto presidente della Regione, a presentare una norma che disciplini tale materia, recependo le indicazioni contenute nel documento promosso dall’associazione.” D’Amato ha quindi espresso apertura anche sul tema del voto fuori sede aggiungendo “Il tema del voto a distanza rappresenta una questione importante, su cui il nostro Paese registra un ritardo inaccettabile. Aderisco quindi con convinzione all’appello della “Rete Voto sano da lontano” e dichiaro la mia disponibilità, se sarò eletto presidente della Regione, a ribadire in sede di Conferenza Stato-Regioni l’urgenza di un provvedimento in materia, finalizzato a sanare quello che è un grave vulnus costituzionale”

Ancora nessuna risposta invece dagli altri candidati in lizza per il Lazio, Francesco Rocca e Donatella Bianchi, a cui rivolgiamo comunque di nuovo il nostro appello per prendere una posizione su questi due importanti temi (9 febbraio 2023)

17 febbraio 2023

Per informazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

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