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Gli interventi di Notte delle Delibere 6 anni dopo

(In costruzione)

notte delibere 6 anni dopo 2

(video di tutti gli interventi in caricamento)

Paolo Gelsomini Coordinamento Residenti Città Storica (Proposta Delibera ex rimesse ATAC)

Crstina Lattanzi Comitato salute Ambiente EUR  (Proposta Delibera Ex velodromo)

Lorena Timi Cdq Pisana (Proposta Delibera Pisana Estensi)

Vittorio Salvatore CdQ Piccola Paolocco (Proposta Delibera Piccola Palocco)

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

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Paolo Gelsomini Coordinamento Residenti Città Storica (Proposta Delibera ex rimesse ATAC) vedi  http://www.carteinregola.it/index.php/urbanistica/stop-consumo-di-suolo/attenti-alle-delibere/la-vendita-dei-depositi-atac/
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Crstina Lattanzi Comitato salute Ambiente EUR (Proposta Delibera Ex velodromo)

Vedi anche la scheda Delibera Ex Velodromo > vai a http://www.carteinregola.it/index.php/urbanistica/stop-consumo-di-suolo/attenti-alle-delibere/modifica-alla-delibera-11807-velodromo-olimpico/

Oggi ricordiamo il nostro “presidio” in Campidoglio per evitare l’approvazione di decine di delibere urbanistiche varate della Giunta Alemanno in variante al PRG approvato appena da qualche anno. Tra queste vi era quella, contestatissima e neppure condivisa da tutta la maggioranza capitolina, di indirizzi al Sindaco per la modifica dell’accordo di programma del 1° giugno 2007 ratificato con D.C.C. n. 118 del 25 giugno 2007. Proprio appena prima della mezzanotte del 10 aprile 2013 (termine ultimo dell’attività dell’aula Giulio Cesare nella consiliatura che stava chiudendosi) vi fu l’estremo tentativo di far approvare la proposta n.61 (D.G.C. del 20 aprile 2011 n. 42). Ma non passò!

Area ex velodromo olimpico all’Eur. A volte ritornano! storie e attori che sembravano definitivamente usciti di scena; la cattiva gestione della cosa pubblica, incurante perfino dell’intervento delle magistrature; l’immancabile degrado di spazi pregiati diventati “luoghi di ricovero di senza tetto e clandestini oltre [perché no?!indicate come] perfette location per traffici della criminalità [leggasi spaccio e prostituzione]”, prima provocato e poi utilizzato come alibi di redditizie trasformazioni. E il solito meccanismo che caratterizza da troppo tempo l’urbanistica romana: la ricerca della massima rendita speculativa attraverso il passaggio, dallo scarso valore di aree destinate ad uso pubblico o agricolo oppure gravate da vincolo storico/architettonico/paesaggistico o idrogeologico, al valore esponenzialmente più alto derivante dalle varianti contrattate con il Comune e/o favorite dalla mancata applicazione di vincoli: quanto è maggiore il peso dei vincoli tanto è maggiore il guadagno che si ottiene dal mancato rispetto di essi.

La vicenda del velodromo olimpico come esempio emblematico di una storia che si ripete: i residenti che si attivano per salvaguardare il proprio ambiente e la qualità della vita nel proprio quartiere, minacciato da “trasformazioni” … da “valorizzazioni”… da nuove mirabolanti “infrastrutture”, ma non conoscono ancora la forza del “mostro”, multicefalo e tuttavia invisibile, che vuol “trasformare e sviluppare” la città e ingenuamente si battono contro. Talvolta ce la fanno; il più delle volte le loro legittime istanze, che vengono dal buon senso e della conoscenza dei luoghi prima che dal diritto alla partecipazione, vengono travolte. Ma anche in questo caso, come in altri simili, andranno avanti a battersi le associazioni – come Italia Nostra – e i cittadini dell’Eur, che ancora oggi – dopo aver subito l’oltraggio della demolizione del velodromo olimpico (che poteva e doveva essere recuperato (v. le linee guida della commissione tecnico scientifica che vede come rappresentante del Comune UO Interventi di qualità l’arch. Gabriella Raggi, ora braccio destro dell’assessore Montuori ) e che invece fu demolito il 23 luglio 2008, nel vano tentativo di agganciare il progetto delle piscine della città dell’acqua ai Mondiali di nuoto del 2009 e relativi finanziamenti) e la dispersione di fibre di amianto – chiedono che l’area dell’invaso sia restituita alla sua originaria destinazione a parco pubblico e attrezzature sportive e quella dell’Oceano Pacifico ad attrezzature di servizi pubblici di quartiere. Anche se tale prospettiva appare ancora lontana.

Difatti:

  • È tramontata l’ipotesi di cui al progetto bocciato nel 2013 – peraltro legato alla necessità di cedere al Comune 15.000 mq di residenziale in tre nuove torri, aggiungendo nuove cubature – lungo l’Oceano Pacifico – all’obbrobrio della zona Euroma2/Castellaccio, per rendere possibile la quadratura dei conti per il folle progetto della Formula 1 nelle strade del quartiere e con la cementificazione del Tre Fontane, sposato dall’allora AD ing. Mancini;
  • la nuova dirigenza di Eur spa ha fatto sapere di aver presentato nell’ultimo giorno utile (quindi forse il 31 maggio 2017) un “piano casa” su parte dell’intero comparto, che dal punto di vista urbanistico risulta attualmente Ambito a Pianificazione Particolareggiata Definita, con superficie territoriale di oltre dieci ettari;
  • l’Eur spa ha presentato tale proposta come una sorta di “sconto” rispetto a quanto previsto dall’invasivo progetto della città dell’acqua, per venire incontro alle richieste dei comitati dell’Eur, ai quali sarebbe “perfino” rimessa l’indicazione delle discipline sportive che verrebbero consentite nell’area dell’invaso dell’ex velodromo. Ed ha giustificato tale scelta con il fatto che quel comparto risulta a bilancio per 43 milioni e può renderne molti di più. I cittadini hanno replicato che l’equilibrio del territorio – già allo stremo per i pesi insediativi insostenibili che ne hanno sconvolto l’ottimale assetto originario, di cui al P/P1 del PRG antecendente a quello veltroniano – non può essere ulteriormente compromesso e condizionato dalle esigenze del bilancio di Eur spa. Bilancio che è stato disastrato da una gestione sulla quale si sono rivolte di recente le attenzioni della Corte dei Conti e che risulta indebitamente appesantito dalla realizzazione della Nuvola, costata il doppio del preventivato, i cui parcheggi non sono stati ancora realizzati e la cui gestione è molto dispendiosa, mentre la manutenzione dei meravigliosi parchi del quartiere riceve poche briciole. Dopo la cessione all’ACEA di quattro edifici storici vincolati per circa 300 milioni per evitare il fallimento, la spa Eur possiede ancora una quantità di cespiti minori che ben possono essere ceduti per evitare la “valorizzazione” dell’area Velodromo con la destinazione ad edilizia residenziale.

La richiesta di applicazione del “piano casa” presentata da Eur spa risulta per ora ancora ferma.

Da quanto si è appreso informalmente sono previsti:

nel comparto A (ex Velodromo)

  • edilizia residenziale privata e relativi parcheggi interrati (3 palazzine di 5 piani su via della Tecnica) per 9.000 mq di SUL
  • edilizia per Hausing Sociale e relativi parcheggi interrati (2 palazzine di 4 piani tra via del Ciclismo e via dei Primati sportivi)
  • 1 struttura commerciale su via della tecnica (SUL non nota)
  • parcheggi pubblici a raso su via dei Primati sportivi (già esistenti)
  • verde privato di pertinenza delle palazzine
  • verde pubblico di 5.560 mq di cui non è definita l’ubicazione

nel comparto B (Oceano Pacifico):

  • edilizia residenziale privata e relativi parcheggi interrati (2 palazzi da 8 piani)
  • 1 struttura commerciale
  • parcheggi pubblici a raso per 4.434 mq
  • verde privato di pertinenza dei palazzi
  • verde pubblico per 8400 mq

Quanto sopra, non essendo sfruttato al massimo la cubatura consentita dal piano casa, sarebbe successivamente integrato con ulteriori richieste di edificazione nei due comparti.

Da notare che la realizzazione dei fabbricati implica necessariamente l’abbattimento delle alberature esistenti che, malgrado l’incuria, costituiscono il pregio dell’area.

La richiesta di accesso formale agli atti per conoscere i reali contenuti della proposta, con istanze del Consiglio di quartiere Eur e del Comitato Salute e Ambiente Eur, sia all’Eur spa (che essendo società di proprietà pubblica sarebbe tenuta a rispondere) sia al Dipartimento comunale, da otto mesi vengono rimbalzate da un ufficio all’altro: una mancanza di trasparenza che certamente non contribuisce a rimediare all’opacità e alle forzature dei procedimenti relativi alla trasformazione di queste aree, che da zone di pregio connotate da un impianto di alta qualità architettonica sta finendo vittima del piano casa Polverini/Zingaretti e che, se non si tornerà ad agire nel solco dell’interesse pubblico, se pure dovesse scampare a tale sorte rimarrà esposto alla nuova “rigenerazione”. E all’Eur non c’è solo l’ex velodromo. Altre ferite rimangono aperte: come l’incompiuto acquario sotto il laghetto, altro esempio di scempio dell’interesse pubblico; come le filovie che richiedono il taglio di alberi; e, soprattutto, come l’inquinamento ambientale e acustico causato dal traffico. Altre storie!

> scarica velodromo_presentazione

> scarica Linee guida Velodromo del 2003

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Lorena Timi Cdq Pisana Estensi (Proposta Delibera Pisana Estensi)

Sono Lorena Timi attuale presidente del CdQ ROMA XVI Pisana Estensi, composto da cittadini del quartiere, che è nato a seguito della presentazione del progetto di Trasformazione Urbanistica denominato “Pisana – Via degli Estensi” del 20 maggio 2010, relativa ad una proposta di variante al PRG (stralcio da un PRINTI e tra compensazioni).

Sono qui per ribadire la nostra opposizione a questa e altre proposte di delibere urbanistiche, che siamo riusciti a bloccare tutti insieme: il coordinamento dei comitati cittadini “No Roma Capitale del Cemento”, “carte in Regola”, il “Forum Salviamo il Paesaggio” e “Italia Nostra”.

Non starò qui a raccontare la storia delle azioni messe in atto dal comitato Pisana Estensi, per contrastare “una delle tante speculazioni edilizie” e che assomiglia alla storia di altri comitati, tutti ugualmente impegnati a difendere il proprio territorio.

Credo invece che le risorse messe in atto a Roma al tempo di Alemanno e non solo, devono ritrovarsi e riattivarsi per contrastare qualsiasi nuovo tentativo di far passare le vecchie e le nuove proposte edificatorie che prevedono consumo di suolo.

Pertanto le richieste del Comitato Pisana Estensi e anche del Forum Salviamo il Paesaggio, a cui aderiamo da diversi anni, e credo di molti cittadini, non possono soltanto riferirsi ad una generica difesa del territorio ma, dopo anni di battaglie, devono essere chiare e precise.

Credo sia importante chiedere a gran voce che vogliamo:

  1. UNA MORATORIA IMMEDIATA DI TUTTI I PROVVEDIMENTI URBANISTICI ISTRUITI O IN CORSO DI ISTRUTTORIA. La realizzazione dei progetti distruggerà per sempre le aree verdi presenti nella cosiddetta città consolidata senza riconsiderare la fattibilità dei progetti visto che gli studi risalgono oramai per molti di queste edificazioni a circa 10 anni fa. Sarà molto importante fare uno studio insieme ai cittadini dei servizi esistenti e necessari nell’area interessata e non solo, perché sappiamo che le opere hanno ricadute anche nelle zone limitrofe e in tutta la città;
  2. LA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI che è un elemento essenziale e indispensabile e non può essere solo uno slogan sbandierato in campagna elettorale
  3. LA CANCELLAZIONE DEGLI ARTICOLI DELLA NORMATIVA TECNICA DEL VIGENTE PRG CHE INTRODUCONO I “DIRITTI EDIFICATORI”. I diritti edificatori sono fondati su un istituto giuridico inesistente nella legislazione urbanistica nazionale. L’amministrazione comunale ha il diritto/potere di variare le destinazioni d’uso del territorio senza nessun obbligo risarcitorio;
  4. LA FINE DELLA PRATICA DELLE COMPENSAZIONI (quasi sempre collegata proprio ai “diritti edificatori”). La pratica delle compensazioni, nata per acquisire a verde pubblico alcune zone poi è stata trasformata in uno strumento improprio per la gestione dell’urbanistica a tutto vantaggio della proprietà fondiaria speculativa, che ha fatto aumentare senza limiti le cubature di cemento da realizzare. Proprio per questo motivo vanno anche cancellati tutti gli articoli delle norme tecniche di PRG che definiscono le compensazioni;
  5. LA CESSAZIONE DEGLI “ACCORDI DI PROGRAMMA” UTILIZZATI PER ANDARE IN VARIANTE AL PIANO REGOLATORE. Gli accordi di programma determinano immediati profitti ai privati, non consentono ai cittadini di partecipare e non danno garanzia sulla realizzazione delle opere pubbliche. Infatti molto spesso non sono poi portate a termine (se non addirittura mai iniziate) proprio le opere che hanno giustificato l’approvazione degli accordi di programma;
  6. LA MESSA IN SICUREZZA DEI TERRITORI INTERESSATI DAI DISSESTI IDROGEOLOGICI. E’ necessario mappare tutte le aree della città che sono state interessate da frane, allagamenti e voragine ed attivare programmi di messa in sicurezza. E l’ulteriore impermeabilizzazione dei suoli che comporta una maggiore fragilità del territorio.
  7. CENSIMENTO DEGLI EDIFICI NON UTILIZZATI O ABBANDONATI.

Noi crediamo che Amministratori lungimiranti devono indirizzare i progetti edificatori verso opere di recupero, restauro e di utilizzazione di edifici pubblici e privati abbandonati esistenti e a volte fatiscenti, in una visione di città vivibile e sostenibile (no alla svendita del patrimonio pubblico per fare cassa). Scongiurare un ulteriore consumo di suolo. Suolo: bene prezioso, risorsa limitata, non rinnovabile e soprattutto un bene comune che non deve soggiacere alle leggi di mercato.

A Roma c’è bisogno di spazi pubblici, di socialità e di cultura e non di centri commerciali e cemento indiscriminato senza una progettualità ed una visione pubblica a servizio dei cittadini.

Dobbiamo continuare ad essere vigili e a lavorare contro il consumo di suolo: queste richieste riflettono gli articoli della proposta di Legge condivisa elaborata da Salviamo il Paesaggio incardinata al Senato come AC 164. Ricordo ai presenti che, presso le Commissioni riunite 9° Agricoltura e 13° Territorio e Ambiente del Senato della Repubblica, si susseguono, da diversi mesi, le audizioni sui disegni di legge contro il consumo di suolo. E proprio stamane sono stati auditi rappresentanti del forum – il Prof. Paolo Maddalena, Paolo Berdini e Domenico Finiguerra.

Ribadisco, infine l’importanza di una ripresa di una rete di comitati, cittadini e associazioni per un’azione comune di moratoria di tutti i provvedimenti urbanistici istruiti o in corso di istruttoria.

Il Comitato di Quartiere ROMA XVI Pisana Estensi

scarica pisanaestensi_presentazione

Vai A Scheda Proposta di delibera Pisana Estensi http://www.carteinregola.it/index.php/urbanistica/stop-consumo-di-suolo/attenti-alle-delibere/13-pisana-via-degli-estensi/

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Vittorio Salvatore CdQ Piccola Palocco (Proposta Delibera Piccola Palocco)

Alcuni cenni sull’iter della pratica di edilizia abitativa denominata “Piccola Palocco”

Circa 8 anni fa veniamo a conoscenza che una impresa edile vuole costruire un ulteriore quartiere di 1.600 abitanti su un’area di 15 ettari inserita tra i quartieri Axa e Casalpalocco, area che va ad affacciarsi sulla Via di Macchia Saponara che sfocia sulla Via Cristoforo Colombo, che presentano entrambe problemi di congestione traffico noti a tutti.

Il costruttore vuole costruire utilizzando lo strumento della compensazione che, in estrema semplificazione, consiste in questo. Un costruttore compra delle aree agricole fuori dell’assetto urbano periferico e ne chiede la destinazione ad edilizia che gli viene facilmente concessa. Ma costruire lì non conviene, nessuno comprerebbe una casa in un piccolo quartiere isolato lontano dai servizi più elementari. Quindi il costruttore chiede il trasferimento del diritto (?) a costruire in altra area meglio inserita nell’assetto urbano. Ma quest’area non è destinata ad edilizia privata, quindi va richiesta la variazione della destinazione urbanistica di P.R.G. che è concessa con delibera del consiglio comunale.

La proposta di delibera viene approntata dagli uffici ed il racconto che se ne fa ai consiglieri comunali che devono approvarla è del tutto favorevole alla iniziativa. Ma i Comitati cittadini, avendo fatto più richieste di accesso agli atti, durante l’istruttoria della pratica, sanno che ci sono stati pareri non favorevoli, quindi indirizzano ai consiglieri comunali una diffida e li invitano a bocciare la richiesta. Nello stesso scritto intimiamo ai responsabili della redazione della proposta denunce penali per le omissioni, gli errori, le incompiutezze.

La proposta di delibera va in consiglio comunale che decide di “accantonarla”: questa l’espressione ambigua usata.

Cosa occorre fare oggi contro la cementificazione

1)Rinnovare la moratoria contro la cementificazione. In fase di istruttoria delle numerose pratiche di edilizia residenziale presentate dai costruttori è opportuno che i Comitati interessati siano presenti e attivi per non lasciare gli uffici soli di fronte ai costruttori e per svolgere un ruolo di controparte.

2)Nella riunione di giovedì 11 aprile sarà opportuno decidere di costituire un gruppo di lavoro composto da cittadini esperti nella materia urbanistica (ingegneri/architetti e giuristi) che si mettano a servizio dei Comitati e delle Associazioni per offrire gratuitamente il loro consiglio e la loro opera.

3)Ci vuole più democrazia diretta, democrazia significa governo del popolo, la democrazia rappresentativa sta mostrando numerosi limiti e difetti.”I cittadini sono in grado di scegliere meglio dei loro rappresentanti perché sulle loro decisioni non pesa la corruzione, la forza delle lobby, la costruzione della carriera politica”. “Dando ai cittadini maggiore responsabilità la democrazia diretta li aiuta a comportarsi più responsabilmente. Dando ai cittadini maggiore potere, la democrazia diretta insegna a loro come esercitare questo potere. Li rende migliori elettori e quindi migliori cittadini”.

VAI A  alal scheda Proposta di Delibera Piccola Palocco http://www.carteinregola.it/?p=793_________________________________________________________________________