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Piediperterra ai Fori e Celio: 5. il Parco del Celio tra monasteri, chiese, il tempio di Claudio, i percorsi, il verde

Il contesto del Parco del Celio tra i monasteri, le chiese, l’acquedotto, il tempio di Claudio, gli edifici otto-novecenteschi, l’archeotram, i percorsi, il verde.

a cura di Paolo Gelsomini


L’area del Celio, frammento da ricontestualizzare come baricentro tra la valle dei Fori e del Colosseo e dell’Appia Antica e come luogo di incontro della Roma pagana e della Roma cristiana.

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(nell’immagine: PERCORSI E COLLEGAMENTI DEL PARCO DEL CELIO 1.Ingresso Parco del Celio da via Claudia

2. Antiquarium

3. Casina Salvi

4. Clivo di Scauro e Case Romane

5. Santi Giovanni e Paolo

6. Secondo ingresso Villa Celimontana

7. Arco di Dolabella, San Tommaso in Formis, Porta Caelimontana sulle Mura Serviane

8. Ingresso Villa Celimontana e Chiesa di Santa Maria in Domnica alla Navicella

9. Santo Stefano Rotondo 10. Villa Mattei
11. 12.13. 14. Passaggi chiusi verso lato Caracalla, via delle Camene, scuole Parco San Gregorio

15. San Gregorio Magno ed Oratori 16. Vignola Boccapaduli a Porta Capena e Fonte di Mercurio.

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L’area che va dai Fori, al Colosseo, al Colle del Celio con il Parco fino alla Passeggiata archeologica e alle Mura Aureliane, è segnata da una rete di nodi di edifici religiosi e civili, di percorsi antichi e da un continuum di tracce archeologiche e di trame arboree che lega la zona del Colle Oppio, di Esquilino e di Monti con quella del Celio fino alla via Latina e alla via Appia Antica lungo il percorso delle Mura Latine.

Ad edifici civili come l’Antiquarium, la casina Salvi e la Vignola Boccapaduli chiuse da decenni, sono da attribuire nuove destinazioni d’uso compatibili con i luoghi.
Contemporaneamente le antiche strade mortificate da parcheggi abusivi ed usi impropri sono da riscoprire e da riportare a funzioni di collegamento di mobilità dolce o ciclopedonale.

E’ infatti necessario produrre un progetto d’area e di sistema, sinergico, aperto, inclusivo, che possa fare rete nel territorio e ricontestualizzare il Parco del Celio, fino ad oggi relegato a frammento isolato che presenta una disomogeneità nel rapporto con l’area circostante.
All’interno di questa idea di sistema spaziale e temporale e di questa trama verde da riallacciare, occorre pensare alla restituzione del tessuto di percorsi antichi dell’area del Celio alle loro funzioni di camminamenti, di luoghi identitari, di collegamenti di chiese, monasteri, archeologie, edifici civili di rilievo architettonico e culturale.

Gli interventi in atto, finanziati dal PNRR, intendono far dialogare l’area del Celio con la zona del Parco archeologico del Colosseo, il Palatino, il complesso della Casina del Salvi e l’area dell’Antiquarium, in un insieme paesaggistico di suggestioni e di fruizioni.

(nell’immagine la Forma urbis Foto AMBM)

Tra gli interventi, ce ne sono alcuni già realizzati come la collocazione della Forma Urbis nella palazzina ex GIL e il Giardino archeologico davanti alla Casina Salvi; altri in fase di progettazione come la sistemazione arborea e dei percorsi interni e di collegamento del Parco del Celio; altri ancora da definire nella loro destinazione d’uso come l’Antiquarium finanziato dal PNRR con 10 milioni solo per il consolidamento statico e il restauro conservativo.

(nell’immagine il nuovo percorso al limite del Parco del Celio su via Celio Vibenna con terrazza d’affaccio sul Colosseo (per gentile concessione della progettista arch. Simonetta De Ambris del Dipartimento Tutela Ambientale)

Nell’Area Antiquarium è prevista una sistemazione verde a giardino con resti architettonici di epoca repubblicana ed imperiale e la creazione di un affaccio con vista sul Palatino e il Colosseo.
Ma, anche per l’edificio dell’Antiquarium dopo decenni di abbandono, va immaginata una destinazione originale. Potrebbe diventare una sorta di Forum Celio, un centro polivalente di cultura, dove svolgere rappresentazioni di arte, di musica, di cinema, di teatro; una struttura moderna dotata di biblioteche, di realtà virtuale, di servizi di ristoro, di aule studio e di spazi per lo smart-working, di attrezzature per l’attività fisica nell’area verde limitrofa, di laboratori didattici e ludoteche, rilanciando anche il progetto elaborato dalla Sovrintendenza Capitolina nel 2006 di una sorta di Parco Archeologico per le bambine e i bambini.

(nell’immagine la pedonalizzazione del lato Palatino della via di San Gregorio nell’ambito del progetto GRAB (dal “Rapporto sul centro archeologico monumentale di Roma”)

Nel Parco del Celio la fermata centrale dell’Archeotram costituirà l’accesso a un paesaggio di natura e di storia. Connetterà tutti i luoghi di Roma antica, da Piramide, al Colosseo, fino alle Terme di Diocleziano.

La vicina Casina del Salvi, con la conclusione dei lavori di restauro, tornerà alla destinazione ottocentesca di coffee-house, comprensiva di spazi per lo studio, con la bella terrazza sul parco del Celio. Intorno alla Casina già oggi si può passeggiare in una sorta di giardino vitruviano, impreziosito dai reperti dell’architettura antica e dalle testimonianze epigrafiche.

Dalla Casina partirà un altro affascinante anello pedonale che salirà alla sommità del Tempio di Claudio, proseguirà in quota fino all’Arco di Dolabella e poi tornerà attraverso via Claudia nel parco riqualificato fino al punto di partenza, nel giardino vitruviano e nella coffee-house.

Elaborazione dalla newsletter dell’Associazione Progetto Celio

21 marzo 2024

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

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(nell’immagine la partecipazione dei cittadini alla prima proposta progettuale dell’Associazione Progetto Celio nel 2019)