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Raggi X: Partecipazione

Raggi X: Partecipazione

A cura del gruppo Trasparenza e Partecipazione di Carteinregola in collaborazione con Romapartecipa

La partecipazione dei cittadini ha un riferimento normativo nella del.57/2006 del Comune di Roma,ma sono generalmente mancati impegni precisi e concreti per poterla realizzare e soprattutto è mancato un regolamento quadro capace di innescare processi di partecipazione virtuosi a tutti i livelli istituzionali per allargare il concorso dei cittadini alle scelte delle amministrazioni pubbliche le quali restano i soli soggetti deputati alle decisioni.Spesso la partecipazione si è risolta in adempimenti formali o episodici, senza entrare nei processi reali per concorrere alle decisioni istituzionali. E spesso ci si è fermati alla sola informazione senza avviare o proseguire processi partecipativi aperti ed inclusivi capaci di portare i cittadini a concorrere alle decisioni della politica. Finora gli episodi di partecipazione sono stati pochi e sporadici e sono spesso mancate ora la trasparenza ora la partecipazione, o ambedue.

QUELLO CHE VOLEVAMO

Abbiamo elaborato delle Linee programmatiche di indirizzo per stimolare l’Amministrazione a produrre un regolamento generale sulla partecipazione e sulla costituzione delle Case della Città.

La pratica della partecipazione restituisce ad ogni cittadino la dignità e la responsabilità di un protagonista attivo, dotato di diritti, creatività e competenze, e ricostruisce una collettività come punto d’incontro di molti individui in una comune dimensione pubblica, dove si impara ad affrontare insieme le diverse fasi dei processi non solo di trasformazioni urbane ma anche di programmazione, gestione e monitoraggio dei pubblici servizi.

Dal progetto alla decisione, dall’attuazione alla verifica di efficacia. Un processo virtuoso per le singole persone, per le comunità territoriali e per le istituzioni stesse che non può svolgersi senzan un’infrastruttura normativa che lo favorisca.

La cultura della partecipazione ha bisogno di tempo e di atti concreti per diffondersi, per essere efficace e per creare un cambiamento dei comportamenti dei cittadini e delle amministrazioni pubbliche. Ma innanzitutto ha bisogno di regole che superino la delib. 57/2006 nata con il nuovo PRG con la limitazione della partecipazione popolare alle sole trasformazioni urbane.

La partecipazione deve coinvolgere i cittadini alla gestione della cosa pubblica, dei servizi, delle opere di ogni livello, dall’ideazione, al progetto, al bando di gara, ai finanziamenti, al collaudo.

Per poter avviare questo processo, la premessa di ogni azione partecipativa dei cittadini è la trasparenza, la corretta e puntuale informazione che possa mettere in condizione il cittadino di esercitare una partecipazione attiva, consapevole e cosciente.

Occorre un regolamento semplice che contenga i principi fondamentali della partecipazione e che sia la base sulla quale definire i regolamenti dei municipi.

La partecipazione non ha bisogno di procedure complesse che restringano il dialogo con i cittadini, ma di principi chiari e flessibilità organizzativa.

QUELLO CHE CI HANNO DETTO

Dal programma di Virginia Raggi

Partecipazione

In questi ultimi anni molte amministrazioni stanno sviluppando e sperimentando nuove forme di partecipazione ai processi decisionali, al fine di promuovere il coinvolgimento dei cittadini nell’attività dell’amministrazione. Una maggiore partecipazione dei cittadini attraverso l’uso di internet, attuando il diritto alla partecipazione democratica elettronica previsto ex lege, può avviarsi riformando gli strumenti di partecipazione previsti per Roma Capitale con la contemporanea l’integrale riforma del regolamento per gli istituti di partecipazione e di iniziativa popolare. Al tempo stesso, si intende istituire un sistema di classificazione ed archiviazione elettronica della documentazione relativa alle attività dell’amministrazione, aperto ad applicazioni esterne, e nel formato standard Europeo. Tali attività sono finalizzate all’attuazione dei principi previsti dalla legislazione in materia di pubblica amministrazione digitale e governo elettronico. Con tali azioni, sarà possibile ottenere un miglioramento dell’azione amministrativa di Roma Capitale in termini di efficacia, efficienza ed economicità, considerato anche che una maggiore consultazione con la collettività ed una maggiore trasparenza delle informazioni consentirà di rendere l’amministrazione capitolina m​aggiormente competitiva sul piano nazionale ed internazionale.

Linee di azione
Partecipazione dei cittadini
Nuovo regolamento capitolino: Realizzazione del nuovo regolamento, nonché modifica dello Statuto di Roma Capitale, per gli istituti di partecipazione e di iniziativa popolare, sopprimendo il precedente ­ deliberazione del Consiglio Comunale n. 101 del 14 giugno 1994 ­ che permetta la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali mediante un’implementazione concreta degli strumenti di democrazia partecipata e diretta, come ad esempio il r​eferendum propositivo​e le

p​etizioni popolari elettroniche

  • Amministrazione Digitale
    Allo scopo di rendere il processo di partecipazione dei cittadini parte integrante delle istituzioni è necessario istituire un gruppo di lavoro composto anche dai dipendenti dell’amministrazione Capitolina, preposto all’analisi delle piattaforme e dei metodi di partecipazione e votazione conosciuti ed utilizzati in altre amministrazioni ed enti italiani e stranieri, al fine di attuare il sistema di governo elettronico “​E­gov” come previsto dal decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82. L’obiettivo è quello di fornire, anche di concerto con i dipartimenti interessati, tutte le indicazioni necessarie per l’attuazione degli strumenti di pubblica amministrazione digitale, inclusi quelli relativi alla democrazia diretta e partecipata.
  • Classificazione documentale elettronica
    Avviare l’istituzione di un sistema di classificazione ed archiviazione elettronica della documentazione relativa alle attività dell’amministrazione, aperto ad applicazioni esterne, nel formato standard Europeo e successiva implementazione di un con vertitore di formato, accessibile e pubblico.
  • Implementazione Servizi Informatici
    Avviare l’implementazione dei servizi informatici per la realizzazione di un’unica infrastruttura di pubblica amministrazione digitale, in attuazione dell’art. 9 del Codice dell’Amministrazione Digitale, anche al fine utilizzare maggiormente il portale, area personale, di Roma capitale e supportare i servizi allo sportello con servizio in remoto online.

Le tre priorità
● Rielaborazione del Regolamento Capitolino mirando alla promozione della partecipazione dei cittadini

  • Realizzazione di un sistema di pubblica amministrazione digitale
  • Creazione di un sistema di archiviazione digitale rispondente ed adeguato agli standard europei

Da “Linee programmatiche 2016-2021 per il Governo di Roma Capitale”

8.1. Open government

8.1.1. Situazione attuale e fattori di criticità

L’Amministrazione di Roma Capitale soffre di un deficit di trasparenza, di un’immagine opaca e di una caduta di fiducia da parte dei cittadini. Anche l’iniziativa del portale Open Data, la cui conoscenza è poco diffusa, non consente una reale fruizione e riuso dei dati.

A questa situazione si aggiungono una mancanza di pratiche di partecipazione della società civile (fanno eccezione solo alcuni Municipi) e l’assenza di strumenti e spazi che abilitino alla partecipazione e alla collaborazione. Non ci sono, inoltre, iniziative pianificate di reale cambiamento o attività sullo sviluppo delle competenze digitali, la cui carenza rende ancora più difficile la diffusione delle pratiche di partecipazione attraverso la rete.

Solo agendo contemporaneamente con determinazione su tutti gli elementi si possono ottenere risultati di cambiamento, superando il senso di estraneità sentito in gran parte dalla popolazione romana. Il coinvolgimento dei cittadini diventa così il primo obiettivo per la ricostruzione di una identità di comunità, anche per creare il consenso e la collaborazione necessari per azioni che sono chiaramente di rottura rispetto agli interessi preesistenti.

8.1.2. Visione e obiettivi

L’obiettivo è porre l’Open government (trasparenza, supportata dai dati aperti, partecipazione e collaborazione, dar conto, in corso d’opera, delle proprie decisioni e dei risultati raggiunti – accountability) alla base del metodo di governo dell’Amministrazione, perché è questo che rende possibile mettere a sistema la partecipazione.

Si tratta di ripensare in modo nativo i processi organizzativi, rendendo la trasparenza e l’apertura naturali e sostenibili, elementi di forza e identitari di Roma Capitale, anche utilizzando le esperienze già consolidate in ambito nazionale ed europeo.

8.1.3. Azioni prioritarie

  1. pubblicazione degli incontri con portatori di interessi in un’agenda pubblica; 2. istituzione di un registro dei rappresentanti degli interessi; 3. istituzione dell’anagrafe pubblica degli eletti e dei nominati, in formato accessibile e aperto; 4. pubblicazione di report periodici sulle attività della Centrale Unica di Committenza; 5. interventi anticorruzione; 6. efficiente ed efficace monitoraggio del rispetto delle disposizioni su anticorruzione e trasparenza, con la definizione di un protocollo di collaborazione con ANAC; 7. piena trasparenza sulle attività dell’Amministrazione: streaming Assemblea Capitolina, Commissioni consiliari e Consigli dei Municipi, pubblicazione di atti e spese, appalti e principali progetti in corso, in raccordo e riuso delle esperienze nazionali come OpenCantieri; bilancio trasparente e realizzazione di bilancio partecipato in aree di rilevanza sociale; pubblicazione delle spese sostenute dagli staff degli organi di indirizzo politico; 8. istituzione a costo zero, della Consulta cittadina per l’Innovazione come luogo di confronto con la cittadinanza sui temi strategici dell’innovazione; 9. attivazione del Forum degli Innovatori del personale del Roma Capitale (gruppi di lavoro per l’innovazione digitale e la semplificazione e il miglioramento della macchina amministrativa); 10. monitoraggio dello stato dell’arte relativamente all’applicazione degli istituti di partecipazione ed eventuale modifica del relativo regolamento per garantire la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali con strumenti di democrazia partecipata e diretta; 11. realizzazione sul sito web di Roma Capitale di uno spazio pubblico (Portale della Partecipazione) per abilitare i processi di partecipazione anche a livello di Municipio (condivisione di buone pratiche, cittadinanza attiva, petizioni, richieste-idee-proposte); 12. attuazione di un piano di comunicazione sui diritti e le opportunità della partecipazione e di un programma di alfabetizzazione alla partecipazione anche attraverso le tecnologie.

QUELLO CHE E’ STATO FATTO

Una nota della sindaca Virginia Raggi e dei consiglieri del M5S di Roma Capitale ha annunciato che, dopo 23 anni dall’ultimo regolamento in materia di partecipazione popolare, è stata presentata una proposta di delibera di modifica dello Statuto di Roma Capitale per introdurre nuovi strumenti di democrazia diretta: referendum propositivo, abrogativo e consultivo senza quorum, bilancio partecipativo, petizioni popolari elettroniche e consultazioni online.

Ma bastano questi istituti, peraltro già previsti dalla Deliberazione del Consiglio Comunale n. 101 del 14 giugno 1994, per parlare di partecipazione popolare inclusiva ai processi di trasformazione ed alla gestione dei servizi? É sufficiente integrare con una piattaforma elettronica i suddetti istituti, rendendo tutto digitalizzato, per portare “i cittadini e le comunità locali a governare la città”?

Già nel nel 2006 fu varato un Regolamento per l’attivazione del processo di partecipazione dei cittadini alle scelte di trasformazione urbana, con Delibera del Consiglio Comunale n.57 che, pur se caratterizzato dal suo supporto al Piano regolatore Generale del Comune di Roma varato in quegli anni, è pur sempre un testo che offre da oltre dieci anni al Comune l’opportunità di varare regolamenti attuativi della partecipazione che non sono mai arrivati.

E’ stata annunciato e messo in opera sul sito web di Roma Capitale uno spazio pubblico (Portale della Partecipazione) per abilitare i processi di partecipazione anche a livello di Municipio (condivisione di buone pratiche, cittadinanza attiva, petizioni, richieste-idee-proposte).

Così la partecipazione, intesa esclusivamente come consultazione on line, ha coinvolto migliaia di cittadini romani che hanno avuto accesso al nuovo Portale istituzionale su vari temi tra cui il Piano Sociale cittadino, le Azioni Urbane innovative, l’Agenda digitale, il Forum dell’Innovazione.

E’ stata lanciata dal Campidoglio la campagna #RomaAscoltaRoma, per giungere alla redazione di un Piano Sociale Cittadino attraverso la partecipazione e la consultazione dei romani, su tutti i territori.

Sono stati quindici in tutto gli incontri pubblici per scrivere il programma di azione dell’amministrazione capitolina a favore dei soggetti più fragili e discutere dei temi su cui deve svilupparsi una comunità solidale: povertà, inclusione, questione Rom, politiche educative e scolastiche, violenze, disabilità, dipendenze patologiche, rapporti con gli organi giudiziari, casa, gravi marginalità, minori, famiglie, anziani.

Pertanto sono stati i cittadini a farsi interpreti dei bisogni e delle richieste della comunità, mediante le “Azioni di consultAzione” che Roma Capitale ha messo a disposizione organizzando: incontri di ascolto su specifiche tematiche per ogni Municipio con il coinvolgimento di associazioni e singoli cittadini; incontri nelle strutture capitoline dell’accoglienza; raccolta di contributi on line sulla piattaforma attivata dal Comune; invio tramite rete di buone pratiche.

QUELLO CHE VOGLIAMO UN ANNO DOPO

Continuiamo a pensare che per processo partecipativo si intenda il coinvolgimento su una tematica precisa di tutti gli attori sociali, economici e culturali, che tale processo sia pienamente inclusivo e che non debba limitarsi agli aspetti di informazione e consultazione ma possa essere anche propositivo e progettuale.

Lo spazio della partecipazione è il contesto pubblico aperto ed inclusivo. Digitalizzazione informatica e contesto pubblico possono coesistere all’interno di un regolamento del processo partecipativo

Un processo di partecipazione deve identificarsi con un processo di costituzione di un contesto pubblico, dove si genera una popolazione che si raggruppa intorno a un particolare problema di cui condivide una conoscenza comune che viene perfezionata e trasformata in azione e dove gli attori istituzionali e i cittadini mettono in comune le loro esperienze/conoscenze/competenze, realizzando di fatto quella condizione di eguaglianza sostanziale e quella sinergia che spinge una comunità a ricercare forme più giuste e più libere del vivere insieme e relazioni più sostenibili tra gli esseri umani.

Un processo di partecipazione ha bisogno di un regolamento capace di prevedere i luoghi fisici dove esercitarlo e le modalità per attuarlo. La Casa della Città e le Case dei Municipi, con sedi in locali attrezzati e dotati di piattaforme internet accessibili ai cittadini, costituiscono l’infrastrutturazione necessaria per sostenere la partecipazione. In questi luoghi hanno il loro riferimento gli organismi della partecipazione, dai Forum ai Laboratori, nei cui ambiti sono gestiti i processi partecipativi che coinvolgono tutti gli attori territoriali interessati.

Gli organismi della partecipazione collaborano con gli organismi rappresentativi e amministrativi in tutte le fasi del processo: dall’elaborazione, alla realizzazione e al monitoraggio.

La forza che deriva dal consenso che si è creato nel corso del processo partecipativo costituisce il miglior stimolo affinché l’amministrazione s’impegni formalmente a rispettarne gli esiti del processo. Qualora venissero a mancare le condizioni necessarie, dovrà giustificare pubblicamente le ragioni della mancata approvazione/attuazione.

Le condizioni per la partecipazione sono: informazione, trasparenza, apprendimento e capacità di ascolto.

La partecipazione, per essere effettiva, deve basarsi sia sulla trasparenza di atti e documenti, sulla loro accessibilità, sulla disponibilità di informazioni, sia su percorsi di apprendimento finalizzati a mettere tutti i partecipanti nella condizione di utilizzare correttamente gli strumenti metodologici nelle diverse fasi del processo, nonché finalizzati a una valutazione civica delle decisioni, degli atti e del funzionamento dei servizi.

Spetta innanzitutto alle amministrazioni impegnarsi per attuare il principio della trasparenza mettendo a disposizione tutti i documenti utili al processo partecipativo e i supporti necessari alla loro comprensione dimostrando innanzitutto capacità di ascolto delle istanze dei cittadini.

In linea di principio un processo partecipativo può affrontare moltissime problematiche: provvedimenti di carattere socio-economico (miglioramento del welfare, protezione delle fasce di popolazione più deboli ecc.); settore dei servizi (contratti di servizio ecc.); definizione di nuove politiche urbane; realizzazione d’infrastrutture urbane e territoriali; rigenerazione di spazi naturali; riqualificazione e riuso di singoli edifici e di aree urbane, ecc.

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Si segnala inoltre l’iniziativa Smarticipate, un progetto europeo lanciato  agli inizi dell’amministrazione Marino e portato avanti dalle successive amministrazioni. Il progetto si  propone di promuovere l’uso delle tecnologie dell’informazione per favorire la partecipazione dei cittadini attraverso  l’utilizzo di tecnologie web e mobile (anche app), social media, rilevamento di posizione, e l’accesso  a open data pubblici, per  rendere gli open data più facili da utilizzare da parte dei cittadini e di altri portatori di interesse (stakeholder).

Il progetto mira dunque a creare nuove forme di dialogo permanente tra Amministrazione e cittadini, favorendo la “corresponsabilità” tra governo locale e abitanti nel processo di attuazione di servizi locali e per un risparmio delle risorse economiche mediante una maggiore efficienza dei processi. Nel lungo termine, fungerà da piattaforma per migliorare e personalizzare l’offerta di servizi locali, senza però  sostituire il processo di consultazione cittadina per quanto riguarda la pianificazione in atto. In  calce la sintesi dal Dipartimento Urbanistica

Progetto Europeo “Smarticipate”

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Il progetto “Smarticipate” coinvolge un partenariato multidisplinare di dieci organizzazioni, provenienti da cinque paesi europei (Germania, Regno Unito, Austria, Italia e Olanda), negli ambiti della ricerca, dello sviluppo di software e della partecipazione cittadina nelle città.
Il Lead Partner (Coordinatore) è il Fraunhofer Institute for Computer Graphics, in Germania, un istituto leader nel mondo per la ricerca applicata nel campo del visual computing.

Finalità e obiettivi di Smarticipate

Il progetto di ricerca Smarticipate, promosso nell’ambito del Programma Horizon 2020, si propone di promuovere l’uso delle tecnologie dell’informazione per favorire la partecipazione dei cittadini. Prevede l’utilizzo di tecnologie web e mobile (anche app), social media, rilevamento di posizione, e l’accesso  a open data pubblici. L’obiettivo principale di Smarticipate è quello di rendere gli open data più facili da utilizzare da parte dei cittadini e di altri portatori di interesse (stakeholder).

Il progetto mira dunque a creare nuove forme di dialogo permanente tra Amministrazione e cittadini, favorendo la “corresponsabilità” tra governo locale e abitanti nel processo di attuazione di servizi locali e per un risparmio delle risorse economiche mediante una maggiore efficienza dei processi. Nel lungo termine, fungerà da piattaforma per migliorare e personalizzare l’offerta di servizi locali.

Tuttavia, la tecnologia Smarticipate non intende sostituire il processo di consultazione cittadina per quanto riguarda la pianificazione in atto. Si propone, invece, di ottenere un maggiore coinvolgimento degli abitanti per accrescere i processi di partecipazione democratica, incoraggiando l’ascolto di coloro che intendono partecipare più attivamente nei processi decisionali locali.

Vi saranno degli effetti positivi sulla democrazia e i pari diritti, ad esempio, l’uso delle nuove tecnologie dell’informazione può essere utile per  favorire i cittadini con disabilità visive (ipovedenti e non vedenti) o i cittadini stranieri, introducendo la traduzione in altre lingue.

Roma, Amburgo e Londra sono le tre città pilota in cui verranno effettuati i test delle tecnologie Smarticipate.

I progetti pilota hanno come obiettivo l’identificazione di misure a costi contenuti per offrire informazioni agli abitanti e coinvolgerli nei processi di pianificazione e rigenerazione di quelle aree urbane che possono essere di loro interesse. Il progetto pilota avrà un approccio “bottom up” e sosterrà i gruppi locali all’interno di un’area geografica specifica.

Il numero delle manifestazioni ricevute dai cittadini durante il periodo dei progetti pilota sarà messo in relazione con i dati quantitativi di partecipazione cittadina degli anni precedenti per valutare se iniziative quali Smarticipate possano essere considerate vincenti  e favorire realmente una maggiore partecipazione dei cittadini.

Inoltre, la tecnologia Smarticipate sarà progettata con un grado di flessibilità tale da garantire la replicabilità dei risultati del progetto pilota in altre città.

I diritti e gli obblighi relativi ai risultati del progetto (tangibili o intangibili quali dati, conoscenze o informazioni) sono regolati dallo EU Multi-beneficiary Grant Agreement (MGA). I risultati del progetto resteranno di proprietà dei beneficiari del progetto che li generano.
Approfondimenti:

Workshop di Roma – 9-11 maggio 2016

Smartathon Roma 2017