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Autonomia differenziata: il presidio e i comunicati

In occasione dell’arrivo al Senato del Disegno di Legge sull’autonomia regionale differenziata, Carteinregola ha partecipato al presidio in Piazza della Rotonda indetto dai Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata ,l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti. In calce i comunicati del 15 gennaio e del 16 gennaio, dopo il presidio

Vai a Contro l’autonomia differenziata – i video degli interventi del presidio del 16 gennaio

Comunicato stampa presìdi No Autonomia Differenziata 16 gennaio 2024 

    La determinazione dei Comitati per il Ritiro di ogni autonomia differenziata e del Tavolo NOAD è riuscita a sollevare l’allerta mediatica e politica su un progetto di gravità inaudita –  quello del  disegno di legge ministro Calderoli, arrivato in forma il 16 gennaio alla discussione in Aula al Senato – volto a smantellare i diritti fondamentali di ogni cittadino e cittadina e la loro uguale fruibilità.

Il Tavolo, istituito dai Comitati attorno a questa lotta, è una grande rete di movimenti, partiti, sindacati, associazioni, esponenti delle Istituzioni.

Il 16 gennaio il Tavolo ha organizzato presìdi  in 28 città (Trieste, Venezia, Torino, Varese, Como, Brescia, Milano, Pavia, Genova, Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Bologna, Ancona, Viterbo, Roma, Latina, Frosinone, Avellino, Napoli, Potenza, Bari, Catanzaro, Vibo Valentia, Catania, Enna, Trapani e Francoforte) nel corso dei quali  è stato consegnato a Prefetti e Uffici regionali il documento che motiva le ragioni di una protesta iniziata più di 5 anni fa e di una mobilitazione che da allora è continuata costantemente.

Migliaia di donne e uomini hanno dato vita – da Nord a Sud – ad una contestazione pacifica, motivata, ferma sulle posizioni che coerentemente stiamo rivendicando da anni: contro ogni forma di autonomia differenziata, contro la devoluzione di materie alla potestà legislativa esclusiva delle Regioni, che violerebbe i principi configurati negli artt. 1, 2, 3, 5 della Costituzione del ’48. La Carta fonda i pilastri della casa comune della Repubblica, cioè di tutti e tutte noi: uguaglianza, solidarietà, autonomia solidale e non competitiva, in una Repubblica “una e indivisibile”, basata sui diritti, sulle istituzioni della  democrazia rappresentativa e la partecipazione a garanzia dello sviluppo di ogni singola persona, ovunque essa risieda.

 A Roma hanno raggiunto il presìdio e rilasciato le proprie dichiarazioni Giuseppe Conte e Elly Schlein; Giuseppe Provenzano e Francesco Boccia del PD; Maria Domenica Castellone, Alessandra Maiorino, Roberto Fico e Francesco Caschiello del M5S; Peppe De Cristofaro,  Nicola Fratoianni e Filippo Zaratti per AVS.  Tutti hanno denunciato la gravità del disegno Calderoli impegnandosi a una forte opposizione  in Parlamento e a promuovere la protesta nel paese.

L’opposizione parlamentare si è unita all’opposizione civica e sociale. Esprimiamo la nostra soddisfazione riguardo alle dichiarazioni della segretaria del PD Schlein e del senatore Boccia, capogruppo Pd al Senato, che affermano che le pre-intese dell’Emilia Romagna, avviate dal presidente Bonaccini, sono di fatto ‘morte’, esattamente quello che noi chiediamo da tempo e continueremo a chiedere  con la nostra proposta di legge di iniziativa popolare affinché la Regione Emilia Romagna ritiri la sua richiesta di autonomia differenziata.

Il DDL Calderoli è arrivato in Parlamento senza un’adeguata informazione al paese, senza un dibattito nei Consigli comunali e regionali, e senza tener conto delle voci critiche e degli allarmi venuti da esponenti autorevolissimi del mondo accademico, economico, sociale e istituzionale: Ufficio Parlamentare di Bilancio, Commissione Europea, Banca d’Italia, Confindustria, Corte dei Conti e CEI.

La discussione è arrivata in Commissione e in Aula senza che il Governo abbia ottemperato alla sua stessa tabella di marcia a proposito dei LEP, i livelli essenziali delle prestazioni, la cui definizione avrebbe dovuto concludersi entro il 2023.

Il “Milleproroghe” ha infatti stabilito un altro anno di tempo per la definizione degli standard inerenti i diritti sociali e civili, che lo Stato, attraverso il Parlamento – e non il Governo – dovrebbe garantire a tutti/e, indipendentemente dal territorio di residenza.

Si è concluso un ‘patto scellerato’ tra la presidente Meloni e il ministro Salvini, tra FdI e Lega, per lo scambio fra Autonomia differenziata e Premierato, per sovvertire forma di Stato e di  governo, distruggendo così la Repubblica democratica: al vertice del governo, il premier e i governatori, nelle Regioni, eletti con plebisciti e dotati di poteri autocratici.

La presidente Meloni ha fatto proporre due emendamenti dai suoi parlamentari per mascherare gli effetti disastrosi del disegno Calderoli sulle condizioni sociali dei cittadini in generale e del Mezzogiorno in particolare. FdI vorrebbe che la secessione delle regioni ricche non sottraesse risorse finanziarie alle altre regioni, senza però modificare la norma che impone il rispetto degli equilibri finanziari: ma se le regioni ricche trattengono una parte delle entrate fiscali e gli equilibri finanziari vanno rispettati, da dove verranno le risorse per le altre regioni? Ė il gioco delle tre carte: l’on Meloni spera così di preservare il suo consenso elettorale anche nel Sud, colpito prima con l’abolizione del reddito di cittadinanza e ora con la secessione dei ricchi. Ma forse questa volta il trucco è stato scoperto in tempo.

Tutto ciò avviene mentre siamo in un contesto di guerra e violenza,  che si accompagna all’acuirsi delle differenze territoriali e sociali che stanno facendo precipitare milioni di persone a livelli di povertà, precarietà e paura insostenibili.

Tutto questo va fermato adesso, sono in gioco le nostre vite!

Il 16 gennaio è stato un primo giorno di mobilitazione nazionale. Altre iniziative seguiranno, alcune delle quali già programmate, a partire dalla Petizione Europea contro l’AD, che verrà discussa dal Parlamento Europeo lunedì 22 gennaio.

Il nostro impegno continua.

Marina Boscaino,

portavoce dei Comitati per il ritiro di ogni autonomia differenziata, l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti e del Tavolo No Autonomia differenziata

Comunicato stampa  15 gennaio 2024

              Il 16 gennaio il ddl Calderoli va in Aula in Senato, dopo il passaggio in commissione Affari Costituzionali, che non ha modificato in maniera sensibile il testo presentato dal ministro degli Affari Regionali; anzi, per volontà della maggioranza, è stato in alcuni articoli relativi al regime finanziario addirittura peggiorato.  

Il calendario dei lavori prevede 3 giorni di discussione: entro 19 il testo dovrà essere licenziato; un passaggio fulmineo,  uno strangolamento dei tempi di discussione del Senato considerando l’entità della posta in gioco, ovvero la devoluzione della potestà legislativa esclusiva su 23 materie che riguardano la nostra vita quotidiana (tra cui lavoro, ambiente, sanità, istruzione, infrastrutture, rapporti con l’UE), e che determinerà nel Paese diritti diversi in base alla regione di residenza. Il tutto senza nemmeno la definizione dei LEP, Livelli essenziali di prestazione a garanzia dei diritti sociali, come previsto in Costituzione.

A nulla sono valsi i moniti di Unione Europea, Ufficio Parlamentare di Bilancio, Corte dei Conti, Banca d’Italia, Confindustria e persino della Cei, che – con diversi accenti – hanno sottolineato come l’autonomia differenziata aumenterà le diseguaglianze tra Nord e Sud. All’interno dello stesso territorio, da Nord a Sud, poi, chi è ricco sarà colpito dalla privatizzazione dei servizi, che però potrà pagarsi; chi non lo è, subendo un taglio dei servizi pubblici, vedrà lesa la garanzia al godimento dei diritti universali. L’abbassamento delle condizioni di vita colpirà ovunque e chiunque.

Il governo ha deciso di procedere spedito, in parallelo con il progetto di premierato forte: un’altra picconata all’edificio costituzionale.

Da Catania a Torino, da Milano a Napoli, a Bologna, Trieste , Padova, Potenza, Bari il Tavolo No AD (composto da sindacati, associazioni, partiti politici, comitati) il 16 gennaio sarà in piazza per dire no alla divisione della Repubblica e alla istituzionalizzazione delle diseguaglianze, e per dire sì all’uguaglianza dei diritti da Nord a Sud e al superamento degli squilibri territoriali.

Cittadine e cittadini consegneranno nelle prefetture un documento di protesta verso il governo con la richiesta che ritiri il ddl Calderoli; in Veneto verrà consegnato direttamente alla Presidenza della Regione,  antesignana dell’autonomia differenziata.

A Roma, in piazza della Rotonda, il presidio si terrà dalle 15,30 alle 19,30 e darà vita a una staffetta che accompagnerà i lavori dell’aula del Senato per tutto il ristretto tempo di discussione. Ė prevista la presenza di senatori, di esponenti delle forze politiche, sindacali, associative.

Tavolo No Autonomia differenziata

Comitato Nazionale per il ritiro di qualunque Autonomia differenziata, l’uguaglianza dei diritti e l’unità della Repubblica
Qui tutte le piazze in aggiornamento, nella sezione Dettagli

per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

14gennaio 2024 (ultima modifica 15 gennaio 2024)

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