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Demolizione villini: non si prendono in giro i cittadini

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Confermando tutta la nostra solidarietà ai cittadini che in questi mesi si sono attivati contro le previste demolizioni del Piano casa nel II Municipio, e impegnandoci a continuare  a tenere viva l’attenzione sulla vicenda e  a informarne  l’opinione pubblica, facciamo  alcune  considerazioni in merito alla  prevista consegna in Campidoglio delle firme raccolte con  una petizione on line promossa del capolista di  “Insieme per Zingaretti”, per evitare che le ragioni e le preoccupazioni dei cittadini finiscano con  il mescolarsi  alla competizione elettorale in corso. (in calce la risposta  di Francesco Alemanni inviata il 1 marzo)

Oggi 1 marzo  alle 15 verranno  consegnate al Campidoglio  le firme di una petizione dal  titolo “Stop abbattimento villini storici” (1) diretta alla Sindaca  Virginia  Raggi. Le  firme in realtà sono state raccolte  on line tramite change.org,  per iniziativa di Francesco Alemanni, che nel testo di accompagnamento spiega: “chiediamo che la Sindaca Raggi FERMI SUBITO (sic) l‘abbattimento dei villini storici che cadono come birilli sotto le ruspe, complice il Piano Casa e i suoi perversi strumenti di valutazione”. Il problema è che Alemanni  dovrebbe anche spiegare    che il “Piano Casa e i suoi perversi strumenti di valutazione” sono quelli approvati il 31 ottobre 2014 dalla stessa maggioranza con cui si candida il 4 marzo  come consigliere regionale,  capolista di  “Insieme con Zingaretti”. Nell’autopresentazione su Change.org  Alemanni si definisce “Ambientalista e  responsabile nazionale dei Verdi“, ma in realtà sembra  non saperne molto del Piano Casa, visto che consegna   la petizione a chi, rispetto a quel Piano Casa,  ha ben scarso margine di manovra e oltretutto nessuna responsabilità. E  sembra soprattutto  ignorare che la legge che   ha messo “sotto ruspa” i villini storici del II Municipio è  farina  del sacco della Giunta Zingaretti, che del Piano Casa  della Giunta Polverini  (all’epoca assai  contestato dai Verdi (2) ha mantenuto  la stessa formuletta ““In deroga alle previsioni degli strumenti urbanistici e dei regolamenti edilizi comunali vigenti o adottati” che consente  “interventi di sostituzione edilizia con demolizione e ricostruzione, con ampliamento entro i limiti ecc…” e che per di più, nonostante la proroga di altri 2 anni e passa (che non era certo obbligatoria!),  ha mantenuto nel testo approvato nel 2014  lo stesso “termine  perentorio del 31 gennaio 2012″,  che consentiva  ai comuni  di individuare “ambiti del proprio strumento urbanistico ovvero immobili nei quali, in ragione di particolari qualità di carattere storico, artistico, urbanistico ed architettonico, limitare o escludere gli interventi previsti nel presente articolo”. Una specie di beffa, per chi come noi  di Carteinregola (ma anche Cittadinanzattiva Lazio,  Italia Nostra, Salviamo il Paesaggio, Unione inquilini, VAS, Legambiente Lazio ),  aveva chiesto che, in caso di proroga,   fosse almeno consentito al Comune di Roma di estendere la protezione ad ulteriori  quartieri storici.  Gli effetti  “perversi” li vediamo oggi,  e ancora non li abbiamo visti tutti, – probabilmente  spunteranno ancora  altri interventi del Piano casa 2 in altre zone della Capitale –  e come sapevamo da allora, purtroppo  il Comune non può fare molto, visto  che la Regione gli ha tolto,  con quelle deroghe, qualsiasi strumento per opporsi che non sia un  motivo tecnico o  un appiglio normativo.

Se Alemanni  approfondisse davvero la problematica- non è difficile, basta leggere la nostra ricostruzione minuziosa dei fatti corredata da tutti i documenti che si trova qui – dovrebbe guidare  i suoi invitati – “la stampa, i comitati, le associazioni ambientaliste e a tutela del territorio, urbanisti ed architetti vari ” – in Via Cristoforo Colombo, sotto la sede della Regione,   anzichè sotto il Campidoglio. Forse non servirebbe lo stesso a fermare le ruspe,  ma almeno andrebbe a  manifestare sotto gli uffici di   chi ha creato i presupposti giuridici  di questa situazione. Ma ci sembra assai improbabile che decida di farlo.

Come non smetteranno   di raccontare la   versione “riveduta & corretta” del Piano casa  quei consiglieri regionali  che quel Piano hanno approvato e prorogato. Purtroppo non esiste un’Autorità a cui rivolgersi per la pubblicità ingannevole della politica e, si sa,  in campagna elettorale ogni scherzo vale.

Dispiace per quei cittadini preoccupati per il loro territorio, oggi al centro delle attenzioni dei candidati di ogni ordine e grado, che con buona probabilità dopo il 4 marzo resteranno un po’ più soli.

Perchè è sul lungo periodo –  lontano dalle scadenze elettorali –  che si riconoscono   le persone  serie  che hanno  a cuore i problemi dei cittadini. Per fortuna ce ne sono tante.  Noi abbiamo fatto un vademecum dell’elettore per distinguerle. Si trova qui

Anna Maria Bianchi Missaglia

Per osservazioni e precisazioni scrivere a: laboratoriocarteinregola@gmail.com

La risposta di Francesco Alemanni


STOP ABBATTIMENTO VILLINI STORICI A ROMA:  VOGLIAMO TAVOLO TRA REGIONE, COMUNE E SOPRINTENDENZA
Gentile Anna Maria Bianchi,
rimango sconcertato dalle sue dichiarazioni nelle quali  dichiara che l’intento della petizione, che ha superato le 15.000 firme, da me lanciata, sia quello di prendere in giro le cittadine e i cittadini.  In verità la presa in giro appartiene solo a coloro i quali si arrendono. L’intento della petizione è quello di sensibilizzare non solo la collettività, ma soprattutto i media e le istituzioni ad intervenire perchè ancora è possibile fermare questo scempio, ossia l’abbattimento di 21 villini storici a Roma.

Sappiamo bene che le norme che consentono la demolizione derivano dal Piano Case della Regione fatto dalla Polverini, e rimasto invariato in alcune parti in quello rielaborato dalla Giunta Zingaretti.

 Come spiegherò di seguito – la responsabilità della mancata tutela di aree di interesse storico/culturale è anche del Comune di Roma Capitale in quanto è compito di quest’ultimo pianificare il proprio territorio e individuare ciò che va tutelato.
Le norme nazionali dettano disposizioni vincolanti che regolamentano il patrimonio architettonico “di interesse storico artistico”, come ad esempio il Decreto Ministeriale 1444/1968, che dispone limiti inderogabili in materia di urbanistica e rigenerazione urbana ed è applicabile ne “le parti di territorio interessate da agglomerati urbani che rivestono carattere storico, artistico e di particolare pregio ambientale” (art.2 lett. A) oppure da porzioni di essi. 

Tali principi di tutela sono espressi anche nella cosiddetta “Carta di Qualità”, contenuta all’interno dell’art. 16 delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore che prevede una esplicita responsabilità del Comune nell’individuazione di elementi di particolare valore urbano, architettonico, archeologico, culturale da conservare e valorizzare. Gli stessi principi sono altresì dettati ai sensi degli art. 10,  136 e 142 del Decreto Legislativo 42/2004 della (Codice dei beni culturali e del paesaggio). 

Alla luce della gerarchia delle fonti il D.leg. 42/2004 prevale sul Piano Casa, ma la cosa che ci preme sottolineare in questo contesto, è la responsabilità del Comune per la mancata attuazione delle disposizioni contenute nella “Carta di Qualità” e della mancata individuazione delle zone da tutelare, per le quali poi deve essere richiesto alla Regione l’inserimento di tali aree nel Piano Territoriale Paesistico e Regionale. 
Quindi possiamo concludere, de facto, che è compito di ogni Comune definire le sue aree di tutela e non della Regione, perché la Regione programma il Piano Casa ma non governa il territorio  della Capitale.
Per quanto concerne la situazione che si è venuta a creare visto lo “scarica barile” tra la Soprintendenza e il Comune, vogliamo citare il Codice dei Beni e del Paesaggio che permetterebbe ai soprintendenti di accertare la sussistenza dell’interesse storico culturale dei villini. Se però il Soprintendente resta inattivo il Comune ha la facoltà di richiedergli di intervenire immediatamente.

La rigenerazione e la riqualificazione non devono diventare un mezzo per permettere, attraverso la rendita di posizione e la presenza di strutture urbane e servizi qualificati, l’abbattimento indiscriminato di strutture che hanno un valore per la città.
Pertanto politicamente oggi occorre chiedere l’apertura di un tavolo di discussione tra Regione, Comune e Soprintendenza. Sostenendo la mozione promossa da Italiana Nostra nell’assemblea del 7 febbraio 2018 che richiede la sospensione della demolizione e la ricostruzione dell’edilizia storica di Roma.

Il nostro scopo non è quello di trovare “colpevoli”, vogliamo solo salvare i villini che hanno un valore storico e artistico per la nostra città. Non siamo contro la rigenerazione urbana, anzi crediamo che sia importante al fine della riqualificazione di aree a rischio degrado.  Ma questa deve riguardare periferie degradate e non quartieri con alta qualità urbana nei quali l’intervento si qualificherebbe, come in realtà si qualifica, solo come un nuovo tipo di speculazione immobiliare.
Francesco Alemanni, 
Responsabile organizzazione dei Verdi
Capolista Insieme con Zingaretti

 il nostro commento del 4 marzo  (una risposta più articolata la pubblicheremo e diffonderemo dopo la chiusura delle urne)

Continuiamo a ritenere superficiali e  fuorvianti le argomentazioni di Alemanni > vai alla nostra risposta del 5 marzo 2018: Demolizioni del Piano casa regionale, proviamo a spiegarle con le FAQ

(AMBM)

Vedi anche Piano casa cronologia materiali

vedi anche:

Piano casa : la vera storia dell’Art. 4 (quello delle demolizioni villini) 28 febbraio 2018

Tutte le fake news sulle demolizioni dei villini in seguito al Piano casa 2

Continuano a piovere fake news sul Piano casa – oggi Civita

Tutto quello che avreste voluto sapere sulle demolizioni del Piano Casa 8 febbraio 2018

Piano casa e demolizione villini: a passata memoria 1 febbraio 2018

(1)

questo il testo dell’appello:

Chiediamo che la sindaca Raggi FERMI SUBITO l’abbattimento dei villini storici di Roma che cadono come birilli sotto le ruspe, complice il Piano Casa e i suoi perversi strumenti di valutazione. Ultimo episodio in Piazza Caprera, una delle piazze più belle nel quartiere Trieste.

Il Piano Regolatore del 2008 definisce già le aree di “Città storica” e “Città storicizzata” (ex zone B1 del vecchio PRG).

Chiediamo di fermare immediatamente, con una delibera di Giunta, le demolizioni e predisporre l’immediato inserimento nel PTPR delle aree di “Città storica” e “Città storicizzata”, già individuate nel PRG del 2008

Aggiornamenti
Cambio data consegna firme in Campidoglio – 1 marzo ore 15.00Care/i, vi segnalo che la consegna delle firme avverrà, non domani 28 febbraio, ma giovedi 1 marzo alle ore 15 sempre nel piazzale antistante il Campidoglio. Purtroppo la questura mi ha autorizzato la consegna e l’iniziativa solo per il 1 marzo.
Vi aspetto numerose e numerosi.
Ho provveduto anche ad invitare, oltre la stampa, i comitati, le associazioni ambientaliste e a tutela del territorio, urbanisti ed architetti vari, nella speranza possano essere presenti per dare forza alla nostra iniziativa.Francesco Alemanni
Capolista lista Insieme con Zingaretti
www.francescoalemanni.org
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