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Migranti e rifugiati nel contratto Lega M5S del 18 maggio 2018

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13. IMMIGRAZIONE: RIMPATRI E STOP AL BUSINESS
La questione migratoria attuale risulta insostenibile per l’Italia, visti i costi da sopportare e il business connesso, alimentato da fondi pub- blici nazionali spesso gestiti con poca trasparenza e permeabili alle infiltrazioni della criminalità organizzata.Il fallimento dell’attuale sistema di gestione dei flussi migratori rischia di mettere in discussione lo stesso sistema di Schengen.
L’Italia deve ricoprire un ruolo determinante ai tavoli dei negoziati eu- ropei in merito alle politiche di asilo e di immigrazione. Si deve pun- tare alla riduzione della pressione dei flussi sulle frontiere esterne e del conseguente traffico di esseri umani e contestualmente, nella me- desima ottica, ad una verifica sulle attuali missioni europee nel Medi- terraneo, penalizzanti per il nostro Paese, in particolare per le clauso- le che prevedono l’approdo delle navi utilizzate per le operazioni nei nostri porti nazionali senza alcuna responsabilità condivisa dagli altri stati europei.È necessario il superamento del Regolamento di Dublino.
Il rispetto del principio di equa ripartizione delle responsabilità sancito dal Trattato sul funzionamento dell’UE deve essere garantito attraver- so il ricollocamento obbligatorio e automatico dei richiedenti asilo tra gli Stati membri dell’UE, in base a parametri oggettivi e quantificabili e con il reindirizzo delle domande di asilo verso altri Paesi.
In osservanza dei diritti costituzionalmente garantiti proponiamo che le procedure per la verifica del diritto allo status di rifugiato o la sua re- voca siano rese certe e veloci, anche mediante l’adozione di procedure accelerate e/o di frontiera, l’individuazione dei Paesi sicuri di origine e provenienza, la protezione all’interno del Paese di origine (IPA) e l’alli- neamento delle attuali forme di protezione agli standard internazionali.

Contestualmente, al fine di garantire un corretto bilanciamento con gli interessi di sicurezza e ordine pubblico, occorre poi prevedere specifi- che fattispecie di reato che comportino, qualora commessi da richie- denti asilo, il loro immediato allontanamento dal territorio nazionale. Dato che i meccanismi attuali e i consistenti fondi stanziati per l’acco- glienza costituiscono un elemento di attrazione per la criminalità, oc- corre un più attento controllo dei costi. Per questo è necessario dare trasparenza alla gestione dei fondi pubblici destinati al sistema di ac- coglienza, così da eliminare l’infiltrazione della criminalità organizzata. Occorre introdurre l’obbligo di pubblicità dei bilanci dei soggetti gesto- ri per assicurare verifiche puntuali sulla rendicontazione dei servizi e dei beni erogati, sulle spese sostenute e sui risultati conseguiti.

Si deve superare l’attuale sistema di affidamento a privati dei centri e puntare ad un maggiore coinvolgimento delle istituzioni pubbliche, a cominciare da quelle territoriali, affidando la gestione dei centri stes- si alle regioni e prevedendo misure che dispongano l’acquisizione del preventivo assenso degli enti locali coinvolti, quale condizione neces- saria per la loro istituzione.

È imprescindibile scardinare il business degli scafisti che ha causato sbarchi e morti nel mar Mediterraneo e smantellare le organizzazioni criminali internazionali per la tratta degli esseri umani, con ulteriore cooperazione e coinvolgimento della polizia giudiziaria di altri Paesi europei.

La valutazione dell’ammissibilità delle domande di protezione interna- zionale deve avvenire nei Paesi di origine o di transito, col supporto delle Agenzie europee, in strutture che garantiscano la piena tutela dei diritti umani. Inoltre riteniamo che si debbano implementare gli ac- cordi bilaterali, sia da parte dell’Italia sia da parte dell’Unione europea, con i Paesi terzi, sia di transito che di origine, in modo da rendere chia- re e rapide le procedure di rimpatrio.

Occorre prevedere, contestualmente, l’individuazione di sedi di per- manenza temporanea finalizzate al rimpatrio, con almeno una sede per ogni regione, previo accordo con la Regione medesima, e con una capienza sufficiente per tutti gli immigrati irregolari, presenti e rintrac- ciati sul territorio nazionale, garantendo la tutela dei diritti umani.

Ad oggi sarebbero circa 500 mila i migranti irregolari presenti sul no- stro territorio e, pertanto, una seria ed efficace politica dei rimpatri ri- sulta indifferibile e prioritaria.
Ai fini dell’espletamento delle procedure e dell’effettivo rimpatrio, il trattenimento deve essere disposto per tutto il periodo necessario ad

assicurare che l’allontanamento sia eseguito in un tempo massimo complessivo di diciotto mesi, in armonia con le disposizioni comuni- tarie.
Nell’ottica di una gestione delle risorse pubbliche efficiente e con- gruente con le azioni politiche da attuare occorre, quindi, procedere ad una revisione dell’attuale destinazione delle stesse in materia di asilo e immigrazione, in particolare prevedendo l’utilizzo di parte delle risorse stanziate per l’accoglienza per destinarle al Fondo rimpatri. Infine, occorre una necessaria revisione della vigente normativa in ma- teria di ricongiungimenti familiari e di sussidi sociali, al fine di evitare casi fittizi, l’indebito utilizzo dei sussidi erogati e garantire la loro effet- tiva sostenibilità rispetto alla condizione economica del nostro Paese. In un contesto globale è necessario adoperarsi affinché siano resi tra- sparenti i flussi degli investimenti internazionali e il finanziamento dei fondi alla cooperazione. Occorre bloccare la vendita di armi ai Paesi in conflitto, prevenire e contrastare il terrorismo internazionale anche di matrice islamista.

Ai fini della trasparenza nei rapporti con le altre confessioni religio- se, in particolare di quelle che non hanno sottoscritto le intese con lo Stato italiano, e di prevenzione di eventuali infiltrazioni terroristiche, più volte denunciati a livello nazionale e internazionale, è necessario adottare una normativa ad hoc che preveda l’istituzione di un registro dei ministri di culto e la tracciabilità dei finanziamenti per la costruzio- ne delle moschee e, in generale, dei luoghi di culto, anche se diversa- mente denominati.

Inoltre, occorre disporre di strumenti adeguati per consentire il con- trollo e la chiusura immediata di tutte le associazioni islamiche radicali nonché di moschee e di luoghi di culto, comunque denominati, che risultino irregolari. A tale riguardo, onde garantire un’azione efficace e uniforme su tutto il territorio nazionale è necessario adottare una spe- cifica legge quadro sulle moschee e luoghi di culto, che preveda anche il coinvolgimento delle comunità locali.