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La vera storia di Roma Città metropolitana e le domande

(in costruzione)

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BREVE CRONISTORIA:

Dalla Deliberazione 22/2001: …Che la legge (art. 16 del Testo Unico) chiama “municipi” le articolazioni dei comuni istituiti mediante fusione di più comuni contigui ed appare coerente adottare la medesima denominazione per le Circoscrizioni del Comune di Roma che, nel quadro della costituenda città metropolitana, potranno giungere ad uno status di autonomia comunale;

  • 2001 Riforma del titolo V della Costituzione, all’art. 114, le città metropolitane sono inseriti tra gli enti locali che costituiscono la Repubblica Italiana. Lo stesso articolo prevede che una legge dello stato disciplini l’ordinamento di Roma, in quanto Capitale della Repubblica, ma la legge non verrà mai varata.
  • 2007 il Governo Prodi II approva un disegno di legge-delega: fanno parte della CM le Circoscrizioni del Comune capoluogo, trasformate in Municipi, nonché i Comuni contermini strettamente integrati al capoluogo. Si prevedeva anche una consultazione dei cittadini tramite refendum.  Ma anche questo DDL finisce nel nulla e passano altri anni.
  • 2008> 2010 Il Presidente della Provincia Zingaretti avvia un dialogo con il Sindaco Alemanno per varare la Città Metropolitana a partire dalle elezioni del 2013, ma non se ne fa nulla.
  • Nel 2010 Il Comune di Roma diventa Roma Capitale, ma dal punto di vista del governo del territorio è più una modifica nominale che sostanziale
  • 2012 Monti istituisce le città metropolitane, ma la Consulta la rimanda indietro, perché la modifica non può essere fatta con una legge ordinaria
  • 2014 Alla fine riesce a portare a casa la riforma il ministro Delrio, del Governo Renzi, la legge 56 “Disposizioni sulle citta’ metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni.” pubblicata sulla  Gazzetta Ufficiale il 7 aprile 2014. La prevede  nelle Regioni a statuto ordinario l’istituzione di 10 (10) città metropolitane, identificando la loro delimitazione territoriale con quella della relativa provincia contestualmente soppressa Di fatto cambia solo il nome di 10 province in città metropolitane (e la posizione di Roma resta provvisoria.
  • Il 5 ottobre 2014 si svolgono le elezioni del Consiglio metropolitano di Roma: i consiglieri vengono scelti dai e tra i sindaci e   i consiglieri comunali dei comuni dell’area metropolitana. I Municipi restano fuori .
  • A dicembre 2014 viene approvato il nuovo statuto, che prevede l’elezione diretta del Consiglio, però subordinato all’emanazione di una legge elettorale statale e a seguito della costituzione delle zone omogenee ai sensi dell’art.28 e “stante la ripartizione del territorio di Roma capitale in zone dotate di autonomia amministrativa, anche tenendo conto della articolazione di Roma Capitale in Municipi
  • Dal canto suo la Regione Lazio approva a giugno 2015 una Delibera di giunta per La riallocazione delle funzioni amministrative  già esercitate dalle province, che è attualmente in discussione – novembre 2015 – nelle commissioni regionali e che sta per approdare in Consiglio. La PL – a una lettura veloce – si limita a sommare le competenze già acquisite della provincia e degli altri enti, senza nessun cambiamento sostanziale per una reale riorganizzazione amministrativa.
  • Intanto a Roma non c’è più un Sindaco ma è arrivato un commissario, dopo lo scioglimento dell’Assemblea capitolina a seguito delle dimissioni di 26 consiglieri capitolini . Si discute sulla decadenza anche da consiglieri metropolitani e su da chi e come saranno sostituiti.
  • In ogni caso tutti concordano sul fatto che i cittadini dell’area della ex Provincia di Roma dovrebbero votare il consiglio metropolitano al prossimo appuntamento elettorale nella primavera del 2016, ma qualcuno già dice che non si farà in  tempo a varare la legge statale necessaria.
  • Quanto al decentramento e ai Municipi trasformati in Comuni, a questione è ancora aperta e assai contraddittoria. La legge Delrio parla chiaramente di “articolazione territoriale del comune capoluogo in più comuni” (comma. 22) anche in funzione delle elezioni, ma non è chiaro a chi spetti promuovere l’articolazione. Probabilmente toccherebbe al Comune di Roma, quindi al commissario Tronca. Ma nello statuto approvato ai presidenti dei Municipi è concesso solo il ruolo di uditori nel Consiglio metropolitano, e nel numero di due (non si sa se a rotazione)

Legge Delrio

Comma 22. Lo statuto della citta’ metropolitana puo’ prevedere l’elezione diretta del sindaco e del consiglio metropolitano con il sistema elettorale che sara’ determinato con legge stataleE’ inoltre condizione necessaria, affinche’ si possa far luogo a elezione del sindaco e del consiglio metropolitano a suffragio universale, che entro la data di indizione delle elezioni si sia proceduto ad articolare il territorio del comune capoluogo in piu’ comuni.

  • Intanto numerosi politici hanno avanzato modifiche profonde dell’assetto amministrativo di Roma, sia in quanto Capitale d’Italia (la legge ordinaria prevista dalla riforma del titolo V che dovrebbe dare uno status speciale e che non è mai stata attuata) sia in quanto Città metropolitana. In particolare il senatore PD Walter Tocci, che nel suo libro Non si piange su una città coloniale – Note sulla politica romana propone di portare i 4 livelli attuali (Regione Lazio, Area Metropolitana, Comune di Roma, Municipi)  a 2 livelli (Regione Capitale, comuni metropolitani) trasformando  anche gli attuali 15 municipi in  comuni autonomi, e i senatori PD Roberto Morassut e Raffaele Ranucci che in una proposta di legge del dicembre 2014 vorrebbero ridisegnare la suddivisione regionale dell’intero territorio italiano. Tutte modifiche costituzionali, il cui percorso si profila tutt’altro che rapido e privo di ostacoli.

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  • Noi oggi approfondiremo gli scenari possibili, ma con due “paletti”: nessuna operazione di facciata, facendo finta di cambiare tutto per rifilarci le solite vecchie province, come temiamo stia accadendo, ma nessun esercizio di stile che prefiguri cambiamenti epocali che nessuno realizzerà mai. Metto idealmente sul tavolo, perché nessuno si scordi di cosa stiamo parlando, la ferrovia Roma Lido, di proprietà regionale e gestita dalla comunale ATAC: da decenni i pendolari aspettano che si dia seguito alle promesse di trasformarla in una linea metropolitana di superficie. E stanno ancora aspettando…

AVANZIAMO quindi alcune DOMANDE

ROMA CAPITALE E ROMA CITTA’ METROPOLITANA Come si può coniugare lo status di Roma Capitale – e la legge ordinaria, prevista dalla riforma costituzionale, che dovrebbe disciplinarla – con Roma Città metropolitana?

QUALE MODELLO ?Quale modello per il governo del territorio? Una provincia che cambia nome ma resta sostanzialmente uguale a prima e si sovrappone al Comune e alla Regione, o un nuovo organismo di governo del territorio, costituito da federazione di Comuni – i Municipi di Roma e i Comuni limitrofi – con una suddivisione delle competenze tra pianificazione dei servizi di area vasta e gestione da parte degli enti di prossimità? Quale rapporto tra Roma Città Metopolitana e Regione Lazio, prevedere il passaggio di tutte le competenze che riguardano il territorio metropolitano e la fine della intermediazione regionale per alcuni settori come ad esempio il trasporto pubblico?

QUALI TEMPI? La scelta non è solo tra modelli diversi, ma anche tra una riforma realizzabile da subito e un modello che richiede consistenti interventi legislativi che possono prefigurare altre decenni per promuovere cambiamenti

CON CHI? Fino ad oggi, a tutti i livelli istituzionali, i cittadini non sono stati minimamente coinvolti in un cambiamento. In particolare la popolazione di Roma, al contrario di altre città come Milano e Bologna dove qualche sforzo nella direzione della partecipazione dei cittadini è stato fatto, è completamente ignara di tutto. Una partenza che definire “con il piede sbagliato” è un eufemismo…

E poi ci sono tantissime altre domande, a cui prima o poi qualcuno dovrà rispondere:

  • Elezioni del 2016 : voteremo per la città metropolitana? Chi deve attivarsi perché ciò avvenga? Cosa succederà se non vengono create tempestivamente le condizioni per il voto?
  • Come assicurare una maggiore partecipazione dei cittadini e di tutte le risorse scientifiche/ professionali al governo dell’area vasta?
  • Come si intende mettere mano alla riorganizzazione dell’apparato amminsitrativo, in particolare rispetto ai compiti dei dipendenti?
  • Come utilizzare le “TIC” (trasparenza, controllo, tempestività) per il governo della città metropolitana?
  • Come avviare una riforma che non sia solo “pro forma” in una situazione “prefallimentare” da tutti i punti di vista?

 

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