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Voci contro l’Autonomia differenziata: Roberto Fico

L’Italia non si taglia  2024 – Voci contro l’Autonomia differenziata – Roberto Fico , Presidente del Comitato di Garanzia del M5S – con Pietro Spirito e Anna Maria Bianchi

Anna Maria Bianchi Roberto Fico, già presidente della Camera dei Deputati, oggi Presidente del Comitato di Garanzia del M5S sta facendo un lavoro  molto importante in giro per l’Italia, per raccontare ai cittadini e alle amministrazioni tutti i rischi che può comportare l’autonomia regionale differenziata.

Pietro Spirito Presidente, partiamo proprio da qui. Qual è la sensazione che lei ha ricavato a contatto con i cittadini girando il  nostro Paese? Qual è il livello di consapevolezza che lei ha incontrato? È uguale in tutti i territori? C’è ancora un “giudizio differenziato” oppure gli italiani hanno cominciato a comprendere il rischio che stiamo correndo di perdere l’unità nazionale?

Roberto Fico È da circa un anno che sto girando tutto il Paese per cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica e contrastare il provvedimento sull’autonomia differenziata di Calderoli. E’ molto complesso mobilitare l’opinione pubblica su questo tema. Quindi c’è una distanza tra questa tematica e le persone, perché è difficile far comprendere quanto invece questo provvedimento inciderà sulla loro vita, quanto  la nostra Repubblica sarà un altro tipo di Repubblica, se questo provvedimento verrà approvato e poi verrà messo in atto.

In molti territori, e io penso anche al sud, si inizia a comprendere  quanto questo sia un “pacco” per le Regioni meridionali ma la cosa importante da dire è che lo è anche per le Regioni più deboli. In generale mina la condizione del nostro Paese, e quindi non conviene a  nessuno. Bisogna continuare a girare e bisogna continuare a mobilitare l’opinione pubblica e spiegare perfettamente i motivi del perché no.

Pietro Spirito Presidente, un tema che certamente sarà all’ordine del giorno è anche il legame tra la crisi economica e queste riforme. Il Paese vive in una situazione molto difficile da qualche tempo. È un tema di internazionale, ma anche di debolezza della competitività interna. Le opposizioni finora si sono unite in Parlamento su due questioni,  il salario minimo e l’autonomia differenziata, ed è stato un fatto meritorio ovviamente. Ma come possono le opposizioni portare questo contrasto fuori dal Parlamento? Fare rete, perché sull’autonomia differenziata noi abbiamo la Conferenza Episcopale che è contraria,  Confindustria che è contraria, i sindacati, per una parte, che sono contrari.

Roberto Fico Sì va raccontata in modo semplice con esempi concreti che riguardano la vita delle persone e anche di chi fa impresa. Quindi facciamo due esempi velocissimi. Sulla vita di chi fa impresa: nel momento in cui in Veneto hai una legge,  hai una burocrazia,  e in Lombardia, la Regione a fianco, c’ è un’altra legge su una materia e un altro tipo di burocrazia,  per un imprenditore che agisce su mercati globali questa situazione è meno efficace e meno efficiente. Un imprenditore che lavora nel settore dei porti non può avere a che fare con programmazioni regionali diverse: una del porto di Genova, una  del porto di Gioia Tauro e  una del porto di Napoli. Bisogna fare una programmazione coordinata, ordinata, che renda gli investimenti e la programmazione degli imprenditori più efficiente, con meno burocrazia. L’autonomia è esattamente l’opposto di “meno burocrazia e più efficienza”. Questo è un esempio.

Rispetto alle famiglie, alle persone: si pensi  al sistema scolastico. Come fai ad avere sistemi scolastici differenti in ogni Regione. È impossibile: avresti concorsi diversi, contratti diversi e salari diversi. Un insegnante della Campania probabilmente percepirebbe molto meno di un insegnante della Lombardia. Quindi si creerebbe anche una concorrenza all’interno delle Regioni, assolutamente assurda e poco conveniente per la nostra Repubblica.

Questi sono due fattori principali. E poi c’è la contraddizione totale dell’autonomia differenziata con il premierato. Com’è possibile avere un premier forte con le Regioni forti, un premier che su delle questioni non può più decidere, non può più scegliere? È una contraddizione in termini, che serve solamente alla Lega per mettere una bandierina e a Fratelli d’Italia per mettere un’altra bandierina,  e alla fine avremo un caos istituzionale. E nel caos istituzionale ci rimettono i cittadini più deboli.

Pietro Spirito Presidente, un tema che certamente sarà all’ordine del giorno è anche il legame tra la crisi economica e queste riforme. Il Paese vive in una situazione molto difficile da qualche tempo. È un tema  internazionale, ma anche di debolezza per. la caduta della competitività interna. Le opposizioni finora si sono unite in Parlamento su due questioni,  il salario minimo e l’autonomia differenziata, ed è stato un fatto meritorio ovviamente. Ma come possono le opposizioni portare questo contrasto fuori dal Parlamento? Serve fare rete, perché sull’autonomia differenziata noi abbiamo la Conferenza Episcopale che è contraria,  Confindustria che è contraria, i sindacati, per una larga  parte, che sono contrari.

Roberto Fico Questo sarebbe assolutamente auspicabile: l’opposizione deve riuscire ad avere la capacità di aggregare un mondo fuori dalle istituzioni,  un mondo che sia trasversale ai partiti e ai sindacati. Dobbiamo riuscire a fare un nuovo patto sociale che riesca a svilupparsi a partire da tematiche fondamentali come il salario minimo e il contrasto all’autonomia differenziata. E un’opposizione deve avere questa capacità, perché se non ha questa capacità è un’opposizione che rimane poi relegata a fare l’opposizione in Parlamento. Quindi bisogna tutti rimboccarci le maniche per far sì che questo avvenga.

Pietro Spirito  Voteremo a inizio di giugno per le europee e sarà un passaggio importante. L’Europa non ci capisce, non capisce  come ci stiamo organizzando. La prossima presidente della Commissione Europea o il prossimo Presidente della Commissione Europea con chi parlerà? Col premier forte? Col presidente di Regione forte? Col governatore del nord, col governatore del sud?  Io credo che noi stiamo intorbidendo anche le acque istituzionali dell’Europa. E poiché noi siamo un Paese rilevante dentro questo disegno, ci stiamo portando la nostra confusione dentro le istituzioni europee e credo che questo dovrebbe essere un tema di campagna elettorale. Noi già facciamo fatica ad avere il peso che forse l’Italia dovrebbe avere in Europa, con queste riforme noi saremo un Arlecchino inguardabile, non sapranno neanche con chi parlare, a quale citofono bussare.

Roberto Fico Sono assolutamente d’accordo e anche a livello europeo in dossier sono stati espressi dubbi rispetto all’autonomia differenziata, anche perché ci potrebbero essere pesanti disequilibri di bilancio. Quindi come già  hanno detto la Banca d’Italia, l’Ufficio parlamentare di bilancio, gli studi del Senato, questo porterà a una preoccupazione generale, soprattutto nei conti e nella ridistribuzione delle risorse,  dato che questo significa che chi è più povero ha più possibilità di peggiorare la propria condizione e chi è più ricco magari di accrescerla, che è esattamente il contrario dei principi della nostra Costituzione.

In Europa noi possiamo contrastare cose importanti se siamo una Repubblica coesa, unita e forte. Ma nel momento in cui hai Regioni che si muovono autonomamente , con Presidenti di Regione forti, con un premierato che non ha senso rispetto alle Regioni,  noi saremo molto più deboli. È già la condizione dell’Italia è complicata, perché abbiamo un gigantesco debito pubblico, se siamo anche poco coesi,  molto poco forti e incomprensibili all’Europa, saremo molto più deboli.

Pietro Spirito  C’è una questione meridionale che da sempre ha caratterizzato la storia economica e sociale del nostro Paese. Da diversi decenni purtroppo il Mezzogiorno ha minore voce, ha minore autorevolezza, probabilmente anche per molti errori che lo stesso Mezzogiorno ha compiuto. La questione settentrionale non nasce sul nulla, nasce anche da episodi vergognosi come la ricostruzione post terremoto in Campania, che fu un “sacco” della spesa pubblica. Quindi i meridionali – io sono meridionale –  non possono chiamarsi fuori da questa storia, ci sono dentro. Quindi forse c’è necessità di riscrivere il meridionalismo e di reinterpretare il “vento del nord”. Lei si ricorderà che Pietro Nenni durante la campagna elettorale disse che tra Monarchia e Repubblica vinceva la Repubblica perché c’era il vento del nord. E fu vero. Perché la monarchia vinse nel Mezzogiorno, ma non vinse nel Paese. Ora siamo un po’ a parti invertite forse. Ci vorrebbe bisogno di un “Vento del Sud”,  diverso, che  però io non vedo. Ecco, come vede la questione dell’autonomia differenziata dal Mezzogiorno?

Roberto Fico  Allora io credo che dobbiamo uscire dall’inganno che viene raccontato, del fatto che con l’autonomia differenziata il Sud finalmente può prendersi le proprie responsabilità e accettare la sfida dell’efficienza e della programmazione. Questo non è vero, perché con l’autonomia differenziata è una sfida truccata, che il Sud non deve accettare perché non può accettare sfide dove la partita è chiaramente truccata.  Quindi il Sud questo provvedimento lo deve rimandare al mittente.

Il punto invece è che dobbiamo costruire sicuramente, senza alcun tipo di lamentela, una classe dirigente del Sud sempre più adeguata, che sappia programmare, che sappia efficientare, che possa governare molto bene tutti i processi, dalla Regione alle città metropolitane ai comuni, che abbia una classe dirigente imprenditoriale che lavora col pubblico, un settore pubblico  che riesca a lavorare in partnership con il  privato per gli investimenti giusti,  per cercare di raccontare un ruolo diverso del Sud Italia  nei nuovi anni che verranno.

Fermo restando che il Sud ha grandissime capacità,  universitarie, intellettuali, lavorative, già adesso, di grande sviluppo, ma bisogna far crescere una grande classe dirigente,  che faccia anche gli interessi del sistema Paese partendo dal Sud.

Pietro Spirito  Vorrei terminare con una malignità, se mi consente. Questa destra ha nel mirino il Presidente della Repubblica: Mattarella rappresenta l’unità della Nazione, perché questo è il compito che gli ha affidato la Costituzione, e Mattarella è  anche, diciamo così,  un freno a certe “pulsioni” che questa destra ha. Lo dice col suo stile, ovviamente, molto compassato, ma va alla sostanza. Io credo che la riforma del premierato e quella dell’autonomia differenziata vogliono buttare giù il birillo del Presidente della Repubblica.  Questo è secondo me l’obiettivo politico che loro hanno. Come figura istituzionale e come persona. Perché entrambe le cose danno molto fastidio a questa destra.

Roberto Fico  Questo è molto grave. Sicuramente l’obiettivo politico è quello di modificare, senza scriverlo e senza dirlo, il peso che ha il Presidente della Repubblica nel nostro Paese. Questo è il punto di base, perché nel momento in cui tu fai la riforma costituzionale del premierato ma non tocchi i  poteri del Presidente della Repubblica, anche qui è una truffa, perché nel momento in cui tocchi il premierato hai toccato, anche se non l’hai scritto, il Presidente della Repubblica. Allora, o fai una riforma organica sulla revisione dei poteri, oppure questa è una riforma che non funziona e che non va bene. Oltretutto non esiste in nessuna parte del mondo l’’elezione diretta del premier, non c’è da nessuna parte. Come non esiste in nessuna parte del mondo l’autonomia differenziata, dove una Regione fa una cosa e una Regione ne fa un’altra. Se parliamo di federalismo,  ne parliamo come sistema federale organico e equilibrato: può piacere o non piacere, ma è una riforma organica. L’autonomia differenziata non esiste in nessuna parte del mondo perché non è una riforma organica, così come il premierato:  fanno due cose che si scontrano e che toccano senza dubbi i poteri, senza scriverlo, ma di fatto, del Presidente della Repubblica, questione ancora più grave.

Pietro Spirito  Dopo che si è votato il provvedimento Calderoli, in Parlamento è stata sventolata  la bandiera della Repubblica di San Marco. Lo vorrei ricordare, perché questo Paese non ha più memoria. Nel 1996  due carri armati di cartone si posizionarono a Piazza San Marco e i NOCS  intervento  in una vicenda tutta italiana,  sempre al limite del ridicolo,  per cercare di bloccare questi autonomisti secessionisti che volevano l’autonomia e la secessione del Veneto. Io temo purtroppo che siamo ancora là. Che questo non è un disegno né federalista né autonomista. È un disegno secessionista. Secondo me le cose bisogna chiamarle per come sono:  questo disegno Calderoli è la secessione delle regioni ricche, come dice Gianfranco Viesti.

Roberto Fico  La secessione dei ricchi, di fatto sarebbe così. Ricordiamo che Calderoli è una persona che andava con la camicia verde, raccoglieva l’acqua sacra del Po insieme a Bossi, quindi l’entroterra culturale sicuramente è di secessione. Non c’è ombra di dubbio. L’Autonomia di Calderoli, così come è scritta,  in modo così estremo, non è autonomista, non è federalista in una visione organica di federalismo, ma è semplicemente la secessione dei più ricchi verso tutto il resto del Paese e quindi disunisce la Repubblica.

Anna Maria Bianchi  Come reagiscono le persone che incontra quando va a parlare di autonomia differenziata nelle cittadine e nei paesi di tutta Italia?

Roberto Fico  C’è molto interesse quando si inizia a discutere e a entrare nel vivo dei temi, e quando finiscono convegni, comizi, vedo che c’è molta preoccupazione. La preoccupazione c’è.E c’è una preoccupazione trasversale che non è solo al sud ma è anche in gran parte dell’ovest, nelle regioni del centro:  alla fine c’è una preoccupazione, perché tutti teniamo all’unità d’Italia e alla Repubblica e capiamo che l’autonomia scritta  in questo modo significa minare le fondamenta della Repubblica.

Anna Maria Bianchi  Ringrazio il Presidente Fico per la  partecipazione e per il racconto che ci ha fatto e mi auguro che molti altri esponenti politici seguano il suo esempio, perché penso che questa sia una battaglia da condurre proprio nei territori, a contatto con le persone, spiegando in maniera chiara e semplice tutti i rischi a cui stiamo andando incontro.

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

18 febbraio 2024

(*) Intervista registrata l’ 8 febbraio 2024