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Patate bollenti – Maurizio Carrozzi (candidato Sinistra x Roma)

maurizio carrozziLe risposte di Maurizio Carrozzi, candidato al Consiglio comunale nella lista ‘Sinistra X Roma’ (28 MAGGIO)

> Vai alle 12 domande

1) Progetti urbani precedenti.

Ritessere il dialogo con le risorse e gli enzimi di Roma – coagulando quelli dell’intellighenzia, della cultura, del sociale e delle più significative esperienze territoriali – è uno dei nostri obiettivi per affrontare le innumerevoli criticità che stanno rendendo troppo complessa la vita quotidiana nella nostra metropoli. Per questo ritengo strategico per la futura Amministrazione dare continuità alle linee programmatiche tracciate dall’Assessorato alla Trasformazione urbana, alcune delle quali in sinergia con la Fondazione Maxxi.

In primis, le Conferenze urbanistiche sono un prezioso laboratorio di discussione sul futuro del territorio: in termini di rigenerazione urbana, in esse devono trovare ascolto le istanze e le progettualità di tutti coloro che hanno le competenze tecniche e pratiche per portare soluzioni intelligenti, smart, attraverso partecipazione e concertazione.Indispensabile in questo senso è il coinvolgimento del mondo accademico, romano e di respiro internazionale, sul modello dell’esperienza partita da Roma Interrotta e confluita inRoma 2025, fondamentale per definire una visione di lungo periodo per la Roma futura, attraverso soluzioni in grado di tracciare, partendo dalla realtà, una nuova mappatura della città, in cui i confini non sono più meramente territoriali: dobbiamo ripensarla come un mosaico in chiave trasformativa, moderna, efficiente, coniugando urbanistica e architettura e mantenendo sempre alta l’attenzione sulle grandi risorse – e gli immensi bisogni – del sociale.Infine, del progetto Roma città resiliente, ritengo particolarmente interessante il messaggio lanciato dalla Fondazione Rockefeller e che sottende la parola stessa, resilienza: la capacità, a partire da situazioni fortemente critiche e percepite come insuperabili, di ottimizzare e integrare le proprie risorse per adattarsi, superarle, sopravvivere e prosperare. Roma è tra le città selezionate da questo programma per vincere la sfida della resilienza, anche attraverso l’accesso a risorse finanziarie ed organizzative ad hoc, una sfida che dobbiamo vincere, insieme. Come ha scritto lo scorso 25 maggio Piero Bevilacqua su Il Manifesto a proposito del ruolo strategico delle università, si tratta di un’occasione da non perdere per chi – come noi, con Stefano Fassina – si presenta come avanguardia della Sinistra: restituire più alte funzioni di ricerca al mondo accademico, integrarlo nel tessuto delle soggettività positive in fermento, fa parte della battaglia per cambiare Roma e per costruire un nuovo progetto di società.

1.2) Quali decisioni prenderà (continuità – prosecuzione con modifiche e quali – cancellazione) riguardo aalle scelte della precedente amministrazione?

– Stadio della Roma a Tor di Valle; Progetto Flaminio – Città della Scienza

Abbiamo appena parlato di urbanistica e di territorio. Un problema grave di Roma, come di molte altre realtà del Paese, è quello del dissesto idrogeologico, di cui troppo spesso non si tiene conto. L’Istituto nazionale di Urbanistica ha definito l’area di Tor di Valle a forte rischio esondazione. Mi chiedo pertanto come sia ipotizzabile proprio in quell’area la costruzione del nuovo Stadio, che supera il milione di metri cubi di cemento e comprende anche megastrutture (grattacieli) la cui attinenza con il resto del progetto mi sembra alquanto discutibile. Oltre all’insostenibilità geologica, sussistono poi criticità urbanistiche e finanziarie: ritengo quindi che il progetto dovrebbe essere interamente ridefinito.

Del resto, non è il solo a Roma che non tiene conto del delicato equilibrio territoriale: mi riferisco, ad esempio, alla realizzazione del nuovo centro commerciale Esselunga all’Infernetto in via del Canale della Lingua. Si tratterebbe di un progetto del 2006, riesumato ad agosto 2015, prima della definizione del Piano di Assetto idrogeologico della Regione Lazio, per aggirare eventuali divieti che deriverebbero dalla natura dell’area scelta, a ridosso del parco di Castel Fusano: una zona agricola con falda acquifera affiorante, ad alto rischio idrogeologico, soggetta a facili allagamenti. Il senatore di Sinistra Italiana-SEL Massimo Cervellini ha presentato in merito un’interrogazione al ministro dell’Ambiente. Di certo la nuova Amministrazione dovrà essere più attenta all’equilibrio idrogeologico e all’ascolto dei cittadini, valutando attentamente l’impatto delle progettualità in un’ottica maggiormente integrata prevenendo aprioristicamente eventuali rischi.

Ciò premesso, come candidato e come tifoso, resto un ultras convinto rispetto all’idea di realizzare lo Stadio della Roma: penso a belle esperienze realizzate in altre città, ad esempio a Barcellona, ma va individuata un’area consona definendo un progetto secondo una seria visione di lungo periodo, come quella che con soddisfazione riscontro nell’idea della Città della Scienza:per il quartiere Flaminio forse uno dei progetti più interessanti degli ultimi anni, rispetto al quale la cittadinanza ha la concreta possibilità di partecipare e influire su una scelta urbanistica importante per il Municipio e la città,un polo che avrà forza attrattiva su tutto ciò che ruota attorno al panorama scientifico, a cominciare dal mondo della scuola e dell’università. Ci impegneremo affinché tutto questo diventi realtà.

1.3) Olimpiadi Roma 2024

Sono in linea con la posizione di Stefano Fassina sulle Olimpiadi 2024 a Roma, che rischiano di essere più un danno economico che un beneficio, e con l’idea di lasciar decidere ai romani rispetto ad un evento che avrà un grande impatto sulla città. Mi adopererò quindi per il referendum, ma ad una condizione: quella di poter condurre una seria campagna informativa – non spot farsa come quelli riguardanti il referendum sulle trivelle o quello, imminente, sulla riforma costituzionale – che metta i cittadini nella condizione di capire quali potrebbero essere, a parità di risorse, i progetti alternativi alle Olimpiadi e maggiormente funzionali allo sviluppo di Roma. Solo di fronte ad un dettagliato piano economico-finanziario sui Giochi Olimipici 2024, come è stato chiesto nella mozione alla Camera lo scorso gennaio da Fassina, sarà possibile ragionare. E le decisioni nel merito spettano senza alcun dubbio all’Amministrazione romana e alla cittadinanza in termini di scelte urbanistiche e logistiche, consapevoli dell’urgenza di dover affrontare prima la drammatica situazione della città, a cominciare dal dissesto finanziario ed infrastrutturale e dalle carenze nella garanzia dei servizi essenziali. Rispetto all’investimento di risorse, esistono altre priorità per Roma e il suo sviluppo: basti pensare al sistema del trasporto pubblico, con linee come la C della Metro, o la Roma-Lido che ha meritato il Premio Caronte come la peggiore d’Italia. Senza contare che in passato lo stanziamento di fondi per alcuni grandi eventi sportivi ha prodotto vergognose pagine in termini di sprechi, corruzione e opere mai terminate. Penso ad esempio ai mondiali di nuoto del 2009 e alla Città dello Sport di Tor Vergata, opera incompiuta che si sarebbe dovuta comporre di un Palasport con 8mila posti, un edificio pallanuoto, una piscina olimpionica e una pista di atletica. Per non parlare delle previsioni sull’afflusso turistico: durante i Giochi Olimpici del 2008, a Pechino, erano previsti circa 400.000 turisti, ma ne sono giunti nei fatti 235.000. E infine il presunto miliardo e mezzo di euro a carico del Cio è soltanto un quarto delle risorse necessarie a realizzare i giochi: altri 4 miliardi di euro graveranno sul Paese e la città ospite. Nell’eterno dilemma italiano tra opere faraoniche e investimenti per una città quotidianamente vivibile (mobilità sostenibile, riqualificazione delle periferie, smart city), Sinistra Italiana sta dalla parte dei cittadini:per il referendum sulle Olimpiadi 2024 stiamo continuando a raccogliere le firme.

2) Piano Regolatore Generale e  strumento della compensazione urbanistica

Sostenibilità ambientale, zero consumo di suolo, edilizia di riqualificazione, utilizzo sociale del patrimonio capitolino: noi di Sinistra Italiana vogliamo rappresentare per Roma la discontinuità rispetto al passato. Se si escludono alcune eccezioni, il paesaggio tracciato dal Piano Regolatore Generale è sconfortante: Roma si presenta disomogenea, con forti contrasti tra centro e periferie, cementificazione selvaggia e innumerevoli situazioni di abuso che nel linguaggio comune vengono attribuite ai palazzinari, ai poteri forti, e ora, nell’immaginario collettivo, sono parte del grande calderone di Mafia Capitale. Senza contare la devastazione urbanistica dei piani di zona. Un dato è certo: il pessimo utilizzo che è stato fatto dei beni comuni, pur rimanendo nell’argine della legalità:in molte situazioni venivano approvate le varianti al Piano Regolatore, ma poi l’urbanistica contrattata faceva il resto e lasciava ampie intercapedini alle rendite. La compensazione urbanistica ha complicato la situazione: sulla tesi secondo la quale la previsione edificatoria contenuta in un Piano regolatore (quello del 1962) dia da sola il diritto a costruire che, se non esercitato, va compensato (concedendo un’altra area), si è fondato il Piano regolatore del 2008. Ricordiamo tutti il caso eclatante di Tor Marancia, dove il Piano Regolatore del 1962 prevedeva 4 milioni di metri cubi di cemento su 120 ettari, che scatenò una colossale campagna ambientalista, sociale, culturale, politica, fino a che la Soprintendenza archeologica pose su tuttal’area un vincolo di inedificabilità assoluta. Ma scattarono le compensazioni e i proprietari ottennero l’edificabilità in altre aree, meno attraenti di Tor Marancia, ma per oltre 4 milioni di metri cubi. Io sostengo che l’edificabilità debba tenere conto delle condizioni demografiche, economiche, produttive, di cui deve essere verificata l’attualità nel momento in cui si stila un nuovo Piano Regolatore. Purtroppo la partita sulla proprietà e il consumo del suolo a Roma è di lunga data e il cemento è divenuto un sistema trasversale alla politica stessa.Chi governerà il futuro di Roma dovrà porre un argine a tutto questo e ritrovare la volontà di menti libere come quella di Luigi Petroselli, che poco tempo fa abbiamo ricordato con Sinistra Italiana-SEL con una assemblea pubblica: quella di discernere e porre una netta linea di demarcazione tra edilizia imprenditoriale e rendita sui cambi di destinazione urbanistica. Il paesaggio della Roma che vogliamo è libero dai poteri forti, eco-sostenibile e interseca le strade del sociale.

3) Piano Urbano Parcheggi

Credo che la nuova Amministrazione dovrà necessariamente provvedere, alla luce delle attuali normative,alla revisione del Piano Parcheggi, scaturito, con deroghe e aggiramenti di leggi, anche europee, dalla Legge “Tognoli” del 1989: sia dal punto di vista giuridico – per maggiore chiarezza e trasparenza e anche per limitare i contenziosi – sia per quanto riguarda l’impatto delle eventuali criticità geotecniche, sia per ottimizzare la dislocazione e la fruizione territoriale delle aree di parcheggio. Le metodologie di lavoro stilate dall’Ordine dei Geologi del Lazio rappresentano un documento imprescindibile nella progettazione delle opere urbane, che va nella direzione che da tempo con Sinistra Italiana stiamo cercando di imprimere alle politiche pubbliche: quella di un cambiamento di prospettiva in chiave di sviluppo eco-sostenibile, che limiti il consumo di suolo nel rispetto degli equilibri dei nostri contesti urbani. Perciò, in funzione della mobilità cittadina, valuteremo caso per caso l’utilità di quei parcheggi, seppure già previsti,che non sono oggetto di convenzione con il Comune. Particolare attenzione riserveremo alle situazioni emergenziali: penso, ad esempio, ai mercati di quei quartieri soffocati dal traffico, in cui è necessario vigilare per evitare che, senza alcuna procedura di gara, vengono affidate a privati aree di uso e interesse pubblico per la realizzazione di posti auto aggiuntivi.Tutto questo sempre nel rispetto del principio secondo cui ogni scelta di merito che riguarda il territorio non può assolutamente prescindere dall’ascolto e dalla concertazione con i cittadini e le associazioni di riferimento che meglio conoscono la realtà di riferimento.

4) Punti Verde Qualità.

Con Sinistra Italiana mi sono battuto strenuamente sulla questione dei Punti Verde Qualità (PVQ), in particolare per quanto riguarda quello del Parco della Madonnetta ad Acilia nel Municipio X, un bell’esempio di circuito virtuoso di riqualificazione di un’area per lo sviluppo di servizi di quartiere: un’officina popolare, spazi di partecipazione, attrezzature sportive, tutto ad uso libero e gratuito di associazioni e cittadini. E questo è stato possibile grazie all’appropriata gestione privata di un bene pubblico, come era nelle intenzioni della Giunta capitolina che nel 1995 ebbe l’idea di affidare a piccoli imprenditori una zona da riqualificare. Quello della Madonnetta è tra gli undici PVQ che rischiano la revoca della concessione. Un provvedimento della Giunta capitolina ha stabilito infatti che il Dipartimento Patrimonio possa prendere possesso delle aree assegnate ai concessionari insolventi. In alcuni casi però le concessioni sono state sfruttate dai privati con finalità abusive (costruzione di centri commerciali, sale bingo, etc.) dando adito a fenomeni di speculazione e illegalità.

Credo che la nuova Amministrazione di Roma Capitale debba esprimere un giudizio circostanziale che separi nettamente le situazioni di illegalità – individuando responsabilità e conseguenti penalità – dalle buone pratiche che nel tempo sono diventate punti di riferimento di riqualificazione territoriale. Questa buone pratiche meriterebbero, come appunto il PVQ della Madonnetta, forme di moratoria e dilazione del pagamento per regolarizzare la concessione. Del resto, la quadratura del bilancio non può costituire l’unico criterio di valutazione generale. Ferma restando la lotta alla corruzione, all’illegalità e alla speculazione, buon senso vorrebbe che venissero premiate la continuità nella fruizione di servizi di prossimità per i cittadini, la riappropriazione ecologica di spazi della città e la riqualificazione del tessuto socio-culturale delle periferie.

5) Piani di Zona.

Per molti aspetti i Piani di Zona rappresentano un’occasione mancata di programmazione e sviluppo, una sorta di Piano regolatore dei servizi che ha prodotto disuguaglianza e dove spesso si sono insinuate diverse declinazioni dell’illegalità. Là dove si sarebbero dovuti intersecare la mappatura dei bisogni delle persone e la mobilitazione delle risorse professionali, economiche, pubbliche, private e del volontariato si sono venute a creare situazioni drammatiche. I tagli subiti dal Fondo per le Politiche sociali, le difficoltà economiche degli enti locali, assieme ad una battuta di arresto causata da cambiamenti delle priorità del Governo e dell‘assetto istituzionale connessi alla riforma della Costituzione, hanno sgonfiato sempre più l‘attuazione della legge 328/00, riducendo la rilevanza delle attività di pianificazione previste dai Piani sociali regionali e dai Piani di zona, spesso ridotti a mero assemblaggio di progettualità preesistenti. Il sistema delle politiche sociali andrebbe invece radicalmente ripensato sviluppando interazioni con tutti i segmenti delle amministrazioni pubbliche (lavoro, trasporti, cultura, sicurezza urbana, salute, servizi sociosanitari), integrando nel sistema locale servizi e interventi sociali,includendo, ad esempio, le politiche per la casa, elemento di forte tensione sociale.

Sinistra Italiana-SEL ha presentato una mozione parlamentare alla Camera dei Deputati per chiedere al Governo di fissare un tavolo interistituzionale di confronto con le organizzazioni sindacali degli inquilini e di agire con fermezza per sospendere l’esecuzione delle aste riguardanti abitazioni residenziali, gli sgomberi e gli sfratti, anche quelli per morosità incolpevole, oltre a mettere in atto iniziative di controllo delle procedure di dismissione del patrimonio immobiliare degli enti pubblici e privatizzati, in modo da tutelare gli inquilini, vigilando sui prezzi di vendita e sull’entità dei canoni d’affitto al momento del rinnovo del contratto, il cui incremento è stato favorito anche dal disorganico susseguirsi di norme.Purtroppo Roma detiene il record dei senza casa: delle 73.385 sentenze di sfratto emesse nel 2013 in Italia, più di 40.000 sono a Roma. Il 20% circa delle famiglie sono in affitto, mentre l’edilizia pubblica non riesce ad incidere sulla domanda abitativa, in quanto le case di proprietà dell’Ater (ex Iacp) sono solo il 4% del patrimonio totale (48.023) e quelle di Regione, Provincia e Comune sono circa il 2% (28.155).

Fermo restando che solo un lavoro congiunto di tutte le istituzioni può delineare una soluzione a quella che si sta configurando come vera e propria emergenza sociale, la nuova Amministrazione dovrà puntare sulla riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente, rilanciando l’edilizia residenziale pubblica a fini sociali, e sulla rigenerazione delle periferie, destinando ad uso abitativo parte del patrimonio pubblico inutilizzato (caserme, depositi). Questa premessa non può però prescindere dalla continuazione dell’operazione di monitoraggio e verifica iniziata dagli uffici: è necessario procedere con controlli incrociati delle banche dati disponibili (reddito/Isee/situazione patrimoniale) per individuare i soggetti meritevoli di sanzione – costruttori e consorzi che non rispettano i prezzi massimi di cessione; assegnatari senza diritto di un bene pubblico, inquilini dolosamente morosi – affinché soluzioni agevolate vengano finalmente riservate solo agli aventi diritto.

7) Poteri speciali.

L’emergenza commissariale di Roma è iniziata nell’agosto 2006, quando il presidente del Consiglio Romano Prodi nominò il sindaco Walter Veltroni Commissario straordinario per la gestione dell’emergenza traffico e mobilità. Con decreto del presidente del Consiglio del 17 dicembre 2010, il Commissariamento è stato prorogato fino al 31 dicembre 2011, poi fino al 31 dicembre 2012. Nelle scorse settimane la Giunta Zingaretti ha espresso parere favorevole al Governo per il riconoscimento dei poteri speciali in materia di traffico e mobilità per Roma Capitale. Io ritengo che Roma abbia tutte le risorse per una regolare pianificazione e razionalizzazione di lungo periodo per gestire la mobilità: l’uso a volte improprio dei poteri commissariali dimostra che il problema fondamentale sta nella gestione delle risorse, nella riduzione degli sprechi, nella riorganizzazione dei servizi. Tuttavia la mobilità romana sta attraversando una vera e propria fase di emergenza, che è sicuramente il prodotto di molteplici criticità che si sono protratte per troppo tempo (dalla malagestione di aziende partecipate, come l’Atac, ai tentacoli di Mafia Capitale, alla crisi profonda del trasporto pubblico locale, all’incapacità di trovare soluzioni al malfunzionamento di linee nevralgiche, alla dotazione dei mezzi obsoleta). A questo si aggiunge il ruolo di Roma Capitale, crocevia di flussi di mobilità per motivi economici, lavorativi,funzionali alle istituzioni più importanti della città e ai grandi eventi, come il Giubileo straordinario. Paradossalmente, per risolvere e mettere a regime la questione della gestione della mobilità ordinaria, in questo momento all’Amministrazione servono risorse. E non parlo solo di poteri speciali: parafrasando il film ‘Lo chiamavano Jeeg Robot’, in questa fase Roma necessita di superpoteri.

8) Per la tutela del verde urbano.

La nostra esperienza con i Punti Verde Qualità ci rende particolarmente sensibili al tema della conservazione, del mantenimento, della manutenzione e riqualificazione dell’inestimabile patrimonio storico e paesaggistico della città. Ci impegniamo a dare continuità al lavoro iniziato con i cittadini, i comitati, le associazioni ambientaliste affinché Roma abbia presto un Regolamento del verde urbano che ne preservi la fragilità e la bellezza.

E’ possibile fin da ora individuare una sorta di decalogo delle buone azioni su cui costruire una alternativa credibile e allo stesso tempo perseguibile di governo del verde pubblico:

  • Concentrare energie e risorse in interventi selezionati, potenzialmente perseguibili con le energie a disposizione, capaci di incidere sulla realtà e produrre segnali positivi nella pubblica opinione (Piano straordinario di riqualificazione delle aree verdi periferiche; Censimento e catalogazione delle alberature cittadine; Censimento e valorizzazione dei giardini scolastici; Realizzazione di un sistema degli orti urbani e delle stazioni per il compostaggio dei residui vegetali)
  • Affidamento ad associazioni e comitati (Verde sociale) di aree verdi di rilevanza municipale attualmente prive di impianti ed attrezzature adeguate, comunque con standard manutentivi non soddisfacenti
  • Decentramento tecnico attuata con una ridistribuzione equilibrata e razionale di risorse finanziarie e professionali per la gestione del verde di prossimità e con un maggiore coinvolgimento, a livello di indirizzo e programmazione, degli organi di governo e rappresentativi di livello municipale
  • Distinzione netta di ruoli e incarichi del personale capitolino nelle fasi di progettazione, indizione di gara, realizzazione, coordinamento della sicurezza e collaudo delle opere a verde
  • Costruzione di organi di partecipazione dei cittadini alle scelte urbanistiche e ambientali dell’amministrazione
  • Sostegno e rafforzamento di tutte le realtà già presenti finalizzate all’educazione ambientale (Centri Educazione Ambientale) alla diffusione delle pratiche del giardinaggio e dell’orticoltura Casa del Giardinaggio) alla formazione tecnica degli operatori pubblici e privati (Scuola Giardinieri) e alla conoscenza dei giardini romani (Roseto comunale, Semenzaio di San Sisto, Ville storiche).
  • Sperimentazione di nuovi impianti vegetali e applicazione di nuove metodologie di lavoro, ponendo la struttura pubblica al centro della riflessione teorica degli studi tecnici per uno sviluppo sostenibile del verde in città

9) Partecipazione dei cittadini

Il nuovo soggetto politico che stiamo strutturando, Sinistra Italiana, si basa in primis sulla partecipazione democratica contro l’abominevole idea renziana di un ridimensionamento degli spazi democratici. La politica è un affare collettivo, e i cittadini devono occuparsene a tutti i livelli: questo è il senso profondo e convinto che diamo alle parole partecipazione e sussidiarietà. Perché è attraverso il dialogo costante e sinergico con il sociale, con i territori, con tutti i cittadini che si governa Roma. La trasparenza è parte integrante di tutto il sistema. I cittadini devono poter accedere a tutte le informazioni che riguardano la pubblica amministrazione locale, in primis per quanto riguarda bilanci, procedimenti e banche dati: quando ogni fase del meccanismo amministrativo potrà essere consultabile da tutti, come in una lunga filiera, tracciabile e trasparente, solo allora avremo davvero sconfitto la corruzione.

11) Per una corretta gestione dei rifiuti urbani.

Occorre aumentare lo sforzo in direzione di una gestione dei rifiuti improntata a criteri di efficienza e razionalizzazione, superando le criticitàdell’intera filiera, come ad esempio la carenza degli impianti di trattamento, per trovare soluzioni al problema del conferimento in discarica a norma (che non si risolve con l’invio all’estero, ma investendo sulla raccolta differenziata). Per quanto riguarda gli inceneritori, metteremo in atto ogni azione possibile per impedire l’annullamento di decenni di battaglie istituzionali e territoriali, che abbiamo combattuto al fianco dei cittadini di Massimina e della Valle Galeria, contro lo scempio di Malagrotta, la cui chiusura aveva rappresentato un segnale forte contro la malagestione di Cerroni e Alemanno. Dobbiamo superare definitivamente le logiche del passato che hanno consentito gravissimi abusi sulla salute dei cittadini e sull’ambiente, oltre a produrre per l’Italia i costi delle procedure di infrazione dell’Unione europea.

12) Per la tutela e il rilancio dei mercati rionali

Credo che i primi interventi da mettere in campo debbano orientarsi a contrastare lo stato di abbandono in cui versano alcuni mercati rionali di Roma e a dismettere lo strumento del project financing usato per la loro realizzazione. Intendiamo mantenere pubblica la proprietà, pensando però ad una generale riorganizzazione attraverso la pianificazione di ciascun intervento, anche in termini di nuove strutture, con gli operatori e i loro rappresentanti.

NOTA DI CARTEINREGOLA  Stadio della Roma: il nostro laboratorio ha sempre espresso dissenso per l’operazione Stadio, non per la realizzazione dell’impianto sportivo  e delle strutture collegate, ma per il business center di tre torri da edificare per compensare i costi delle infrastrutture necessarie allo stadio. Tuttavia ha sempre cercato di riportare in modo imparziale le informazioni sulle problematiche e più volte abbiamo fatto presente che la documentazione dell’Autorità di Bacino del Fiume Tevere ha definito idrogeologicamente problematica non quella di Tor di valle, ma  un’altra area, più  a nord  che riguarda l’ affluente  Vallerano, la cui  messa in sicurezza è tra gli interventi previsti in compensazione dell’opera.