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Emendamento “sblocca stadi” o “sblocca centri commerciali” ? (sicuramente “blocca tutele culturali”)

sport & cemento (AMBM) Un emendamento al Dl semplificazioni approvato in Senato,  fortemente voluto dal senatore Matteo Renzi e sostenuto da un fronte bipartisan che comprende  Partito Democratico, Lega per Salvini, Forza Italia e Fratelli d’Italia (contrario il M5S), sbandierato come “sblocca stadi”,  in realtà smantella  i vincoli storico-artistici su stadi e impianti sportivi italiani e apre la strada a speculazioni private permettendo di abbattere e ricostruire gli impianti storici trasformandoli in mega centri commerciali.

E’ in corso da tempo, a livello statale e regionale,  una progressiva amputazione  del  Codice dei beni culturali e delle tutele di quelle parti di città che rappresentano un patrimonio collettivo di bellezza, cultura,  storia e memoria. E,  in  parallelo,  da tempo è stato  avviato un ridimensionamento del personale, delle funzioni e dei poteri delle Soprintendenze, insieme all’abbassamento dei limiti che fanno scattare il “silenzio assenso” per i pareri degli organi di tutela. Tutto questo a fronte di un progressivo e sfacciato ampliamento delle possibilità offerte ai privati  di trasformare tessuti urbanistici, opere architettoniche, edifici di altissimo pregio in sbiadite parvenze di se stessi, in molti casi, come quello di cui ci occupiamo, per infarcirli di centri commerciali e di varie attività redditizie. Infatti l’emendamento di Matteo Renzi di Italia Viva (1), poi fuso con quello della sentarice Caterina Biti del PD e con  quello analogo del centro destra, prevede che “... il soggetto [proprietario o  concessionario dell’impianto sportivo NDR] che intenda realizzare gli interventi di cui al comma precedente (2)  può procedere anche in deroga agli artt. 10, 12, 136 e 140 (3) del d.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 [Codice dei Beni culturali], e alle eventuali dichiarazioni di interesse culturale o pubblico già adottate, nel rispetto dei soli specifici elementi strutturali, architettonici o visuali di cui sia strettamente necessaria a fini testimoniali la conservazione o la riproduzione anche in forme e dimensioni diverse da quella originaria. L’individuazione di tali elementi, qualora presenti, è rimessa al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, il quale ne indica modalità e forme di conservazione, anche distaccata dal nuovo impianto sportivo, mediante interventi di ristrutturazione o sostituzione edilizia [cioè demolizione e ricostruzione NDR] volti alla migliore fruibilità dell’impianto medesimo”. In pratica il Ministero dei Beni culturali dovrà  scegliere – in base a quali criteri? –  “cosa salvare” di uno stadio che finora è stato tutelato come bene culturale, e  avrà tra i 90 e i 120 giorni per dare il suo parere dopo di chè “…decorso tale termine senza che il Ministero abbia completato la verifica, il vincolo di tutela artistica, storica e culturale ricadente sull’impianto sportivo viene meno e cessano gli effetti delle dichiarazioni di interesse culturale eventualmente già adottate“.(1)

Stanotte abbiamo portato a casa molti emendamenti importanti, tra i quali uno a prima firma mia sulla possibilità di bypassare le sovrintendenze per gli stadi”. “Il fatto che anche altri partiti di maggioranza e opposizione abbiano firmato l’emendamento e votato dà il senso di una grande vittoria collettiva: lo sport è anche lavoro, lo sport è anche cantiere, lo sport è anche investimento. Questo emendamento vale per tutti gli impianti e naturalmente anche per lo Stadio Franchi di Firenze.

Matteo Renzi 2 settembre 2020 (4)

L’emendamento Renzi-Biti  in realtà  è l’ultimo (provvisorio?) tassello di un lavorìo sulla legislazione sugli impianti sportivi  che va avanti da tempo, con l’inserimento di commi e articoli  in leggi che non c’entrano nulla (5) tra i quali  art. 62 – Costruzione di impianti sportivi della Finanziaria n. 50  del 24 aprile 2017, a cui questo emendamento aggiunge i citati nuovi commi. E solo qualche mese fa, il 20 maggio  2020, nei giorni della prudente uscita dal lock down, la deputata Pd Rosa Maria Di Giorgi aveva già depositato  in Parlamento una Proposta di Legge  a sua firma (6) che era praticamente identica all’emendamento Renzi-Biti. (7).

E come già quella proposta, anche questo emendamento  sintetizza in modo eclatante quella visione  che accomuna molta parte del centro destra e del centro sinistra ,  del nostro patrimonio culturale non più  bene collettivo da conservare per le generazioni future, ma  merce da spremere per ricavarne profitti (privati). Sempre il testo approvato: “il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali tiene conto che l’esigenza di preservare il valore testimoniale dell’impianto è recessiva rispetto all’esigenza di garantire la funzionalità dell’impianto medesimo ai fini della sicurezza, della salute e della incolumità pubbliche, nonché dell’adeguamento agli standard internazionali e della sostenibilità economico – finanziaria dell’impianto” (1)

E non è casuale che l‘emendamento provenga da esponenti politici di  Firenze, città di Renzi e di Nardella, ma anche  di Caterina Biti , Presidente del consiglio comunale con il Sindaco  Renzi, e città , letteralmente,  di elezione, di Rosa Maria Di Giorgi, già assessore all’educazione nella Giunta del sindaco Matteo Renzi. A Firenze c’è lo Stadio Artemio Franchi (8), la cui “ristrutturazione” è da  tempo al centro di un confronto con il MIBACT.  Proprio qualche mese fa, il 25 giugno,  il Ministero aveva risposto a un’ interrogazione del deputato fiorentino Gabriele Toccafondi (IV dal 2019, prima centro destra) sui vincoli normativi che ostano all’ammodernamento dello stadio Artemio Franchi di Firenze”  spiegando che “… lo Stadio Artemio Franchi di Firenze, progettato da Pier Luigi Nervi, è una delle più importanti opere di architettura del Novecento, riportata in tutti i libri di storia dell’architettura non solo italiani. Su tale presupposto, il procedimento di verifica dell’interesse culturale si è concluso con un espresso provvedimento di tutela (rep. n. 15 del 20 maggio 2020) motivato dal fatto che l’immobile presenta “un rilevantissimo interesse culturale in quanto testimonia un’incessante ricerca sul rapporto tra programma funzionale, applicazione del calcolo strutturale e invenzione della forma“, precisando che ” il fatto che lo Stadio Artemio Franchi sia sottoposto alle disposizioni di tutela non lo “congela” in una condizione di non utilizzo, ma comporta che tutti gli interventi che coinvolgeranno quest’opera…dovranno essere accuratamente progettati al fine di garantire, unitamente al suo adeguamento, la trasmissione alle generazioni future di quei valori storici e culturali che ne hanno giustificato il vincolo” e concludendo  che “...nell’ambito di un progetto di qualità è possibile trovare un giusto equilibrio tra tutela e sviluppo(9).

Qualunque sia la combinazione di colori al Governo – azzurra /nera, rosa, giallo/verde, giallo/rosa – quello che non cambia mai è  il partito trasversale della speculazione edilizia.

Risposta ignorata, come l’appello di Italia Nostra e Comitato per la Bellezza, del 28 agosto scorso, alla Presidenza del senato e ai Presidenti dei Gruppi parlamentari in cui si chiedeva   il ritiro degli emendamenti relativi agli impianti sportivi monumentali, paventando, tra gli altri, il rischio  che “trasgredire le tutele di un bene vincolato, come lo Stadio di Firenze, potrebbe aprire la porta ad una deregulation applicabile a qualsiasi altro impianto sportivo o stadio sottoposto a vincolo monumentale”(10). Tutto inutile.

Ora l’emendamento IV-PD-Lega- FI-FdI “sbloccherà”  la situazione, del Franchi – per il quale, si noti, al 25 giugno scorso non era  “stato ancora presentato alla competente Soprintendenza alcun progetto per le autorizzazioni di competenza” – e  chissà quanti altri progetti di demolizione e ricostruzione nel nostro Paese, che caleranno su impianti sportivi storici, insieme all’allegato  bagaglio  di cubature commerciali  per garantire “l’equilibrio economico”.

C’è da augurarsi che almeno nella riforma dello sport a cui sta lavorando il Ministro Spadafora (M5S) non si celino altre sorprese cementifere e speculative, che peraltro sono da tempo nell’aria (11). E soprattutto c’è da augurarsi che il Ministro per i Beni culturali Franceschini risponda con energia a questa deriva che mette sempre più nell’angolo l’istituzione che rappresenta e i valori culturali e paesaggistici tutelati dalla nostra Costituzione.

La morale della favola è sempre la stessa: a parole sono tutti  fieri del nostro patrimonio storico, nei fatti tutti sono pronti a smantellarlo  per un piatto di lenticchie.

Anna Maria Bianchi Missaglia

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

6 settembre  2020

> vedi anche Tifo & cemento, continua l’attacco ai Beni culturali (Proposta di legge di una deputata PD) 14 luglio 2020

> Vedi anche: Renzi comincia dallo stadio Franchi per smantellare città e paesaggio di Tomaso Montanari  (da Emergenzacultura – articolo pubblicato su “Il Fatto Quotidiano”, 2 settembre 2020) 

> vedi anche Le mani sugli stadi di calcio. Primo passo per sfasciare le città Con la scusa di «sburocratizzare» le procedure, si vuole limitare l’autorità delle soprintendenze. La finalità immediata del provvedimento riguarda lo stadio fiorentino «Artemio Franchi», costruito da Pier Luigi Nervi nel 1932 nell’area di Campo di Marte  di Maurizio Giufré (Il manifesto 4 settembre 2020)

NOTE

(1) Ecco il testo  dell’emendamento (il testo è ricavato dall’emendamento 10.191 Biti (PD); emendamento 55.0.12 Renzi e altri (IV) e ricalca esattamente l’emendamento 10.159 Pergreffi e altri(Lega); aggiunta dell’art. 10bis Pergreffi e altri (LEGA); l’emendamento 10.164 Borgonzoni e altri (Lega);nonchè l’emendamento Totaro, (FDI)  Gallone  (FI):

“8-bis. All’articolo 62 del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 giugno 2017, n. 96 [scarica, dopo il comma 1 sono inseriti i seguenti commi:

«1-bis. Al fine di prevenire il consumo di suolo e di rendere maggiormente efficienti gli impianti sportivi destinati ad accogliere competizioni agonistiche di livello professionistico, nonché allo scopo di garantire l’adeguamento di tali impianti agli standard internazionali di sicurezza, salute e incolumità pubbliche, il soggetto che intenda realizzare gli interventi di cui al comma precedente può procedere anche in deroga agli artt. 10, 12, 136 e 140 del d.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42, e alle eventuali dichiarazioni di interesse culturale o pubblico già adottate, nel rispetto dei soli specifici elementi strutturali, architettonici o visuali di cui sia strettamente necessaria a fini testimoniali la conservazione o la riproduzione anche in forme e dimensioni diverse da quella originaria. L’individuazione di tali elementi, qualora presenti, è rimessa al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, il quale ne indica modalità e forme di conservazione, anche distaccata dal nuovo impianto sportivo, mediante interventi di ristrutturazione o sostituzione edilizia volti alla migliore fruibilità dell’impianto medesimo. Il provvedimento di cui al periodo precedente è adottato entro il termine di novanta giorni dalla richiesta del proprietario o del concessionario dell’impianto sportivo, prorogabile una sola volta di ulteriori trenta giorni per la richiesta di documenti che non siano già in possesso della Sovrintendenza territorialmente competente e necessari all’istruttoria. Decorso tale termine senza che il Ministero abbia completato la verifica, il vincolo di tutela artistica, storica e culturale ricadente sull’impianto sportivo viene meno e cessano gli effetti delle dichiarazioni di interesse culturale eventualmente già adottate.

1-ter. Nell’adozione del provvedimento di cui al comma precedente, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali tiene conto che l’esigenza di preservare il valore testimoniale dell’impianto è recessiva rispetto all’esigenza di garantire la funzionalità dell’impianto medesimo ai fini della sicurezza, della salute e della incolumità pubbliche, nonché dell’adeguamento agli standard internazionali e della sostenibilità economico – finanziaria dell’impianto. La predetta esigenza prevalente rileva anche ai fini delle valutazioni di impatto ambientale e di compatibilità paesaggistica dell’intervento

(2) scarica art. 62  Costruzione di impianti sportivi) del Testo Coordinato Disposizioni urgenti in materia finanziaria n. 50  del 24 aprile 2017

(3)Artt. 10, 12, 136 e 140 del d.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 Codice dei Beni culturali:

Art. 10. Beni culturali

Art. 12. Verifica dell’interesse culturale

Art. 136. Immobili ed aree di notevole interesse pubblico

Art. 140. Dichiarazione di notevole interesse pubblico e relative misure di conoscenza

(4) vedi 055firenze.it 2 sttembre 2020 Dl Semplificazione, approvati emendamenti per stadio e aeroporto di Firenze  Franchi e Peretola, novità in arrivo. Nardella: ‘Grande giorno per Firenze’

Sono stati approvati nella notte in Senato alcuni emendamenti al dl semplificazione, che riguardano in particolare anche Firenze. Nello specifico, attesissimo e ad alto coinvolgimento politico quello sul cosiddetto ‘sbloccastadi‘, che potrà consentire di restaurare e riqualificare il Franchi senza il veto della Soprintendenza. Ma anche sull’ampliamento dell’aeroporto di Peretola, secondo i senatori fiorentini, potranno arrivare ora novità rilevanti.

“Bene l’approvazione nel dl semplificazione di due emendamenti molto importanti: avanti con il nuovo stadio Franchi e con la nuova pista dell’aeroporto di Peretola. Grazie ai parlamentari per aver contribuito a questo grande lavoro, è un grande giorno questo per Firenze”, ha commentato sui social il sindaco di Firenze, Dario Nardella.

Proprio da Firenze sono partiti gli emendamenti poi approvati in commissione. Alla vigilia del voto, Matteo Renzi di Italia Viva e la senatrice Caterina Biti del Pd avevano trovato un punto d’incontro sul testo, con le votazioni favorevoli anche della destra.

“Stanotte abbiamo portato a casa molti emendamenti importanti, tra i quali uno a prima firma mia sulla possibilità di bypassare le sovrintendenze per gli stadi”, ha commentato Matteo Renzi. “Il fatto che anche altri partiti di maggioranza e opposizione abbiano firmato l’emendamento e votato dà il senso di una grande vittoria collettiva: lo sport è anche lavoro, lo sport è anche cantiere, lo sport è anche investimento. Questo emendamento vale per tutti gli impianti e naturalmente anche per lo Stadio Franchi di Firenze. Per la Toscana, un’altra buona notizia è lo sblocco del progetto aeroportuale di Peretola, finalmente. Stadio e Aeroporto: una bella doppietta per la mia città, ma non basta. Occorre sbloccare le opere pubbliche e private ovunque”.

“Le buone idee della Lega riescono, a volte, a fare breccia nella maggioranza. Stanotte è stata la volta del ‘Sbloccastadi’. Siamo felici per l’approvazione del nostro emendamento. Con il decreto semplificazioni saranno quindi sbloccate risorse per la riqualificazione degli stadi. L’emendamento semplifica anche le procedure per gli impianti vincolati dalle soprintendenze che devono essere riqualificati, come quello di Firenze. Nota negativa il dissenso dei 5 Stelle. Per lo sport più amato dagli italiani l’unanimità sarebbe stata un bel segnale, invece la maggioranza anche su questo si è divisa”. Così commenta la senatrice leghista Simona Pergreffi firmataria insieme ai colleghi Campari, Corti, Rufa, Augussori, Calderoli, Grassi, Pirovano, Riccardi, Briziarelli, Arrigoni, Nisini e Vescovi di un emendamento ‘sbloccastadi’. (> leggi tutto l’articolo)

(5) Basti pensare ai famosi commi 303 304 305 sugli stadi della  Legge di stabilità 2014 (27 dicembre 2013 ) , che hanno permesso lo sviluppo del progetto del nuovo Stadio della Roma a Tor di Valle con annesso business center, seguiti da un ulteriore art. 62 – Costruzione di impianti sportivi) del Testo Coordinato Disposizioni urgenti in materia finanziaria n. 50  del 24 aprile 2017, poi applicato anche all’iter in corso del progetto dello Stadio della Roma.

> vedi La silenziosa marcia del cemento – Impianti sportivi come Cavalli di Troia per speculazioni private 27 luglio 2020

(6) > vedi anche Tifo & cemento, continua l’attacco ai Beni culturali (Proposta di legge di una deputata PD) 14 luglio 2020

leg.18.pdl.camera.2504.18PDL0102390

leg.18.pdl.camera.2504.18PDL0102390

(7) Scarica Atto Camera: 2504 Proposta di legge: DI GIORGI ed altri*: “Modifica all’articolo 12 del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, in materia di verifica dell’interesse culturale degli impianti sportivi”) scarica la PDL leg.18.pdl.camera.2504.18PDL0102390_

Art. 1.

1. All’articolo 12 del codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, dopo il comma 3 è inserito il seguente :

« 3-bis. Per gli impianti sportivi, la dichiarazione dell’interesse culturale ai sensi dell’articolo 13   tiene conto dell’esigenza di mantenerne la destinazione funzionale prevalente e indica di quali elementi strutturali e architettonici sia strettamente necessaria la conservazione, consentendo per il resto la libera demolizione, trasformazione o ricostruzione al fine di consentire la gestione economicamente e ambientalmente sostenibile dell’impianto sportivo. Il presente comma si applica anche ai procedimenti in corso alla data della sua entrata in vigore. Il Ministero provvede d’ufficio a integrare le dichiarazioni di interesse culturale già adottate alla data di entrata in vigore della presente disposizione ».

Pensilina Stadio artemio Franchi - "Berta" da wikipedia

Pensilina Stadio artemio Franchi – “Berta” da wikipedia

(8) (da wikipedia  https://it.wikipedia.org/wiki/Stadio_Artemio_Franchi)
Lo stadio comunale Artemio Franchi (in passato stadio comunale Giovanni Berta[2] e successivamente stadio Comunale) è il principale impianto calcistico di Firenze e uno dei principali stadi italiani, sede degli incontri interni dell’ACF Fiorentina.Lo stadio è situato nel quartiere di Campo di Marte. Costruito tra il 1930 e il 1932 nell’area in cui sorgeva il dismesso aerodromo di Campo di Marte, fu progettato nel 1929 dagli ingegneri Pier Luigi Nervi e Gioacchino Luigi Mellucci[3] su iniziativa del marchese Luigi Ridolfi da Verrazzano. Direttore dei lavori fu Alessandro Giuntoli, che progettò anche l’ingresso principale. Il costo totale della realizzazione fu di oltre 6 500 000 lire.Esempio di Razionalismo italiano, la struttura è ricca di elementi innovativi e avveniristici per l’epoca, come la pensilina priva di sostegni intermedi, le scale elicoidali e la torre di Maratona[4]. Il drenaggio del terreno di gioco è considerato tra i migliori d’Europa[5]. Lo stadio, che può ospitare 43 147 spettatori (sebbene nel corso della sua storia si sia arrivati anche a una capienza di oltre 70 000 posti), è il più capiente impianto sportivo di Firenze e il quinto stadio italiano per capienza.

(9) Ecco il testo della risposta del Mibact, pubblicata il 25 giugno 2020 all’ interrogazione in Commissione alla Camera del deputato fiorentino Gabriele Toccafondi, capogruppo di Italia Viva in Commissione Cultura https://www.nove.firenze.it/stadio-di-firenze-la-lettera-del-mibact-a-toccafondi.htm [il grassetto è di Carteinregola]

L’Onorevole Toccafondi richiede notizie in merito alla situazione dello Stadio Artemio Franchi di Firenze ed accenna, in premessa, alle disposizioni del Codice dei beni culturali e del paesaggio in materia di tutela. Permettetemi di precisare che tutti gli edifici di proprietà pubblica aventi più di 70 annie di autore non più vivente sono sottoposti alle disposizioni di tutela fino a quando non sia effettuata una verifica sul loro effettivo interesse culturale. Ed appunto lo Stadio Artemio Franchi di Firenze, progettato da Pier Luigi Nervi, è una delle più importanti opere di architettura del Novecento, riportata in tutti i libri di storia dell’architettura non solo italiani. Su tale presupposto, il procedimento di verifica dell’interesse culturale si è concluso con un espresso provvedimento di tutela (rep. n. 15 del 20 maggio 2020) motivato dal fatto che l’immobile presenta “un rilevantissimo interesse culturale in quanto testimonia un’incessante ricerca sul rapporto tra programma funzionale, applicazione del calcolo strutturale e invenzione della forma. La sintesi tra questi tre fattori ha prodotto un’architettura che, per le sue notevoli innovazioni tecniche e per le significative soluzioni estetiche, ha contribuito al rinnovamento della cultura del progetto, avvenuto negli anni Venti del Novecento in Italia e nel mondo. Nel merito specifico dello stadio fiorentino, l’articolazione della struttura in cemento armato in blocchi separati, 24 in totale, non introduce distinzioni o separazioni tra lacontinuità dei telai portanti, che definiscono nella loro reiterata successione l’aspetto esterno dello stadio, la cui immagine appare comunque fortemente qualificata dagli elementi formalmente e strutturalmente più complessi, ovvero la sottile, snella pensilina acopertura della tribuna centrale, le scale elicoidali di accesso alla Maratona e alle curve (Fiesole e Ferrovia) e la torre di Maratona. L’ampia fortuna critica dello stadio ‘Artemio Franchi’ è testimoniata da un’estesa e persistente continuità di studi e di contributi critici, in Italia e all’estero, su questa opera di Pier Luigi Nervi, come attestano i brevi riferimenti bibliografici allegati, sintesi  un’amplissima letteratura dedicata alla figura di Nervi.”Tanto premesso si precisa che la legge di stabilità 2014, la n. 147 del 2013, detta anche“legge stadi” in riferimento ai commi 303 e 305 dell’art. 1, è norma di carattere generale che non può prescindere dal rispetto delle disposizioni del decreto legislativo n. 42 del2004, “Codice dei beni culturali e del paesaggio”, che, come noto, è norma posta a tutela di interessi pubblici prevalenti. La competenza del Ministero per i beni culturali non può essere che quella di valutaregli aspetti di tutela e non i fattori economici ed occupazionali che, seppure importanti, afferiscono alla competenza di altre istituzioni. Ora, il fatto che lo Stadio Artemio Franchi sia sottoposto alle disposizioni di tutela non lo “congela” in una condizione di non utilizzo, ma comporta che tutti gli interventi che coinvolgeranno quest’opera, siano essi di conservazione e restauro che di adeguamento a motivate esigenze funzionali, dovranno essere accuratamente progettati al fine di garantire, unitamente al suo adeguamento, la trasmissione alle generazioni future di quei valori storici e culturali che ne hanno giustificato il vincolo. Permettetemi da ultimo di sottolineare che non è vero che si crea un “contrasto” tra le norme di tutela e la realizzazione di un impianto moderno ed efficiente perché nell’ambito di un progetto di qualità è possibile trovare un giusto equilibrio tra tutela e sviluppo. Da notizie assunte presso la competente Direzione generale comunque abbiamo appreso che, ad oggi, pur essendoci stati incontri interlocutori, non è stato ancora presentato alla competente Soprintendenza alcun progetto per le autorizzazioni di competenza. Il Ministero non ha pertanto formulato, al riguardo, nessun parere formale”.

(10) scarica Lettera-stadi IN Comit Bellezza 28 8 2020

(11) vedi 27 luglio 2020  La silenziosa marcia del cemento – Impianti sportivi come Cavalli di Troia per speculazioni private  Qualunque sia la combinazione di colori al Governo – azzurra /nera, rosa, giallo/verde, giallo/rosa – quello che non cambia mai è  il partito trasversale della speculazione edilizia. Continua#

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Caterina Chiarelli
Caterina Chiarelli
3 anni fa

Purtroppo nella civilissima Firenze e dintorni sono sempre più frequenti i casi di scempio edilizio di edifici storici. Cito due esempi vergognosi di cui è stato protagonista il Comune di Impruneta: primo il cosiddetto “mostro dei Bottai”, ovvero il Parcheggio dei Bottai, una specie di portaerei di cemento che si staglia ai piedi del colle della Certosa di Firenze.
L’altro intervento che presenta analogie con quanto accadrebbe (se la legge andasse avanti e speriamo che la Corte Costituzionale ponga un freno!) allo Stadio Franchi è quanto è accaduto alla vecchia stazione del tramvai che collegava Firenze a Tavarnuzze e qua si divideva e raggiungeva San Casciano in Val di Pesa e Greve in Chianti. Inaugurata nel 1895, aveva fornito un incentivo molto forte all’economia dei tre paesi e l’edificio era rimasto sempre al centro della piazza anche quando la tramvia dopo l’ultima guerra era stata soppressa. La destinazione dell’immobile era ovviamente diversa, l’ultima, fu quella di un distaccamento dell’ASL di Impruneta. La stazione non rivestiva un particolare interesse da un punto di vista storico artistico o paesaggistico, bensì storico e avrebbe dovuto essere sottoposta a tutela, quindi restaurata e adibita a centro culturale; avrebbe potuto ospitare un distaccamento della biblioteca di Impruneta, e/o una ludoteca, certo non un bar di cui Tavarnuzze non ha certo bisogno, o un qualsiasi altro esercizio commerciale. Invece l’edificio originario è stato sventrato e soffocato entro una sovrastruttura in cemento e metallo, dotato di una terrazza panoramica al posto del tetto (non si sa cosa ci sia da contemplare nel centro di Tavarnuzze!)e di una enorme tettoia in metallo, che sovrasta in parte l’edificio e si protende verso il centro della piazza, a niente sono valse le proteste dei cittadini.
Cosa rimane oggi della vecchia Stazione denominata affettuosamente dai cittadini “birillo”? Una costruzione costosissima, ingombrante e respingente visivamente e oggettivamente di cattivo gusto, ricettacolo di rifiuti ed escrementi che domina una piazza deserta con una marea di difetti che non sto a descrivere, dalla presenza di gradini invisibili situati ai margini della piazza, a errori di calcolo come l’assenza di relazione fra ombra (che quasi non c’è) e panchine, ecc. ecc.

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