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Sondaggio Marino: una voce dalla città storica

L’intervento di Paolo Gelsomini (Coord. Residenti Città Storica)

Governare una città come Roma può portare benefici politici immediati che, con oculate strategie mass mediatiche di mantenimento, possono essere conservati fino alla fine del mandato. Come? Basta fare piccoli annunci tutti i giorni che accontentano un pò tutti  e quindi non risolvono nessun problema strutturale ma producono solo piccoli effetti graditi a rappresentanze politiche, corporazioni sociali, lobby senza fare quelle riforme di struttura che una città come Roma attende da decenni. Il sindaco Marino sta cercando di mettere mano alle grandi questioni non sempre ben consigliato. La creazione di un Parco Archeologico dei Fori e dell’Appia Antica sarebbe il segno che riavvicina urbanistica ed archeologia ridisegnando una rete di percorsi capaci di unire rioni, aree archeologiche centrali, paesaggi. La discontinuità dell’azione urbanistica portata avanti dall’assessore Caudo con i temi della rigenerazione, del recupero, della riqualificazione, della riammagliatura dei tessuti senza portare altri metri cubi di cemento al di fuori del GRA è un’azione di grande coraggio che va perseguita con determinazione proprio ora che il vento dell’urbanistica tra Piano casa Zingaretti-Civita e Legge Lupi sembra soffiare nel verso contrario. L’azione forte sulle regole nel commercio condotte dall’assessore Leonori sta per la prima volta piegando l’arroganza di molte lobby presenti soprattutto nel campo della ristorazione ed in particolare nel centro storico dove sono presenti innumerevoli forme di commercio su strada dai camion bar alle bancarelle. Le politiche di pedonalizzazione del centro storico e l’istituzione di isole ambientali segnano una novità anche se la reale applicazione sembra andare a piccoli passi accerchiata da interessi diversi e da forme di intollerabile corporativismo. Questi provvedimenti strutturali hanno bisogno di periodi più o meno lunghi di metabolizzazione ed inizialmente creano proteste e scontenti. Questo periodo di metabolizzazione, necessario alle grandi riforme ed agli interventi di struttura,  è quello che il PD romano teme di più,  perchè si perdono consensi e si dà fiato all’opposizione populista. Ecco perchè il PD romano scarica sul Sindaco il malcontento della gente. Anzichè commissionare sondaggi in house  all’altezza delle sfide epocali e dei cambiamenti che questa Città impone. Occorre inforcare occhiali per vedere lontano ed invece il PD romano è miope,  perchè il vedere lontano non porta consensi elettorali, non fa segnare punti a vantaggio di questo o quel consigliere, non fa andare sui giornali tutti i giorni a sciorinare la propria buona azione quotidiana che però non porterà mai in Paradiso. Ignazio Marino ha mille difetti, ma una cosa l’ha capita: questa Città ha bisogno di azioni decise su vasta scala e gli effetti immediati quasi mai sono comprensibili ed accettati, anzi è vero il contrario. Dopo 5 anni è meglio raccontare quello che si è messo in campo per la trasformazione di questa Città che raccogliere i voti di gruppi e di categorie senza aver cambiato nulla.
E’ vero però che sui problemi storici ed endemici di questa città come la mobilità, il trasporto pubblico, i rifiuti, la sicurezza, lo smaltimento delle acque piovane, la qualità della vita nelle periferie occorrerebbe stimolare un grande Convegno cittadino, un grande Laboratorio di idee con la partecipazione di cittadini, forze economiche, sociali e culturali di questa Città per cercare e condividere una strada da percorrere insieme e per iniziare a risolvere questi enormi problemi strutturali. Non basta il PGTU, non bastano sporadiche ordinanze, non sono più sufficienti delibere che non toccano la sostanza del modello di questa Città (es. la delibera sui pullman turistici, le ordinanze antialcol, ecc.). La Città va governata come un sistema. Non c’è Parco archeologico che tenga senza un cambiamento coraggioso del sistema della mobilità a Roma, senza una disciplina del commercio, senza un regolamento del verde. E gli esempi potrebbero continuare. Di questo il PD romano si dovrebbe preoccupare, facendo un salto culturale che finora ha dimostrato di non essere in grado di fare. Altro che fare sondaggi per mettere all’angolo Ignazio Marino facendo ridere Marchini e la Meloni che già affilano le armi…..